Ultima modifica 27.11.2019

Sintomi

Nel carcinoma dell'endometrio i sintomi compaiono di solito tardivamente. Essi comprendono:

  1. perdite vaginali di sangue (metrorragia) di vario tipo (rosso vivo, rosso cupo, rosa). Esse devono destare particolare sospetto se si presentano dopo la menopausa, essendo questa l'età preferita del tumore. Devono però sempre indurre ad un accertamento anche se vengono notate in età riproduttiva od in donne molto giovani;
  2. perdite vaginali biancastre (leucorrea), talvolta maleodoranti;
  3. dolore: compare tardivamente, quando la neoplasia coinvolge gli organi dell'addome e/o della pelvi (colon, intestino tenue, vescica, retto). In fase precoce si può tuttavia avere una lieve sintomatologia dolorosa dovuta alla distensione dell'utero provocata dal proliferare delle vegetazioni tumorali e dalle contrazioni uterine che questa distensione risveglia.

In pratica, la diagnosi di carcinoma dell'endometrio viene il più delle volte fatta perché la donna ha visto comparire una metrorragia e si è recata dal ginecologo. Occorre quindi che ogni donna sappia che una perdita di sangue, anche lievissima, se compare al di fuori del periodo mestruale - e tanto più se compare nella postmenopausa - può essere la prima manifestazione di un tumore dell'endometrio in evoluzione.

Diagnosi precoce

Per il carcinoma dell'endometrio non è attuabile - a differenza di quello che avviene per il tumore della cervice uterina mediante il Pap-Test - uno screening di massa su di una popolazione femminile senza sintomi prima e dopo la menopausa. Quindi, il Pap-Test è inutile per diagnosticare un tumore dell'endometrio in fase precoce, perché le cellule che vengono prelevate ed analizzate con questa metodica sono esterne alla cavità uterina (nella cervice appunto), mentre il tumore dell'endometrio ha sede all'interno di essa. Occorre quindi prelevare il materiale cellulare dentro la cavità uterina. In questi ultimi anni si sono costruiti a questo scopo dei dispositivi monouso confezionati sterilmente con i quali è possibile, il più delle volte,  senza bisogno di dilatare la cervice, penetrare nella cavità dell'utero, prelevando il materiale sospetto da utilizzare per l'esame al microscopio (citologico e/o istologico). Con queste metodiche il ginecologo può fare il prelievo in ambulatorio, per lo più senza anestesia. Questo esame può essere fatto come screening periodico nelle donne asintomatiche a rischio, cioè di età superiore ai 50 anni, obese, diabetiche, con eccesso di estrogeni o trattate con estrogeni o Tamoxifene, e donne con persistenza del flusso mestruale oltre i 55 anni. Il prelievo dovrebbe essere eseguito ogni 12 mesi, ed in casi particolari ogni 6 mesi. La frequenza del carcinoma endometriale in questo gruppo di donne a rischio ma ancora asintomatiche è di circa il 5-6%.
La metodica migliore per il controllo periodico dell'endometrio è quella che si serve di due strumenti chiamati isteroscopio e microisteroscopio di Hamou che permettono sia di avere una visione panoramica della mucosa e del corpo dell'utero, sia - dopo una particolare colorazione che possono fare in sede di esame - di avere una visione microscopica della disposizione delle cellule di superficie, per cui si ha un'altissima probabilità di individuare anche piccole aree tumorali e di guidare in modo mirato il prelievo delle cellule che le compongono.
Anche l'ecografia transvaginale può definire, nelle donne post menopausa, il rischio di andare incontro al cancro dell'endometrio e l'associazione con altre due metodiche, chiamate flussimetria e color Doppler (che permettono di visualizzare la sua vascolarizzazione), potrebbe migliorare l'accuratezza della diagnosi.



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