Risposta Immunitaria dello Sportivo

Risposta Immunitaria dello Sportivo
Ultima modifica 03.09.2020
INDICE
  1. Meccanismo
  2. Sistema Immunitario e Sport
  3. Bibliografia

Meccanismo

Lo scopo della risposta immunitaria è quello di inattivare o distruggere l'antigene, sfruttando meccanismi immunitari di tipo cellulare o umorale.

Risposta Immunitaria dello Sportivo Shutterstock

La risposta immunitaria inizia alla comparsa dell'antigene, in seguito alla quale rapidamente si attivano i T e B linfociti, determinando una risposta primaria oppure una secondaria.

Inizialmente, il nostro organismo non è in grado di rispondere efficientemente a tutti gli antigeni ma, dopo averli incontrati, impara a neutralizzarli dando luogo a una risposta primaria o aspecifica (quella che si ha dopo il primo contatto dell'organismo con un antigene) e in seguito a una risposta secondaria o specifica (quella che l'organismo manifesta in seguito ai successivi contatti con lo stesso antigene) – molto più rapida ed efficiente della primaria.

La risposta primaria non è in grado di prevenire ogni infezione ma, una volta superato il primo episodio, sarà più facile sconfiggere successivi attacchi dello stesso agente patogeno. Questo è il principio che sta alla base dell'immunizzazione come prevenzione delle malattie.

Durante la fase intrauterina (fino alla nascita), l'immunità è di tipo passivo, in quanto – attraversando la placenta – gli anticorpi della madre dovrebbero proteggere il feto dagli agenti patogeni. Dopo la nascita inizia lo sviluppo immunitario vero e proprio, reagendo all'esposizione agli agenti ambientali; ricordiamo che sono due agenti favorenti un corretto sviluppo immunitario il parto naturale e l'allattamento al seno. Con l'invecchiamento diminuisce l'efficacia del sistema immunitario, risultando una maggiore esposizione alle infezioni batteriche e virali (13, 10).

Per approfondire: Integratori Naturali per Rafforzare le Difese Immunitarie

Sistema Immunitario e Sport

La maggior parte degli studi sugli effetti dell'esercizio fisico sul sistema immunitario sono stati praticati valutando alcuni parametri prima e dopo la prestazione fisica. Non sempre i risultati sono stati identici e, a volte, francamente contradditori.

La ragione principale di questa incongruenza è da ricercarsi nelle differenti condizioni sperimentali utilizzate e, in particolare, nella diversità dello stimolo attribuito (tipologia di esercizio, intensità, durata e densità), oltre che nella diversità del campione analizzato – che, in alcuni casi è rappresentato da atleti condizionati, mentre in altri da soggetti sedentari.

In tutti gli studi, svolti sia su atleti allenati che non soggetti condizionati, è comparsa, immediatamente dopo lo sforzo fisico, leucocitosi (5, 8).

La leucocitosi è di natura bifasica poiché, ad un immediato incremento dei granulociti e linfociti circolanti, seguonodopo alcune ore dalla cessazione dello sforzo – linfocitopenia e neutrofilia relative.

La maggior parte dei ricercatori concorda nel rilevare un aumento più spiccato dei linfociti a fenotipo CD8 (o "suppressor"), rispetto a quelli a fenotipo CD4 (o "helper"), percepibile utilizzando il dato in numero assoluto anziché in percentuale. Questo determina una riduzione del rapporto CD4+/CD8+, che rappresenta un primo segno di squilibrio immunitario (13).

Sembrano interessate anche le cellule "natural killer", la cui attività sembra esaltata durante lo sforzo fisico, con aumento delle cellule CD16+. Si ipotizza che l'attività delle cellule NK raggiunga il massimo immediatamente dopo l'esercizio fisico, si riduca dopo due ore e non si sia ancora normalizzata dopo 20 ore (3, 4).

Una ricerca svolta su un gruppo di sportivi amatoriali praticanti maratona ed ultramaratona afferma che in tutti gli atleti esaminati il numero di cellule NK risulta superiore rispetto al gruppo di controllo, con valori notevolmente più alti rispetto alla norma (2). È stata poi documentata, dopo attività fisica, una ridotta aderenza macrofagica e una diminuita fagocitosi, con modificazioni proporzionali alla intensità delle prestazioni.

Alcuni Autori sostengono addirittura che l'attività sportiva protratta a lungo deprima l'immunità aspecifica, rendendo così chi ha praticato a lungo sport, come chi ha fatto attività agonistica per anni, più suscettibile alle infezioni. Del resto in molti atleti di primo piano, anche il livello di immunoglobuline-G circolanti sembra essere più basso alla fine della stagione agonistica rispetto all'inizio (13), come mostrato nella tabella sottostante.

Variazioni delle Concentrazioni di Immunoglobuline negli Atleti
Diminuzione della concentrazione di IgM, a fine gara negli atleti praticanti equitazione
Nella diminuzione di IgG, tendenza alla diminuzione di IgM e aumento di IgA negli sciatori
Diminuzione della concentrazione di immunoglobuline A, M, G nei maratoneti
Diminuzione della concentrazione di IgA, IgM, IgG durante le gare rispetto ai periodi di preparazione

Variazione della concentrazione di immunoglobuline negli atleti (da Immunologia e Sport Società Stampa Sportiva, Roma, 1990).

È evidente quindi che la fase in cui il sistema immunitario è più vulnerabile è quella immediatamente successiva alla prestazione fisica; durante lo sforzo fisico invece, è liberata una grande quantità di ormoni e mediatori, per cui non è facile risalire ai meccanismi con cui essi interagiscono.

In sintesi

Riassumendo, allo stato attuale si può solo affermare che uno "stress" psicofisico eccessivo è in grado di favorire una situazione di immunodeficienza, documentabile clinicamente con forme infettive, talvolta banali, talaltra gravi.

Lo stress può quindi essere definito come una serie di eventi, comprendenti degli stimoli definiti "stressor", che vengono percepiti dall'organismo e ai quali segue una serie di reazioni fisiologiche, le quali hanno il compito di produrre una risposta all'agente stressante.

D'altro canto, per la maggior parte delle persone, il termine stress assume connotazioni negative, anche se alcuni ne risultano "stimolati" positivamente. La risposta fisiologica allo stress si concretizza infatti nel rilascio di alcuni neurotrasmettitori e ormoni di adattamento.

Tuttavia, anche lo stress va contestualizzato e misurato. Un'importante caratteristica distintiva di questo fattore è la sua durata; viene definito acuto l'evento che dura pochi minuti o qualche ora, mentre si definisce cronico quello che persiste per giorni, settimane o mesi. Nel prossimo articolo entreremo più nel dettaglio.

 Per comprendere meglio le correlazioni tra lo stress da esercizio fisico e la suscettibilità alle infezioni, continua la lettura alla seguente pagina:

Infezioni nello Sport

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Esercizio Fisico e Sistema Immunitario

Bibliografia

  1. Alloatti G., et Al. Fisiologia dell'Uomo edi-ermes, Milano, 2005.
  2. Amato S., Francavilla C., Francavilla G. Tolomeo M., Tripoli S., Modificazioni di alcuni parametri immunitari in un gruppo di sportivi amatoriali praticanti maratona ed ultramaratona. Medicina dello Sport 2005, 58:203-206.
  3. Ambrogi F., Ferretti A., Sbrana S., Ferretti G.P., Tessarolo A. Effetti di un intenso esercizio fisico sull'apoptosi linfocitaria in soggetti allenati, 1997 Sport Medcine 50:389-392.
  4. Ambrogi F. Esercizio fisico e apparato immunitario, Professione sanità pubblica e medicina pratica, 2001,3.
  5. Bernardi et Al. Le malattie batteriche e difese immunitarie. Effetti dell'attività sportiva agonistica. Medicina dello Sport ,1994, 47:325-342.
  6. Calligaris A. Immunologia e Sport Ed. Società Stampa Sportiva, Roma, 1990.
  7. Conferenza Stato Regioni del 16-01-2003 Accordo tra il Ministro della salute, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano relativo agli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio.
  8. Dal Conte I., Gioannini P. Le malattie infettive di interesse in Medicina dello Sport. Medicina dello Sport, 1994, 47:277-301.
  9. Dhabhar F.S. Stress-induced augmentation of immune function-The role of stress hormones, leukocyte trafficking, and cytokines. Brain, Behavior, and Immunity, 2002, 16:785-798.
  10. Martini F. Fondamenti di Anatomia e Fisiologia Edizione Italiana EdiSes, Napoli,1994.
  11. Schroder D. - Sport, sistema immunitario e terapia biologica. La Medicina Biologica, 2002,3: 47-49.

Autore

Riccardo Borgacci
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer