Colpo di Testa nel Calcio: Possibili Conseguenze per la Salute

Colpo di Testa nel Calcio: Possibili Conseguenze per la Salute
Ultima modifica 30.11.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Colpo di Testa
  3. Cosa Può Andare Storto
  4. Possibili Conseguenze
  5. Soggetti a Rischio
  6. Ridurre il Rischio
  7. Casi Noti

Introduzione

Il colpo di testa (heading) è una tecnica di gestione della palla molto utilizzato nel gioco del calcio (european football o soccer).

Colpo di Testa nel Calcio Shutterstock

Tuttavia, ormai da una ventina d'anni, si teme che il contatto eccessivamente violento e ripetuto tra il capo e il pallone possa causare danni al sistema nervoso centrale (SNC); tra questi, l'evenienza più infausta sarebbe la necrosi dovuta al trauma da accelerazione o decelerazione – similmente a quanto avviene nel pugilato.

In questo breve articolo faremo il "punto della situazione" sulla base delle conoscenze attuali, raccogliendo le testimonianze più famose e i casi clinici (o giuridici) più indicativi.

Colpo di Testa

Cos’è il colpo di testa?

Essendo lo sport più popolare al mondo, il calcio è giocato da persone di tutte le età. Questo sport di squadra sarebbe praticato da 265 milioni di persone tra atleti professionisti e dilettanti.

Sebbene nel calcio l'abilità tecnica principale riguarda il gioco di gambe, il colpo di testa rimane un must della gestione aerea del pallone.

Questa modalità, chiamata "heading" in inglese, si basa sul colpire intenzionalmente la palla con la fronte. Ciò che rende difficile il colpo di testa è:

  • Calcolo balistico della traiettoria del pallone in arrivo;
  • Stima del punto di contatto con il capo in base alla balistica di rimbalzo;
  • Sfruttare la forza cinetica della palla, mantenendone la velocità o addirittura aumentandola imprimendo ulteriore energia allo scontro.

Cosa Può Andare Storto

Cosa rende potenzialmente “problematico” il colpo di testa?

Come vedremo nel prossimo paragrafo, ciò che rende potenzialmente traumatico il colpo di testa è il trauma da accelerazione o decelerazione.

Tuttavia, la capacità di respingere la sfera senza "subirne" l'energia cinetica, non è sempre uguale e/o per tutti. Mentre la prima è totalmente indipendente dal calciatore che vuole colpire di testa, la seconda può essere considerata la risultate di numerose variabili quali:

  • Velocità, peso, caratteristiche di durezza ed elasticità del pallone (eventuale presenza d'acqua, pressione di gonfiaggio, materiale di rivestimento ecc.);
  • Velocità, peso, tecnica e postura del calciatore (tenuta muscolare del core, tenuta muscolare della cervicale e della schiena, spinta di colpo);
  • Punto di contatto.

Un pallone che giunge con violenza, troppo gonfio o troppo sgonfio, una scarsa tenuta addominale, delle spalle, della schiena alta ma soprattutto della cervicale, e un punto di scontro errato (ad esempio in regione temporale anziché frontale), possono risultare decisamente problematici rispetto a un colpo di testa "da manuale".

Quindi, proseguendo con la lettura, i gentili utenti non dimentichino che tutto questo è di primaria importanza nella valutazione delle conseguenze salutistiche del colpo di testa.

Nota: stiamo ovviamente tralasciando le colluttazioni accidentali tra le teste dei giocatori; questo perché – nonostante la gravità spesso elevata – trattasi di incidenti involontari, che non hanno nulla a che vedere con l'impatto tra testa e pallone.

Possibili Conseguenze

L'impatto dell'heading aumenta il rischio di lesioni alle strutture del capo e della cervicale.

Sì perché, non lo dimentichiamo, oltre al trauma da accelerazione o decelerazione che potrebbe subire il cervello, sono da prendere in considerazione danni alla regione cervicale (muscolari, articolari, nervosi ecc.), traumi contusivi agli occhi, alle orecchie (compreso l'orecchio interno), al naso, alla mandibola e alla bocca.

D'altro canto, mentre le problematiche a cervicale, occhi, orecchie, naso, mandibola e bocca sono costituite da traumi tendenzialmente acuti, quelle del cervello possono causare problemi non solo immediatamente, ma anche nel cronico, dopo ripetute lesioni minori – addirittura, con il passare di alcune stagioni calcistiche.

Riferendosi al cervello, i possibili traumi acuti e i microtraumi ripetuti nel cronico del colpo di testa includono varie circostanze delle quali articoleremo subito sotto.

Concussione o commozione cerebrale

Si verifica quando la tua testa viene colpita molto bruscamente.

È un tipo di lesione cerebrale traumatica.

Nel calcio, circa il 22 % di tutti gli infortuni sono le cosiddette commozioni cerebrali.

A seguito di una commozione cerebrale, è possibile perdere conoscenza ma anche rimanere svegli. Altri possibili sintomi includono:

Lesioni subconcussive

Anch'essi si verificano quando la testa di una persona viene colpita con una forza ma, a differenza della commozione cerebrale, non è abbastanza grave da causare sintomi evidenti.

Provocano comunque qualche danno cerebrale. Nel tempo, le lesioni subconcussive ripetute (o microtraumi di cui copra) possono accumularsi e provocare danni più gravi.

Questo tipo di trauma cranico ripetitivo è associato all'encefalopatia traumatica cronica (CTE), una malattia neurodegenerativa progressiva. Il rischio di CTE è maggiore quando qualcuno subisce lesioni cerebrali subconcussive e commozioni cerebrali per molti anni.

La CTE non è, tuttavia, ancora stata completamente compresa dai medici. Molti fattori, come la genetica e la dieta nel cronico, possono influenzare la modalità con la quale il trauma cranico porterebbe alla CTE.

Anche i sintomi paiono variare da persona a persona. I (possibili) segni clinici e sintomi iniziali di CTE includerebbero:

  • Scarso autocontrollo;
  • Comportamento impulsivo;
  • Problemi di memoria;
  • Attenzione ridotta;
  • Difficoltà a pianificare e svolgere compiti normalmente eseguibili (disfunzione esecutiva).

Oltre al calcio, CTE è stato visto in atleti che praticano altri sport di contatto come wrestling, calcio e hockey sul ghiaccio. Sono necessarie ricerche più specifiche per capire come il calcio sia collegato al CTE.

Soggetti a Rischio

Chi è maggiormente a rischio di danni cerebrali tra i calciatori?

In generale, i giocatori di calcio più giovani hanno maggiori probabilità di subire lesioni cerebrali di quelli adulti.

Questo perché non padroneggiano completamente la tecnica esecutiva corretta del colpo di testa. Soprattutto agli inizi, i giovani tendono ad "azzardare" movimenti scorretti che determinano un aumentato rischio di danni cerebrali. Ciò non va sottovalutato.

Inoltre, i cervelli dei soggetti in accrescimento stanno ancora sviluppandosi. Anche la muscolatura del collo, tipicamente più debole rispetto a quella di un adulto, è un fattore predisponente i traumi da colpo di testa nel calcio.

Ridurre il Rischio

Esiste un modo per ridurre al minimo i rischi?

Sì, soprattutto agendo in maniera preventiva.

Attenzione! se da un lato è improbabile che il contatto testa - palla causi lesioni gravi fin da subito, la colluttazione testa - testa o testa - palo della porta potrebbe avere conseguenze quasi drammatiche. Si raccomanda dunque di avere sempre una certa prudenza.

Gli accorgimenti per ridurre i rischi da trauma cerebrale sono:

  1. Adottare una tecnica sportiva corretta per il colpo di testa. Imparare la modalità giusta fin dall'inizio può proteggere il capo da possibili lesioni future. Ciò implica soprattutto la stabilizzazione del collo e del busto, in modo da ridurre la gravità del trauma da accelerazione-decelerazione;
  2. Indossare il copricapo. Anche l'uso di alcuni copricapo, come i caschetti imbottiti, riduce al minimo l'impatto. In Italia questi sono praticamente inutilizzati – perché riducono la precisione del colpo – ma c'è da dire che avrebbero potuto salvare molti giocatori dai traumi testa-testa e testa-palo della porta;
  3. Seguire le regole, evitando i falli.

Casi Noti

È famoso il caso di Jeff Astle, ex calciatore della nazionale inglese, nel quale il medico legale stabilì come causa della sua morte una cosiddetta "malattia professionale", suggerendo che la ripetuta esposizione ai traumi durante la carriera fosse la causa del suo declino neurologico.

Questo è da considerare in contrasto con quello di Billy MacPhail, un ex giocatore del Glasgow Celtic, che nel 1998 perse una battaglia legale nella quale richiedeva alcuni benefici economici per la propria demenza. Secondo lui, tale condizione era dovuta ai continui colpi di testa su palloni in pelle "vecchio stile".

Negli Stati Uniti, le problematiche di cui abbiamo fatto cenno hanno portato ad un uso sempre più frequente di caschetti e imbottiture per i giocatori di calcio; in Europa, Asia, Sud America e Africa invece, questa abitudine non sembra sposare le preferenze di allenatori e sportivi.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer