Pesca subacquea: ecosostenibilità e sicurezza

Ecosostenibilità della pesca subacquea
Ingiustamente aborrata da chi vorrebbe tutelare l'ecosistema subacqueo, la pesca in apnea è la forma di prelievo ittico più ecosostenibile in assoluto.
Essa richiama molto il rapporto tra predatore e preda che legava le tribù degli indiani d'America con i bisonti. Questo perché il cacciatore subacqueo ama profondamente l'ambiente in cui si immerge e cerca di tutelarlo più possibile, regolandosi nel prelievo.
Sono rarissimi i pescatori subacquei che catturano prede di piccole dimensioni; questo perché esiste una certa attenzione al fatto che i pesci portino a termine almeno un ciclo riproduttivo. Non è svilente, per il cacciatore in apnea, uscire dall'acqua senza aver catturato nulla, ma aver rispettato l'habitat; tutt'altro.
Per poter cacciare, il pescatore in apnea dev'essere prima di tutto allenato fisicamente e psicologicamente; il successo di una battuta dipende quindi anche da quante energie il soggetto ha investito fino a quel momento per migliorarsi.

Egli utilizza un'arma a colpo singolo, che ha una portata massima di qualche metro. Dopo averlo scoccato, è obbligato a risalire in superficie per ricaricare – perdendo ovviamente le prede avvistate.
Il pescasub non ha generalmente interesse nel compiere delle mattanze, perché è consapevole che "il sovrasfruttamento di oggi equivale a una minor disponibilità di domani". Inoltre, la caccia subacquea si basa sul soddisfacimento dell'istinto predatorio che, in caso di eccessiva disponibilità – catture troppo facili – tende ad esaurirsi. Anche il rispetto dei periodi e delle "circostanze" di riproduzione ittica può indurre l'atleta a modificare le proprie attitudini di caccia – come dicevamo sopra, ad esempio, non sparando a pesci intanati, o anche risparmiando prede con evidente sacca ovifera piena nell'addome.
La pesca subacquea è regolamentata sotto vari punti di vista (taglie minime dei pesci, quantità massima di prede, specie protette ecc.) e, in Italia, esiste la possibilità di richiedere la licenza professionale.
Cosa fare per prevenire i rischi della pesca in apnea?
La pesca subacquea è un'attività potenzialmente a rischio. Questo soprattutto perché qualsiasi inconveniente aumenta le possibilità di annegamento.
Esistono d'altro canto molti accorgimenti e protocolli utili ad aumentare drasticamente i livelli di sicurezza. Di seguito ne citeremo alcuni:
- Certificarsi (conseguire il brevetto) presso una didattica di apnea o di pesca in apnea e addestrarsi anche per le emergenze (recupero dell'infortunato, RCP, primo soccorso ecc.);
- Assicurarsi di essere in buona salute e in piena efficienza psico-fisica. Alcuni eventi molto gravi possono dare dei sintomi e dei segni clinici anche non specifici. L'immersione dev'essere una prerogativa di chi "sta bene";
- Monitorare le condizioni meteo-marine; il mare e i grandi laghi sono imprevedibili, ed è essenziale contemplare che, prima o poi, le condizioni muteranno in maniera non prevedibile;
- Evitare le zone a rischio, in particolare se non si dispone di un appoggio nautico con tanto di barcaiolo. Ad esempio, punti con forte corrente o traffico nautico difficilmente controllabile;
- Adottare sempre un piano di immersione. Pianificare l'uscita e comunicare a terzi le nostre intenzioni – con tanto di orari, segnale GPS o zona da battere – è fondamentale ad aumentare il livello di sicurezza;
- Contemplare un eventuale piano di emergenza in caso di necessità. Esso deve includere mezzi di comunicazione, di trasporto, kit di primo soccorso ecc.;
- Non andare mai soli. La presenza di un'altra persona è sempre tutelante, anche solo nel caso in cui fosse necessario contattare i soccorsi;
- Far sì che questa persona rimanga in acqua con noi. Il compagno – che dovrebbe possedere un livello atletico e un'esperienza almeno sovrapponibile alla nostra – è in grado di soccorrerci in caso di malore anche sott'acqua;
- Segnalarsi adeguatamente con una o più bandiere segna sub, installate in modo che siano ben visibili in caso di onda;
- Portarsi sempre appresso un coltello molto affilato. Nel caso ci si impigli in una lenza o in una rete, questo ci consentirà di reciderli potendo così risalire;
- Scegliere attentamente le batimetriche da frequentare e le strategie da adottare, in base alle proprie capacità apneistiche, alla forma psico-fisica attuale, alle prede da insidiare, alle tecniche da utilizzare, all'attrezzatura disponibile, alle condizioni meteomarine, alle capacità del partner ecc.
- Mettere in atto il protocollo di assistenza. Questo si basa:
- sul mantenimento di un costante contatto visivo;
- sull'efficienza della comunicazione, anche non verbale (segni di "ok" ecc.);
- sull'addestramento nel recupero dell'infortunato e, possibilmente, nel primo soccorso;
- Garantirsi la possibilità di comunicazione o di segnalare l'emergenza. Avere un telefono cellulare e/o le regolari dotazioni di bordo, in caso si utilizzi un mezzo nautico, può fare la differenza in caso di criticità;
- Portare sempre con sé acqua potabile e fonti nutrizionali ad alta densità energetica (integratori, miele ecc.). Questo non solo per il bisogno impellente durante la battuta, ma anche per l'eventuale necessità in caso di incidente.
Questi sono gli aspetti più importanti per mantenere alto il livello di sicurezza nella pesca subacquea, ma l'argomento meriterebbe di essere ampliato ed approfondito ulteriormente.
Quali sono i pericoli maggiori per il cacciatore subacqueo?
I pericoli maggiori per il pescasub sono fondamentalmente 3, anche se tutti sfociano potenzialmente nell'annegamento (ma non per forza):
- Black-out: ovvero la perdita di coscienza dovuta all'ipossia-ipercapnia da apnea prolungata. Nella pesca subacquea si verifica statisticamente di più nella pesca profonda, alla ricerca di prede molto difficili come i dentici o nell'esecuzione di lunghi agguati. Per prevenirlo è fondamentale non lasciarsi prendere troppo dall'azione di pesca, avere una certa esperienza (da maturare gradualmente), sapersi ascoltare, gestire i momenti di criticità con freddezza e autocontrollo (ad esempio economizzando in movimenti ed eseguendo lo sgancio della cintura) e, soprattutto, non andare mai a pescare soli! Bensì sempre assieme a un compagno in grado di recuperarci o aiutarci in caso di necessità.
- Taravana: cioè l'equivalente della malattia da decompressione (MDD) che colpisce i subacquei con ARA; consiste nella condensazione di bolle di azoto nel circolo sanguigno che danno luogo ad embolia gassosa. Si verifica soprattutto quando chi pesca molto fondo instaura tempi di recupero insufficienti a lasciare che l'azoto circolante rimanga ben diluito. È consigliabile che i recuperi siano doppi o tripli rispetto al tempo di apnea. Inoltre, superando certe batimetriche, esiste anche un limite numerico massimo di apnee giornaliere da poter eseguire. L'uso di un orologio subacqueo che tracci i tempi di apnea e di superficie è, quindi, essenziale. Ricordiamo inoltre che altri fattori di rischio per Taravana sono: forame ovalare pervio al cuore, disidratazione, affaticamento da apnea prolungata, condizioni fisiche complessive non soddisfacenti.
- Malori di altro genere: a seguito dell'annegamento di un pescasub si tende sempre a pensare che egli sia andato in black-out o in Taravana. Anche in acqua, tuttavia, possono insorgere malori gravi come l'infarto del miocardio e l'ictus cerebrale. Anche in questo caso, la presenza del compagno e un mezzo di comunicazione possono salvare la vita al mal capitato.
- Rimanere travolti da natanti e imbarcazioni: ciò avviene soprattutto quando il pescatore subacqueo non è opportunamente segnalato, oppure quando si immerge in posti interdetti – come in prossimità dei porti – o, più spesso, quando i conducenti di natanti o imbarcazioni non rispettano la distanza (100 m) dalla bandiera di segnalazione del sub. Purtroppo, oltre ad essere fortemente diffidenti e guardinghi, e a munirsi di una boa con bandiera di grosse dimensioni, il cacciatore subacqueo non ha alcun potere preventivo.
- Una casistica fortunatamente rarissima, ma che rappresenta lo "spauracchio" di moltissimi pescatori in apnea, è quella del rimanere impigliati in una rete abbandonata ma pescante, o peggio abusiva, o in una lenza volante. Per rimediare, può essere sufficiente usare correttamente il coltello e mantenere il sangue freddo.
Purtroppo la patente nautica non è ancora obbligatoria per tutti i natanti; inoltre, anche chi la possiede, continua a considerare il mare e i laghi come fosse un ambiente senza regole. Ma le regole ci sono e vanno rispettate. Mare e laghi devono essere considerati come l'equivalente di gigantesche "aree pedonali"; se ciò avvenisse per strada, i conducenti di motoveicoli e autoveicoli dovrebbero avere "mille occhi" per evitare tutti i pedoni. In mare funziona esattamente così, poiché non esistono limitazioni di distanza dalla costa per poter nuotare.
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