Introduzione
Durante la gravidanza, la corretta funzionalità della tiroide materna è essenziale per garantire la salute della gestante e il corretto sviluppo, soprattutto cerebrale, del nascituro.
Com’è noto, la gravidanza è, per il corpo della futura madre, un periodo di nuovi e continui adattamenti; questi adattamenti coinvolgono, sin dal concepimento, anche la tiroide, così che possa prepararsi al meglio ad accogliere e sostenere la nuova vita.
Tiroide in Gravidanza
Fisiologia della Tiroide Materna durante la Gravidanza
La gravidanza è, per la tiroide, un periodo di maggior carico funzionale; nelle donne incinte, infatti, la tiroide aumenta la secrezione degli ormoni tiroidei per vari motivi, tra cui:
- La maggior sintesi di globulina legante la tiroxina (Thyroxine-Binding Globulin o TBG). Dovuta agli estrogeni placentari, la maggior sintesi di TBG induce una riduzione della frazione libera metabolicamente attiva degli ormoni tiroidei; questo evento rappresenta, per l’organismo, un segnale utile a innescare il processo biologico finalizzato alla produzione di nuovi ormoni tiroidei: con il calo della frazione libera degli ormoni tiroidei, infatti, aumentano i livelli di TSH, l’ormone ipotalamico che ricopre l’importante funzione di stimolare la tiroide nella sua attività secretoria. In definitiva, durante una normale gravidanza, si assiste a un leggero aumento dei livelli di TSH, ad alti livelli di TBG e tiroxina totale (l’ormone tiroideo quantitativamente più importante) e a livelli di tiroxina libera nella norma (è bene ricordare che la concentrazione di estrogeni, soprattutto quella dell’estriolo placentare, aumenta costantemente durante una gravidanza).
- L’aumento del volume plasmatico e della quantità di sangue circolante. Favorendo la diluizione delle sostanze presenti nel sangue, compresi gli ormoni tiroidei, l’aumento del volume plasmatico e della quantità di sangue circolante stimolano l’attività secretoria della tiroide, al fine di mantenere stabile la concentrazione plasmatica degli stessi ormoni tiroidei. L’aumento del volume plasmatico e della quantità di sangue circolante continua per tutta la gravidanza
- L’enzima iodotironina-monodesiodasi di tipo III prodotto dalla placenta. tale enzima inattiva gli ormoni tiroidei materni, il che costituisce, per l’organismo, un altro segnale utile a stimolare la sintesi del TSH ipotalamico e la conseguente attività secretoria della tiroide. È da segnalare che la produzione dell’enzima iodotironina-monodesiodasi di tipo III diviene importante dal terzo mese di gravidanza in poi, ossia quando il volume della placenta tende ad aumentare in modo rilevante.
- Il legame della gonadotropina corionica (HCG) ai recettori tiroidei del TSH. Conseguenza delle analogie strutturali esistenti tra i due ormoni, il legame in questione comporta una stimolazione dell’attività secretoria della tiroide, stimolazione da cui deriva un aumento degli ormoni tiroidei. Chiaramente, gli effetti dell’HCG sono inferiori a quelli del TSH, il quale è il ligando fisiologico dei recettori tiroidei. È opportuno ricordare ai lettori che la produzione di HCG inizia durante la prima settimana dopo il concepimento e raggiunge la massima concentrazione sierica al terzo di mese di gravidanza; dopodiché comincia lentamente a decrescere (ciò spiega il lieve incremento dei livelli sierici di tiroxina libera durante le prime settimane di gravidanza, accompagnato da una riduzione della concentrazione plasmatica di TSH).
In base a quanto sopra descritto, le evidenze scientifiche suggeriscono che, durante la gravidanza, la sintesi degli ormoni tiroidei subisca un incremento medio variabile dal 40 al 60% (quota che rispecchia la somministrazione esogena di L-tiroxina normalmente suggerita alle gestanti atiroidee, ossia prive della tiroide); dal momento che tale sintesi necessita della presenza di quantitativi adeguati di iodio, il fabbisogno di tale minerale aumenta sensibilmente durante la gravidanza, anche in conseguenza dell'aumentata clearance renale dello stesso (dovuta all'incremento del flusso ematico renale e della velocità di filtrazione glomerulare) e della quota messa a disposizione del feto per il suo sviluppo.
Sulla base di attendibili studi scientifici, gli esperti hanno concluso che, nel corso di una gravidanza fisiologica, la tiroide materna subisce un incremento volumetrico pari a circa il 13%, mentre il fabbisogno di iodio della gestante aumenta di circa un 50-60%.
Disfunzioni
Disfunzioni della Tiroide in Gravidanza: quale rischio per il nascituro?
INTRODUZIONE
Sin dalle prime fasi dell’embriogenesi, gli ormoni tiroidei materni sono indispensabili per la crescita, la differenziazione e la maturazione di molti tessuti, in particolare quelli che costituiscono il sistema nervoso centrale.
