Pallavolo: medicina fisica e riabilitativa

Pallavolo: medicina fisica e riabilitativa
Ultima modifica 30.06.2023
INDICE
  1. Elementi di riabilitazione spalla
  2. Protocolli di recupero spalla
  3. Elementi di riabilitazione schiena
  4. Protocolli di recupero schiena
  5. Elementi di riabilitazione ginocchio
  6. Protocolli di recupero ginocchio
  7. Elementi di riabilitazione caviglia
  8. Protocolli di recupero caviglia
  9. Elementi di riabilitazione muscoli
  10. Protocolli di recupero muscoli

In questo breve articolo parleremo dei principali distretti corporei soggetti ad infortunio nella pratica della pallavolo.

Nel volley, spalla, schiena, ginocchio, caviglia e muscolatura rappresentano le sedi più interessate da lesioni, quindi anche dalla pratica riabilitativa.

Entriamo nel dettaglio.

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Elementi di riabilitazione spalla

La spalla è l'articolazione più mobile del corpo umano, ma al tempo stesso è quella che ha la minima stabilità intrinseca dovuta alla configurazione anatomica dei suoi componenti osteo-articolari.

Per questo motivo le parti mio-tendinee, capsulari e legamentose sono sottoposte a notevole sovraccarico funzionale.

I principali problemi sono legati alle patologie della cuffia dei rotatori (conflitto) e del cercine glenoideo (inserzione del capo lungo del bicipite).

Protocolli di recupero spalla

  1. Studio posturale del soggetto (la teoria delle catene cinetiche dice che la causa di un problema può essere localizzata lontano dal distretto interessato).
  2. Eventuale riassetto e ripristino della corretta mobilità funzionale e mio-fasciale.
  3. Autoallungamento eccentrico.
  4. Potenziamento compensatorio degli extrarotatori (lat machine, tirate, pulley, routine giornaliera con peso leggero ed elastici).

Elementi di riabilitazione schiena

La pallavolo è uno degli sport più a rischio per quanto riguarda l'insorgere di lombalgie, siano esse di natura discale, muscolare o derivante da spondilolisi.

Queste sono spesso associate a dolori sciatalgici che tendono ad aumentare con l'allenamento, fino a diventare fortemente invalidanti. Occorre quindi che le lombalgie in fase acuta siano gestite con la massima attenzione.

Soprattutto nelle lombalgie adolescenziali vanno evitati i grossi carichi, curando la postura e la tecnica esecutiva del gesto atletico.

Protocolli di recupero schiena

  1. Studio posturale del soggetto (rigidità dei flessori).
  2. Limitazione dei sovraccarichi e studio delle tecniche esecutive.
  3. No esercizi con torsione del tronco (attenzione ai movimenti di lateralità).
  4. Ricondizionamento atletico in acqua.
  5. Stretching, esercizi respiratori, tonificazione addominale.

e in seguito

  1. In piedi, mobilizzazione bacino senza piegare le ginocchia.
  2. In piedi a gambe semiflesse, abbracciare le ginocchia e portare il busto sulle gambe.
  3. In ginocchio, seduti sui talloni, abbracciare le ginocchia e portare il busto sulle gambe.
  4. Sdraiati supini, portare le ginocchia al petto ed estendere il rachide
  5. Sdraiati su un fianco, gambe unite e piegate a 90°, apertura spalle e torsione busto dx e sn.
  6. Ripetere es.5 con una gamba distesa e l'altra piegata su un fianco
  7. Sdraiati supini, portare le gambe dietro alla testa rimanendo in appoggio sulle spalle.
  8. Sdraiati proni in appoggio sulle mani, posizione del cobra
  9. In quadrupedia prona, mobilizzazione rachide.

Elementi di riabilitazione ginocchio

Nella pallavolo si hanno sia patologie da sovraccarico funzionale che patologie da lesione traumatica.

Nel primo gruppo rientrano tendinopatie inserzionali distali dell'apparato estensore (ginocchio del saltatore in zona sotto e soprarotulea e sulla tuberosità tibiale) e infiammazioni cartilaginee (condriti acute e croniche).

Nel secondo gruppo rientrano tutti gli esiti di traumi distorsivi (sofferenza legamentosa, rottura meniscale mediale o esterna, lesione del legamento crociato anteriore totale o parziale).

Protocolli di recupero ginocchio

  1. Studio posturale e dei mezzi (calzature, fondo di allenamento).
  2. Crioterapia e riposo (limitazione di salti e sovraccarichi, evitare infiltrazioni articolari).
  3. Stretching (quadricipite e flessori).
  4. Isometria a catena cinetica chiusa (estensione massima e ultimi gradi).
  5. Aumento degli angoli e dei carichi di lavoro (i propriocettori articolari vengono attivati meglio negli esercizi eseguiti in stazione eretta con carico verticale).

Elementi di riabilitazione caviglia

Parlare di lesioni a carico della caviglia significa parlare di distorsioni. Queste sono più frequenti in inversione e vengono distinte in quattro diversi gradi di gravità:

  • Grado 0: distorsione senza lesione legamentosa.
  • Grado 1: rottura del peroneo-astragalico anteriore.
  • Grado 2: rottura di peroneo-astragalico anteriore, peroneocalcaneare e parte della capsula.
  • Grado 3: rottura di peroneo-astragalico anteriore, peroneocalcaneare, astragalo-calcaneare e ampia lesione capsulare (trattamento esclusivamente chirurgico).

Il fine della riabilitazione deve essere in primo luogo limitare l'instaurarsi di instabilità cronica post-traumatica.

Protocolli di recupero caviglia

  1. Immobilizzazione e compressione, ghiaccio, elevazione dell'arto, riposo.
  2. Recupero della mobilità articolare (anche passiva) con esercizi a catena aperta.
  3. Rieducazione propriocettiva e recupero di tonicità muscolare localizzato.
  4. Studio posturale e delle tecniche (appoggio plantare corretto).

Elementi di riabilitazione muscoli

Secondo una semplice classificazione le lesioni muscolari possono essere dovute a traumi diretti (contusioni) e indiretti (elongazione, distrazione, strappo).

Nelle elongazioni (contratture) si ha insorgenza del dolore su tutto il muscolo in una fase successiva a quella di lavoro (solitamente il giorno dopo).

Nelle distrazioni (stiramenti) si ha insorgenza acuta del dolore. Non c'è lesione muscolare, ma aumento del tono con strisce dolenti su tutto il muscolo e una progressiva incapacità a proseguire l'attività.

Negli strappi (1°-2°-3° grado) si ha insorgenza acuta del dolore. E' presente una lesione muscolare più o meno estesa, si ha impotenza funzionale immediata ed è descrivibile il gesto che ha generato il problema.

Protocolli di recupero muscoli

  1. Il ripristino dopo lesione è completo nelle contratture e negli stiramenti, incompleto nel caso di strappi.
  2. Studio posturale del soggetto (controllo di squilibri e insufficienze distrettuali). Un sovraccarico del tessuto muscolare porta ad un infortunio con sintomi clinici che a loro volta recano squilibri e debolezza muscolare. Questo conduce a nuovi adattamenti funzionali e ad ulteriore sovraccarico, quindi ad un nuovo probabile infortunio a carico dello stesso o di altri muscoli.
  3. Stretching e riscaldamento adeguati.
  4. Recupero della piena funzionalità (tono, elasticità, coordinazione specifica).

Bibliografia

  • Ferdinando De Giorgi - Programmazione, allenamento, tecnica e tattica nella pallavolo maschile di alto livello - Calzetti e Mariucci editori.