Valori di colesterolo, quanto sono importanti?
Ultima modifica 24.07.2023

Introduzione

Quanto incidono le Malattie Cardiovascolari in Italia

Attualmente, in Italia, il peso complessivo delle malattie cardiovascolari sul totale dei decessi si avvicina al 50%.
Per questo motivo, ormai da molti anni, l'attenzione di un impressionante numero di ricercatori si è focalizzata sui fattori di rischio implicati nello sviluppo della malattia aterosclerotica, in quanto principale responsabile delle morti per incidenti cardiovascolari.

Perché misurare il Colesterolo

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I valori di colesterolo hanno rappresentato a lungo lo standard di riferimento per valutare questa tipologia di rischio.

Semplice da misurare ed economico - ma ormai considerato superficiale e poco significativo - il colesterolo totale è soltanto uno dei tanti fattori predisponenti, come l'ipertensione, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, l'obesità, l'ipertrigliceridiemia, la familiarità per tali patologie e l'inattività fisica.

È questo il quadro che emerge dagli ultimi studi del settore, che hanno acquisito con il tempo maggiore sensibilità, specificità e spirito critico.

Ormai da qualche anno, quindi, si è iniziato a parlare con sempre maggiore insistenza di sindrome metabolica, omocisteina, iperuricemia, aggregabilità piastrinica, apolipoproteine [Lp(A1) e Lp(B)], radicali liberi, fattori proinfiammatori (soprattutto la proteina C reattiva o PCR), ossido nitrico e di tanti altri "termometri del rischio cardiovascolare".

A questo punto è lecito interrogarsi sull'opportunità di mandare o meno in pensione il classico monitoraggio dei valori di colesterolo.

Anche se la risposta a questa domanda, ovviamente, è negativa, un medico coscienzioso dovrebbe indirizzare i propri pazienti, specie quelli considerati a rischio, verso esami molto più approfonditi.

Per approfondire: Calcolo Valori Ideali di Colesterolo
Valori di colesterolo e trigliceridi (espressi in mg su dL di plasma) che andrebbero osservati nella prevenzione delle patologie cardiovascolari nella popolazione sana (*)
Parametro Valori desiderabili Valori a rischio moderato Valori a rischio elevato
Colesterolo totale <200 200-239 >240
Colesterolo LDL <130 130-159 >160
Colesterolo HDL (**)

Uomini > 39

Donne > 45

Uomini 35- 39

Donne 40-45

Uomini <35

Donne <40

Trigliceridi <200 200-400 >400

(*) I range di riferimento variano in relazione alle caratteristiche dei pazienti; oltre all'età ed al sesso, vanno considerati tutti i fattori di rischio sopraccitati, come la presenza di patologie cardiovascolari, la familiarità verso questo genere di disturbi, l'obesità, l'abitudine tabagica ecc. In questi ultimi casi i livelli di colesterolo e trigliceridi desiderabili sono nettamente inferiori a quelli riportati in tabella.

(**) I valori di colesterolo HDL e totale vengono utilizzati anche per calcolare un parametro importantissimo, chiamato indice di rischio, che rappresenta un valido e statisticamente significativo strumento, per valutare il rischio cardiovascolare del paziente.

INDICE DI RISCHIO DESIDERABILE: Colesterolo totale/HDL inferiore a 5 se uomo, inferiore a 4,5 se donna.

Cosa fare per ridurre il Colesterolo?

Secondo le recenti linee guida, i valori di colesterolo totale non sono invece significativamente correlati con la quantificazione del rischio cardiovascolare.

Meglio quindi evitare di impazzire per riportare la soglia del colesterolo totale al di sotto dei 200 mg/dL e concentrarsi, piuttosto, sul miglioramento della frazione buona o HDL, sul potenziamento delle difese immunitarie e sul consumo di antiossidanti ed alimenti ad azione antinfiammatoria. Pesce azzurro, olio di oliva, noci ed olio di lino (ma senza esagerare con le quantità), tè verde, probiotici, prebiotici, frutta, verdura ed alimenti integrali, rappresentano alcuni dei migliori alleati contro il colesterolo... senza dimenticare la pratica di una regolare e specifica attività fisica (che costituisce uno dei migliori metodi per aumentare i valori della frazione HDL).

I benefici di un regolare esercizio sportivo, associati ad un'alimentazione sana ed equilibrata, sono anche il miglior modo per potenziare le difese immunitarie dell'organismo. Tutto ciò potrebbe avere anche un ruolo protettivo nei confronti del rischio cardiovascolare; si è infatti visto che alcuni agenti infettivi, come l'Helicobacter pylori, la Chlamidia pneumoniae e vari virus, tra cui il Cytomegalovirus, potrebbero essere coinvolti nella patogenesi dell'aterosclerosi.

La moderazione calorica e la sobrietà della dieta rappresentano un altro elemento chiave nel controllo del rischio cardiovascolare. Qualche chilo di grasso in più, per non parlare dei bicchierini di troppo o del fumo, andrebbe infatti a vanificare i risultati positivi ottenuti sul fronte alimentare.

Fra i nuovi fattori di rischio emergenti, uno dei più importanti per valutare il rischio cardiovascolare - sempre tramite un semplice esame del sangue - è l'omocisteina, un amminoacido solforato che origina dal metabolismo della metionina (un altro amminoacido comunemente presente negli alimenti animali). A fronte di un fabbisogno giornaliero nell'adulto stimato in circa un grammo di metionina, l'introduzione media della popolazione occidentale è più o meno doppia.

Valori plasmatici di omocisteina superiori a 12 mmol/l, aumentano il rischio cardiovascolare.

Importante notare che, così come una ipercolesterolemia famigliare può essere tenuta sotto controllo con il generoso consumo di pesce, alimenti integrali, frutta, verdura e... vedi: dieta per il colesterolo; l'iperomocisteinemia può essere controllata consumando adeguate quantità di acido folico (vitamina presente nei vegetali a foglia verde crudi, meno in quelli cotti), vitamina B6 e vitamina B12 (contenute soprattutto negli alimenti di origine animale). Al contrario, bassi livelli di questi micronutrienti possono aggravare i rischi associati a tale condizione.

Per diminuire il numero di eventi cardiovascolari, è dunque necessario associare al classico monitoraggio dei valori di colesterolo, anche la valutazione dei fattori di rischio addizionali. Ancora più importante risulta essere l'impegno sul fronte dietetico e comportamentale, che prevede il coinvolgimento della popolazione tramite campagne informative volte ad aumentare la sensibilità nei confronti di queste tematiche.

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