Anoressia: sintomi iniziali fisici e psicologici

Anoressia: sintomi iniziali fisici e psicologici
Ultima modifica 19.07.2019
INDICE
  1. Introduzione
  2. Anoressia nervosa, cosa è?
  3. Insorgenza
  4. Sintomi iniziali
  5. Anoressia: quali sono le cause?
  6. Sintomi fisici e psicologici dell'Anoressia nervosa
  7. Trattamento. Cosa fare?
  8. Dall'Anoressia si può guarire?

Introduzione

La diffusione dei Disturbi del comportamento alimentare (DA), tra cui annoveriamo anoressia nervosa, bulimia, disturbo da binge-eating, è l'effetto collaterale di una società moderna, in cui a far risonanza è più la bellezza esteriore che l'unicità della persona e la propria identità.

Anoressia nervosa, cosa è?

L'anoressia nervosa è una malattia complessa, che può portare ad una malnutrizione anche grave. Nell'anoressia non è il cibo a cambiare la sua valenza, resta il desiderio, l'interesse e l'importanza verso il cibo in sé, ma è l'atto del cibarsi che cambia connotazione diventando pericoloso e angoscioso. A fare da padrone è il terrore di ingrassare che genera la necessità di controllare l'alimentazione con la conseguente perdita di peso incontrollata alla ricerca della magrezza.

Esistono due forme:

  • Anoressia restrittiva, caratterizzata da una dieta rigida, digiuno e/o da un esercizio fisico eccessivo e compulsivo.
  • Anoressia con bulimia in cui al ridotto intake alimentare, si possono aggiungere ricorrenti episodi di abbuffate o comportamenti di eliminazione (vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi o diuretici), per liberarsi di ciò che si è ingerito e del senso di colpa.

Insorgenza

L'anoressia è una malattia che interessa prevalentemente il sesso femminile anche se ultimamente coinvolge sempre più maschi. Se negli anni passati colpiva perlopiù la prima età adulta o l'adolescenza, nell'ultimo anno si è verificato un abbassamento dell'età di insorgenza e ad essere interessata è la fascia 10-13 anni, a causa delle ripercussioni che la pandemia da Covid-19 ha avuto sui giovani. Quando l'anoressia compare in così giovane età, le conseguenze fisiche e psicologiche della malnutrizione sono molto più gravi, perché tessuti come le ossa e il sistema nervoso centrale non hanno ancora raggiunto una piena maturazione.

Sintomi iniziali

I sintomi iniziali a cui bisogna stare attenti sono l'amenorrea, non più criterio di diagnosi di anoressia nervosa ma comunque segno dell'eccessivo e rapido calo ponderale, e l'aumento dell'attività fisica a volte più evidente della restrizione alimentare. Ci può essere anche la comparsa della colorazione giallo-arancio del palmo delle mani e della pianta dei piedi, dovuto all'eccesso di cibi vegetali ricchi di carotenoidi che si accumulano nella pelle.

A tutti questi segnali si associa un'evidente compromissione dello stato di salute. Uno dei criteri di diagnosi per bambini e adolescenti è il peso che non deve essere "inferiore al minimo normale" per la loro età. Nei bambini, i cui sintomi sono più sfumati data la loro età si hanno nausea e i sentimenti di non fame.

Anoressia: quali sono le cause?

Non sono noti i meccanismi precisi di insorgenza dell'anoressia. Parlare di una causa precisa è riduttivo e limitante, in quanto tale disturbo alimentare si inserisce in un quadro fatto di molteplici cause, in cui fattori genetici e ambientali si intrecciano con gli aspetti psicologici e relazionali.

  • L'esordio può essere scatenato da un evento traumatico o da una dieta iniziata per perdere solo qualche chilo, di cui se ne perde però il controllo. Si arriva a eliminare un alimento dopo l'altro, discriminando soprattutto quei cibi a più alto contenuto calorico (ricchi in grassi e carboidrati). A questo si aggiunge la continua ricerca della magrezza, facilitata dal tratto ossessivo-compulsivo del soggetto anoressico che permette lo scrupoloso attenersi alle routine e a una dieta controllata.
  • Infine, anche le influenze ambientali potrebbero favorire lo sviluppo dell'anoressia soprattutto per alcuni ambiti lavorativi, quali il mondo della moda e della danza in cui si enfatizza la magrezza del corpo.
  • Tra i fattori genetici, invece, troviamo un'anamnesi positiva per questo tipo di disturbo, cioè l'avere un familiare che soffre o ha sofferto di disturbi alimentari e il perfezionismo clinico, tratto genetico della personalità che consiste in una bassa autostima, nel bisogno di non accontentarsi mai e di chiedere sempre di più a sé stessi, non avendo tolleranza verso i propri errori.
  • Anche l'ambiente familiare può essere determinante: crescere in una famiglia dove la comunicazione interpersonale è difficile e difficile è anche esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni, rende l'anoressia un tentativo di comunicazione ai familiari e uno strumento per attirare l'attenzione.
Per approfondire: Anoressia Nervosa: Come Riconoscerla e Cosa Fare

Sintomi fisici e psicologici dell'Anoressia nervosa

Quando l'anoressia è ad uno stadio già avanzato e la patologia è ben conclamata, i sintomi fisici e psicologici legati alla marcata e rapida perdita di peso si fanno più evidenti e preoccupanti dei sintomi iniziali. 

  • Le fluttuazioni ponderali possono esporre i pazienti a forme di squilibrio energetico con conseguente malnutrizione proteico-energetica. Le complicanze sul piano fisico si traducono in un abbassamento della temperatura corporea e della pressione, ci può essere bradicardia, le unghie e i capelli diventano fragili, la pelle appare secca e nel complesso il soggetto anoressico appare debilitato e cachettico. Compaiono inoltre anomalie elettrolitiche, alterazioni endocrine, anemia, alcalosi metabolica e ipoglicemia, carenze di vari micronutrienti, vitamine e minerali.
  • I meccanismi psicopatologici tipici che si osservano nell' anoressia nervosa sono: la paura di ingrassare e il disturbo dell'immagine corporea (Dismorfofobia).
  • La paura di ingrassare viene tenuta a bada attraverso alcune strategie ben studiate. Il paziente anoressico sceglie alimenti poco calorici e poco appetibili, distribuendo il cibo su tutto il piatto, tagliandolo in piccoli pezzi e masticando molto lentamente. Inoltre il soggetto anoressico cerca di controllare la sensazione di fame con l'uso di spezie e per indurre un senso di pienezza gastrica, preferisce alimenti ricchi in fibre e aumenta l'introito di liquidi. Assume spesso caffè, tè, bevande energizzanti per aumentare la vigilanza sull'introito di cibo e cerca un modo per mangiare da solo, per evitare critiche o controlli.
  • Un altro atteggiamento che può far sospettare di anoressia è l'alimentazione vicaria, ovvero il "mangiare attraverso gli altri", osservandoli, passando loro il proprio cibo, cucinando per loro cibi energetici, come torte e dolci.
  • Il quadro già complicato dell'anoressia diventa ancora più complesso a causa della dismorfofobia ovvero la percezione non obiettiva del proprio peso corporeo. Centrale è l'insoddisfazione del proprio aspetto, l'ostinata ricerca della magrezza e della perfezione corporea che non si raggiungerà mai, perché non si raggiungerà mai il peso ideale che la soddisfi.

Trattamento. Cosa fare?

Tappa essenziale nel processo di guarigione per il miglioramento della qualità della vita dell'anoressico è il recupero del peso corporeo ideale per la sua età. Per raggiungere questo obiettivo, è importante il supporto di un'equipe multidisciplinare attraverso interventi di psico-educazione alimentare.

Lo scopo è rendere il paziente consapevole che alcuni dei sintomi che avverte (sentire freddo, irritabilità, ossessività) sono la conseguenza del sottopeso e non rappresentano la sua personalità, ma sono reversibili con la normalizzazione del peso

Nello specifico, il ruolo del nutrizionista consiste nell'associare al piano alimentare l'uso di integratori di vitamine e sali minerali (ad esempio calcio e vitamina D per prevenire la perdita ossea), in quantità appropriata all'età del paziente, finché la terapia alimentare non risulti completa e bilanciata.

L'intervento del nutrizionista deve essere sostenuto da un approccio psicologico. Quest'ultimo è di fondamentale importanza perché chi soffre di questo disturbo alimentare non si rende conto della gravità della situazione e per questo motivo viene a mancare la sua collaborazione nel programma di cura. In alcuni casi deve essere coinvolta anche la famiglia per la pianificazione dei pasti dei bambini e adolescenti che ricevono un trattamento individuale. La piena collaborazione dei professionisti, del paziente e della famiglia, diventa una risorsa per raggiungere l'obiettivo della guarigione.

Dall'Anoressia si può guarire?

Assolutamente sì, purché la diagnosi sia precoce, i trattamenti immediati e adeguati ad ogni caso. Il rischio di morte sopravviene solo se si interviene tardivamente, la denutrizione porta a gravi squilibri e complicanze mediche oppure per suicidio. Per cui, l'osservazione costante e accurata dei sintomi è della massima importanza per distinguere le fasi della malattia e intervenire tempestivamente e con la strategia più appropriata onde evitare che i pazienti vengano ricoverati.

Autore

Laura Diana
Laureata in Scienze Biologiche, esercita la libera professione di Biologa Nutrizionista. Formatrice di educazione alimentare