Con il prosieguo della gravidanza, l'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide fetale si sviluppa e ciò comporta, per il feto stesso, una maggiore indipendenza dalla madre; la conferma di ciò proviene dalla placenta, la quale diviene nel tempo una barriera nei confronti degli ormoni tiroidei e del TSH, opponendosi al loro libero scambio tra il compartimento materno e quello fetale.
Il feto acquisisce la capacità di sintesi degli ormoni tiroidei intorno alla X-XII settimana di gestazione; è quindi essenziale che, durante il primo trimestre di gravidanza, la madre presenti adeguate concentrazioni di ormoni tiroidei nel proprio sangue.
DISFUNZIONI TIROIDEE: CARENZA DI IODIO NELLA MADRE
Se nell'adulto l’apporto di iodio necessario a mantenere una funzione tiroidea normale è di almeno 150 μg al giorno, durante la gravidanza l'apporto iodico consigliato sale a 220-250 µg/die.In presenza di quantitativi insufficienti di iodio:
- La sintesi degli ormoni tiroidei è compromessa;
- I livelli plasmatici degli stessi ormoni tiroidei risultano insufficienti. Tale condizione prende il nome di ipotiroidismo. Nella gestante, il mancato trattamento dell’ipotiroidismo può causare ipertensione gravidica con o senza preeclampsia (più altre conseguenze sul feto, le quali sono riportate nella prossima sezione);
- I livelli del TSH ipotalamico aumentano, nel tentativo disperato di stimolare l'attività endocrina della tiroide. Questa situazione comporta un aumento volumetrico della tiroide, condizione che, in medicina, è nota come gozzo.
Lo sapevi che…
In gravidanza, il gozzo interessa soprattutto le gestanti che vivono in aeree a carenza iodica non compensata da integrazioni specifiche (come il sale iodato).
DISFUNZIONI TIROIDEE: CARENZA DI IODIO NEL FETO
La carenza di iodio si riflette negativamente anche sulla tiroide fetale, la quale, al pari di quella materna, necessita del minerale in questione per la sintesi degli ormoni tiroidei.
L'importanza degli ormoni tiroidei per il corretto sviluppo fetale è lampante nei casi di cretinismo congenito dovuto al mancato sviluppo della tiroide fetale; i bambini che ne sono affetti, infatti, si caratterizzano per lo sviluppo osseo ed articolare del tutto patologico, associato a nanismo e sordomutismo, con aspetto caratteristico: labbra e palpebre particolarmente ispessite, lingua all'infuori, pelle squamosa, capo molto sviluppato, fronte corrugata e bocca semiaperta.
È opportuno precisare che, nei Paesi del Mondo sviluppati, grazie i programmi di screening presenti, gli effetti appena descritti si verificano molto di rado.
DISFUNZIONI TIROIDEE: GLI EFFETTI DELL’IPOTIRIDISMO MATERNO SUL FETO
Gli esperti hanno osservato come le donne affette da ipotiroidismo subclinico corrano un maggior rischio di dare alla luce bambini con difetti dell'intelligenza e disturbi dell'apprendimento più o meno marcati. Tra le altre possibili complicanze dell'ipotiroidismo materno non trattato, inoltre, figurano anche: il distacco placentare, il basso peso alla nascita, la nascita di feto morto, le malformazioni congenite, l'emorragia post-partum.
DISFUNZIONI TIROIDEI: GLI EFFETTI DELL’IPERTIROIDISMO MATERNO SUL FETO
Allo stesso modo dell’ipotiroidismo materno, anche l'eccessiva concentrazione di ormoni tiroidei nel sangue della gestante, ossia l’ipertiroidismo materno o gestazionale, è responsabile di problemi; l'ipertiroidismo gestazionale, infatti, è associato a un aumentato rischio di:
- Parto prematuro;
- Distacco della placenta;
- Morte fetale o perinatale;
- Basso peso alla nascita.
La più comune causa di ipertiroidismo materno in gravidanza è la malattia di Graves-Basedow, la quale conduce allo sviluppo di autoanticorpi contro il recettore del TSH e stimola, in conseguenza di ciò, l'attività endocrina della ghiandola tiroidea.
L’ipertiroidismo in gravidanza rappresenta, per la madre, una possibile causa di preeclampsia.
Prevenzione
Come Prevenire le Disfunzioni della Tiroide in Gravidanza
Alla luce di quanto descritto nel precedente capitolo, le donne che stanno programmando una gravidanza dovrebbero eseguire lo screening tiroideo prima o al massimo all'inizio della gestazione.
In particolare, i medici ritengono fondamentale il dosaggio del TSH, degli anticorpi Anti-TPO e della quota libera di T3 e T4.
Uno screening tiroideo accurato permette di individuare eventuali problemi alla tiroide e intervenire, laddove ce ne sia bisogno, con il rimedio più opportuno.
Grazie alle moderne terapie farmacologiche, le donne affette da alterazioni della tiroide possono vivere la propria gravidanza con serenità, scongiurando il rischio di effetti avversi per il feto.