Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

Shigella è un genere di batteri a bastoncello, non mobili, gram negativi, asporigeni, aerobio-facoltativi e con una bassa resistenza al calore ed agli stress ambientali.

ShigellaIl genere Shigella comprende quattro specie - Shigella dysenteriaee, Shigella flexeneri, Shigella boyidii e Shigella sonnei - ad ognuna delle quali appartengono diversi sierotipi. Tra queste, Shigella flexeneri e Shigella sonnei rappresentano gli agenti infettivi più comuni.

Al pari delle salmonelle e delle escherichie, le shigelle appartengono alla famiglia delle enterobatteriacee; non sorprende, dunque, che questi microrganismi abbiano nell'intestino umano ed in quello dei primati il proprio habitat ideale.

Sintomi dell'infezione

Per approfondire: Sintomi Shigellosi


Giunte a livello intestinale, poche cellule di Shigella (10-100) possono provocare una patologia intestinale nota come shigellosi o dissenteria bacillare, caratterizzata da diarrea, dolori addominali crampiformi, intensa disidratazione e tenesmo ano-rettale.

Occasionalmente si riscontrano vomito e febbre elevata, specie nei bambini al di sotto dei 10 anni tra i quali è maggiore anche il rischio di convulsioni (in tal caso si richiede un rapido intervento medico).

L'invasione della parete intestinale provoca lesioni tissutali ed alterazioni del trasporto elettrolitico. La necrosi superficiale, che può produrre estese ulcerazioni, determina l'emissione di feci commiste a muco e sangue. Nelle forme lievi le lesioni epiteliali dell'intestino vanno incontro a completa guarigione, mentre in quelle più gravi la mucosa può rimanere segnata da cicatrici fibrotiche con stenosi e formazione di polipi multipli. La disidratazione, molto pericolosa nei bambini, può essere riconosciuta per l'assenza di lacrime nel pianto, per la secchezza delle labbra e della pelle, e per altri segnali come capogiri, occhi infossati e pannolini secchi.

Il tempo d'incubazione può variare da una decina di ore ad una settimana, ma dura generalmente un paio di giorni.

Negli individui immunodepressi, la shigellosi può rivelarsi fatale; nonostante ciò il tasso di mortalità nei Paesi industrializzati rimane estremamente basso. L'ingestione di un numero anche piuttosto esiguo di batteri è sufficiente per provocare la malattia, soprattutto nei bambini di età compresa tra i due ed i quattro anni (decisamente più suscettibili rispetto agli adulti). Per lo scarso rispetto delle norme igieniche e per il maggior rischio di rimanere a lungo portatori sani, i bambini rappresentano anche un'importante fonte d'infezione.

Contagio

La trasmissione interumana della shigella avviene prevalentemente mediante contaminazione fecale dei cibi e dell'acqua. Ad esempio, il contatto diretto con le feci durante il cambio di un pannolino - non seguito da un accurato lavaggio delle mani - favorisce la trasmissione della malattia dal bambino all'adulto. In linea teorica, la shigellosi può essere contratta anche nuotando in fonti idriche contaminate da liquami e liquidi fognari. La mancata pulizia delle mani dopo essersi recati alla toilette favorisce la trasmissione della malattia nelle comunità, specie quando viene seguita dalla manipolazione di cibo. A carattere preventivo, gli alimenti devono essere protetti anche dalla polvere e dalle mosche (possibili veicoli dell'infezione) e conservati in frigorifero per impedire la moltiplicazione batterica. Un significativo problema epidemiologico è rappresentato dai convalescenti e dai portatori sani, cioè da quella parte di popolazione che pur essendo guarita dalla malattia continua ad eliminare i bacilli i per mesi o addirittura per anni.

Pur essendo una malattia tipicamente alimentare, la shigellosi rientra anche nella categoria delle malattie veneree. Soprattutto in gruppi con condizioni socio-economiche disagiate e tra i maschi omosessuali, può infatti determinare vaginiti e proctiti sessualmente trasmissibili.

La diagnosi clinica dev'essere confermata dall'isolamento della shigella nelle feci. Se una persona è in buono stato di salute, piccole infezioni possono guarire spontaneamente senza causare troppi problemi, specie se provocate da Shigella sonnei. La sintomatologia sostenuta da questa specie è infatti generalmente modesta e meno severa rispetto a quella determinata da Shigella dissenteriae. Quest'ultima causa un quadro clinico abbastanza severo anche nei giovani adulti e risulta particolarmente pericolosa, e talvolta mortale, nei bambini e negli anziani.

Cura e trattamento

Per approfondire: Farmaci per la cura della shighellosi


La terapia della shigellosi si basa innanzitutto su una generosa reidratazione dei liquidi perduti con la diarrea; nei bambini è indicato il ricorso a specifiche soluzioni arricchite con elettroliti come sodio, potassio e calcio, disponibili nelle farmacie. Nell'impossibilità, la terapia reidratante può essere eseguita anche per via endovenosa in ambito ospedaliero. Controindicato è invece l'utilizzo di farmaci antidiarroici, che possono addirittura aggravare il quadro clinico.

Nei casi più gravi può rendersi necessario il ricorso ad uno specifico trattamento antibiotico, indicato soprattutto nelle categorie a maggior rischio di complicazioni. La comparsa di ceppi di shigella antibiotico - resistenti ha indotto molti medici a riservare la terapia antibiotica al solo trattamento delle forme più severe.