Seno: Com’è Fatto e Funzioni delle Mammelle

Seno: Com’è Fatto e Funzioni delle Mammelle
Ultima modifica 25.10.2021
INDICE
  1. Cos'è il Seno?
  2. Anatomia del Seno
  3. Struttura Interna: Ghiandola Mammaria e Altri Tessuti
  4. Seno Maschile
  5. Fisiologia
  6. Sessualità

Cos'è il Seno?

Il seno è una struttura anatomica complessa situata sulla parete toracica anteriore, nella regione pettorale, costituita da due organi in rilievo, pari e simmetrici: le mammelle.

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Le mammelle sono costituite da una parte ghiandolare (organizzata in lobuli), una serie di dotti (che portano il latte fino al capezzolo), una parte di tessuto adiposo e altri tessuti complementari.

Le ghiandole mammarie sono il nucleo principale di ciascuna mammella e rappresentano le strutture chiave coinvolte nell'allattamento; dal punto di vista fisiologico, si tratta di ghiandole accessorie del sistema riproduttivo femminile.

Seno = Mammella = Ghiandola Mammaria

Nell'accezione comune, i termini seno, ghiandola mammaria e mammella sono utilizzati praticamente come sinonimi. Dal punto di vista medico-scientifico, la denominazione più corretta è mammelle, mentre il seno identificherebbe più precisamente lo spazio della parete toracica anteriore compreso tra queste. Ghiandola mammaria si riferisce, invece, al ruolo fisiologico delle mammelle, cioè alla funzione secretiva del latte durante l'allattamento.

Nota: questo articolo prenderà in considerazione soprattutto la struttura del seno femminile.

Anatomia del Seno

Sede, Forma e Dimensioni del Seno

Le mammelle sono poste sul muscolo grande pettorale che, a sua volta, è situato al di sopra delle coste della parete toracica.

Naturalmente, il seno può trovarsi ad un livello diverso a seconda della situazione specifica e della conformazione della gabbia toracica, ma, a livello indicativo si estende:

  • Verticalmente, tra la 2a e la 6a cartilagine costale;
  • Orizzontalmente, dal margine laterale dello sterno alla linea medio-ascellare.
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Il seno può essere considerato composto da due macro regioni:

  • Corpo circolare: parte più grande e prominente del seno;
  • Coda ascellare: parte più piccola, corre lungo il bordo laterale inferiore del grande pettorale verso la fossa ascellare.

La forma visibile esternamente può variare da donna a donna a seconda dell'organizzazione, dello sviluppo e della composizione dei tessuti all'interno del seno; in particolare, il complesso dei lobi, il tessuto adiposo e lo stroma connettivo differiscono in base alla costituzione fisica individuale (a volte prevale il tessuto adiposo, altre quello ghiandolare). Addirittura, non è raro che le due mammelle siano diverse anche nella stessa donna. Va considerato, inoltre, che, nel corso della vita, il seno va incontro ad una serie di cambiamenti per quanto riguarda forma e volume, soprattutto per effetto di:

  • Ciclo mestruale;
  • Gravidanza e parto;
  • Allattamento;
  • Menopausa;
  • Variazioni del peso corporeo;
  • Alcune terapie farmacologiche;
  • Dieta.

Cosa sono i Quadranti del Seno (o Quadranti Mammari)

Nella pratica medica, il seno è suddiviso convenzionalmente in quattro quadranti. Queste aree sono definite idealmente da due linee perpendicolari (una verticale e una orizzontale) che si incontrano al centro, a livello del capezzolo:

  1. QSE = quadrante superiore esterno
  2. QIE = quadrante inferiore esterno
  3. QSI = quadrante superiore interno
  4. QII = quadrante inferiore interno

Struttura Esterna del Seno: Capezzoli e Areole

All'apice di ciascuna mammella, si trova il CAPEZZOLO, cioè un rilievo di aspetto conico o cilindrico, più o meno sporgente e pigmentato (generalmente di colorito rosa scuro o bruno). Di solito, questa struttura è situata a livello del quarto spazio intercostale, sulla linea emiclaveare (cioè leggermente al di sotto della metà del petto), ma la posizione è incostante, in quanto le mammelle sono pendenti. Le dimensioni del capezzolo sono solitamente proporzionali a quelle del seno: il rilievo presenta un'altezza media di 10-12 mm ed un diametro di 9-10 mm.

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La cute che lo riveste è corrugata (area cribrosa) da fossette e papille, in cui si aprono 15-20 dotti galattofori; infatti, sulla sua superficie, se ne possono osservare i piccoli orifizi di sbocco. Il capezzolo contiene, inoltre, tessuto muscolare liscio, disposto circolarmente e radialmente, responsabile della sua erezione. Rispetto al piano cutaneo, infatti, il capezzolo è più o meno rilevato; occasionalmente, questo può essere retratto sotto la superficie cutanea, ma, se stimolato, si estroflette verso l'alto e l'esterno. Questo meccanismo serve per favorire l'allattamento, ma si manifesta anche in caso di eccitazione sessuale o quando c'è particolarmente freddo.

Il capezzolo è circondato dall'AREOLA MAMMARIA, una zona di cute glabra e pigmentata di forma circolare (del diametro di circa 2-5 centimetri), in cui è possibile vedere delle piccole sporgenze, generate dalla presenza sottostante delle ghiandole del Montgomery, che favoriscono la suzione del neonato e rendono morbido ed elastico il capezzolo durante l'allattamento.

L'areola contiene, talvolta, anche del tessuto mammario accessorio, che si rende evidente con la secrezione lattea. Anche l'areola, come il capezzolo, è formata da fibre muscolari lisce, disposte sia circolarmente sia radialmente: la loro contrazione forma il corrugamento dell'areola. Lungo i margini dell'areola possono essere presenti bulbi piliferi: ecco perché alcune donne notano la presenza di peli.

Lo sapevate che…

I capezzoli sono una delle zone erogene più sensibili e reattiva per l'alta concentrazione di recettori sensitivi presenti a livello di pelle e mucose, così pure delle terminazioni nervose situate nella profondità di tessuti. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che la stimolazione dei capezzoli sia spesso parte del repertorio sessuale, per i livelli di eccitazione che possono indurre quando vengono sollecitati. La loro stimolazione può essere estremamente piacevole tanto che, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, può portare addirittura all'orgasmo. Per saperne di più sul perché questo sia possibile, consulta l'articolo dedicato: Orgasmo dei Capezzoli o Nipplegasm

Per approfondire: Capezzoli - Struttura, Funzioni e Malattie

Struttura Interna: Ghiandola Mammaria e Altri Tessuti

Il seno è composto da ghiandole mammarie circondate da uno stroma di tessuto connettivo.

Ghiandole Mammarie

La ghiandola mammaria è il nucleo principale di ciascuna mammella: si tratta di una ghiandola esocrina, che ha il compito principale di produrre il latte durante l'allattamento sotto controllo della prolattina (ormone secreto dall'ipofisi). In realtà, la ghiandola mammaria è formata da un numero variabile di 15- 20 strutture ghiandolari indipendenti fra loro (lobi), a loro volta collegati ad una serie di lobuli secretori.

Per fare un paragone, la ghiandola mammaria può essere paragonata ad un grappolo d'uva, dove

  • I lobi mammari corrispondono al raspo (cioè la parte che ha la funzione di collegamento tra acini e ramificazioni),
  • I lobuli secretori sono gli acini.

Ciascun lobulo è drenato da un sottile canale che ha il compito di trasportare all'esterno il latte: il dotto galattoforo.

Questi condotti, detti anche dotti lattiferi o ghiandolari, confluiscono fino al capezzolo, per aprirsi alla superficie esterna del corpo.
L'aspetto rugoso della sommità del capezzolo è dovuto proprio alla presenza dei piccoli orifizi di sbocco dei dotti galattofori.

Stroma del Tessuto Connettivo

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Lo stroma del tessuto connettivo è una struttura di supporto che si trova fra e intorno alla componente ghiandolare del seno; ha una componente fibrosa e una grassa.

Lo stroma fibroso svolge un'azione di sostegno per la ghiandola mammaria, grazie a legamenti sospensori (chiamati legamenti di Cooper) che hanno due funzioni principali:

  • Attaccare e fissare il tessuto adiposo e ghiandolare del seno al derma, che avvolge e protegge le mammelle, ed alla fascia pettorale sottostante;
  • Separare i lobuli secretori del seno.

La parte grassa, invece, ha il compito di proteggere e isolare il tessuto ghiandolare. Non solo: è riccamente innervata e vascolarizzata, e produce varie sostanze.

Nello stroma del tessuto connettivo, inoltre, è presente una fitta rete di arterie, vene, dotti linfatici e nervi che avvolgono il seno.

Muscolatura correlata al Seno

Il seno si trova sopra la muscolatura che racchiude la parete toracica. La base si trova sulla fascia pettorale, uno stato di tessuto connettivo associato al muscolo grande pettorale, che funge da punto di attacco per i legamenti sospensori.

C'è uno strato di tessuto connettivo lasso tra il seno e la fascia pettorale, noto come spazio retromammario, spesso utilizzato nella chirurgia plastica ricostruttiva.

Oltre al grande pettorale, i muscoli in rapporto con il seno includono il dentato anteriore, l'obliquo esterno e la fascia del retto dell'addome.

Il Seno non è dotato di veri e propri Muscoli

Il seno poggia sul muscolo pettorale, al quale è saldato attraverso i legamenti sospensori, ma non possiede muscoli veri e propri. La mammella dispone solo di fibre muscolari lisce a livello del capezzolo (deputate all'erezione) ed attorno ai dotti lattiferi (per favorire l'espulsione del latte con la suzione del neonato).

Anche per questo motivo, quando il seno "tende a cadere" non è solo colpa della forza di gravità: avendo la ghiandola mammaria poche connessioni con il tessuto muscolare sottostante, la forma del seno dipende esclusivamente da quella della pelle che lo contiene. In altre parole, esercizio fisico e cosmetici tonificanti per il seno purtroppo hanno efficacia limitata contro il progressivo rilasciamento dei tessuti provocato dal passare degli anni. A ciò si aggiunge il fatto che il tessuto adiposo che si accumula durante la pubertà attorno ai lobi e sotto la cute si deposita verso il basso conferendo al seno la caratteristica forma curva che, con l'avanzare dell'età, le gravidanze e l'allattamento può assumente un aspetto più "rilassato".

Vascolarizzazione

L'apporto arterioso alla parte mediale del seno avviene, invece, tramite l'arteria toracica interna (nota anche come arteria mammaria interna) - un ramo dell'arteria succlavia.

La parte laterale del seno riceve il sangue da quattro vasi:

  • Rami toracici laterali e toraco-acromiali: originano dall'arteria ascellare;
  • Rami mammari laterali: originano dalle arterie intercostali posteriori (derivate dall'aorta). Forniscono l'aspetto laterale del seno nel 2°, 3° e 4° spazio intercostale;
  • Ramo mammario: origina dall'arteria intercostale anteriore.

Le vene del seno drenano nelle vene ascellari e toraciche interne.

In superficie, l'apporto di sangue alla pelle del seno dipende dal plesso sottocutaneo, che è in comunicazione con i vasi sottostanti più profondi che forniscono il parenchima mammario.

Innervazione

La mammella è innervata dai rami cutanei anteriore e laterale del 4° e 6° nervo intercostale. Questi nervi contengono fibre nervose sia sensoriali, che autonome (le fibre autonome regolano la muscolatura liscia e il tono dei vasi sanguigni).

Va notato che questi nervi non controllano la produzione e la secrezione del latte, che è regolato, invece, dagli ormoni prolattina e ossitocina, secreti dalla ghiandola pituitaria.

Drenaggio Linfatico

Esistono tre gruppi di linfonodi che ricevono linfa dal tessuto mammario: i linfonodi ascellari (75%), i linfonodi parasternali (20%) e i linfonodi intercostali posteriori (5%).

I vasi linfatici che portano la linfa dalla ghiandola confluiscono in "collettori", prevalentemente a livello ascellare. Il drenaggio linfatico è così processato in: linfonodi, stazioni di raccolta e filtraggio.

Anche la superficie che riveste il seno è interessata dal drenaggio linfatico, in particolare:

  • Pelle: drena ai linfonodi ascellari, cervicali profondi inferiori e infra-clavicolari;
  • Capezzolo e areola: drenano al plesso linfatico subareolare.

Il drenaggio linfatico del seno è di grande importanza clinica per il suo ruolo nella metastasi delle cellule del cancro al seno.

Approfondimento: Tumore al Seno

Il tumore al seno (o carcinoma mammario) è la neoplasia più diffusa nella popolazione femminile.

Il processo neoplastico deriva dalla crescita incontrollata ed anomala di alcune cellule della mammella, in cui il materiale genetico risulta "danneggiato"; l'insieme di questi "cloni" forma una massa tumorale all'interno della ghiandola mammaria. La natura del tumore può essere benigna (fibroadenomi o cisti) o maligna (carcinomi). Quest'ultime lesioni sono le più pericolose, in quanto possono progredire e divenire "infiltranti" o "invasive", ossia possono coinvolgere i tessuti prossimi al seno oppure altre parti del corpo.

Presentazioni comuni associate al cancro al seno sono dovute a blocchi del drenaggio linfatico. L'eccesso di linfa si accumula nel tessuto sottocutaneo, determinando caratteristiche cliniche come deviazione e retrazione del capezzolo e pelle prominente tra piccoli pori con fossette (peau d'orange). Le fossette più grandi sono generalmente causate da invasioni cancerose e fibrosi. Ciò provoca la trazione dei legamenti sospensivi, provocandone l'accorciamento.

La metastasi si verifica comunemente attraverso i linfonodi (nota: è più probabile che siano coinvolti i linfonodi ascellari). In seguito a ciò, il cancro può diffondersi in luoghi distanti come fegato, polmoni, ossa e ovaie.

Per valutare un sospetto cancro al seno viene effettuata una tripla valutazione, che comporta l'esame clinico, l'imaging mediante mammografia ed ecografia ed una biopsia. Una diagnosi precoce è possibile soprattutto per la diffusione su larga scala dei programmi di screening mammografico. Inoltre, è consigliabile sottoporsi con regolarità agli accertamenti indicati dal proprio medico in base all'età ed alla storia personale. Le possibilità di cura e di guarigione dipendono, infatti, dallo stadio in cui la neoplasia si trova al momento della diagnosi (localizzata, diffusa o metastatica) e dalle sue caratteristiche biologiche (natura benigna o maligna): tipi diversi di cancro della mammella, infatti, presentano tassi di crescita e risposte alle terapie differenti. I trattamenti del tumore al seno attualmente disponibili includono la chirurgia (mastectomia, quadrantectomia), chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia e terapie biologiche. Questi approcci terapeutici si possono usare da soli o in combinazione, in base alle caratteristiche della paziente e della malattia. Infine, occorre osservare che il tumore al seno non riguarda solo le donne, ma colpisce anche gli uomini (vedi: tumore al seno maschile).

Seno Maschile

Seno Uomo: Aspetti Anatomici e Fisiologici

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Negli uomini, le mammelle sono presenti, nonostante siano meno sviluppate che nelle donne, per effetto degli ormoni maschili che tengono sotto controllo la crescita di tali tessuti dopo la pubertà.

In alcuni casi, infatti, durante l'adolescenza è possibile osservare un aumento delle dimensioni della mammella maschile: si parla allora di ginecomastia puberale. Quasi sempre, però, entro uno-due anni si verifica una regressione spontanea.

Il seno maschile è costituito da un piccolo rilievo che presenta un'areola ed un capezzolo di dimensioni contenute.

La struttura ghiandolare è formata da un numero ridotto di lobuli (nella donna, sono le strutture che producono il latte), così come il tessuto adiposo è scarso; i dotti lattiferi sono brevi e privi di vere e proprie ramificazioni.

Nell'organizzazione strutturale della mammella maschile vi sono anche stroma e tessuto connettivo che circonda lobuli e dotti, assieme a vasi sanguigni e linfatici.

Fisiologia

Il seno risponde ad una complessa interazione di ormoni che ne influenzano lo sviluppo, causano il cambiamento del tessuto ghiandolare del seno durante il ciclo mestruale e modulano la produzione di latte. I tre principali ormoni che interessano la fisiologia del seno sono: estrogeni, progesterone e prolattina.

A Cosa Serve il Seno

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La mammella raggiunge il massimo della sua attività funzionale con il parto e la produzione di latte (lattazione), sotto lo stimolo della prolattina e di altri ormoni della gravidanza. Il neonato non è, infatti, in grado di provvedere a sé stesso e, trascorso il primo periodo di assestamento subito dopo la nascita, necessario ad abituarsi ad un'esistenza indipendente, ottiene nutrimento attraverso l'allattamento materno.

Per ottenere il latte, il neonato deve semplicemente succhiare i capezzoli (atto noto come suzione), determinando un flusso di latte attraverso i condotti. La suzione stimola, infatti, la contrazione delle cellule mioepiteliali che circondano gli alveoli e spinge il latte a scorrere attraverso i dotti galattofori (eiezione).

Lo sapevate che…

Il principale scopo fisiologico dei capezzoli consiste nell'eiezione del latte materno nel periodo che segue l'evento del parto. Questo fenomeno permette l'inizio dell'allattamento.

Il latte viene prodotto nelle mammelle da un insieme di ghiandole acinose (chiamate alveoli) ed è portato ai capezzoli attraverso i dotti galattofori. Dopo il parto, infatti, la diminuzione degli estrogeni e del progesterone consente l'effetto stimolante della prolattina sulla secrezione del latte da parte delle cellule degli alveoli e permette che avvenga la lattazione.

Sessualità

Seno: Ruolo nella Riproduzione Sessuale

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Nonostante non sia implicato direttamente nella riproduzione sessuale, il seno è considerato un forte simbolo erotico in molte culture.

Secondo gli antropologi, la forma del seno femminile è capace di attirare un interesse sessuale in quanto ricorderebbe quella delle natiche: quando l'uomo ha assunto la posizione eretta per camminare e, a differenza di altri mammiferi, ha iniziato ad accoppiarsi frontalmente, avrebbe sostituito i glutei con le mammelle. Evoluzione a parte, i sessuologi spiegano che la mammella è l'oggetto del desiderio dei neonati, fin dai primi istanti di vita e, in alcune personalità, rimane tale anche in età adulta.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici