
Generalità
La sindrome di Capgras è una malattia psichiatrica caratterizzata dalla ferma convinzione che una o più persone familiari siano state sostituite da estranei a loro identici.

Chi ne è colpito sostiene che le persone vicine a sé - come il coniuge, gli amici, i fratelli, i figli o i genitori - siano state rimpiazzate da sosia, impostori o, addirittura, alieni. In qualche caso, la sindrome di Capgras può estendersi anche agli animali domestici o ai luoghi familiari.
Le cause esatte non ancora del tutto note . Tuttavia, è stato dimostrato che la sindrome di Capgras sia correlata a lesioni cerebrali, demenza o altri disordini organici dell'encefalo.
Il riconoscimento di tale sindrome attraverso un adeguato percorso diagnostico sono di primaria importanza. La sindrome di Capgras può essere affrontata con una terapia a base di farmaci (neurolettici o di altro tipo) associata ad un percorso di psicoterapia.
Cos’è
La sindrome di Capgras è una malattia psichiatrica, nella quale il soggetto è fermamente convinto che un amico, il coniuge ed altri membri della propria famiglia siano stati sostituiti da impostori o sosia. In pratica, le "copie" si sarebbero appropriate dell'identità delle persone vicine a sé, rimpiazzandole.
Nella sindrome di Capgras, questa convinzione delirante è costante e viene mantenuta nonostante venga data prova del contrario; il risultato è una sensazione di estraneità nei confronti degli altri individui.
Una delle caratteristiche di questa patologia è che la convinzione di chi soffre della sindrome di Capgras non si basa su informazioni false o incomplete dovute a un qualche errore di percezione sensoriale o ad un'illusione (a differenza di quanto accade, invece, in altri disturbi psichiatrici).
Sinonimi e qualche curiosità
- La sindrome è nota anche come "delirio di Capgras".
- Il nome della sindrome si deve al medico francese Joseph Capgras, che per primo la descrisse nel 1923, portando l'esempio di "Madame M.", una paziente che sosteneva che il marito ed altre persone a lei note erano state sostitute da sosia. Lo psichiatra definì questa forma patologica come "illusion des sosies", nonostante non sia una vera e propria illusione, poiché la percezione sensoriale è intatta. Originariamente, Capgras sosteneva che il delirio fosse la conseguenza di sentimenti di estraneità vissuti dal paziente nei confronti delle persone emotivamente vicine (in pratica, anziché affrontare un eventuale conflitto, il soggetto sviluppava la sintomatologia associata alla patologia).
- Nel passato, la sindrome di Capgras era associata all'isteria, quindi era considerata un disturbo psichiatrico puramente femminile. Nel 1980, l'indagine delle possibili cause all'origine della patologia hanno permesso di stabilire che la patologia deriva principalmente da lesioni cerebrali organiche o degenerative. Oggi, pertanto, la sindrome di Capgras è intesa come un disturbo neurologico che può essere concomitante ad altre patologie psichiatriche, come la schizofrenia.
Cause e Fattori di Rischio
Quali sono le cause della Sindrome di Capgras?
Le cause alla base della sindrome di Capgras non sono ancora completamente chiarite, ma sono state formulate numerose ipotesi. In particolare, è stata dimostrata una stretta correlazione tra questa manifestazione e danni cerebrali, specie a carico del lobo temporale e frontale dell'emisfero destro.
La sindrome di Capgras è stata individuata, in particolate, quale conseguenza di traumi cranici, disturbi cerebrovascolari, patologie neurodegenerative (come l'Alzheimer) e varie forme demenza.
Inoltre, non è raro che nei pazienti affetti da tale condizione si riscontrino altri disturbi psichiatrici o disordini organici dell'encefalo, quali, ad esempio: schizofrenia, disturbi dell'umore, epilessia, alcolismo, encefaliti ed altro ancora.
Ipotesi neurobiologiche
Nei pazienti affetti dalla sindrome di Capgras, manca il senso di familiarità che accompagna la percezione di un volto, da cui risulta la convinzione che le persone vicine a sé, come il coniuge o il figlio, siano state rimpiazzate con altri individui.
La sindrome di Capgras rientra nelle cosiddette "sindromi da falso riconoscimento" (in inglese "misidentification syndromes"). Di questa categoria, fa parte anche la sindrome di Fregoli, caratterizzata da un quadro clinico diametralmente opposto a quello della patologia in esame: il paziente riconosce familiari e amici nelle persone estranee.
Con modalità ancora in fase di studio, sembra che, nella sindrome di Capgras, nel disfunzionale meccanismo del riconoscimento dei volti sia implicato il sistema limbico, responsabile delle emozioni: chi ne è affetto riconosce le fattezze ed il volto dei propri cari, però manca l'attivazione affettiva nei loro confronti (modello della disconnessione).
Un'altra teoria, invece, sostiene che il danno principale sia a carico del lobo destro e, in particolare, si verrebbe a creare una disfunzionale integrazione tra le informazioni percettive ed il sentimento di familiarità ad esse normalmente attribuito (modello della lateralizzazione).
In sintesi, tra varie ipotesi finora proposte per spiegare l'eziologia della sindrome di Capgras rientrano:
- Alterazioni anatomo-funzionali del lobo temporale e frontale dell'emisfero destro;
- Lesioni del segmento dorsale;
- Disconnessioni tra il sistema limbico e la corteccia cerebrale.
Altri studi scientifici sostengono, invece, che il motivo della sindrome di Capgras sia da attribuire ad una disfunzione dell'amigdala.
Sindrome di Capgras: fattori di rischio
- La sindrome di Capgras è più frequente nelle donne, ma è riscontrabile anche tra gli uomini (secondo i dati epidemiologici disponibili, il rapporto è pari a 3:2).
- La sintomatologia della sindrome di Capgras può comparire in concomitanza di periodi stressanti o presentarsi in associazione ad alcune patologie organiche.
- La sindrome di Capgras può rappresentare una manifestazione "collaterale" di alcuni disturbi psichiatrici (es. schizofrenia paranoidea, depressione psicotica, disturbi dell'umore ecc.).
Sintomi e Complicazioni
La sindrome di Capgras induce alla convinzione dell'esistenza di "doppioni" di persone significative nell'ambito della vita del paziente: anche se appaiono ai suoi occhi identici, questi sono completamente differenti. Questa convinzione rimane costante per tutto il tempo, nonostante si cerchi di dare una prova contraria manifestando l'evidenza: il fenomeno consiste in una "forma complicata di errata identificazione". Se si chiede al soggetto in cosa il presunto impostore differisca rispetto all'originale, esso indica spesso degli aspetti relativi all'apparenza fisica o al comportamento. In realtà, queste differenze sono inesistenti ed i dettagli che giustificano la sua convinzione sono perlopiù minori. Ad esempio, chi è affetto da sindrome di Capras può sostenere che il partner sia stato sostituito, poiché meno affettuoso, ha un modo di parlare diverso da quello vero o allacciava le scarpe in un altro modo ecc.
Il disturbo può anche estendersi ad animali domestici e luoghi familiari; in rari casi, poi, è il paziente stesso a sentirsi sostituito.
Oltre a questi comportamenti tipici, il paziente può manifestare episodi depressivi, ansia, melanconia ed aggressività nei confronti degli altri.
Modalità d'esordio e decorso
Quando la sindrome di Capgras deriva da un disturbo psicotico tende ad insorgere in età precoce; se la patologia risulta da cause organiche, invece, appare improvvisamente e bruscamente in coincidenza con il danno subito.
Va sottolineato che la sindrome di Capgras può manifestarsi in modo intermittente, transitorio o cronico.

Sindrome di Capgras: come si manifesta
Il sintomo caratteristico della sindrome di Capgras è il delirio che altre persone, affettivamente significative per il paziente (come genitori, partner, figli o fratelli), non siano più i reali familiari, ma siano state sostituite con sosia identici, impostori o, addirittura, alieni. Si viene a determinare, quindi, un "disconoscimento" della persona conosciuta.
L'atteggiamento del paziente verso tali soggetti può variare:
- In qualche caso, le persone vicine sono viste in modo positivo;
- Altre volte, l'atteggiamento verso i presunti impostori è negativo, quindi può andare da un semplice sospetto ad un vero e proprio comportamento paranoide, che in alcuni casi può sfociare in minacce, ostilità, deliri persecutori o aggressioni fisiche verso il sostituto.
Diagnosi
Al manifestarsi dei primi sintomi della sindrome di Capgras, è importante rivolgersi ad un medico, solitamente uno psichiatra o un neurologo, per stabilire la diagnosi.
Per comprendere l'entità della patologia e stabilire un adeguato piano di cura, il medico organizza dei colloqui con il paziente e/o con i familiari, allo scopo di raccogliere informazioni relative al quadro sindromico ed al livello di compromissione generale. Questa valutazione ha, inoltre, l'obiettivo di trovare i collegamenti tra il disagio sperimentato dal paziente ed i fattori che scatenano o contribuiscono a mantenere il disturbo.
L'iter diagnostico della sindrome di Capgras deve sempre prevedere un esame neurologico, integrato con studi di neuroimaging (come la risonanza magnetica).
Trattamento

La terapia della sindrome di Capgras dipende dalle cause scatenanti e varia, quindi, da caso a caso.
Solitamente, la gestione della condizione prevede l'uso con medicinali antipsicotici ed antidepressivi, associati a delle sedute di psicoterapia. Nel trattamento, si tende a coinvolgere i familiari, in quanto il paziente potrebbe non riconoscere il proprio stato in piena autonomia, oltre a non realizzare quali fattori siano responsabili dello sviluppo e del mantenimento del disturbo.
Farmaci
I farmaci che solitamente vengono prescritti per il trattamento della sindrome di Capgras possono includere:
- Antipsicotici (chiamati anche neurolettici): farmaci utili per il trattamento dei sintomi psicotici, come deliri e allucinazioni;
- Stabilizzatori dell'umore;
- Antidepressivi: contribuiscono a gestire i sentimenti di tristezza e disperazione.
Psicoterapia
Gli interventi psicoterapeutici sono un complemento importante al trattamento farmacologico della sindrome di Capgras, in quanto contribuiscono a migliorare la prognosi del disturbo, tenendo conto della complessità della patologia e della specifica individualità del soggetto.