Introduzione
È scattato un vero e proprio allarme zecche. A causa del caldo anomalo e anticipato, già ad aprile l'Agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) aveva segnalato un aumento della diffusione di questo parassita in tutta Europa e aveva pubblicato dati preoccupanti sulla sua crescita e ora la situazione è ulteriormente peggiorata.
Colpa dei cambiamenti climatici, che stanno aumentando i rischi in molti paesi, Italia inclusa: le zecche, infatti, tendono a essere più attive quando le temperature si alzano, periodo fra l'altro in cui anche le persone tendono a uscire maggiormente e dunque hanno più occasioni di fare spiacevoli incontri con questi parassiti che vivono tendenzialmente all'aperto (amano i luoghi ricchi di vegetazione e quelli pieni di animali, come prati, pascoli, boschi, stalle).
È importante non abbassare la guardia, perché le zecche possono essere molto pericolose per la salute degli esseri umani.
Che cosa sono
Le zecche sono acari ematofagi, ossia parassiti che attaccano il corpo degli animali per succhiarne il sangue: sono dotati di un rostro con dentellature a forma di arpione che consente loro di restare saldamente aggrappati all'ospite, una volta che sono penetrati nella sua pelle.
Le zecche sono animali piccolissimi, dalla forma tondeggiante, ma hanno un corpo molto elastico, per cui mano a mano che succhiano il sangue diventano più grandi: inoltre, secernono una sostanza cementante per cui divengono un tutt'uno con la pelle stessa dell'ospite.
Esistono moltissime specie di zecche, 900 secondo quanto spiegato sul sito dell'Istituto superiore di sanità: in Italia sono note 36 specie, che possono essere raggruppate in due grandi gruppi, quelle dure e quelle molli.
Le prime hanno un rostro più visibile e tendono ad attaccare mammiferi selvatici e domestici, anche se non disdegnano alcun essere vivente; pungono in qualunque momento della giornata, il loro pasto dura alcuni giorni e al termine si lasciano cadere a terra.
A questo gruppo appartiene la "zecca dei boschi" o Ixodes ricinus, una delle più pericolose, che è scura e molto piccola e si trova nell'erba e nei cespugli, ama gli ambienti umidi e ombreggiati, con vegetazione bassa e incolta.
Le zecche molli, invece, amano gli uccelli, come i piccioni, per questo sono spesso presenti nei sottotetti delle case dei centri storici. Pungono nelle ore notturne, mangiano per alcune ore e successivamente tornano a rifugiarsi nel sottotetto, in qualche crepa dei muri e comunque in luoghi vicini agli uccelli.
Come si viene punti
Le zecche sono presenti nei sottotetti delle abitazioni, nei prati, nei boschi, nei pascoli, nei ricoveri degli animali: sono dunque tutti luoghi in cui bisogna fare attenzione perché si può essere punti da questi parassiti.
Occorre sapere che le zecche presentano una spiccata sensibilità verso l'anidride carbonica emessa dai corpi: quando un animale o una persona passano vicino al posto in cui si trovano, essi si spostano sulla parte più alta dei cespugli, dell'erba o delle piante, per poi aggrapparsi alla loro "vittima", conficcando il rostro nella pelle e cominciando a succhiare il sangue.
Fra l'altro, la loro saliva contiene una sostanza simil-anestetica che praticamente non fa sentire il morso della puntura. In genere rimangono sull'ospite dai due ai sette giorni: prima vengono individuate e tolte e meno possibilità hanno di causare conseguenze.
Perché sono pericolose per l’uomo
Le zecche possono essere pericolose per l'uomo perché trasmettono alcune infezioni che possono scatenare conseguenze anche serie. La specie più temibile è la zecca dei boschi, perché è vettore della malattia di Lyme nota anche come Borreliosi di Lyme, una malattia infettiva che se non viene diagnosticata e curata precocemente e in modo appropriato, può essere molto rischiosa, causando disturbi al sistema nervoso, alla pelle, agli organi interni.
Il sintomo più caratteristico di questa infezione è una chiazza rossastra tondeggiante (eritema migrante) che si allarga sempre di più attorno al punto della puntura, spesso schiarendosi al centro, e che in genere compare entro 30-40 giorni dalla puntura. In associazione possono esserci altre manifestazioni come mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodi delle ascelle, dell'inguine o del collo.
Un'altra temibile conseguenza del morso delle zecche è costituita dall'encefalite da zecca, che colpisce il sistema nervoso centrale. All'inizio può scatenare sintomi come febbre alta, mal di testa, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni. In alcuni casi, passa all'improvviso e si ripresenta dopo circa 10-20 giorni con disturbi del sistema nervoso centrale (encefalite, paralisi).
La puntura della zecca può trasmettere poi la Rickettsia conorii, germe responsabile della febbre bottonosa del Mediterraneo, un'infezione che si manifesta dopo una settimana circa con sintomi simili a quelli dell'influenza, febbre ed eruzioni cutanee maculo-papulari ad andamento centripeto (che convogliano verso un punto centrale) che compaiono generalmente nella terza- quinta giornata. Nella maggior parte dei casi, in corrispondenza dell'area cutanea colpita dalla zecca, c'è un'area nerastra.
Tossine presenti nella saliva di alcuni tipi di zecche, soprattutto Dermacentor, possono provocare una forma non comune di paralisi che, partendo dagli arti inferiori, interessa tutto il corpo. Altre malattie causate da questi parassiti sono la febbre ricorrente da zecche e l'erlichiosi; inoltre la Rhipicephalus sanguineus, o zecca del cane, può scatenare varie patologie e diffondere diversi agenti patogeni per gli animali e per l'uomo.
I consigli di prevenzione
Ecco alcune strategie che aiutano a tenere lontano il rischio zecche.
- Evitare, per quanto possibile, le zone potenzialmente infestate.
- Cercare di non camminare nei terreni con l'erba alta.
- Quando si passeggia nei boschi indossare pantaloni lunghi, calzettoni o stivali alti dotati di stringhe, maglie a maniche lunghe. Meglio scegliere vestiti chiari così da poter vedere per contrasto le zecche che sono scure.
- Camminare sempre al centro dei sentieri, evitando il contatto con la vegetazione ai lati.
- Non sedersi sull'erba, ma stendere un telo chiaro.
- Al ritorno da ogni scampagnata, se possibile lavare gli abiti a una temperatura elevata e ispezionarsi attentamente tutto il corpo, con l'aiuto di un familiare, per evidenziare eventuali parassiti.
- Esistono repellenti per uso umano, da applicare sui vestiti e sulla pelle esposta. Hanno però una moderata efficacia, inoltre potrebbero essere tossici. Vanno perciò seguite attentamente le istruzioni riportate sulla confezione.
- Applicare agli animali domestici gli appositi prodotti contro le zecche. Dopo ogni scampagnata è bene ispezionarli e pettinarli con un pettine metallico.
- Rivolgersi a ditte specializzate per procedere con una disinfestazione dei luoghi più a rischio (tipo sottotetti e cornicioni) e all'installazione degli appositi dissuasori per gli uccelli.
Come rimuovere le zecche?
Se si individuano zecche sulla pelle, bisogna rimuoverle con una pinzetta a punte sottili meglio se curve: afferrare l'animale il più vicino possibile alla cute e staccarlo tirandolo verso l'alto con leggero movimento rotatorio antiorario e facendo attenzione a non schiacciarlo.
Disinfettare poi la zona e controllarla per qualche giorno. Meglio conservare la zecca in un contenitore con alcol; così se dovessero manifestarsi problemi la si può analizzare.