Ultima modifica 23.10.2019

Generalità

L'ormone di rilascio della tireotropina è un piccolo pepetide prodotto dall'ipotalamo. Noto anche come TRH (acronimo dall'inglese “Thyrotropin Releasing Hormone”), una volta secreto dall'ipotalamo, raggiunge l'ipofisi anteriore, dove stimola il rilascio degli ormoni: tireotropina (TSH), prolattina (che assicura la montata lattea alla fine della gravidanza) e ormone della crescita (GH).
TRHSe per qualche motivo, il TRH non raggiunge l'ipofisi, quest'ultima non produrrà il TSH necessario e la tiroide non verrà indotta a produrre T3 e T4. Di conseguenza, il soggetto andrà incontro a una condizione di scarsa funzionalità tiroidea (ipotiroidismo).

In presenza di ipotiroidismo, è compito dell'endocrinologo accertare se la “responsabilità” della mancata stimolazione della tiroide sia da attribuire:

  • All'ipofisi, che per varie ragioni non secerne TSH (es. tumori o traumi dell'ipofisi);
  • All'ipotalamo, che non producendo il TRH, non stimola l'ipofisi a rilasciare il TSH.

Cos'è

Noto anche come Fattore di Rilascio della Tireotropina (TRF), il TRH è una piccola molecola, costituita dall'unione di tre amminoacidi: acido piroglutammico, istidina e prolina.

Il bersaglio dell'ormone è l'ipofisi anteriore (adenoipofisi).

Ruolo biologico e funzioni nell'organismo

TRH, acronimo di Thyrotropin Releasing Hormone, è un tripeptide ipotalamico dotato di un'importante azione endocrina. Il TRH agisce infatti su particolari cellule dell'ipofisi anteriore, stimolandole a secernere TSH e prolattina. Il TSH, a sua volta, ha come organo bersaglio la tiroide, dove esalta la sintesi e la secrezione ormonale aumentando il rilascio di T3 e T4.
Ipofisi e feedbackCome illustrato in figura, la secrezione di TSH (Thyroid Stimulating Hormone) è controllata anche dal livello plasmatico degli ormoni tiroidei, che al contrario del TRH esplicano un effetto inibitorio sia sul rilascio di TSH che nei riguardi del TRH stesso (e dei suoi recettori a livello ipofisario). Viceversa, bassi livelli plasmatici di ormoni tiroidei attivano il meccanismo omeostatico opposto, aumentando la secrezione di TRH e il conseguente rilascio di TSH. Anche un brusco calo della temperatura ambientale stimola l'ipotalamo ad aumentare la secrezione di TRH, dato che gli ormoni tiroidei accelerano il metabolismo, quindi la produzione di calore.
Oltre a stimolare la secrezione di prolattina e TSH, il TRH possiede attività extraendocrine non ancora perfettamente chiarite. Non a caso, sotto forma di precursore (pro-TRH), viene secreto in molti tessuti extraipotalamici, come la stessa tiroide (cellule C parafollicolari), il pancreas, il miocardio e gli organi riproduttivi.

Perché si Misura

Il test del TRH, noto anche come test di stimolazione del TSH, è un esame utile per lo studio della tiroide e, in misura minore, per approfondire eventuali cause dell'infertilità femminile.
Il test è indispensabile in alcuni casi di ipotiroidismo, per verificare se l'incapacità della tiroide di produrre gli ormoni tiroidei sia da imputare a:

  • Alterazioni della ghiandola tiroidea stessa (ipotiroidismo primario);
  • Mancato rilascio da parte dell'ipofisi anteriore del TSH (Thyroid Stimulating Hormon), l'ormone che stimola la tiroide (ipotiroidismo secondario ipofisario);
  • Incapacità dell'ipotalamo di secernere il TRH (ipotiroidismo ipotalamico).

Test di stimolo al TRH

Dopo la somministrazione esogena di TRH, i livelli di TSH raggiungono le massime concentrazioni plasmatiche entro 20-30 minuti. Una mancata risposta dei livelli di TSH all'iniezione di 200 µg di TRH si osserva in presenza di ipertiroidismo, ipotiroidismo secondario correlato a insufficienza ipofisaria e terapia con desametasone o corticosteroidi. Una risposta esagerata a questo test si osserva invece nei pazienti con ipotiroidismo primario, dovuto quindi a problemi tiroidei.
Per valutare la risposta del paziente all'iniezione di TRH, è ovviamente necessario confrontare i livelli di TSH post-somministrazione con quelli basali; l'esame richiede quindi un duplice prelievo di sangue venoso.
Oltre a valutare la riserva ipofisaria di TSH, il test di stimolo al TRH può valutare la riserva ipofisaria di prolattina. Dopo l'iniezione dell'ormone, la prolattinemia raggiunge i massimi livelli entro 10-30 minuti. Una mancata risposta al TRH si osserva nel panipopituitarismo e nei soggetti affetti da tumori prolattino-secernenti con iperprolattinemia.

Valori normali

Normalmente, dopo la somministrazione del TRH durante il test di stimolazione, si osservano le seguenti risposte:

  • La prolattina aumenta da 2 a 15 volte mezz'ora dopo l'iniezione e si stabilizza entro 90-120 minuti;
  • Il TSH raddoppia entro 20-30 minuti dall'iniezione, con valore massimo superiore a 10 mU/ml.

TRH Alto e Basso - Cause

La normale funzione del TRH può risultare compromessa in presenza di danni alle cellule dell'ipotalamo che sintetizzano l'ormone.

TSH

Se il TSH è alto ed aumenta dopo la stimolazione, è segno di ipotiroidismo; se invece il TSH non aumenta è probabile un ipertiroidismo.

In un soggetto ipotiroideo, una blanda risposta positiva orienta la diagnosi verso una lesione dell'ipofisi.

Prolattina

In un paziente in cui si riscontra un'eccessiva secrezione di prolattina, il risultato positivo del test orienta verso una causa non ipofisaria, mentre un esito negativo può indicare una lesione dell'ipofisi (adenoma).

Come si misura

Il test del TRH prevede la somministrazione al paziente dell'ormone sintetico, identico al prodotto naturale. Successivamente, il TSH viene misurato a tempi prefissati.
Si tratta quindi di un test dinamico: al dosaggio basale (primo dosaggio del TSH) segue l'inoculazione per via endovenosa di 200 microgrammi di TRH; poi, si eseguono altri 5 prelievi di sangue venoso a distanza di 15, 30, 45, 60 e 90 minuti dal dosaggio basale, allo scopo di misurare la risposta ormonale a questa stimolazione.
Il test al TRH per lo studio della secrezione di prolattina richiede di solito 6 prelievi, realizzati nelle 2 ore successive all'iniezione di TRH, a distanza di 15 minuti uno dall'altro.

Preparazione

Prima del test è necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, durante le quali è ammessa l'assunzione di una modica quantità di acqua.
Per evitare la puntura ripetuta della vena del braccio, si applica un'ago-cannula, che viene rimossa quando il paziente termina il test. Come tutti gli esami nei quali si somministra una sostanza, è necessario firmare il consenso informato.

Interpretazione dei Risultati

Il test del TRH è utilizzato per accertare se lo scarso funzionamento della tiroide è causato da:

  • Deficit insito nella tiroide stessa (ipotiroidismo primario);
  • Mancata stimolazione della ghiandola da parte del TSH (ipotiroidismo secondario).

Dopo la somministrazione con TRH, si possono osservare 5 diverse risposte (variazioni del TSH) a seconda del tipo di disfunzione:

  • Soggetto con normale funzione tiroidea: dopo 30 minuti dalla stimolazione, si osserva un aumento fisiologico dei valori di TSH;
  • Ipotiroidismo primitivo: aumento esagerato del TSH dopo 30 minuti (3-4 volte il valore basale);
  • Ipotiroidismo ipofisario: nessun aumento del TSH dopo 30 minuti;
  • Ipotiroidismo ipotalamico: aumento del TSH ritardato nel tempo (dopo almeno 60 minuti);
  • Ipertiroidismo: nessun aumento del TSH rispetto al valore basale.

In pratica, l'aumento fisiologico dei valori di TSH non si verifica nei casi in cui il disturbo sia di tipo ipofisario. In tale caso, l'ipofisi non reagisce allo stimolo e i valori basali di TSH già bassi non aumentano dopo la stimolazione con TRH. Viceversa, se l'ipofisi è sensibile al TRH, ma questo ormone non viene prodotto dall'ipotalamo, dopo 60-90 minuti dalla stimolazione l'ipofisi inizia a produrre TSH.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici