Toxoplasmosi in Gravidanza: Cosa C'è da Sapere

Generalità
La toxoplasmosi è una malattia infettiva causata da un protozoo: il Toxoplasma gondii.
L'ospite definitivo di questo parassita intracellulare obbligato è il gatto, nonostante possano infettarsi anche gli uccelli e altri mammiferi (ospiti intermedi).

La toxoplasmosi rappresenta un problema rilevante se viene contratta per la prima volta durante la gravidanza. Il Toxoplasma gondii può raggiungere, attraverso la placenta, il feto e provocare danni a carico del sistema nervoso e degli occhi oppure determina parto pretermine o morte intrauterina. Per questo motivo, in epoca preconcezionale o quanto prima possibile dall'inizio della gravidanza, quindi, viene indicata l'esecuzione di un esame del sangue, chiamato Toxo test, per valutare la presenza degli anticorpi specifici per la toxoplasmosi (IgG e IgM anti-Toxoplasma) e conoscere il proprio stato immunitario nei confronti del parassita. Qualora la futura mamma fosse già venuta a contatto con il Toxoplasma gondii prima della gravidanza, invece, non risulta suscettibile (poiché le persone che contraggono la malattia risultano generalmente immuni per il resto della vita) e non vi sono rischi per il feto derivanti da infezioni successive. In Italia, si stima siano il 30-40% delle donne in età fertile già protette nei confronti della toxoplasmosi.
Nel caso in cui la sierologia per la toxoplasmosi fornisca un esito negativo (quindi la gestante non risulta protetta nei confronti della toxoplasmosi) è importante seguire alcune precauzioni igieniche per ridurre il rischio di infezione e sottoporsi periodicamente al Toxo test. La diagnosi precoce e il trattamento con antibiotici della gestante possono prevenire o ridurre i danni fetali.
Cos’è
Cos’è la Toxoplasmosi
La toxoplasmosi è una fra le più comuni parassitosi contratte dall'uomo. L'agente eziologico – il Toxoplasma gondii - invade il citoplasma delle cellule e si moltiplica asessualmente all'interno di esse, portando alla produzione di oocisti. Solo nel tratto intestinale del gatto si verifica, invece, una riproduzione sessuata: le oocisti prodotte vengono emesse con le feci e restano infettanti nel terreno per mesi.
Qual è il Ruolo del Gatto nella Trasmissione della Toxoplasmosi?
- Il Toxoplasma gondii è un parassita intracellulare obbligato che compie una parte del suo ciclo vitale nell'intestino del gatto, che rappresenta l'ospite definitivo (in cui il parassita può realizzare tutto il ciclo biologico da cui infettare altri animali a sangue caldo, essere umano compreso). Il gatto può infettarsi quando si nutre di piccoli roditori e uccelli contaminati o ingerendo carne cruda.
- Dopo l'infezione, il gatto elimina con le feci gli elementi parassitari prodotti durante la fase intestinale (oocisti) per circa 10-15 giorni; in questo breve periodo, la quantità di oocisti che viene emessa nell'ambiente circostante può raggiungere l'impressionante cifra di 100 milioni.
- Quando le oocisti sono eliminate con le feci non sono infettanti, ma vanno incontro alla sporulazione, cioè devono maturare per alcuni giorni, mediamente 2-3 a 24 °C; il processo è condizionato, infatti, dalle condizioni climatiche (temperatura, umidità e disponibilità di ossigeno). Le oocisti sono resistenti all'azione dei più comuni disinfettanti e possono rimanere nell'ambiente, vitali e infettanti per oltre un anno (fino a 18 mesi), anche in condizioni climatico-ambientali difficili.
Cause
Toxoplasmosi in Gravidanza: in quali modi si può contrarre?
L'ingestione diretta del parassita con cibo o acqua contaminati dalle feci di gatto è la più frequente modalità di infezione (via oro-fecale).
La manipolazione della lettiera destinata alla raccolta delle feci del felino domestico o le normali attività di giardinaggio possono esporre al rischio. La contaminazione dell'acqua è un problema rilevante soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e riflette l'influenza di scadenti condizioni igieniche.
Tuttavia, il contagio può verificarsi anche cibandosi di carni crude o poco cotte di un altro ospite intermedio (specie di agnello, maiale e cacciagione) o portando alla bocca le mani che hanno manipolato vegetali, terriccio o altri materiali infettati dalle oocisti del T. gondii. Prosciutto crudo, salame o altri insaccati di maiale (soprattutto quelli di produzione artigianale) sono più frequentemente contaminati rispetto al manzo. Anche il latte di alcuni mammiferi (in particolare, bovino e suino) può veicolare il parassita. Questa modalità di infezione, però, è meno frequente, in quanto i parassiti vengono rapidamente distrutti a 50°C e non resistono alla pastorizzazione.
La toxoplasmosi può essere trasmessa, inoltre, per via transplacentare al feto, se la gestante è stata infettata durante la gravidanza o se, a causa di un'immunosoppressione, si riattiva una precedente infezione.
Rappresenta un'eccezione la trasmissione attraverso gli artropodi (come mosche, scarafaggi e lombrichi) che possono veicolare le oocisti dalle feci al piatto e tramite trasfusione di sangue (o emoderivati) e trapianto d'organo.
Decorso dalla Toxoplasmosi
Nell'infezione da Toxoplasma gondii è possibile distinguere due fasi successive:
- Toxoplasmosi primaria: nell'infezione acuta, il parassita si può ritrovare nel sangue e nei linfonodi in forma direttamente infettante; questa prima fase risulta generalmente asintomatica, poiché il sistema immunitario reagisce rapidamente impedendo lo sviluppo della malattia. Quando nell'ospite si sviluppa la risposta immunitaria protettiva al Toxoplasma gondii, la moltiplicazione del parassita cessa, ma si formano cisti tissutali che persistono nell'organismo in uno stato inattivo per anni (soprattutto nel cervello e nei muscoli).
- Toxoplasmosi riattivata: se le difese immunitarie vengono meno, il T. gondii presente in forma latente nell'organismo microrganismo può riattivarsi, tornare a riprodursi e indurre nuovamente la toxoplasmosi.
Concludendo, quindi, la possibilità di sviluppare la malattia è molto bassa per le persone immunocompetenti: l'infezione acuta passa quasi sempre inosservata o provoca sintomi lievi (febbricola, ingrossamento dei linfonodi, stanchezza), senza sequele significative.
Il rischio è, invece, alto per il feto e per i soggetti che sono o diventano immunodepressi a causa di una malattia o di un trattamento medico. In gravidanza, la toxoplasmosi può essere responsabile di gravi complicanze per il nascituro, soprattutto se occorre in epoca gestazionale precoce. Un'infezione congenita da Toxoplasma gondii può causare patologie all'occhio ed al sistema nervoso centrale. L'infezione di una donna in gravidanza può comportare anche un aborto spontaneo o lo sviluppo di difetti congeniti del nascituro.
Sintomi Toxoplasmosi in Gravidanza
Toxoplasmosi in Gravidanza: Quali Rischi?
Nella gestante, l'infezione è spesso asintomatica o, al massimo, provoca linfoadenopatia, astenia e cefalea, senza febbre.
Il pericolo maggiore è la trasmissione del parassita per via verticale al feto, che può esporre al rischio di danni a carico del sistema nervoso e degli occhi. La gravità dell'infezione fetale (toxoplasmosi congenita) dipendono dall'epoca della gestazione in cui avviene il contagio materno. In particolare, il rischio di conseguenze gravi per il feto è maggiore se la toxoplasmosi viene acquisita nel primo trimestre di gravidanza.
Se l'infezione viene contratta entro il sesto mese di gestazione, il bambino alla nascita può presentare una serie di anomalie caratteristiche, ossia: corioretinite bilaterale, calcificazioni intracraniche e idrocefalo (o microcefalia). A questi segni di carattere neurologico possono associarsi eruzioni cutanee, atrofia del nervo ottico, ittero, miocardite, polmonite, epatosplenomegalia e ritardo psicomotorio. Inoltre, possono verificarsi aborto spontaneo e parto pretermine.
I bambini con infezioni meno gravi, invece, hanno un alto rischio di sviluppare nistagmo, disabilità intellettive, convulsioni o altri sintomi anche a distanza di anni.
Diagnosi
Come viene diagnosticata la Toxoplasmosi?
La diagnosi di toxoplasmosi è basata prevalentemente sul test anticorpale (Toxo test), ossia sulla ricerca e sulla quantificazione di anticorpi specifici (IgM e IgG contro il parassita) mediante immunofluorescenza indiretta (IFA) o dosaggio immunoenzimatico (EIA).
Le IgM anti-toxoplasma compaiono nel corso delle prime 2 settimane di malattia acuta, con un picco tra la quarta e l'ottava settimana, prima di diventare indeterminabili (solo in certi casi, si possono riscontrare fino al 18° mese dall'infezione). Le IgG anti-toxoplasma compaiono, invece, più lentamente, segnalando che l'organismo ha già incontrato il parassita in passato; queste immunoglobuline raggiungono il picco in 1-2 mesi e possono rimanere alte e stabili per mesi o anni.
Per intenderci, in un soggetto sano, l'infezione pregressa produce un toxo test negativo per le IgM e una positività delle IgG.
Da Ricordare
Il Toxo test è un esame finalizzato a scoprire lo stato di immunizzazione nei confronti della toxoplasmosi che, se contratta in corso di gravidanza o nelle settimane che immediatamente precedono il concepimento, espone al rischio di aborto, parto pretermine o danni visivi e cerebrali a carico del feto.
Cosa significa Toxo test negativo?
Le IgG e IgM negative al toxo test (cioè assenti) indicano che la gestante è suscettibile di infezione, pertanto il toxo test andrebbe ripetuto regolarmente durante la gravidanza (ogni 4-5 settimane) e, al contempo, è importante porre attenzione alle norme igienico-comportamentali.
Un toxo test IgG positivo e IgM negativo significa, invece, che la gestante è già immune. Per quanto riguarda le IgG e IgM positive sono necessari esami di approfondimento che servono per accertare l'infezione e cercare di stabilire se sia avvenuta in corso di gravidanza o prima.
Come si accerta la trasmissione dell’Infezione Materna al Feto
In caso di infezione in gravidanza o in epoca periconcezionale, probabile ed accertata dal Toxo test, la gravidanza andrà seguita possibilmente da un'equipe specialistica, che, oltre all'esecuzione di monitoraggio ecografico di secondo livello, per sapere se effettivamente il Toxoplasma gondii ha oltrepassato la barriera placentare ed infettato il bambino, può indicare l'esecuzione di un'amniocentesi. Quest'indagine andrebbe eseguita possibilmente dopo la 18a settimana di gravidanza, mai prima che siano passate almeno 6 settimane dall'infezione materna.
Il campione di liquido amniotico prelevato durante l'indagine e sottoposto a PCR (reazione a catena della polimerasi). Questo test molecolare permette di confermare l'eventuale presenza del DNA del parassita, quindi diagnosticare il contagio fetale.
Dal monitoraggio ecografico, invece, possono risultare chiari i segni di danno fetale (calcificazioni intracraniche, idrocefalo, epatomegalia, ritardo di accrescimento intrauterino).
Dopo la nascita, il sospetto di toxoplasmosi congenita è confermato essenzialmente da indagini sierologiche e dalla presenza di segni di malattia, i quali possono comparire anche a distanza di anni, soprattutto in assenza di terapia.
Per saperne di più Toxo Test: Cos'è e Come Leggere i Risultati? Test Toxoplasmosi GravidanzaCosa Fare
Nella donna in gravidanza, l'infezione non implica necessariamente il contagio del feto.
La probabilità di trasmissione della toxoplasmosi al feto varia in funzione del periodo gestazionale in cui la madre ha contratto l'infezione: il rischio è basso all'inizio della gravidanza ed aumenta con il progredire della gravidanza. Al contrario, la gravità dei danni riportati dal figlio è tanto maggiore, quanto prima si verifica la trasmissione materno-fetale.
Toxoplasmosi in Gravidanza: quale trattamento è previsto?
Per quanto riguarda la donna gravida con infezione primaria, il trattamento antibiotico può ridurre il rischio di danni fetali. Sarà lo specialista a proporre il trattamento più idoneo in base alla datazione dell'infezione materna e al grado di certezza della diagnosi.
In particolare, è possibile tentare di bloccare il passaggio transplacentare del parassita al bambino con:
- Un trattamento antibiotico a base di spiramicina (se la toxoplasmosi è stata contratta durante il primo trimestre (ben tollerata e priva di tossicità per il feto, in quanto non attraversa la placenta)
oppure
- Un'associazione di pirimetamina e sulfadiazina, abbinata ad acido folinico (cioè 5-metil-tetraidrofolato: acido folico convertito in tetraidrofolato e addizionato di un gruppo metile) per contenere i rischi di danni da antagonismo con i folati (mielosoppressione). Quest'ultimo schema terapeutico è teoricamente più efficace nel caso il feto sia stato già infettato, ma risulta più tossico (la pirimetamina non deve essere usata durante il primo trimestre, in quanto è teratogena). Tale trattamento va dunque condotto sotto stretto controllo del medico e richiede un costante monitoraggio dell'emocromo.
Nel caso di probabile e accertata infezione in gravidanza o epoca periconcezionale, il bambino - anche se apparentemente sano - dovrà essere monitorato con accertamenti ambulatoriali, almeno per il primo anno di vita al fine di scongiurare eventuali danni che possono insorgere nel tempo.
Misure Igieniche e Precauzioni da adottare in Gravidanza
La prevenzione della toxoplasmosi richiede l'applicazione di semplici misure igieniche:
- Se c'è un gatto nell'ambito domestico non occorre allontanarlo, ma è sufficiente alimentarlo solo con cibi secchi o ben cotti e pulire la lettiera quotidianamente, in modo da eliminare anche le oocisti eventualmente presenti prima che diventino infettanti (circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, a una temperatura ambientale di 24°C e ad alta umidità).
- Durante questa operazione, indossare sempre i guanti di lattice per non venire in contatto con le feci. Non tutti i gatti sono portatori della toxoplasmosi, ma soltanto quelli che sono stati infettati dal parassita. Occorre, invece, prestare attenzione all'eventuale contatto con gli animali randagi.
- Per ridurre la possibilità di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza è indicato mangiare solo carne ben cotta, evitare salumi e insaccati crudi, bere latte pastorizzato e sbucciare o lavare abbondantemente con acqua o cuocere frutta e verdura. Il Toxoplasma gondii può essere distrutto in circa 3-4 minuti, da temperature di cottura di 60-67°C. Il parassita può essere ucciso anche mediante la salagione (1-2 settimane), l'affumicamento (12-72 ore) e il congelamento a -12,5 °C (24 ore).
- Prima del consumo, lavare accuratamente la frutta e la verdura, soprattutto se raccolta in orti nei quali i gatti hanno libero accesso. Indossare un paio di guanti per manipolare carni crude, pollame, pesce, frutta e verdure, fiori, terra (es. giardinaggio) e ogni altro materiale potenzialmente contaminato dalle feci di un gatto. In ogni caso, lavare sempre bene con acqua e sapone le superfici e gli utensili da cucina utilizzati ed evitare di portare alla bocca le mani sporche o dopo aver toccato il gatto.