Dieta Barf
Ultima modifica 28.04.2020
INDICE
  1. Cos'è la Dieta BARF?
  2. Premessa
  3. Principi BARF
  4. Perché evitare il Cibo Commerciale?
  5. Bibliografia

Cos'è la Dieta BARF?

La dieta BARF (o barf) è un regime alimentare concepito dal Dott. Ian Billinghurst per l'alimentazione di alcuni animali domestici, tra i quali canigatti e furetti (questi ultimi due, carnivori obbligati).

barf Shutterstock

Barf è l'acronimo della dicitura inglese Bones And Raw Food (ossa e cibo crudo), inventato da Debra Tripp.
La dieta barf rientra nella categoria Raw Feeding (Alimentazione Cruda) e si basa sulla selezione di cibi NON cotti e contenenti una quantità "fisiologica" di quinto quarto (ossa e frattaglie).
Nello specifico, la dieta barf è costituita da:

Premessa

Ossa, Organi e Pelle Fanno Bene

Per la verità, il quinto quarto andrebbe ulteriormente classificato a seconda della finalità in:

  • Alimentare (soprattutto organi e tagli di carne non commerciali).
  • Industriale (pelo, corna, tegumenti ecc).

Riferendosi all'alimentazione veterinaria, questa distinzione è concettualmente sbagliata.
E' l'animale stesso che deve scegliere cosa mangiare o scartare, a prescindere dagli interessi economici che gravitano intorno all'industria alimentare e veterinaria.
Peraltro, non dimentichiamo che i carnivori si sono evoluti per digerire qualunque tessuto animale (nelle giuste proporzioni, si intende).
I mammiferi predatori selvatici (come i felini e i canidi), soprattutto di piccole o medie dimensioni, non lasciano avanzi o lo fanno solo marginalmente. Le ragioni sono due:

  • Con una scarsa disponibilità di cibo, ottimizzano sempre il rapporto "energia spesa con la caccia/energia acquisita con la predazione".
  • Gli avanzi si correlano solo alle dimensioni eccessive del pasto. In natura questo non avviene quasi mai, perché cacciare prede grandi comporta sempre un aumento del rischio di ferite. Inoltre, il cibo avanzato tende a deperirsi e spesso viene rubato da altri animali. Potendo scegliere, i cacciatori solitari si orientano su molte vittime più piccole anziché una sola grande. Le specie gregarie possono comportarsi in maniera opposta.

Per farla breve, nelle giuste quantità, il quinto quarto è considerato parte integrante della dieta dei mammiferi cacciatori.

Unica Eccezione

Le suddette condizioni valgono SOLO per gli animali selvatici, mentre i piccoli carnivori domestici sono spesso nutriti con grosse porzioni di carne ricavata da animali molto più grandi del normale (maialemanzocavallotonnostruzzo ecc).
Con queste materie prime, è inevitabile che la dieta del carnivoro domestico comporti uno scarto rilevante.
Si tratta di: corna, ossa, unghie, pelle, penne, pinne, squame ecc provenienti da grossi animali che non costituiscono le prede naturali dei piccoli e medi mammiferi carnivori domestici.
Spesso, certe componenti del quinto quarto vengono lavorate in maniera tale da aumentarne l'appetibilità (soprattutto per la masticazione) e la conservazione; i metodi più utilizzati sono la macinazione e la cottura.
Dal punto di vista chimico nutrizionale, questi accorgimenti hanno il vantaggio di aumentare la parte edibile delle grosse prede, ma contemporaneamente presentano lo svantaggio di sacrificare certi nutrienti utili (amminoacidivitamine ecc).

Principi BARF

Il Punto di Vista dei filo-BARF

I sostenitori del metodo ritengono che la Dieta barf sia un regime alimentare naturale.
Rispetto al cibo commerciale e anche alla carne cotta, le ossa, la carne cruda e gli organi sono più ricchi dal punto di vista nutrizionale.
Un programma alimentare "grezzo", ovvero naturale, conferisce all'animale parecchi benefici salutistici tra cui:

La Critica

Chi contesta il sistema barf afferma che può aumentare il rischio di:

  • Squilibrio nutrizionale.
  • Perforazioni intestinali o di altri tratti del gastro intestinale.
  • Tossinfezioni e parassitosi alimentari (anche zoonosi trasmissibili all'uomo)

In tal senso, le controindicazioni potrebbero superare i vantaggi.
L'affermazione che l'alimentazione barf possa essere intrinsecamente migliore in quanto naturale è stata contestata soprattutto dai promotori commerciali del cibo per animali (potrebbero aver agito per interesse economico).

Obbiettivamente

Il numero dei veterinari che sostiene l'adeguatezza della dieta barf è in costante aumento.
Nel 2014, nel Regno Unito, è stato fondato il "Raw Feeding Veterinary Society" (RFVS), un'ente che organizza conferenze o discussioni riguardanti l'alimentazione e altri argomenti connessi alla veterinaria.
I vantaggi offerti dalla dieta barf sono inoppugnabili; nessuno che abbia sperimentato il metodo per un tempo adeguato può sostenere il contrario.
In merito agli svantaggi, bisogna ricordare che:

  • Il rischio di squilibrio nutrizionale è facilmente ridotto dalla ripartizione di muscolograsso, organi, ossa e pelle in quantità idonee.
  • Il rischio di perforazioni esiste solo per gli animali che non hanno MAI mangiato le ossa e pertanto non sanno masticarle. In tal caso è buona norma evitare inizialmente quelle dei volatili, le lische di pesce e i pezzi troppo grossi che possono essere incrementati progressivamente. E' possibile macinarle ma in tal caso si rinuncia all'effetto benefico della masticazione sulla salute dei denti.
  • Per quel che riguarda le malattie alimentari, è sufficiente utilizzare prodotti derivanti da allevamenti certificati e NON deperiti. E' possibile acquistarli e congelarli.

Perché evitare il Cibo Commerciale?

Il cibo commerciale, soprattutto per i gatti e i furetti, può essere nocivo.
Secondo l'esperienza di molti veterinari, le patologie più frequentemente riscontrabili nei felini devono gran parte della loro insorgenza al consumo di cibo secco, ricco farine amidacee (cerealilegumi e tuberi) e poco igienico.
I disturbi in questione sono:

Non dimentichiamo che i carnivori obbligati (come i gatti e i furetti) non sono predisposti alla digestione corretta di alimenti vegetali e in particolare delle proteine.
Inoltre, l'organismo di queste creature regola autonomamente la glicemia senza bisogno di introdurre carboidrati con i cibi che, essendo in eccesso, causano varie malattie.
La maggior parte delle persone crede che chiunque possa giovare della cottura degli alimenti in termini di digeribilità; in verità, nonostante questa eserciti un effetto denaturante (si veda l'articolo "Cuocere le Proteine") sulle proteine, sembra modificare negativamente le strutture più piccole, ostacolando in fine dei conti la digestione per i gatti alcuni animali 1.
Inoltre, la cottura inattiva l'amminoacido taurina che è essenziale per il gatto. Alimentandolo solo con carne cotta non addizionata in taurina aumenta vertiginosamente il rischio che l'animale si ammali gravemente2.

Bibliografia

1 Heat Processing Changes the Protein Quality of Canned Cat Foods as Measured with a Rat Bioassay - Hendriks, W.H.; M.M.A. Emmens; B. Trass; J.R. Pluske (1999) - (PDF) J. Anim. Sci. 77 (3): 669–76. PMID 10229363. Retrieved 2007-07-26.
2 CALL OF THE WILD Amy Graves, The Boston Globe. March 16, 2003.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Laureato in Scienze motorie - indirizzo Tecnico Sportivo Laureato in Dietistica
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer