Vaccino - Vaccinazione
Ultima modifica 14.04.2021
INDICE
  1. Cos'è un Vaccino
  2. Come Agisce
  3. Tipi di vaccino
  4. Approfondimenti sulle Vaccinazioni

Cos'è un Vaccino

L'immunità di un soggetto nei confronti di un agente patogeno può essere indotta artificialmente mediante immunizzazione attiva (vaccinazione). La vaccinazione prevede la somministrazione, per via parenterale (cioè con un'iniezione) o per via orale, di una preparazione antigenica che può essere rappresentata dal microrganismo (batterio, virus) verso cui si vuole protezione, da sue frazioni immunogene (ovvero proteine che provocano una risposta di difesa da parte del soggetto) o da sue tossine (come, per esempio, nella vaccinazione contro il tetano).

Vaccino: A Cosa Serve?

La vaccinazione (o immunizzazione) è un mezzo con il quale è possibile prevenire una grave malattia attraverso una precedente esposizione all'agente infettivo opportunamente trattato - così da renderlo innocuo - o ad una serie di componenti dello stesso. In altre parole, questa pratica fornisce al sistema immunitario l'occasione per acquisire l'esperienza necessaria ad evocare una risposta protettiva contro un determinato microrganismo patogeno, con rischi minimi per la salute e per la vita stesso dell'individuo.

Una volta iniettato, il vaccino viene intercettato dal sistema immunitario e determina una memoria immunologica. Nel caso in cui il soggetto vaccinato venga successivamente a contatto con l'agente patogeno, le cellule deputate alla difesa lo riconoscono, lo neutralizzano ed evitano l'infezione o la malattia. La vaccinazione, quindi, insegna al sistema immunitario a difendersi rispetto ad un microrganismo infettivo che non ha mai visto prima, senza però subirne i danni.

Come Agisce

Come Funziona un Vaccino

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Il prodotto somministrato (vaccino) induce nell'ospite (il soggetto o l'animale vaccinato) una risposta immunitaria che lo proteggerà dall'attacco del patogeno verso cui è stato vaccinato.

La risposta immunitaria indotta dal vaccino può essere umorale, cioè caratterizzata dalla produzione di anticorpi (immunoglobuline IgM IgG, IgA e IgE) da parte dei linfociti B e dalle plasmacellule, oppure cellulo-mediatacioè avvenire ad opera dei linfociti T che agiscono distruggendo gli agenti infettivi attraverso diversi meccanismi.
Poiché la vaccinazione stimola in maniera attiva il sistema immunitario dell'animale, c'è bisogno di un certo lasso di tempo (dalle due alle quattro settimane) affinché la risposta anticorpale raggiunga un livello tale da rendere immune il soggetto qualora entri in contatto col patogeno in questione.

Programma vaccinale e Selezione vaccini (Veterinaria)

Tipi di vaccino

Storia dei Vaccini

Il primo vaccino, usato circa 200 anni fa dal medico inglese Edward Jenner per prevenire il vaiolo umano, era costituito da uno stipite (tipo, ceppo) virale ricavato dalle lesioni che il virus del vaiolo bovino (Cowpoxvirus) provocava sulle mani dei mungitori e che venne per tale motivo denominato Vaccinia virus (dal latino vaccinus: di vacca, da cui è derivato il termine "vaccinazione").
Nei due secoli successivi, questo vaccino ha svolto un ruolo fondamentale nel controllo della malattia consentendo, infine, l'eradicazione del vaiolo a livello mondiale.

Classificazione dei Vaccini

I vaccini attualmente disponibili in commercio per la prevenzione delle malattie infettive degli animali sono molti e possono essere classificati a seconda delle loro caratteristiche che dipendono dalle tecniche di preparazione. Più precisamente, se ne distinguono principalmente i seguenti tipi:

  • Vaccini attenuati (vivi-modificati): prodotti a partire da agenti infettivi resi non patogeni;
  • Vaccini inattivati: prodotti utilizzando virus o batteri uccisi tramite esposizione al calore oppure con sostanze chimiche;
  • Vaccini purificati costituiti da subunità o anatossine (es. parti dell'agente eziologico o tossine da esso prodotte): prodotti attraverso raffinate tecniche di purificazione delle componenti batteriche o virali (antigeni purificati) o delle molecole provenienti dall'agente infettivo, non in grado di provocare la malattia, ma sufficienti ad attivare le difese immunitarie dell'organismo (es. anatossine di tetano e difterite);
  • Vaccini proteici ricombinanti: prodotti mediante la tecnologia del DNA ricombinante che prevede l'inserimento di materiale genetico codificante l'antigene (una proteina o parte di essa) in microrganismi che produrranno l'antigene; quest'ultimo verrà poi raccolto e purificato.

Vaccini Attenuati

Un vaccino attenuato consiste nell'utilizzo di un agente infettivo vivo la cui virulenza è stata attenuata, in modo da ridurre la sua capacità di crescita nelle cellule umane, tanto da non risultare più patogeno per l'uomo. Questi vaccini si dimostrano, in genere, più potenti nell'indurre un'immunità protettiva di quanto non lo siano i vaccini inattivati. Un agente infettivo attenuato, infatti, è ancora capace di replicarsi, anche se entro certi limiti, in modo da mimare una vera e propria infezione.

I vaccini per il morbillo, la parotite, la poliomielite (vaccino di Sabin) e la febbre gialla sono costituiti da virus vivi e attenuati.

L'agente infettivo attenuato si ottiene favorendone la crescita in linee cellulari (virus) o terreni di coltura (batteri). Il principale problema di questo tipo di vaccini è che l'attenuazione può non essere stabile e si possa così ritornare a forme virulente.

Altro aspetto critico di questi vaccini è che, essendo formati da microrganismi vivi, hanno bisogno di essere conservati con la catena del freddo.

Vaccini Inattivati

Un vaccino inattivato consiste nell'utilizzo di particelle virali o batteriche complete, ma trattate chimicamente (ad esempio con formalina o agenti chelanti, come l'ossido di etilene) oppure fisicamente (con irradiazioni o calore), in modo tale che perdano qualsiasi capacità di replicazione o di causare la malattia. A questo tipo di immunizzazione appartengono i vaccini contro la rabbia e l'antipolio di Salk. Rispetto ai vaccini attenuati, presentano come principali vantaggi, la stabilità e la sicurezza, però inducono solitamente una risposta immunitaria minore. Per questo motivo, vengono spesso associati ad adiuvanti (sostanze che ne aumentano l'immunogenicità, ovvero la risposta immunitaria dell'animale) e, per assicurare l'immunizzazione, occorre somministrare più dosi di vaccino.

Approfondimenti sulle Vaccinazioni

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