Sindrome da Contaminazione Batterica del Tenue

Ultima modifica 28.02.2020

La sindrome da contaminazione batterica dell'intestino tenue - nota anche come sindrome da overgrowth batterico del piccolo intestino (Small Intestinal Bacterial Overgrowth - SIBO) - è caratterizzata dall'eccessiva proliferazione di batteri, specie anaerobi, nel lume dell'intestino tenue (o piccolo intestino). Sindrome da Contaminazione Batterica del TenueIn condizioni fisiologiche l'intestino crasso (colon) è sede di un'intensa colonizzazione batterica, soprattutto anaerobica, con una concentrazione microbica di almeno 1 miliardo di batteri per millilitro di contenuto fluido. Nell'intestino tenue, invece, si registrano concentrazioni microbiche nettamente inferiori, nell'ordine di 1000 -10.000 batteri - in gran parte aerobi - per millilitro di contenuto fluido. In termini quantitativi si parla di sindrome da contaminazione batterica del tenue quando all'esame dell'aspirato digiunale - quindi di un campione di succo enterico prelevato dal tratto intermedio del tenue - si registra una concentrazione batterica superiore a 100.000 UFC (unità formanti colonie) per millilitro di aspirato.

La sovracrescita di batteri nel tenue compromette la capacità di digestione ed assorbimento dei nutrienti, soprattutto dei lipidi, scatenando i classici sintomi delle sindromi da malassorbimento: flatulenza, gonfiori e meteorismo, steatorrea, diarrea e disordini intestinali in genere.

Contaminazione batterica del tenue: cause e fattori di rischio

Si ritiene che la flora batterica ospitata nei tratti superiori dell'apparato digerente e del tenue sia in massima parte rappresentata da contaminanti ingeriti in transito verso il colon. Numerosi sono infatti i meccanismi che impediscono la sovracrescita delle popolazioni batteriche in questi tratti: l'acidità gastrica, il potere antibatterico delle secrezioni biliari e pancreatiche, l'intensa attività peristaltica del tenue, la tenuta della valvola ileo-ciecale, il muco e le immunoglobuline IgA secreti dalla mucosa intestinale ed il suo rapido turnover.

Per quanto detto, è chiaro come le varie condizioni anatomiche e/o funzionali che compromettono questi meccanismi difensivi possano favorire l'istaurarsi della sindrome da contaminazione batterica del tenue:

Per molti anni la sindrome da contaminazione batterica del tenue è stata riconosciuta come un problema perlopiù esclusivo di malattie importanti, come i gravi deficit della motilità intestinale. In realtà negli ultimi anni nuove evidenze scientifiche dipingono la SIBO come un disturbo piuttosto comune, che arriverebbe ad interessare dal 30 all'84% dei pazienti affetti da sindrome dell'intestino irritabile (IBS). A sua volta, i sintomi compatibili con il quadro clinico della IBS sono presenti dal 15 al 25% della popolazione dei Paesi Industrializzati, con un picco di incidenza tra i 15 ed i 34 anni di età e con una frequenza circa doppia nel sesso femminile rispetto al sesso maschile.

Sintomi: come riconoscere la sindrome da contaminazione batterica?

Come anticipato, la sindrome da contaminazione batterica del tenue rientra nel gruppo delle sindromi da malassorbimento; si può pertanto manifestare con sintomi come steatorrea, diarrea acquosa, perdita di peso, discomfort, distensione addominale con flatulenza, meteorismo, crampi e dolori, e deficit nutrizionali e vitaminici, in particolare di vitamina B12 (anemia macrocitica). L'intensità dei sintomi dipende dal grado di contaminazione batterica del tenue; la loro alta specificità lascia comunque aperte numerose possibilità diagnostiche. Al corteo sintomatologico tipico della sindrome da contaminazione batterica del tenue vanno ovviamente aggiunti i segni ed i sintomi propri della sottostante condizione patologica predisponente.

Per molti decenni il gold standard per la diagnosi di contaminazione batterica del tenue è stata la coltura di un campione aspirato dal tenue prossimale, una procedura laboriosa ed invasiva, oggi mandata in pensione dai test del respiro (breath test): dopo la somministrazione di una quantità nota di glucidi (tipicamente glucosio, lattulosio o xilosio) si misura ad intervalli regolari la concentrazione di anidride carbonica o idrogeno nell'aria espirata; un picco ad insorgenza precoce è spia della fermentazione batterica dello zucchero nell'intestino tenue, con produzione di gas - inclusa la CO2 e l'H2 - che passano nel sangue e da qui vengono allontanati con la respirazione.

Farmaci e dieto-terapia

In presenza di una sindrome da contaminazione batterica del tenue si raccomanda l'adozione di un regime alimentare sobrio, caratterizzato da pasti piccoli e frequenti, non elaborati, e poveri di zuccheri e grassi. Considerata l'eterogeneità delle specie microbiche che compongono la flora microbica intestinale), all'approccio dietetico dovrà associarsi un trattamento antibiotico a largo spettro; in tal senso la rifaximina (Normix, Rifacol) sembra acquisire un ruolo sempre più importante.

Importante anche l'eventuale somministrazione di integratori specifici, specie in presenza di un calo ponderale e segni di ipovitaminosi. Andranno poi trattate le cause sottostanti, responsabili dell'abnorme crescita batterica nell'intestino tenue. La terapia antibiotica viene talvolta associata o seguita dalla somministrazione di probiotici.