Sintomi del travaglio

Ultima modifica 11.11.2019

I primi sintomi del travaglio tendono a presentarsi in forte anticipo rispetto al momento del parto. Solitamente, quindi, la donna ha tutto il tempo per valutare questi sintomi insieme al personale sanitario e capire se si tratta o meno di un falso allarme.

I segni più importanti che preannunciano l'effettivo inizio del travaglio (fase prodromica) sono:

l'emissione del tappo cervicale;

l'inizio di contrazioni regolari e ingravescenti nel tempo;

la rottura spontanea delle membrane (rottura delle acque).

Emissione del tappo cervicale

Durante la gravidanza, la cervice è occupata da un accumulo di materiale mucoso, che impedisce la risalita nell'utero di microrganismi patogeni, proteggendolo dalle aggressioni del mondo esterno. All'inizio del travaglio, quando la cervice inizia a dilatarsi in preparazione al parto, questo tappo scivola via e viene espulso. In tale occasione, la gestante avverte la fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica. Sintomi travaglioQuesto sintomo, quando viene percepito dalla donna, di per sé dice solamente che il travaglio è ormai prossimo, ma - se isolato dagli altri sintomi del travaglio - non fornisce alcuna indicazione sull'esatta distanza dal parto. L'evento può infatti insorgere anche qualche settimana prima dell'inizio del travaglio.

Rottura delle acque

La "borsa delle acque" è il "sacco" che contiene il feto ed il liquido amniotico in cui è immerso.

Nella sua classica presentazione, alla rottura delle acque consegue la discesa in vagina di un'ingente quantità di liquido caldo, normalmente inodore ed incolore. Queste caratteristiche aiutano a differenziarlo dall'urina e dalle comuni perdite vaginali, più viscose, non continue e talvolta frammiste a sangue. La quantità di liquido amniotico che fuoriesce dalla vagina è comunque variabile; se ad esempio il sacco si fora in un solo punto anziché rompersi completamente, la perdita risulta modesta e non costante; pur tuttavia, si ripete nell'arco della giornata ed è in genere associata ai movimenti della mamma.

Le membrane possono rompersi all'inizio del travaglio oppure senza che siano iniziate le contrazioni; nella maggioranza dei casi le acque si rompono durante il travaglio e qualora le contrazioni uterine non si presentino nelle successive 24 ore, vengono in genere stimolate medicalmente.

Contrazioni uterine

Nell'ultimo periodo di gravidanza le contrazioni uterine rappresentano una compagnia piuttosto fedele. Le false doglie, o più tecnicamente contrazioni di Braxton-Hicks, tendono ad aumentare di intensità e frequenza. A differenza di queste contrazioni, tipiche delle settimane precedenti, le vere e proprie contrazioni preparatorie al parto si caratterizzano per un ritmo stabile e continuativo, e non scompaiono camminando, sdraiandosi o cambiando posizione. Al contrario, si fanno sempre più frequenti e dolorose, tanto che al loro sopraggiungere la donna ha bisogno di fermarsi e appoggiarsi a qualcuno o a qualcosa. Durante questo evento, la gestante avverte una compressione interna della pancia, che nelle contrazioni vere è spesso associata ad una sensazione dolorosa alla parte superiore dell'addome o ai lombi (all'altezza dei reni) e ai fianchi.

Talvolta accompagnate alla perdita di liquido amniotico, in un primo momento le vere contrazioni uterine si susseguono ogni 15-30 minuti, con durata che può andare dai 15 ai 20 secondi. Una volta cominciato il travaglio, le contrazioni si fanno sempre più ravvicinate, più intense e più lunghe, presentandosi 3-5 volte ogni 10 minuti, per una durata di 40-60 secondi ciascuna. Considerata l'importanza dell'intensità e della frequenza di questo sintomo, in genere le gravide ricevono dagli operatori sanitari precise istruzioni di annotare frequenza e durata delle contrazioni. Il dato importante, comunque, non è tanto la distanza tra una contrazione e la successiva, ma la regolarità con cui si susseguono.

 

Un altro sintomo che può annunciare l'imminente arrivo del travaglio è rappresentato dalla diarrea, sostenuta dal rilascio di ormoni endocrini e paracrini che preparano l'organismo della partoriente al lieto evento.

 

Generalmente, i soli sintomi soggettivi non sono sufficienti per porre diagnosi di travaglio. Affinché il personale sanitario confermi che il momento tanto atteso e programmato è ormai alle porte, si rende necessaria l'esecuzione di un esame per via vaginale. Se con il passare del tempo la cervice uterina si dilata e si assottiglia il travaglio è ormai iniziato: fase attiva o dilatante, detta anche I stadio).