Ultima modifica 15.05.2019

La scoliosi si presenta come una deviazione laterale, permanente, della colonna vertebrale la cui componente (causa?) principale è la rotazione dei corpi vertebrali

CAUSE

Genetica
Endocrina: legata alla pubertà
Posturale: vizio, atteggiamento, paramorfismo
Neurologica: squilibrio neuro-muscolare tra i muscoli spinali di un lato rispetto all'altro

Alterazioni morfologiche della colonna vertebrale:


Scoliosi sport attività fisicaVIZIO: postura diversa dalla norma, ma ancora allo stato iniziale; ha una causa che, una volta rimossa, ne determina la scomparsa.
Atteggiamento: consolidazione del vizio; pur rimuovendo la causa, non scompare l'atteggiamento posturale diverso dalla norma. È importante portare il soggetto alla consapevolezza del risultato che si vuole ottenere.


PARAMORFISMO: alterazione morfologica che si è consolidata a livello muscolare e tendineo, e  necessita di una ginnastica specifica di tonificazione muscolare per ricreare l'equilibrio perso.


DISMORFISMO: alterazione morfologica che interessa anche il sistema scheletrico: infatti, in questi casi, è presente una rotazione dei corpi vertebrali. Non può essere corretto completamente né con ginnastica specifica, né con utilizzo di corsetti.

LOCALIZZAZIONE:

Scoliosi lombare
Scoliosi dorso-lombare
Scoliosi dorsale
Scoliosi cervico-dorsali

Solitamente si presentano due curve; le più frequenti hanno convessità dorsale destra e lombare sinistra. Se la prima ha un raggio di curvatura grande, automaticamente si forma la seconda, per ricreare la situazione di equilibrio.


ESAME OBIETTIVO:

Allineamento delle spalle
Simmetria dei triangoli della taglia
Presenza di gibbosità alla flessione del busto
Protrusione di una scapola rispetto all'altra
Allineamento delle creste iliache (attenzione che non dipenda da una asimmetria degli arti inferiori)

ClLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA GRAVITÀ


Localizzazione:
 dorsale
 dorso-lombare
 lombare


Angolo di curvatura:
 >45-50° trattamento chirurgico
 30-45° trattamento incruento con l'utilizzo di busto più attività fisica
 25-30° attività fisica

FINALITÀ DELL'ATTIVITÀ FISICA PER LA SCOLIOSI


L'attività fisica specifica, da sola, non corregge un dismorfismo quale la scoliosi, ma è necessaria per prevenire un peggioramento, agendo sulla tonificazione generale e sull'allungamento muscolare per favorire il recupero della simmetria. 


PRINCIPI GENERALI DELLA TECNICA CORRETTIVA


Come tutte le attività motorie e le scienze, anche la ginnastica correttiva deve sottostare a determinati princìpi.

Primo principio
Ricerca delle cause scatenanti ed aggravanti dell'alterazione morfologica. È necessario sensibilizzare i genitori e i bambini sulle cause che hanno determinato l'alterazione per poter attuare, tramite la loro educazione, una consapevole azione di prevenzione.


Secondo principio
Presa di coscienza, da parte del soggetto, della propria attitudine corporea (alterazione); solo in questo modo può riuscire a correggersi e collaborare attivamente durante la vita di tutti i giorni. (utilizzare a questo scopo le vie sensitive di vista e tatto)


Terzo principio
Favorire la decontrazione ed il rilassamento per avere movimenti precisi, efficaci e ben localizzati. È importante che il soggetto abbia un'esatta presa di coscienza di quali muscoli intervengono nel movimento e quali devono essere lasciati a riposo.


Quarto principio
Sbloccare il segmento e poi tonificare: eseguire esercizi di mobilizzazione prima e di tonificazione poi, in modo da riequilibrare i gruppi muscolari riattivati con la mobilizzazione. In caso di soggetti astenici o iperlassi si lavora solo sulla tonificazione.


Quinto principio
Ginnastica di ipercorrezione; il movimento deve sempre superare il limite della posizione normale. Fanno ancora eccezione i soggetti astenici e iperlassi.


Sesto principio
Scelte del movimento per accorciare i muscoli allungati (contrazione completa e distensione incompleta) e per allungare i muscoli accorciati (contrazione incompleta e distensione completa); in questo modo è possibile correggere lo squilibrio muscolare che determina l'alterazione.


Settimo principio
Pochi esercizi, ben scelti e ben dosati. Specificità di esercizi a seconda dell'alterazione che presenta il soggetto, dosati secondo le capacità effettive. La ripetizione di questi esercizi è utile anche per esercitare la memoria muscolare. Lato negativo: la ripetitività crea situazioni di noia.


Ottavo principio
Graduare la progressione dell'esercizio, dal semplice al complesso, dal blando all'intenso.


Nono principio
Passare dalla posizione supina a quella seduta, in ginocchio, fino ad arrivare alla stazione eretta. È meglio partire da una posizione di scarico gravitazionale, fino ad arrivare alla normale posizione di stazione eretta.


Decimo principio
Ritmo del movimento: né troppo lento, né troppo rapido, l'ideale è il ritmo respiratorio. Movimenti troppo rapidi perdono in precisione, troppo blandi generano una scarsa irrorazione sanguigna.
Resta comunque inteso che gli esercizi di mobilizzazione vengono svolti a ritmo più rapido, quelli di tonificazione, più lentamente.


Undicesimo principio
La ginnastica respiratoria deve sempre intervenire nella lezione di ginnastica correttiva perché tutte le alterazioni del tronco comportano un'insufficienza respiratoria.


Dodicesimo principio
Controllo periodico del ragazzo in modo da poter valutare i risultati ottenuti e poter adattare gli esercizi in base ai progressi conseguiti.