Ultima modifica 05.02.2020

Generalità

La trombosi emorroidaria è una delle complicanze più comuni delle emorroidi (intese come condizione medica, più propriamente definita malattia emorroidaria).

La trombosi consiste nella formazione di un trombo all'interno di un vaso sanguigno, nello specifico in uno dei vasi che irrorano le emorroidi intese come parte anatomica.


trombosi emorroidaria

La trombosi emorroidaria è una circostanza molto dolorosa, che comporta anche prurito intenso, sanguinamento anale e formazione di una tumefazione di color rosso-bluastro, sempre a livello anale.
Diagnosticare la trombosi emorroidaria è semplice; quasi sempre, infatti, sono sufficienti l'esame obiettivo e l'anamnesi.
Per curare la trombosi emorroidaria, esistono tre approcci terapeutici: il trattamento conservativo, rappresentante la terapia di prima linea, la trombectomia emorroidaria, attuata quando la terapia di prima linea fallisce, e l'emorroidectomia, praticata solo nei casi in cui i due precedenti approcci si sono dimostrati inefficaci.

Breve ripasso delle emorroidi

In anatomia, il termine “emorroidi” identifica i cuscinetti vascolari, morbidi e assai vascolarizzati, situati nella parte terminale dell'intestino retto.
In patologia medica, invece, lo stesso termine identifica una condizione dolorosa, in presenza della quale i suddetti cuscinetti si dilatano e scivolano verso il basso (prolasso), a seguito di un cedimento della mucosa rettale.
In base alla più comune classificazione patologica della condizione medica nota come emorroidi, esistono le cosiddette emorroidi interne e le cosiddette emorroidi esterne.
In chi soffre di emorroidi interne, le emorroidi intese come regione anatomica (quindi i cuscinetti) scivolano fino al canale anale del retto, senza rendersi visibili a occhio nudo; in chi soffre di emorroidi esterne, invece, i cuscinetti emorroidari scivolano fino all'apertura anale, rendendosi generalmente ben visibili.
Per approfondire l'argomento i lettori possono leggere:

Cos'è la trombosi emorroidaria?

La trombosi emorroidaria consiste nella formazione anomala di un trombo – ovverosia un coagulo sanguigno – all'interno delle emorroidi vittime di un fenomeno di prolasso (N.B: per “all'interno delle emorroidi” s'intende “all'interno dei vasi sanguigni delle emorroidi”).
La trombosi emorroidaria è una delle complicanze acute più comuni delle emorroidi, intese come condizione dolorosa; per la precisione, rappresenta una complicanza tipica delle emorroidi esterne, mentre ricopre il ruolo di complicazione minore nel caso delle emorroidi interne.

Cause

Nonostante le numerose ricerche in merito, i medici non hanno ancora individuato le precise cause di trombosi emorroidaria.  Quest'ultima, pertanto, rimane un fenomeno poco compreso.
Nella tabella sottostante, si è pensato di riepilogare le cause e i fattori di rischio delle emorroidi, ossia la condizione da cui dipende la trombosi emorroidaria.


Probabili cause e fattori di rischio delle emorroidi:

Sintomi e complicanze

Oltre ad accentuare il dolore e il prurito all'ano, già presenti a causa delle emorroidi, la trombosi emorroidaria è responsabile di sanguinamento anale e di una tumefazione rosso-bluastra a livello della zona perianale (N.B: questa è visibile solo in presenza emorroidi esterne).

Complicazioni

La trombosi emorroidaria non comporta serie complicanze, se non il fatto che, quando è molto severa, i sintomi sono tali da pregiudicare in modo profondo il tenore di vita dei pazienti.

Quando rivolgersi al medico?

La trombosi emorroidaria merita un consulto medico immediato, in quanto un suo trattamento precoce riduce le probabilità di dover ricorrere alla chirurgia.
Occorre inoltre ricordare che alcuni suoi sintomi sono caratteristici anche di condizioni mediche decisamente più gravi, la cui identificazione precoce (quindi l'individuazione alla prima comparsa dei disturbi) permette di evitare complicanze dall'esito infausto. È il caso, per esempio, del sanguinamento anale in un contesto di tumore del retto.

Diagnosi

La diagnosi di trombosi emorroidaria si fonda sull'osservazione della zona anale (esame obiettivo), sul racconto della sintomatologia da parte del paziente e sulla storia clinica (o anamnesi) di quest'ultimo.

Diagnosi differenziale

Nel caso in cui il medico abbia qualche dubbio sulla diagnosi di trombosi emorroidaria e sospetti una condizione diversa (es: tumore al retto), è tenuto a prescrivere test più approfonditi rispetto al semplice esame obiettivo e all'anamnesi, quali per esempio: l'esame digitale rettale, la colonscopia e la sigmoidoscopia
Il ricorso a siffatti test rappresenta, in genere, una misura del tutto precauzionale, al fine di evitare spiacevoli sorprese.

Terapia

Esistono almeno 3 possibili approcci terapeutici per curare la trombosi emorroidaria; dal meno invasivo al più invasivo, questi approcci sono: il trattamento conservativo, la trombectomia emorroidaria e l'intervento chirurgico di emorroidectomia.

Trattamento conservativo: quando si attua e in cosa consiste?

Il trattamento conservativo rappresenta l'approccio terapeutico di prima linea, cioè la prima opzione di trattamento.
Completamente indolore per il paziente, consiste in rimedi e misure comportamentali quali:

  • Fare bidet a base di acqua tiepida diverse volte al giorno. I bidet con acqua tiepida riducono il prurito e mantengono pulita la zona anale;
  • Evitare di fare sforzi durante l'evacuazione. Per favorire la defecazione, è bene bere molta acqua, fare movimento (ma non sforzi fisici intensi!) e adottare una dieta ricca di fibre;
  • Evitare di rimanere seduti a lungo. La sedentarietà è un fattore favorente la comparsa e il mantenimento delle emorroidi;
  • Assumere un antidolorifico. Tra gli antidolorifici più consigliati, figura l'ibuprofene, un FANS;
  • Usare carta igienica umida, per pulirsi dopo la defecazione. Determina meno irritazione a livello anale.

Per apprezzare i benefici del trattamento conservativo, il paziente con trombosi emorroidaria può dover attendere da pochi giorni ad alcune settimane.
Il trattamento conservativo è più efficace, quando la diagnosi di trombosi emorroidaria è precoce.

Trombectomia emorroidaria: quando si attua e in cosa consiste?

La trombectomia emorroidaria rappresenta l'approccio di seconda linea, da mettere in pratica quando il trattamento conservativo si è dimostrato inefficace.
La trombectomia emorroidaria è un intervento chirurgico minimamente invasivo, che permette di rimuovere un coagulo sanguigno dall'interno di un'arteria o una vena delle emorroidi; la trombectomia emorroidaria prevede l'esecuzione di una piccola incisione a livello di dove, in base all'esame obiettivo, risiede il trombo.
È una soluzione terapeutica efficace, ma non esclude che possano esserci ricadute (ossia la formazione di un nuovo coagulo).


Curiosità

La trombectomia emorroidaria è un intervento di chirurgia ambulatoriale, che richiede l'anestesia locale.


Emorroidectomia: quando si attua e in cosa consiste?

L'emorroidectomia è l'approccio terapeutico riservato ai casi estremi, quando cioè il trattamento conservativo prima e la trombectomia emorroidaria poi si sono dimostrati del tutto inefficaci.
L'emorroidectomia è l'intervento di chirurgia alquanto invasivo, che prevede l'escissione delle emorroidi, al fine di risolvere in maniera definitiva tutti i problemi legati al loro prolasso, trombosi emorroidaria compresa.
Per chi si sottopone all'emorroidectomia, la fase post-operatoria è dolorosa e i tempi di recupero dall'intervento vanno dalle 2 alle 4 settimane.

Prognosi

Se la diagnosi è tempestiva, le probabilità di curare il problema della trombosi emorroidaria con successo, e senza il ricorso a trattamenti particolarmente invasivi, sono più che elevate.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza