Tisi: cos’è? Quali sono le cause e come si prende, sintomi e cura

Tisi: cos’è? Quali sono le cause e come si prende, sintomi e cura
Ultima modifica 21.04.2023
INDICE
  1. Cos’è
  2. Cause
  3. Sintomi e rischi
  4. Diagnosi e Cura

Cos’è

Che malattia è la Tisi?

La tisi è una forma di tubercolosi (TBC): più nel dettaglio, il termine tisi viene utilizzato per indicare la tubercolosi polmonare. Ricordiamo brevemente, infatti, che la TBC può colpire anche altre parti del corpo, trattandosi di una malattia multisistemica con una miriade di presentazioni e manifestazioni; meningite tubercolare, tubercolosi urogenitale, malattia di Pott e tubercolosi cutanea sono solo alcuni dei possibili esempi.

La tisi è, quindi, una malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis che micobatterio attacca prevalentemente i polmoni, distruggendo progressivamente gli alveoli (piccole "sacche" situate al termine dei bronchioli, nelle quali avvengono gli scambi tra ossigeno e anidride carbonica). La tisi può evolvere in quadri clinici gravi e, se non viene trattata, può portare al decesso.

Tisi: perché si chiama così?

In passato, nel linguaggio popolare, per indicare la tubercolosi polmonare veniva usato il termine consunzione (dal latino consumptio, cioè logoramento, usura poiché sembrava consumare le persone da dentro) o tisi (dal greco phthisis) ad indicare la principale caratteristica evolutiva della malattia, cioè l'escavazione del focolaio polmonare, con la sua evidente e grave conseguenza, l'emottisi, cioè l'emissione di sangue dalla bocca proveniente dai polmoni.

Curiosità: la tisi è stata presente sin dall'antichità (se ne hanno tracce sin dalla preistoria); attorno al 460 a.C., Ippocrate aveva identificato la tisi come la più diffusa malattia di tutti i tempi. Prima dei postulati (1882) del dottor Robert Koch che aveva isolato la vera causa della tubercolosi, le ipotesi avanzate sull'origine della tubercolosi furono moltissime e alcune di queste erano molto fantasiose. Basti pensare che durante il XIX secolo la consunzione era stata persino associata al vampirismo per giustificare le epidemie: in sintesi, chi era già deceduto sarebbe tornato per cibarsi della linfa vitale degli altri membri della comunità, da cui seguirono riesumazioni alla ricerca di tratti particolari e rituali per distruggere quanto rimaneva del tisico (Michael E. Bell, Vampires and Death in New England, 1784 to 1892).

Cause

Tisi: quali sono le cause?

La tisi è causata da un micobatterio gram positivo, strettamente aerobio, non capsulato, a forma di bastoncino: parliamo del Mycobacterium tuberculosis o bacillo di Koch.

Come si prende la Tisi?

La tisi si trasmette prevalentemente per via aerea, attraverso goccioline di saliva o di secrezioni bronchiali contenenti il micobatterio (droplets o flügge), emesse dal portatore dell'infezione durante la fonazione, i colpi di tosse, gli sputi e gli starnuti. Fortunatamente, la maggior parte delle persone che entrano a contatto con il Mycobacterium tuberculosis non sviluppa la malattia, che viene efficacemente spenta sul nascere dal sistema immunitario. Nella restante percentuale dei casi, invece, l'infezione progredisce verso la malattia che diventa attiva, quindi comporta sintomi spesso gravi e si trasmette con facilità.

La tisi è contagiosa?

La tisi è una malattia infettiva contagiosa. La trasmissione dell'infezione può avvenire solamente da persone con tubercolosi polmonare attiva, mentre quelle con infezione latente non sono mai contagiose.

Nei casi di tisi attiva, il rischio di trasmissione è determinato da fattori individuali (propri del paziente) e dalle caratteristiche del luogo di contatto (es. dimensioni della stanza, la ventilazione); in generale, la maggiore probabilità di trasmissione è data dalla concentrazione di batteri nell'espettorato, dalla gravità della tosse e dal contatto più stretto e/o più frequente. La catena di trasmissione va interrotta isolando i pazienti con la malattia attiva e iniziando un'efficace cura anti-tubercolare: dopo due settimane di trattamento, le persone con tisi attiva non resistente agli antibiotici cessano di essere contagiosi.

Il periodo di incubazione (tempo intercorso tra l'infezione e i primi segni di malattia) va dalle otto settimane a tutta la vita; la maggiore probabilità di progressione verso la malattia è entro i primi due anni dall'infezione. Se qualcuno viene infettato, saranno necessari almeno 21 giorni, o 3-4 settimane prima che questo possa trasmettere la propria malattia agli altri.

Sintomi e rischi

Tisi: come si manifesta?

La tisi si manifesta con sintomi a carico dell'apparato respiratorio, nonostante la malattia possa interessare anche altri organi. Tra questi la tosse, solitamente secca, è uno dei disturbi più comuni associati alla malattia.

Altri sintomi della tisi abbastanza comuni sono:

Se la tisi dura per più settimane e non viene trattata, possono comparire anche:

Possibili complicanze della Tisi

La tisi può diventare una malattia cronica e causare cicatrici estese nei lobi superiori dei polmoni, che sono più frequentemente colpiti rispetto a quelli inferiori.

Diagnosi e Cura

Tisi: quali esami sono utili alla diagnosi?

La tisi è curabile e può essere sconfitta con le cure appropriate, ma soprattutto con la diagnosi precoce dei soggetti malati, cioè dei soggetti con tubercolosi polmonare attiva, quindi infettiva.

L'esame preliminare più diffuso per diagnosticare una forma tubercolare è il test della tubercolina (Mantoux). La reazione positiva a questo test indica che il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Se la tubercolina è positiva, bisogna accertare o escludere una malattia attiva soprattutto nei polmoni, quindi si esegue una radiografia del torace. La diagnosi certa si effettua analizzando al microscopio l'espettorato e ponendolo in coltura per confermare la presenza del micobatterio tubercolare.

Trattamento della tisi: in cosa consiste?

La tubercolosi può essere efficacemente trattata con farmaci antibiotici, che hanno lo scopo di eradicare il Mycobacterium tuberculosis. In particolare, chi è stato colpito dalla tisi (forma attiva), viene prontamente sottoposto ad una terapia multifarmacologica, basata generalmente su quattro medicinali somministrati in associazione tra di loro: rifampicina, etambutolo (o streptomicina), isoniazide e pirazinamide. Tale "cocktail" può variare nel tempo qualora la combinazione scelta non sortisca l'effetto terapeutico sperato, cioè ottenere la guarigione, debellando il microrganismo ed evitando la recidiva.

Il paziente affetto da tisi deve assumere gli antibiotici per un periodo di almeno 6-9 mesi. Questo lasso di tempo, così come il tipo di medicinali impiegati nelle varie fasi, viene attentamente calcolato dal medico sulla base dell'età, dello stato generale di salute dell'assistito, della gravità e localizzazione della malattia, nonché del grado di resistenza del ceppo batterico ai vari medicinali.

Per approfondire, consigliamo la lettura dei seguenti articoli:

Bibliografia:

  • Tubercolosi, Ministero della Salute (sito web)
  • Tubercolosi, ISS (sito web)

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici