Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. A cosa serve
  4. Come viene posizionato
  5. Preparazione
  6. Complicanze e Rischi

Generalità

Lo stent ureterale è un tutore sottile e morbido che viene introdotto nell'uretere per mantenerlo libero e facilitare il transito dell'urina, dal rene alla vescica.

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Questo piccolo tubicino viene utilizzato per prevenire o risolvere rapidamente un quadro di ostruzione delle alte vie urinarie, secondario a calcoli renali, stenosi, tumori o altre condizioni patologiche.

Lo stent ureterale va dalla pelvi renale fino alla vescica, quindi non ha parti visibili all'esterno del corpo. Questo tipo di tutore viene lasciato in sede per un periodo variabile da pochi giorni a svariate settimane.

Di norma, lo stent ureterale viene inserito tramite il supporto di un cistoscopio, in modo tale da verificarne il corretto posizionamento. Il tutore introdotto nell'uretere può presentare varie caratteristiche, ma, di solito, è dotato di una o due estremità arrotolate. Questa conformazione assicura il mantenimento dello stent ureterale in sede.

Cos’è

Breve premessa: cosa sono gli ureteri?

Gli ureteri sono due canali che originano dai reni e decorrono verso il basso, parallelamente alla colonna vertebrale, mettendo in comunicazione questi organi alla vescica.

Che cos'è lo stent ureterale?

Lo stent ureterale (o tutore ureterale) è un sottile tubo, che viene introdotto lungo uno o entrambi gli ureteri. La sua funzione consiste nel mettere in comunicazione il rene con la vescica, risolvendo in tempi rapidi l'ostruzione del flusso d'urina.

Gli stent ureterali sono quasi sempre interni ed autostatici, cioè hanno una o entrambe le estremità avvolte su sé stesse; questa conformazione rende i tutori stabili nella loro sede, senza risalire verso il rene o scendere nella vescica.

Le principali patologie per il quale viene indicato il posizionamento dello stent ureterale sono:

Caratteristiche e tipologie di stent ureterale

  • Lo stent ureterale è un tutore morbido e flessibile, realizzato solitamente in materiale plastico.
  • A differenza di un catetere ureterale, lo stent termina in vescica. Una volta posizionato, questo tubicino risulta invisibile dall'esterno, in quanto mantenuto completamente all'interno del paziente. Il catetere ureterale prosegue, invece, nell'uretra e fuoriesce all'esterno insieme al catetere vescicale.
  • In base alla patologia del paziente, lo stent ureterale può essere monolaterale o bilaterale.
  • Approssimativamente, le dimensioni del tutore sono paragonabili a quelle di uno spaghetto. Nei pazienti adulti, la lunghezza dello stent ureterale varia dai 24 ai 30 cm. Anche il diametro e lo spessore del tubicino sono diversi, per meglio adattarsi all'uretere del paziente.
  • Le tipologie di stent ureterale possono essere molteplici. Nella maggior parte dei casi, viene usato un dispositivo dotato di due "riccioli" alle estremità. Questa conformazione - denominata in termini tecnici "double J" o "double pigtail" - assicurano il mantenimento in sede dello stent ureterale: un'estremità rimane nella pelvi renale e l'altra nella vescica.

A cosa serve

Lo stent ureterale permette il drenaggio dell'urina dal rene direttamente in vescica o in un apposito dispositivo di raccolta.

Questo piccolo tubicino viene utilizzato, in pratica, per prevenire o risolvere rapidamente una compromissione nel funzionamento (come può accadere, ad esempio, nel caso di un tumore anche a carico di un altro organo vicino) o un'ostruzione delle alte vie urinarie da causa intrinseca o estrinseca (es. calcoli renali). In ambito chirurgico, lo stent ureterale è utile anche per evitare l'insorgenza di fastidiose complicanze post-operatorie, secondarie all'infiammazione dell'uretere o dei tessuti limitrofi che si può verificare per la manovra stessa.

Stent ureterale a lunga permanenza o temporaneo

Lo stent ureterale può essere:

  • A lunga permanenza: il posizionamento e la sostituzione si verificano regolarmente per alcuni mesi o anni. Lo stent a lunga permanenza viene utilizzato allo scopo di by-passare le ostruzioni delle vie urinarie, in presenza di varie patologie, per consentire la perfetta guarigione della parete ureterale.
  • A breve permanenza: il dispositivo è mantenuto in sede temporaneamente, per pochi giorni o qualche settimana. Questi stent ureterali vengono utilizzati, di solito, in associazione a procedure chirurgiche sul tratto urinario o in prossimità di esso, per proteggere gli ureteri da eventuali lesioni e facilitare il recupero funzionale post-operatorio.

Stent ureterale: quando viene indicato dal medico?

Lo stent ureterale ha una valenza terapeutica: una volta introdotto nel lume dell'uretere, questo tubicino ne mantiene la pervietà, in modo da consentire il deflusso dell'urina verso l'esterno. Il tutore previene, inoltre, un danno da stasi renale, preservando la funzionalità dei reni, fino alla rimozione del calcolo o alle risoluzione di altre cause di ostruzione urinaria.

Le indicazioni al posizionamento dello stent ureterale comprendono:

  • Stenosi ureterale (restringimento);
  • Calcolosi delle vie urinarie;
  • Tumori a carico dell'apparato urinario;
  • Processi neoplastici a carico di organi contigui, in grado di causare una compressione dell'uretere;
  • Malattie del retroperitoneo.

L'introduzione dello stent ureterale può risultare, talvolta, difficoltosa o impossibile. In questi casi, a seconda del tipo di ostruzione, può essere proposto al paziente una nefrostomia percutanea.

Come viene posizionato

Il posizionamento di uno stent ureterale è procedura endoscopica mini-invasiva.

Di solito, il tutore viene fatto risalire nell'uretere attraverso l'uretra per via retrograda, grazie al supporto di un filo-guida ed un cistoscopio flessibile (strumento molto usato in campo urologico, alla cui estremità si collega lo stent). La corretta posizione dell'estremo superiore dello stent viene verificata durante la procedura grazie alla radioscopia (raggi X).

In alternativa, lo stent ureterale può essere posizionato per via anterograda percutanea o con tecnica combinata.

Di solito, la procedura viene realizzata in regime ambulatoriale, previa somministrazione di un'anestesia locale.

Procedura di inserimento

L'applicazione e l'eventuale successiva sostituzione dello stent ureterale vengono effettuate in corso di cistoscopia e con l'ausilio di una guida radiologica, che ne verifica la corretta posizione.

Lo stent ureterale viene mantenuto all'interno dell'organismo per periodi di tempo che vengono stabiliti, di volta in volta, dal medico di riferimento, sulla base della patologia del paziente e dei dati clinici. Lo stent ureterale a doppio ricciolo può restare in sede fino a 6-8 mesi, ma deve essere controllato e sostituito per prevenire o evitare la comparsa di complicanze infettive.

Dopo il posizionamento

Dopo la procedura, il paziente deve iniziare una terapia con antispastici vescicali, per evitare il cistospasmo da intolleranza dell'estremo vescicale dello stent.

Inoltre, è raccomandabile bere molto allo scopo di avere una diuresi abbondante per ridurre le probabilità di contrarre un'infezione urinaria.

Rimozione dello stent ureterale

Di solito, la rimozione dello stent ureterale viene realizzata dal medico con una procedura ambulatoriale, che comporta l'introduzione in vescica di un cistoscopio dotato di una pinza.

Da ricordare

Qualora sia necessario il mantenimento del tutore ureterale per periodi prolungati, è prevista una periodica sostituzione dello stesso per limitare le probabilità di incorrere in infezioni del tratto urinario. Con il trascorrere del tempo, inoltre, in relazione alle caratteristiche chimico-fisiche delle urine dei pazienti, lo stent ureterale è soggetto ad incrostazioni.

Durata dell'intervento

In relazione al tipo di ostruzione ed alle condizioni generali del paziente, la procedura di posizionamento dello stent ureterale è eseguita in "day surgery" o in regime di ricovero ospedaliero.

I tempi per l'esecuzione dell'intervento sono molto variabili: da pochi minuti a tempi più lunghi (circa 15-20 minuti), nel caso in cui ci si trovi di fronte ad un'ostruzione più complessa.

Preparazione

Prima di posizionare uno stent ureterale, è necessario un regime di antibiotico profilassi, per un periodo che dovrà essere indicato dal medico, in base alle necessità del caso.

Complicanze e Rischi

Lo stent ureterale è un tubicino morbido ed elastico, che consente di condurre una vita pressoché normale. Per alcuni pazienti, però, questo dispositivo risulta poco tollerabile e può determinare una sofferenza della mucosa ureterale.

Complicanze precoci

Nei primi giorni dopo l'intervento, è possibile l'insorgenza di disturbi urinari di tipo irritativo (come bruciore, frequenza e sensazione di dover urinare anche quando la vescica è vuota). Questi effetti collaterali dello stent ureterale possono essere alleviati con opportuni farmaci sintomatici.

Altre complicanze precoci comprendono:

  • Presenza di sangue nelle urine (ematuria) dovuta al traumatismo e all'irritazione delle pareti ureterali (in genere, questa manifestazione si risolve spontaneamente);
  • Dolore lombare correlato al reflusso di urina verso il rene, che lo stent determina durante la minzione (nota: il reflusso vescico-renale è un'evenienza che può richiedere il posizionamento ed il mantenimento di un catetere vescicale).

Complicanze tardive

La permanenza prolungata dello stent ureterale può determinare la comparsa di complicazioni come:

  • Sanguinamento (di norma, scarso);
  • Dislocazione dello stent, che può richiedere un riposizionamento;
  • Sviluppo di incrostazioni;
  • Infezioni;
  • Frattura del tutore;
  • Erosione ureterale;
  • Ostruzione dello stent (conseguente a cicatrizzazione dei tessuti ureterali o costrizione estrinseca da parte di una massa neoplastica);
  • Perforazione di organi adiacenti, quali intestino o vescica.

L'eventuale arrotolamento o annodamento dello stent all'interno dell'uretere provoca tipicamente sintomi urinari irritativi, fra cui:

  • Urgenza minzionale;
  • Aumentata frequenza delle minzioni (pollachiuria);
  • Senso di incompleto svuotamento della vescica dopo la minzione;
  • Ematuria;
  • Dolore addominale, pelvico o al fianco durante ed appena dopo la minzione.

Tali disturbi sono generalmente temporanei e si risolvono con la rimozione dello stent ureterale.

Quando rivolgersi al medico?

Se dopo una settima dall'intervento, si manifestano il dolore ed una febbre persistente, è opportuno consultare il medico o l'urologo di riferimento, in quanto è probabile un malfunzionamento dello stent ureterale.

Precauzioni ed avvertenze

  • I pazienti con stent ureterale possono avere una vita del tutto normale, eccetto per un eventuale fastidio durante lo sforzo fisico intenso. Quando è presente molto fastidio o dolore è possibile trarre beneficio dall'assunzione di antidolorifici (es. paracetamolo o antiinfiammatori non steroidei) e/o farmaci alfa-litici (es. tamsulosina, alfuzosina ecc.) indicati dal medico.
  • Dopo il posizionamento di uno stent ureterale, è consigliabile bere molta acqua per prevenire un'infezione urinaria e ridurre la presenza di sangue nelle urine. Un'abbondante idratazione contribuisce, inoltre, al trattamento dei calcoli.
  • Per quanto riguarda l'attività sessuale, è consigliata cautela e l'utilizzo di profilattici per la protezione da malattie sessualmente trasmissibili. Nell'uomo, lo stent ureterale è posizionato sulla prostata e, durante l'eiaculazione, può causare irritazione e dolori pelvici crampiformi.
  • Durante la permanenza dello stent ureterale in sede, il paziente deve sottoporsi a controlli radiografici, ecografici e di laboratorio, in relazione alla patologia ostruttiva per la quale si è proceduti al posizionamento del tutore ed alle raccomandazioni del proprio medico.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici