Gesto sportivo "overhead": fattori d'incidenza funzionali e tecnico-sportivi
A cura del Dottor Alessio Capobianco
Numerosi sport sono caratterizzati da specifici gesti atletici che comportano movimenti ripetuti dell'arto superiore al di sopra della testa: essi sono definiti complessivamente con il termine anglosassone overhead.
Il modello biomeccanico che assimila tra loro questi sport è quello del lancio, effettuato dai giocatori di baseball, football e dai giavellottisti, ma riguarda anche i tennisti, i nuotatori, i pallavolisti e in taluni esercizi anche i ginnasti e i golfisti.
Negli atleti overhead si registra un'incidenza particolarmente elevata di lesioni a carico della spalla, la cui suscettibilità patologica è legata all'intrinseca mancanza di stabilità statica e alla complessità della stabilità dinamica, che dipendono dalla sua inusuale anatomia e dagli estesissimi gradi di movimento consentiti. I gesti tecnico-sportivi overhead richiedono un delicato equilibrio tra attività muscolare e contenimento capsulo-legamentoso quando sono effettuati ai limiti estremi della mobilità gleno-omerale, con velocità angolari e forze di torsione notevolissime; le strutture della spalla, sottoposte alla ripetizione di questi stress, vanno pertanto facilmente incontro a lesioni da usura su base micro - politraumatica.
Fattori funzionali
Fra questi si citano la modalità di contrazione muscolare prevalente e l'importanza della richiesta di forza muscolare, il tipo di catena cinetica, l'importanza dell'azione muscolare agonista. Le specialità sportive overhead possono presentare una gestualità tecnica caratterizzata da un regime di contrazione muscolare concentrica, eccentrica o pliometrica; la contrazione concentrica, nella realtà, è un'alternanza di contrazioni concentriche ed eccentriche come si verifica nel basket, nel nuoto e nell'arrampicata. La richiesta di forza muscolare (aspetto organico-muscolare) dipende in gran parte dal peso del "proiettile" (inteso come l'oggetto da lanciare), che influenza la quantità di accelerazione che lo sportivo imprime allo stesso. Si può individuare un impiego prevalente della forza veloce, della forza pura, della forza esplosiva, rispettivamente nelle discipline del basket, del getto del peso e della pallavolo (figura). Le specialità sportive con richiesta prevalente di forza esplosiva sembrano implicare un rischio maggiore, rispetto alle discipline con impiego prevalente di altri regimi di contrazione.
In alcuni gesti tecnici assume importanza la muscolatura antagonista, come necessità di un effetto frenante nella fase immediatamente seguente il lancio, denominata dagli Autori americani, follow-through ("seguire fino alla fine"); tale azione si svolge perlopiù mediante contrazione muscolare eccentrica e dipende, in qualche modo, dalle caratteristiche dell'oggetto lanciato che influenzano, a loro volta, la velocità che lo sportivo può imprimere allo stesso.
La contrazione pliometrica prevede un ciclo "prestiramento-accorciamento"; nei gesti tecnici degli sport di lancio o balistici si sfrutta la contrazione muscolare pliometrica per ottenere l'efficacia desiderata e si utilizza la contrazione eccentrica per regolare il gesto.
La corretta condizione di equilibrio e coordinazione fra muscoli fissatori (o stabilizzatori) ed effettori agonisti (o muscoli motori) influisce anche sul programma rieducativo o allenante preventivo.
L'azione muscolare è a sua volta influenzata dalle caratteristiche dell'oggetto da lanciare.
La catena cinetica può essere aperta o chiusa; la catena aperta prevede che l'arto superiore sia libero da vincoli di presa o di appoggio.
In caso contrario, come nell'esempio di locomozione quadrupedica, o della sospensione ad un appiglio, si tratta di catena cinetica chiusa; di fatto i criteri sono rigorosamente soltanto quando l'arto si trova in appoggio. Fra le specialità sportive più comuni a catena cinetica aperta vi sono quelle del nuoto, fra quelle a catena cinetica chiusa si annoverano le discipline della ginnastica artistica e dell'arrampicata sportiva.
La gestualità in catena cinetica chiusa sembrerebbe favorire la stabilità dell'articolazione gleno-omerale e pertanto presentare una minore incidenza patogenetica rispetto alle gestualità svolte in catena cinetica aperta.
Tuttavia, qualora l'arto sia utilizzato per locomozione-appoggio, va considerato l'elevato carico ponderale che grava sull'articolazione gleno-omerale, nonché la direzione caudo-craniale con cui il carico è applicato e che può provocare il conflitto sottoacromiale; un esempio di questa condizione si riscontra nella ginnastica artistica.
Tutte le attività overhead di lancio utilizzano la catena cinetica aperta, che costituisce un incremento nel rischio per la stabilità, rispetto alla catena cinetica chiusa.
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Es. di Catena Cinetica Chiusa | Es. di Catena Cinetica Aperta |