Attività sportive e impegno cardiovascolare
Ultima modifica 29.06.2023
INDICE
  1. Classificare le attività sportive
  2. Fattori che incidono sull’impegno cardiaco dello sport
  3. Perché è importante valutare l’impegno cardiaco di uno sport?
  4. Criteri di classificazione dell’impegno cardiaco di uno sport
  5. Quale Sport fa bene al Cuore?
  6. Idoneità agonistica per atleti con alterazioni e patologie cardiovascolari
  7. Bibliografia

Scopo di questo articolo è parlare dell'impegno cardiovascolare o cardiaco nelle attività sportive, analizzando quali sono i parametri che lo descrivono e i fattori interni ed esterni che lo influenzano.

Più avanti, troverà posto anche un capitolo dedicato agli sport che fanno meglio al cuore e che stimolano maggiormente l'apparato cardiocircolatorio.

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Classificare le attività sportive

L'esigenza di classificare discipline sportive, le più disparate, secondo criteri rispondenti a determinate finalità di tipo meramente biologico oppure operativo, si è scontrata fin dai primi tentativi con l'obiettiva difficoltà di identificare i criteri da seguire.

D'altro canto, una classificazione aggiornata ed esauriente rappresenta un importante strumento operativo per il lavoro quotidiano dello specialista in Medicina dello Sport (M.S.) e del cardiologo consulente, che devono conoscere non solo organi, distretti e funzioni particolarmente impegnati nella pratica delle diverse discipline sportive, ma anche, ed altrettanto bene, le caratteristiche bioenergetiche e biomeccaniche che contraddistinguono molti sport oggi noti e praticati, con particolare riferimento al rischio cardiovascolare reale od ipotetico.

Le attività sportive, infatti, dal punto di vista fisiologico possono essere diversamente classificate in relazione ad uno o più parametri che le caratterizzano.
Così, una classificazione a carattere generale può essere effettuata in base

  • alle sorgenti energetiche e al metabolismo utilizzati nel lavoro muscolare;
  • alle caratteristiche biomeccaniche proprie dei gesti sportivi di quelle attività.

Un tale tipo di approccio è tuttora di grande utilità dal punto di vista strettamente fisiologico e tecnico, solo avvertendosi l'esigenza di modificare opportunamente la collocazione di quelle specialità sportive nelle quali più grandi sono i progressi dal punto di vista della prestazione atletica e più sensibili sono le innovazioni tecniche apportate.

Tuttavia, nessuna delle precedenti classificazioni risponde in modo esauriente alle esigenze del cardiologo dello sport, che deve tener conto in modo specifico degli effetti acuti e cronici che l'attività sportiva determina sull'apparato cardiovascolare.

È bene sottolineare che la valutazione obiettiva dell'impegno cardiovascolare appare uno degli elementi determinanti nella formulazione del giudizio di idoneità o inidoneità soprattutto negli atleti portatori di cardiopatie lievi o anomalie elettriche, che generalmente implicano ai fini della normale vita di relazione un rischio minimo o del tutto assente, che può invece divenire significativo in funzione della pratica sportiva.

Fattori che incidono sull’impegno cardiaco dello sport

Purtroppo, le reciproche interrelazioni fra esercizio sportivo ed apparato cardiovascolare sono molto più complesse di quanto alcune schematizzazioni fin qui effettuate lascino intendere.
Ciò deriva, innanzitutto, dal fatto che l'impegno cardiaco nelle diverse attività è quanto mai variabile in relazione, oltre che ai fattori propri dello sport prescelto, anche a fattori esterni contingenti (stato psichico dell'atleta, condizioni atmosferiche, etc.).

Inoltre, occorre tenere conto che l'impegno cardiaco può essere costante nel tempo, come avviene praticamente nelle gare di lunga durata (maratona, sci di fondo, ciclismo, etc.) o intermittente, come avviene ad esempio nei giochi con la palla (attività aerobico-anaerobiche alternate), senza che ciò diversifichi molto sul piano del rischio cardiovascolare i due tipi di attività sportive.

