Virus respiratori: quali sono i più diffusi nell’inverno 2023?

Introduzione
A distanza di tre anni dall'inizio della pandemia, il Covid-19 fa sicuramente meno paura, ma non è ancora scomparso: continua, infatti, a contagiare moltissime persone in tutto il mondo, anche se al momento in Italia la situazione è sotto controllo. Tuttavia, il Coronavirus con le sue diverse varianti non è l'unico virus in circolazione, al contrario: la stagione invernale 2023 si sta dimostrando particolarmente aggressiva per quanto riguarda i virus respiratori e sono già numerosi i casi segnalati, nonostante gennaio non sia ancora finito e dunque manchino diverse settimane alla fine dell'inverno. Ecco quali sono i virus respiratori più diffusi in questa annata.
Virus respiratori: che cosa sono
Come dice la definizione stessa, i virus respiratori sono virus che colpiscono le vie respiratorie: in genere, si diffondono attraverso le goccioline di saliva o di muco emesse da un soggetto infetto mentre parla, tossisce o starnutisce e penetrano nell'organismo di un'altra persona tramite il naso, la bocca o gli occhi, ma possono essere veicolati anche attraverso il contatto con oggetti quali giocattoli, asciugamani, maniglie delle porte.
A seconda del tipo di virus, della sua aggressività, delle condizioni dell'individuo colpito, i microrganismi possono causare infezioni più o meno serie che possono manifestarsi con sintomi come: raffreddore, tosse, mal di gola, febbre, difficoltà respiratorie.
I virus più diffusi
- I virus influenzali
- Il coronavirus
- Il virus respiratorio sinciziale
Secondo le rilevazioni effettuate da InfluNet, la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'Istituto superiore di sanità, al momento i virus respiratori più diffusi nella stagione invernale 2023 sono quelli influenzali, seguiti dal virus respiratorio sinciziale nei bambini e dal Sars-CoV-2 nei soggetti adulti e anziani.
I virus influenzali
L'Istituto superiore di sanità ha realizzato un approfondimento sui virus respiratori più diffusi fra il 14 novembre 2022 e l'8 gennaio 2023, da cui è emerso che almeno la metà delle persone italiane che si sono ammalate nel periodo preso in considerazione ha contratto i virus influenzali.
L'epidemia di influenza quest'anno è iniziata particolarmente presto e sembra aver raggiunto il picco nella 48sima settimana dello scorso anno, ossia fra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Solitamente, invece, il picco si registra a gennaio.
L'influenza è sostenuta da virus appartenenti alla famiglia degli Orthomixovirus, che comprende tre generi: l'influenza di tipo A, più comune, quella di tipo Be quella di tipo C, molto rara. Questi virus possiedono una caratteristica particolare, ossia la grande capacità di mutare, assumendo ogni anno caratteristiche leggermente diverse. Dall'inizio della stagione 2022/2023 sono stati identificati oltre 3.800 virus influenzali di tipo A e 51 di tipo B.
Il coronavirus
Nei soggetti della fascia di età 45-64 anni e in quelli con più di 64 anni risulta abbastanza diffuso anche il Coronavirus, con percentuali comprese fra il 21,4 e il 25,5%. Anche se negli ultimi tempi sono emerse nuove varianti, la variante prevalente è ancora la Omicron, con la sottovariante BA.5 largamente predominante. I sintomi sono diversi, ma non necessariamente sono tutti presenti. I principali sono: tosse insistente; raffreddore; febbre; stanchezza; mal di testa; mal di gola in genere intenso; difficoltà respiratorie; disturbi gastrointestinali come vomito, diarrea, mal di pancia; perdita del gusto e dell'olfatto (ageusia e anosmia).
Il virus respiratorio sinciziale
Nei bambini sotto i due anni, a guidare la classifica dei virus respiratori più diffusi c'è il virus respiratorio sinciziale o VRS. Si tratta di un microrganismo patogeno che ogni anno è responsabile di oltre 64 milioni di casi di infezioni respiratorie acute nel mondo, in particolare nei bambini piccoli e negli anziani.
Nella maggior parte dei casi, il virus causa un'infezione lieve che non deve destare preoccupazione, ma nei lattanti e nei soggetti della terza età può provocare bronchiolite e polmonite. In questi casi, possono comparire sintomi come difficoltà a respirare; affanno; mancanza del respiro; emissione del caratteristico sibilo o fischio quando si respira; tosse persistente e profonda.
Nei bambini occorre prestare attenzione anche al respiro molto veloce o, al contrario, alle pause respiratorie; ai rientramenti a livello intercostale (avvallamenti della cute tra le coste che compaiono durante l'inspirazione); alla dilatazione delle narici; al calo dell'appetito. Nel caso in cui compaiano questi segnali, è importante chiedere subito aiuto.
Gli altri virus respiratori
Oltre a questi tre microrganismi prevalenti, ovviamente ne circolano tanti altri, anche se in maniera più contenuta. Una piccola percentuale di italiani ha contratto o può contrare virus come adenovirus, virus parainfluenzali, rhinovirus, metapneumovirus, bocavirus, coronavirus umani diversi da Sars-CoV-2. I sintomi sono sempre di tipo respiratorio e possono essere facilmente confusi con quelli tipici dell'influenza stagionale, del Covid-19 e dell'infezione da virus respiratorio sinciziale.
I consigli di prevenzione
- Evitare di avvicinarsi a persone visibilmente raffreddate.
- Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone. Fare sempre questa manovra prima e dopo aver manipolato il cibo e prima e dopo essere stati in luoghi pubblici.
- Se si è raffreddati, mantenersi a una certa distanza, evitare i contatti ravvicinati e magari indossare la mascherina.
- Eseguire tutte le vaccinazioni consigliate.