Consigli e rimedi per prevenire e trattare la stitichezza del lattante e del bambino

Ultima modifica 12.02.2020

« stitichezza del neonato, stipsi del bambino


Nel paragrafo precedente abbiamo descritto le più comuni cause di stipsi funzionale (condizione scorporata da qualsivoglia anomalia strutturale o metabolica). Il problema, di conseguenza, andrà affrontato cercando di porre rimedio ai fattori causali appena elencati.

Nelle prime settimane di vita, se le evacuazioni sono diradate ma le feci mantengono la loro consistenza morbida, cremosa e ricca di acqua, in genere non è richiesto alcun trattamento, anche quando il bambino si dimostra sofferente nel tentativo di evacuare. Abbiamo infatti visto come tale sofferenza appartenga in realtà ad un normale processo di crescita, durante il quale il neonato apprende un po' alla volta a contrarre soltanto i muscoli necessari ad evacuare; diamogli quindi il tempo di fare pratica, senza immotivate preoccupazioni o interventi curativi inutili se non addirittura dannosi. Stitichezza del bambinoSolo in casi estremi, e sotto consiglio del pediatra, si può ricorrere ad un microclistere di glicerina.

Se la stitichezza vera (feci dure, evacuazioni dolorose e poco frequenti) compare in un bambino alimentato con latte artificiale, il problema può essere risolto aumentando l'apporto di liquidi, ad esempio diluendo le preparazioni in polvere in maggiori quantità di acqua. Nei casi di stitichezza più ostinata può essere utile - dopo aver ottenuto il parere positivo del pediatra - mettere un po' di succo di mela, di pera, di uva bianca o di prugna in aggiunta all'acqua del biberon.

Una sottostante allergia alle proteine del latte vaccino può essere evidenziata da sintomi come problemi digestivi, vomito, orticaria, infiammazione rettale e difficoltà respiratoria (dispnea); se il sospetto è fondato, può essere presa in considerazione una dieta di esclusione della durata di 2-4 settimane (eliminare il latte vaccino per questo lasso di tempo e vedere che succede, quindi reintrodurlo per ottenere la conferma o meno che la stitichezza e gli altri disturbi dipendano effettivamente da questa allergia).

Il cardine della terapia della stipsi nei bambini più grandicelli è quello di rendere l'evacuazione non più dolorosa, ma confortevole. A fini preventivi, è importante rendere le feci più morbide attraverso la generosa somministrazione di liquidi e "rammollitori" fecali; tra questi il più sano e naturale è dato dalla fibra alimentare contenuta negli alimenti vegetali, spesso non graditi al piccolino. Il problema può essere raggirato cercando di identificare gli alimenti graditi al proprio figlio, anche in relazione alla forma con cui si presentano. La frutta, ad esempio, può essere servita con un cucchiaio di gelato o panna montata, o semplicemente "abbellita" con un po' di fantasia (tagliarla a spicchi per comporre un fiore, un sole, una faccia sorridente). La verdura, invece, può essere tritata e "nascosta" nel sugo o nel ripieno di polpette o tortelli. In questo contesto risulta alquanto importante anche il buon esempio dato dai genitori; se mamma e papà dimostrano di apprezzare le verdure, è infatti più facile che anche il bambino le ami. Attenzione, comunque, ad evitare situazioni conflittuali ed imposizioni troppo rigide al momento dei pasti, dato che la stitichezza del bambino comporta già di per sé un importante stress psicologico per tutta la famiglia. Oltre ad ammorbidire le feci, è ovviamente necessario curare eventuali patologie anali che rendono dolorosa l'evacuazione; a tal proposito sono utili i rimedi contro la stipsi, che rendono le feci più morbide e poltacee; altrettanto importante risulta l'accurata igiene intima e - nei casi più gravi - una terapia topica a base di pomate antibatteriche, analgesiche ed epitelizzanti.

Oltre all'alimentazione, è molto importante educare il bambino alla corretta posizione durante l'uso dei servizi igienici. L'utilizzo del vasino, per esempio, è assai più consono dal punto di vista posturale rispetto al WC, che costringe il bambino a una postura innaturale con le mani sulla ciambella per non cadere, le ginocchia unite ed i piedi a penzoloni. Se non si dispone di un bagno alla turca ed il bambino preferisce utilizzare il WC perché così facendo si sente "grande", è consigliabile l'utilizzo congiunto degli appositi riduttori e di uno sgabello da porre ai piedi del WC, che consenta al bambino di tenere le ginocchia distanti e le piante dei piedi saldamente appoggiate su questo rialzo (per un corretto posizionamento è infatti necessario che il bambino possa appoggiare i piedi a terra o sullo sgabello).

Un'altra semplice misura per normalizzare la defecazione nel bambino stitico è il cosiddetto "toilet training", che consiste nell'invitarlo ad evacuare nel bagno di casa in momenti prestabiliti della giornata (tardo pomeriggio, dopo cena), senza fargli troppa fretta. In questo ambiente, infatti, può godere del massimo grado di comfort, privacy e igiene.

Soltanto quando tutti questi accorgimenti non funzionano, per risolvere la stitichezza del bambino, il pediatra può prescrivere appositi presidi, come fermenti lattici probiotici, preparati di fibre o rammollitori fecali. Tra questi ultimi ricordiamo i lassativi osmotici, come il lattitolo ed il lattulosio, ed il polietilenglicole. L'uso prolungato dei lassativi stimolanti (senna, aloe succo e bisacodile) non è raccomandato per risolvere la stitichezza nel bambino; inoltre, poiché l'impiego di qualsiasi metodo lassativo tende a dare assuefazione, è importante accordarsi con il medico circa la frequenza delle applicazioni nel bambino stitico.