Sifilide: cos'è? Come si prende, cause e sintomi
Generalità
Cos'è la Sifilide?
La sifilide è una malattia infettiva a trasmissione sessuale conosciuta e diffusa in tutto il Mondo, conosciuta fin dal XVI secolo, ma ancora attuale.
L'infezione è causata da un batterio, noto come Treponema pallidum. Questa spirocheta penetra nel corpo attraverso le mucose o la cute, raggiunge i linfonodi periferici e rapidamente diffonde a tutto l'organismo. Dopo il contagio, il T. pallidum è presente nel sangue del malato e in tutte le altre secrezioni corporee, ma si concentra soprattutto a livello delle lesioni che provoca su cute e genitali. Per questo motivo, l'infezione è solitamente trasmessa per contatto sessuale, attraverso il contatto con la pelle o dalla madre al feto durante la gravidanza o il parto.
La sifilide si sviluppa in vari stadi, ciascuno dei quali è caratterizzato da sintomi e decorso diversi. Dopo un primo esordio senza sintomi evidenti, la malattia si manifesta con lesioni cutanee e genitali, accompagnate da sintomi simili all'influenza. In assenza di una diagnosi e di una terapia adeguate, è possibile un'evoluzione progressiva dell'infezione. Pertanto, possono verificarsi gravi danni a livello di molteplici organi e apparati, quali cute, cuore e scheletro. Nella sua fase finale, la sifilide arriva a danneggiare il sistema nervoso centrale causando confusione mentale, demenza e paralisi progressiva.
Fortunatamente, grazie alla disponibilità di metodi diagnostici validi e all'elevata efficacia dell'antibiotico-terapia, la sifilide è oggi un'infezione controllabile e curabile.
Storia della Sifilide
La sifilide è una patologia nota da moltissimo tempo e conosciuta anche come LUE, termine che deriva dal latino "lues" che significa epidemia o pestilenza.
Il termine "sifilide" fu coniato dal letterato e scienziato Gerolamo Fracastoro nella prima metà del 1500. Nella sua opera "Syphilis sive de morbo gallico", narra del pastore Sìfilo che, dopo avere offeso Apollo, venne punito con una terribile malattia deturpante e che da lui prenderà il nome.
Per quanto riguarda la tradizione popolare, si narra che questa malattia altamente contagiosa sia stata introdotta in Europa dai marinai di Cristoforo Colombo, di ritorno dalla scoperta del Nuovo Mondo. Dai marinai la malattia si sarebbe trasmessa ad alcune prostitute napoletane, che a loro volta avrebbero contagiato i soldati dell'armata di Carlo VIII. Da allora, la sifilide venne chiamata, per almeno due secoli, "morbo gallico" o "mal francese", mentre in Francia era conosciuta come "mal napoletano". Il fatto che una malattia legata al sesso potesse indurre effetti così devastanti, colpì da subito l'immaginario collettivo ed ebbe importanti conseguenze sulla vita sociale e sui comportamenti sessuali dell'epoca. Così, dall'astinenza prescritta ai malati, si giunse fino all'introduzione del profilattico tra le misure "ufficiali" di prevenzione.
Anno dopo anno, la sifilide continuò a presentare le caratteristiche di una grave epidemia, almeno fino alla prima metà del Novecento. In quegli anni la scoperta della penicillina trasformò la sifilide in una malattia curabile. Prima di allora, le misure terapeutiche si limitavano all'isolamento del soggetto infetto e all'uso dell'unguento mercuriale, allora in voga per le malattie della pelle ma gravato da importanti effetti collaterali. Non a caso, in riferimento alla sifilide era in voga il detto "Una notte con Venere e tutta la vita con Mercurio".
Cause Sifilide
Treponema pallidum: caratteristiche dell’agente causale
L'agente causale della sifilide è un batterio, il Treponema pallidum. All'osservazione con microscopio in campo oscuro, questo microrganismo appare come un piccolo filamento a forma di spirale, mobile e flessibile, di lunghezza variabile di 5-20 micron.
Il Treponema pallidum è in grado di passare attraverso le mucose intatte o la cute danneggiata. L'agente responsabile della sifilide è più facilmente trasmissibile, quindi, attraverso contatti orali e rapporti sessuali vaginali e anali non protetti.
Le sedi di ingresso più frequenti sono, infatti, le mucose dei genitali e della bocca, dove il Treponema pallidum trova il suo habitat ideale per riprodursi facilmente. In seguito, questo microrganismo migra attraverso i capillari cutanei, per poi diffondere ai linfonodi, dove moltiplica fino a raggiungere livelli sufficienti a provocare la malattia clinica. In genere, i tempi di incubazione della sifilide si estendono dalle 2 alle 12 settimane.
Nei soggetti che presentano la malattia, il Treponema Pallidum si riscontra in tutti i liquidi corporei, come sperma e secrezioni vaginali. Inoltre, il batterio si trova nelle lesioni cutanee, genitali e mucose, comprese quella della bocca, che si manifestano nel corso della malattia.
Contagio
Come si trasmette la Sifilide
La trasmissione della sifilide avviene principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti, sia genitali, che orali od anali, consumati con una persona infetta e in fase contagiosa.
Oltre che nei liquidi sessuali, il batterio è abbondantemente presente anche nelle lesioni provocate dalla sifilide, presenti a livello cutaneo, genitale e delle mucose in genere, comprese quella della bocca. La sifilide è quindi trasmessa anche con il contatto diretto con le ferite o le ulcere presenti nelle zone dove principalmente si manifesta la malattia. Alcune di queste lesioni sono spesso indolori, quindi può capitare che la persona non sia consapevole di essere affetta da sifilide, rischiando così di contagiare il proprio partner. Per tale motivo, è importantissimo che i rapporti sessuali occasionali siano consumati con l'utilizzo corretto del preservativo.
Occasionalmente, la malattia può essere trasmessa anche attraverso le trasfusioni. Questa modalità di contagio è comunque ormai rarissima e perlopiù limitata ai Paesi dove il sangue non è sufficientemente controllato prima della trasfusione.
La sifilide si può contrarre anche per via trasplacentare (trasmissione da madre a figlio) e per via accidentale (utilizzo di oggetti appartenenti a persone infette come siringhe e rasoi o per contagio professionale dovuto alla manipolazione di campioni infetti).
Risulta improbabile la trasmissione in modo indiretto, quindi attraverso il contatto con oggetti, stoviglie o indumenti utilizzati da un soggetto malato. Come abbiamo visto, il Treponema pallidum, infatti, è scarsamente resistente nell'ambiente, perciò fuori dal corpo muore rapidamente.
Sifilide in gravidanza - Sifilide congenita
Durante la gravidanza, la sifilide può essere trasmessa al feto per via transplacentare, quindi attraverso il sangue materno infetto, oppure al momento del passaggio attraverso il canale del parto. In questi casi si parla di sifilide congenita, mentre quando l'infezione viene contratta dopo la nascita si parla di sifilide acquisita.
Per saperne di più: Sifilide nella Donna - Contagio, Gravidanza e ConseguenzeStadi della Sifilide
La storia clinica della sifilide è abitualmente divisa in 4 stadi:
- Lue, o sifilide primaria;
- Sifilide secondaria;
- Sifilide latente (precoce e tardiva);
- Sifilide terziaria.
Sifilide primaria
La sifilide primaria corrisponde allo stadio iniziale dell'infezione. Dopo circa 3-4 settimane dal contagio (periodo di incubazione), proprio nel punto di ingresso del Treponema pallidum, compare una lesione, chiamata sifiloma. Questo segno iniziale esordisce come un nodulo dalla forma tondeggiante, ben circoscritto, di grandezza variabile, ma, soprattutto, non è doloroso. Presto, la superficie del sifiloma primario si erode e si ulcera, esponendo un fondo di colore rosso vivo, dal quale fuoriesce un essudato sieroso, contenente i batteri responsabili della sifilide.
Nell'uomo, il sifiloma compare più frequentemente a livello del solco balano-prepuziale, cioè tra glande e prepuzio. Nella donna, invece, può insorgere su cervice, vulva o vagina. Inoltre, in entrambi i sessi, il sifiloma può comparire anche in sede ano-rettale e all'interno del cavo orale, quindi su labbra, gengive, faringe o lingua. Dopo circa una settimana dalla comparsa del sifiloma, si manifesta un altro segno tipico della sifilide primaria, rappresentato dall'ingrossamento dei linfonodi.
I sintomi del primo stadio della sifilide tendono a scomparire dopo 4-6 settimane, anche in assenza di trattamento. Inoltre questi sintomi possono passare inosservati, soprattutto quando le lesioni sono molto piccole o nascoste.
Questa regressione dei sintomi e delle lesioni non deve però trarre in inganno, poiché la malattia e la sua trasmissibilità permangono ugualmente.
Per approfondire: Sifilide nell'Uomo - Come si ManifestaSifilide secondaria o disseminata
La fase successiva della sifilide, detta secondaria, inizia dopo 3-6 settimane dalla comparsa del sifiloma. Questa fase è caratterizzata da manifestazioni sistemiche dovute alla proliferazione del Treponema e alla sua diffusione in tutto l'organismo per via ematica e linfatica. Anche per questo motivo, la sifilide secondaria è tipicamente accompagnata da sintomi simil-influenzali come febbre, astenia, cefalea e malessere generale. Oltre a questi, i sintomi più importanti della sifilide secondaria si manifestano però a livello di cute, mucose e annessi. In particolare, compare un'eruzione cutanea generalizzata che può avere un aspetto molto variabile, spesso asintomatica o associata a lieve prurito. Ad esempio, possono insorgere piccole macchie rotondeggianti diffuse, che ricordano le eruzioni tipiche del morbillo. Anche queste manifestazioni scompaiono spontaneamente dopo qualche settimana.
Dal contagio al termine della fase secondaria si parla di sifilide recente che può durare dai 60 giorni ad uno o due anni. Durante questo periodo, il paziente non presenta sintomi, tuttavia l'infezione e la contagiosità permangono. Al termine di questa fase, la sifilide può guarire spontaneamente (circa un terzo dei casi), entrare in una fase latente o evolvere verso uno stadio più grave o TERZIARIO (circa un terzo dei casi).
La sifilide latente inizia quando, dopo la regressione della fase secondaria, il paziente entra in una fase asintomatica in cui la malattia è diagnosticabile soltanto attraverso positività sierica al Treponema.
Sifilide terziaria
La terza e ultima fase, chiamata sifilide sintomatica tardiva o terziaria, è caratterizzata dalla comparsa di manifestazioni cutanee e/o viscerali, per lo più cardiovascolari o nervose. Tali manifestazioni, solitamente circoscritte, ma piuttosto lesive, possono colpire anche apparato digerente, ossa, pelle ed altri organi, causando, nei casi più gravi, la morte dell'individuo.
Nella sifilide terziaria le manifestazioni di maggior rilievo sono quelle a carico del sistema nervoso centrale, con alterazioni degenerative del tessuto nervoso del cervello e del midollo spinale. Nella cosiddetta neuro sifilide, la degenerazione progressiva può provocare alterazioni della personalità fino alla demenza, e incapacità di controllare i movimenti muscolari fino alle paralisi.
L'evoluzione della sifilide può essere accelerata da una coesistente infezione da HIV; in questi casi, l'interessamento oculare, la meningite e le altre complicanze nervose sono più frequenti e gravi.
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