Spasticità: Definizione, Cause, Sintomi, Cura

Ultima modifica 12.11.2019

Generalità

La spasticità è un disturbo che consiste nell'eccessivo e anomalo aumento del tono muscolare. Più precisamente, la spasticità è caratterizzata da spasmi di uno o più muscoli scheletrici e dall'aumento del tono dei riflessi di stiramento.
SpasticitàGeneralmente, la spasticità costituisce il segno clinico di gravi patologie di base, che possono avere diversa origine e natura.
La spasticità è una condizione fortemente debilitante, le cui conseguenze possono essere anche gravi; da qui l'importanza dell'individuare il trattamento che meglio si adegua alle caratteristiche di ciascun paziente, in modo tale da migliorarne, per quanto possibile, la qualità della vita.

Cause

La spasticità è un segno clinico derivante da gravi condizioni e/o patologie di base. Fra le principali cause che possono provocare l'insorgenza di questo disturbo, ricordiamo:

Sintomi e Conseguenze

Come accennato, solitamente, la spasticità costituisce essa stessa il sintomo di una condizione patologica di base. Ad ogni modo, questo disturbo è frequentemente associato ad altri sintomi, quali spasmi dolorosi e debolezza muscolare.
Nei pazienti affetti da spasticità si può assistere alla comparsa di lievi compromissioni della motilità, fino ad arrivare alla completa perdita del controllo dei muscoli scheletrici. In quest'ultimo caso, si può parlare di:

  • Monoparesi, quando il deficit motorio interessa un solo arto;
  • Paraparesi, se il deficit motorio interessa entrambi gli arti inferiori;
  • Tetraparesi, quando il deficit motorio interessa tutti e quattro gli arti e, in alcuni casi, anche i muscoli del tronco e del collo;
  • Emiparesi, quando il deficit motorio riguarda solamente un lato del corpo.

Infine, la spasticità può portare a conseguenze anche gravi, quali: disturbi dell'equilibrio, atassia, disartria, difficoltà di deglutizione, accorciamenti tendinei, retrazioni muscolari e deformazione delle articolazioni.

Diagnosi

La diagnosi di spasticità dev'essere effettuata dal medico, che procederà valutando la resistenza che i muscoli scheletrici oppongono ai movimenti passivi.
Solitamente, la valutazione di tale resistenza viene effettuata utilizzando uno strumento chiamato "scala di Ashworth" che - assegnando un numero compreso fra 0 e 4 - classifica le anomalie del tono muscolare scheletrico nel seguente modo:

  • 0: assenza di modificazione del tono muscolare durante la mobilizzazione;
  • 1: aumento moderato del tono muscolare con "sensazione di gradino" quando l'arto viene flesso o esteso;
  • 2: aumento evidente del tono muscolare, nel quale però la mobilizzazione è ancora possibile;
  • 3: considerevole aumento del tono muscolare, in cui la mobilizzazione risulta essere difficoltosa;
  • 4: contrattura fissa in estensione o in flessione.

Trattamento

Come abbiamo visto, la spasticità è un disturbo che può influire negativamente sulla qualità della vita dei pazienti che ne soffrono; per questo risulta fondamentale il suo trattamento.
Generalmente, si ricorre a più strategie terapeutiche in contemporanea. Più nel dettaglio, a una terapia farmacologica di base si affiancano diversi trattamenti fisioterapici, mirati a rinforzare i muscoli sani e a mobilitare, per quanto possibile, quelli colpiti dalla spasticità.
Il trattamento farmacologico, invece, è sintomatico e serve soprattutto per dare sollievo al paziente dal dolore, che spesso si associa alla spasticità, e per facilitare lo svolgimento della fisioterapia.
Fra i principali farmaci antispastici dei muscoli scheletrici attualmente impiegati in terapia, ricordiamo:

  • Il diazepam (Valium® soluzione iniettabile), una benzodiazepina che trova impiego nel trattamento di vari disturbi, ma che viene utilizzata anche per trattare la spasticità dovuta a lesioni del midollo spinale, oppure causata da paralisi cerebrale. Tuttavia - alle dosi che è necessario somministrare per ridurre in maniera significativa il tono muscolare scheletrico - il diazepam provoca effetti collaterali, come sonnolenza e affaticamento, nella maggior parte dei pazienti.
  • Il baclofen (Lioresal®), questo principio attivo è impiegato nel trattamento della spasticità causata dalla sclerosi multipla e dalle lesioni traumatiche del midollo spinale, e viene utilizzato soprattutto in caso di paraparesi e tetraparesi.
    La particolarità del baclofen è che può essere somministrato sia per via orale, sia per via intratecale. In quest'ultimo caso, si procede ad impiantare chirurgicamente una pompa d'infusione sottocute e un catetere che arriverà a livello intratecale, dove il farmaco verrà rilasciato agli intervalli prestabiliti.
    Il vantaggio di quest'ultimo meccanismo di somministrazione del baclofen consiste in una riduzione degli effetti collaterali che si manifestano quando il farmaco viene somministrato per via orale. Tali effetti indesiderati, sono: sedazione, disturbi psicologici, vertigini e marcata debolezza.
  • La tizanidina (Sirdalud®), questo principio attivo è un farmaco miorilassante ampiamente utilizzato per il trattamento della spasticità associata a sclerosi multipla, ma non solo. Infatti, la tizanidina trova impiego anche nel trattamento della spasticità dovuta a lesioni o patologie del midollo spinale, oppure dovuta a ictus cerebrale.
    La tizanidina viene somministrata per via orale e i principali effetti indesiderati che possono manifestarsi in seguito alla sua assunzione sono: sedazione, debolezza muscolare, vertigini, ipotensione e bradicardia.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista