Sindrome di Highlander: quando lo sport diventa troppo

Si chiama sindrome di Highlander, o dell'immortalità, riprendendo il titolo del celebre film degli anni '80 che decantava le gesta di un immortale.
A soffrirne sono diversi over 40 che conservano una spiccata tendenza di competizione, autostima e sensazione di benessere.
Colpisce più facilmente:
- gli atleti che continuano l'attività dopo l'agonismo giovanile, o che - interrotta la pratica sportiva - la riprendono in età avanzata;
- sedentari che pretendono di diventare atleti in età matura o avanzata.
Negli individui colpiti da questa sindrome si creano sia la convinzione che l'esercizio fisico possa preservare da qualsiasi stato patologico, sia la tendenza a minimizzare sintomi e fattori di rischio pregressi o attuali.
In pratica, è l'eccesso di stima delle proprie capacità fisiche e mentali che porta a questa sindrome: spesso, infatti, i soggetti, siano essi sedentari o ex-atleti professionisti o semi-professionisti, tornano all'attività sportiva dopo un lungo periodo di inattività o di attività fisica saltuaria, spinti dal forte desiderio di tornare ad una miglior performance fisica o di eguagliare le prestazioni sportive espresse in età giovanile.

Il fisico di un over 40 non può essere paragonato a quello di un ventenne o trentenne: per quanto in forma, il primo non potrà mai competere con il secondo. Questo non significa che i giovani siano sempre superiori ai più maturi, ma che, in maniera inter-individuale, le risorse del corpo mutano inesorabilmente - soprattutto a posteriori di anni di inattività.
Il consiglio degli scienziati, rivolto agli highlander, è dunque quello di lasciar perdere innanzitutto gli sport di "contatto" e prediligere discipline individuali come il nuoto, la corsa e la bicicletta.
In ogni caso, soprattutto in fase di ripresa, sono da evitare categoricamente sono gli scatti improvvisi. Simili sforzi, infatti, sono quasi sempre compiuti in condizioni di anaerobiosi, cioè senza consumo di ossigeno, e possono provocare repentini innalzamenti di pressione e del numero dei battiti cardiaci, mettendo a repentaglio la salute del cuore e dei vasi sanguigni.
Lo stesso problema non dovrebbe invece presentarsi in chi ha mantenuto lo stato di forma.
Va poi tenuto presente che è sempre meglio iniziare uno sport gradualmente e mai di colpo. Allo stesso modo è indispensabile tener presente che dopo una certa età muscoli, tendini e articolazioni necessitano di un tempo maggiore di recupero.
Troppo spesso gli atleti sono convinti, a torto, che l'esercizio fisico possa preservare da qualsiasi malattia, e hanno la tendenza a minimizzare sintomi e fattori di rischio di ogni genere.
Il troppo, come in tutte le cose, guasta, e anche se l'"accanimento" forzato alla gioventù si rivela talora una tentazione irresistibile, credendo che lo sforzo fisico dia un'opportunità in più, bisogna innanzitutto essere consapevoli dei propri limiti.