È ormai accertato, ad esempio, che sforzi brevi, a brusco inizio e/o termine, purché sufficientemente intensi, possono avere una maggiore potenzialità aritmogena rispetto a sforzi sia pure massimali, ma iniziati e terminati in modo graduale.

A conferma di ciò, l'arresto brusco dopo sforzi gravosi, dinamici, statici o misti, appare risultare spesso molto più perturbativo dal punto di vista emodinamico ed aritmico che non qualsiasi altra condizione propria dell'attività sportiva.

Negli sport a prevalente impegno neurosensoriale, la componente cardiaca può apparire modesta dal punto di vista emodinamico ed è invece notevole sul piano della sollecitazione neuroormonale, soprattutto catecolaminica, anche se quest'ultima da sola non è probabilmente sufficiente a realizzare un rischio cardiaco reale se non in casi eccezionali.

Un aspetto non trascurabile da segnalare è il rischio intrinseco proprio di talune attività sportive in relazione all'ambiente sfavorevole nel quale si svolgono (sport subacquei, alpinismo, sport motoristici, etc.).
In queste discipline, l'eventuale insorgenza di episodi sincopali a genesi aritmica ed emodinamica può risultare assai più pericolosa per l'atleta ed eventualmente per gli spettatori (sport motoristici).

Da questo stesso punto di vista, sia pure in termini probabilistici, è ragionevole supporre che il rischio cardiovascolare possa aumentare negli sport di contatto nei quali è possibile il realizzarsi di traumi contusivi toracici o di violente stimolazioni cardiache riflesse (traumi cranici, stimolazioni algogene intense), in grado di facilitare l'insorgenza di fenomeni aritmici per lo più di tipo ipocinetico.

Perché è importante valutare l’impegno cardiaco di uno sport?

Pur tenendo conto di tutte le difficoltà sopra esposte, tuttora, una classificazione delle attività sportive che tenga conto dell'impegno cardiovascolare è uno strumento essenziale per facilitare e razionalizzare il lavoro del Medico dello Sport e del cardiologo consulente.

Proprio recentemente, nuove e più complesse esigenze sono emerse, in gran parte riferite ai moderni schemi di allenamento o legate alle modificazioni degli impegni motori che si sono verificate negli ultimi anni, sia per motivi tattici, sia perché rese possibili dalle maggiori potenzialità che gli atleti sono oggi in grado di esprimere, grazie appunto anche alle moderne tecniche di allenamento.

A queste ragioni, si aggiunge l'emergere a getto continuo di nuove discipline sportive, alcune delle quali già riconosciute dalle Federazione Sportive Nazionali.

Inoltre, il progresso tecnologico e scientifico ha permesso di apprendere nuove informazioni e di modificare alcuni concetti acquisiti nelle precedenti classificazioni.
Per esempio, concetti come "impegno isometrico, impegno statico ed impegno dinamico" risultano fuorvianti, in quanto carichi "statici o isometrici" sono oggi pressoché scomparsi e, in competizione, le fasi "statiche o isometriche" si possono verificare solamente in rari episodi e per pochissimi secondi o frazioni di secondo, non abbastanza per produrre sovraccarichi significativi a carico dell'apparato cardiovascolare.

Da quanto sin qui esposto, emerge con tutta evidenza l'esigenza di procedere a una revisione delle attività sportive che tenga conto dell'impegno cardiovascolare.

Criteri di classificazione dell’impegno cardiaco di uno sport

Per finalità pratiche, sono stati utilizzati, come criteri guida della classificazione, parametri di facile rilevamento come la frequenza cardiaca, il carico di pompa, la pressione di esercizio e le influenze emozionali.

Se correttamente impiegati, infatti, tali parametri consentono di formulare da parte dello specialista in M.S. e del cardiologo consulente un giudizio attendibile relativamente all'accertamento del rischio cardiovascolare.

Impegno Cardiaco in gara e in allenamento: è differente?

Nel suddividere i vari sport all'interno della classificazione, si è ritenuto necessario non limitarsi a considerare solo l'impegno cardiovascolare di gara ma anche quello di allenamento, ben più incidente, sia per intensità che per quantità, sul rischio emodinamico.

La valutazione del carico di lavoro in allenamento è ovviamente difficile, variando essa da sport a sport e da allenatore ad allenatore; si è tuttavia tenuto conto delle più comuni acquisizioni in tali settori derivanti dalla letteratura o da dati sperimentali.
Sulla base di tale criterio classificativo, quindi, risulterà che esistono sport che per il carico di gara sono considerati a impegno moderato, mentre per il carico in allenamento rientrano tra le attività sportive a impegno elevato.
Evidentemente anche questa classificazione ha, per i limiti intrinseci di ogni classificazione, un carattere solo indicativo.

Quale Sport fa bene al Cuore?

La risposta è l'allenamento cardiovascolare.

L'esercizio cardiovascolare, o aerobico, migliora la salute del cuore e, più in generale, dell'apparato cardiocircolatorio; ecco i suoi effetti:

  • Contribuisce a ridurre la pressione sanguigna;
  • Favorisce la riduzione della frequenza cardiaca;
  • Migliora la circolazione sanguigna lungo i vasi che alimentano il cuore;
  • Induce l'ampliamento della rete capillare nutre il cuore, creando nuove connessioni vascolari che perfezionano l'apporto sanguigno;
  • Migliora la gittata cardiaca (quanto bene pompa il cuore)
  • Migliora la capacità dei muscoli di assumere e utilizzare l'ossigeno;
  • Migliora il profilo lipidico del sangue.

Uniti al fatto che l'allenamento aerobico è anche un ottimo alleato al mantenimento del peso corporeo, tutti questi vantaggi abbassano il rischio di ipertensione arteriosa, coronaropatie, infarto del miocardio, diabete di tipo 2, sindrome metabolica, iperglicemia, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia e sovrappeso/obesità, tutte condizioni che sono direttamente o indirettamente collegate al cuore.

Caratteristiche dell'esercizio cardiovascolare

L'allenamento è cardiovascolare (o aerobico) quando:

  • Coinvolge i grandi muscoli del corpo, gambe in particolare;
  • È di natura ritmica e continua;
  • Stimola cuore e polmoni a lavorare di più.

Quali sono le Attività Sportive Cardiovascolari?

Camminare

La camminata è l'attività aerobica più semplice, alla portata dei più.

Praticamente solitamente all'aperto, può essere fine a se stessa o rappresentare l'inizio di un programma di allenamento per principianti mirato alla corsa (si parte dalla camminata, poi camminata alternata alla corsa, infine corsa).

Per essere allenante, l'individuo deve praticarla a ritmo abbastanza sostenuto; nello specifico, non deve essere una passeggiata a passo lento, magari con pause, ma deve impegnare la persona.

Sicuramente, rispetto alla corsa, a un impatto articolare inferiore.

Salvo casi particolari, praticamente chiunque può camminare e trarne beneficio.

Per approfondire: Camminata Veloce: Efficacia e Come Allenarsi

Jogging

Il jogging è una corsa a passo lento, praticata perlopiù all'aperto.

Secondo alcuni esperti, è jogging se, durante la corsa, la persona riesce a mantenere una conversazione; tuttavia, dipende da individuo a individuo.

In ogni caso, è un'attività aerobica che aiuta bruciare calorie e ha un impatto articolare inferiore alla corsa vera e propria.

Per approfondire: Jogging: Benefici per la Salute

Corsa

La corsa è probabilmente l'attività aerobica più praticata, insieme alle precedenti.

Per correre, non serve una particolare attrezzatura, tranne un buon paio di scarpe e magari qualche indumento tecnico (es: indumenti catarifrangenti se si corre di notte; vestiario invernale ecc.).

I pregi della corsa sono che, con soli 30 minuti di attività per 3-4 volte a settimana, si favorisce la salute del cuore e il mantenimento del peso corporeo (a patto, in quest'ultimo caso, che si rispetti anche un piano dietetico appropriato).

Non a caso, in assenza di controindicazioni, è tra le attività più consigliate per perdere peso (meglio se abbinata a un allenamento di tonificazione muscolare).

Esistono tanti tipi di corsa: corsa a ritmo costante, corsa a intervalli, tempo run, corsa graduale, corsa in salita ecc.

Per approfondire: Running: Allenamento e Consigli sulla Corsa

Ciclismo

Il ciclismo su strada è un'altra attività molto diffusa.

Spicca perché, rispetto alla corsa, è basso impatto articolare, ragion per cui è spesso consigliata in persone con problematiche all'articolazione del ginocchio.

Può essere parte integrante dell'allenamento di chi corre in quei periodi in cui serve una pausa dall'attività principale.

Rispetto alla camminata e alla corsa, è più dispendiosa in termini economici (una buona bici ha un costo non indifferente); in più, bisogna considerare il fatto che richiede più tempo per ottenere gli stessi benefici di una buona corsa.

Per approfondire: Allenamento in Bicicletta: quale scegliere, attrezzatura, accessori e tabella

Nuoto

Il nuoto è un'ottima attività aerobica, a basso impatto, che stimola l'intera muscolatura del corpo.

È uno sport che richiede una certa preparazione tecnica, ovvero bisogna conoscere la corretta gestualità per poterlo praticare in modo appropriato.

Per approfondire: Nuoto: Esercizi per Allenarsi in Modo Completo

Sci di fondo

Secondo alcuni esperti, lo sci di fondo è l'attività aerobica migliore, poiché richiede il movimento di gambe, braccia e tronco, in uno sforzo per nulla banale.

Più muscoli sono coinvolti e più lo sport aerobico praticato è di beneficio al cuore e alla capacità aerobica complessiva.

Lo sci di fondo stimola la muscolatura nel suo insieme.

Per approfondire: Sci di fondo: la migliore attrezzatura per praticarlo

Canottaggio

Il canottaggio è un altro sport aerobico che si basa sull'impiego delle braccia e delle gambe.
Lo stimolo è importante e i vantaggi in termini cardiovascolari sono elevati.

L'alternativa indoor del canottaggio è il vogatore.

Per approfondire: Allenamento con il vogatore: efficacia e programmi

Trekking

Il trekking consiste in lunghe camminate in montagne, ad alta quota.

Induce un ottimo stimolo cardiovascolare, specie quando la salita diviene ripida.

Si pratica nella natura, all'aria aperta, talvolta in compagnia.

Per approfondire: Trekking, Hiking ed Escursionismo: quali sono le differenze?

Ballo

Tipi di ballo che inducono uno stimolo aerobico sono Zumba, Strong nation o Capoeira.

Per approfondire: Zumba: Cos’è e Quali Benefici Comporta

Spinning

Lo spinning è un'attività di ciclismo indoor (al chiuso), svolta a ritmo motivazionale e sotto la guida di un istruttore.

Per approfondire: Spinning: Cos'è e Benefici

Stepper

Lo stepper, o semplicemente step, è un attrezzo ginnico, da palestra, che simula il movimento di salire le scale.

Per approfondire: Stepper: Benefici, Controindicazioni e Come Usarlo

Idoneità agonistica per atleti con alterazioni e patologie cardiovascolari

Per criteri eminentemente pratici e per consentire di trovare corrispondenza tra la classificazione sostanzialmente innovativa che viene di seguito esposta e la terminologia in precedenza adottata nei protocolli COCIS 1989, le discipline descritte successivamente nel gruppo A potranno essere considerate indicative di un rischio cardiovascolare lieve, così come quelle del gruppo B2; un livello di rischio moderato potrà essere attribuito alle discipline del gruppo B1, mentre un livello di rischio da medio ad elevato potrà essere attribuito alle discipline comprese nei gruppi C, D ed E che presentano tuttavia differenze sul piano delle risposte emodinamiche che possono risultare importanti in specifiche malattie o anomalie cardiovascolari (ad es. gli sport di "pressione" nel caso dell'ipertensione arteriosa, della coartazione aortica ecc.).

Queste indicazioni, è bene ripeterlo, possono essere ritenute in parte arbitrarie, e comunque soggette a possibili variazioni, ma devono essere considerate utili per ragioni eminentemente pratiche.

La classificazione fornisce un'informazione "accessoria", costituita dall'aggiunta di un primo gruppo (A) che comprende attività sportive a carattere non agonistico e che a rigor di logica esulerebbero dagli obiettivi del COCIS. Tuttavia si è ritenuto di doverla inserire alla luce del gran de sviluppo che la pratica sportiva ha oggigiorno come mezzo terapeutico-riabilitativo in molte patologie cardiovascolari.

Gruppo A

Attività sportive non competitive con impegno cardio-circolatorio minimo-moderato caratterizzato da attività di pompa a ritmo costante, frequenze sottomassimali e caduta delle resistenze periferiche:

Podismo in pianura Footing Jogging
Ciclismo in pianura Caccia Canoa turistica
Nuoto Sci di fondo Pattinaggio
Trekking (non esasperato) Golf Marcia in pianura

Gruppo B

Attività sportive con impegno cardiocircolatorio di tipo "neurogeno" caratterizzato da incrementi della frequenza cardiaca e non della portata, dovuto, soprattutto nelle competizioni, ad importante impatto emotivo:

1. con incrementi della FC da medi ad elevati
Tuffi Paracadutismo Motociclismo Velocità
Automobilismo Ippica  
Attività subacquee    
2. con incrementi della FC da minimi a moderati
Golf Bocce e bowling Pesca sportiva
Bocce e Bowling  Sport di tiro (a segno, a volo, arco, etc.)

Gruppo C

Attività sportive con impegno cardiocircolatorio di "pressione", caratterizzato da portata cardiaca non massimale, frequenza cardiaca da elevata a massimale e resistenze periferiche da medie ad elevate:

Salti Atletica leggera Sollevamento pesi, Lanci
Bob Nuoto pinnato 50 m ap., 100 m Nuoto 50 m
Slittino Pattinaggio sul ghiaccio velocità Sci slalom, discesa,
Chilometro lanciato Pattinaggio a rotelle velocità Motocross Alpinismo
Free climbing Decathlon lanci e salti Sci acrobatico
Sci nautico Eptathlon lanci e salti Body Building
Motociclismo Wind surf Tennis tavolo, Nuoto Sincronizzato
Ciclismo velocità e keirin

Gruppo D

Attività sportive con impegno cardiocircolatorio da medio ad elevato caratterizzato da numerosi e rapidi incrementi anche massimali, della frequenza cardiaca e della portata, con aumento delle resistenze periferiche particolarmente evidente nelle brusche interruzioni dell'attività muscolare degli arti: 

Calcio Pallacanestro Tennis
Calcio a cinque Pallavolo Canoa slalom
Football americano Pallamano Canoa polo
Rugby Pallanuoto Squash
Badminton Tamburello Arti marziali
Ginnastica artistica Lotta Baseball
Pattinaggio artistico Softball Cricket
Hockey su ghiaccio Beach volley Scherma
Hockey su pista Hockey su prato Pugilato

Gruppo E

Attività sportive con impegno cardiocircolatorio elevato caratterizzato da attività di pompa con frequenza cardiaca e portata centrale e periferica massimali (condizionate nella durata dai limiti dagli adattamenti metabolici):

  • Atletica Leggera: 400 m, 400 m ostacoli, 800 m, 1500 m, 3000 m siepi, 5000 m, 10000 m, maratona, 20 km e 50 km marcia
  • Canoa: 500 m, 1000 m, 10000 m, maratona - tutte le imbarcazioni
  • Canottaggio: tutte le imbarcazioni
  • Ciclismo: inseguimento individuale e a squadre, corsa a punti, Km da fermo, linea, cronometro individuale, mountain bike (cross country e downhill) e ciclocross
  • Decathlon: solo corsa
  • Eptathlon: solo corsa
  • Nuoto: 100 m, 200 m, 400 m, 800 m, 1500 m, maratona
  • Nuoto pinnato: 400 m e 800 m sub-200 m, 400 m, 800 m e 1500 m sup.
  • Pattinaggio sul ghiaccio: 500 m, 1500 m, 3000 m, 5000 m, 10000 m
  • Pattinaggio a rotelle: 500 m, 1000 m, 3000 m, 5000 m, 10000 m, 20000 m
  • Pentathlon: corsa e nuoto
  • Sci alpino: slalom gigante - super G Sci nordico: 15 km, 30 km, 50 Km Biathlon (sci-tiro)
  • Triathlon classico.

Bibliografia

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