Tubercolosi Sintomi e Decorso: TBC Attiva e Latente

Tubercolosi Sintomi e Decorso: TBC Attiva e Latente
Ultima modifica 24.03.2023
INDICE
  1. Tubercolosi: perché preoccupa?
  2. Possibili decorsi
  3. Tubercolosi Attiva
  4. Tubercolosi Latente

Tubercolosi: perché preoccupa?

La tubercolosi è una malattia causata da un batterio: il Mycobacterium tuberculosis (o bacillo di Koch, dal nome del medico tedesco che lo ha scoperto). Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la tubercolosi è ancora oggi una malattia infettiva molto diffusa a livello globale e nonostante in Italia sia riscontrata sporadicamente, è importante monitorare il numero di casi, poiché si tratta di una malattia infettiva estremamente contagiosa che, se non trattata, correla ad un tasso di mortalità elevato.

Lo sapevate che…

In passato, la tubercolosi era chiamata tisi.

Per approfondire: Tubercolosi: Cos'è e Come si prende

Possibili decorsi

Nella maggior parte dei casi, il sistema immunitario di una persona immunocompetente è in grado di contrastare il Mycobacterium tuberculosis nel momento in cui entra in contatto con l'organismo, evitando lo sviluppo della tubercolosi e dei sintomi associati a questa malattia. Tuttavia, altre volte, il batterio può localizzarsi nei polmoni o causare una malattia generalizzata e produrre l'infezione acuta.

Come può decorrere la Tubercolosi?

Quando una persona contrae il Mycobacterium tuberculosis, l'infezione può prendere uno di una varietà di percorsi, la maggior parte dei quali non porta alla tubercolosi vera e propria.

L'infezione può essere eliminata dal sistema immunitario dell'ospite o soppressa in una forma inattiva chiamata infezione tubercolare latente, con ospiti resistenti che controllano la crescita micobatterica in focolai distanti prima dello sviluppo della malattia attiva. I pazienti con infezione tubercolare latente non possono diffondere la tubercolosi.

Quando il Mycobacterium tuberculosis riesce a provocare un'infezione tubercolare attiva, invece, i polmoni sono la sede più comunemente coinvolta: fino all'85% dei pazienti con tubercolosi presenta disturbi polmonari. La tubercolosi extrapolmonare può verificarsi come parte di un'infezione generalizzata primaria o tardiva.

Da ricordare

Il Mycobacterium tuberculosis ha una capacità molto particolare: è in grado di stabilire un'infezione latente nell'organismo. Ciò significa che si potrebbe non accorgerci di aver contratto l'infezione. L'infezione latente può riattivarsi anche a distanza di tempo e dare luogo alla malattia.

Tubercolosi Attiva

Cos’è l’infezione tubercolare attiva?

Se il sistema immunitario non riesce ad arginare l'infezione, i batteri della tubercolosi cominciano a sfruttare le sue cellule per la propria sopravvivenza; all'interno delle vie respiratorie formano cavità piene di bacilli, dove ristagna l'ossigeno necessario per la loro sopravvivenza e moltiplicazione (tubercolosi aperta). Aprendosi nei bronchi, queste cavità permettono anche la diffusione dei batteri nell'ambiente in concomitanza dell'emissione di piccole goccioline di saliva tossendo, starnutendo o semplicemente parlando.

Quando la popolazione microbica è sufficientemente ampia, i batteri possono diffondere dai polmoni al resto del corpo. Indipendentemente dalla gravità dei sintomi accusati, il paziente affetto da tubercolosi attiva è sempre contagioso; in mancanza di trattamento tale infezione è mortale in oltre il 50% dei casi. Chi sopravvive può sviluppare sintomi a lungo termine, come dolore toracico ed emottisi, o recuperare e andare in contro alla completa remissione dei sintomi.

Tubercolosi Latente

Cosa s’intende per tubercolosi latente?

Non tutte le persone che contraggono il Mycobacterium tuberculosis sviluppano la malattia: come anticipato il sistema immunitario può far fronte all'infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni. Questa condizione si chiama tubercolosi latente e ne è affetta circa un quarto della popolazione mondiale.

Le persone con infezione tubercolare latente non hanno sintomi e non sono contagiose. Molte persone non svilupperanno mai la malattia, altre invece possono ammalarsi anni dopo.

Negli individui che hanno un'infezione latente, senza altre comorbilità, la riacutizzazione della malattia può avvenire nel 5-15% dei casi. Il rischio di riattivazione della malattia è invece più alto in soggetti con HIV o altre condizioni predisponenti.

Tubercolosi latente che a distanza di tempo si riattiva

Spesso, tale evenienza è concomitante alla temporanea o cronica debilitazione del sistema immunitario, ad esempio per l'abuso di alcool e droghe, denutrizione, chemioterapia, malattie autoimmuni, AIDS, uso prolungato di farmaci corticosteroidi o inibitori del TNF. Mediamente, soltanto in una persona su dieci la forma quiescente evolve in tubercolosi attiva; il rischio è maggiore nei primi due anni dall'infezione ed in presenza di disordini immunitari. L'infezione da HIV (AIDS), ad esempio, sopprime l'attività del sistema immunitario, il che ostacola il controllo della malattia tubercolare da parte dell'organismo; non a caso, la tubercolosi è una delle principali cause di morte tra i pazienti sieropositivi, specialmente nelle regioni in via di sviluppo. L'AIDS, oltre ad aumentare la probabilità di infezione ed evoluzione di una forma latente in tubercolosi attiva, limita anche le possibilità di cura e le probabilità di sopravvivenza.

Tubercolosi latente: come si riconosce?

Quando si sviluppa un'infezione tubercolare latente, i bacilli raggiungono gli alveoli polmonari ed iniziano a moltiplicarsi nei macrofagi locali; entro poche settimane il sistema immunitario riesce ad arginare l'infezione, confinando i macrofagi infetti in una sorta di baluardo costituito da aggregati di cellule immunitarie, detto granuloma; i batteri presenti all'interno possono essere uccisi o sopravvivere in uno stato quiescente per diversi mesi. In questo stadio, il paziente risulta positivo ai test cutanei, ma non accusa sintomi e non è contagioso. Nonostante ciò, qualora intervengano le condizioni di rischio esposte nel paragrafo precedente, i germi possono riattivarsi e produrre malattia anche dopo molti anni.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici