La nostra responsabilità nel sedentarismo sociale
A cura della Dott. Stephanie Crozzolo
Questo pensiero che segue è il mio "credo" e spero che possa far riflettere anche voi lettori:
"Ci sono piccoli occhi che ogni giorno osserveranno quello che tu farai ...
e giovani orecchie che ogni giorno
ascolteranno quello che tu dirai ...
e mani inesperte che vorranno imitare
ciò che tu mostrerai...
C'è un bambino che ogni giorno
sogna di diventare come te,
tu sei l'esempio per un/a piccolo/a uomo/donna
che vuole crescere nel modo in cui tu sei cresciuto
e per questo non dubita mai
di tutto quello che fai.
I suoi occhi sono spalancati su di te
e la sua giovane mente è convinta
che tu hai sempre ragione...
Sii una buona guida per chi
vuole essere e diventare "grande" !! "
Tuttavia, in Italia, i primi passi per rafforzare il binomio "scuola e sport" si stanno compiendo. Infatti il Pogas, ovvero il Ministero per le Politiche Giovanili e Attività Sportive, ha dimostrato un impegno nel promuovere l'attività motoria sia nelle scuole primarie (attraverso dei progetti sperimentali che prevedono per ogni scuola coinvolta un laureato in scienze motorie che programmi ed espleti l'attività motoria), che nelle scuole secondarie (medie e superiori), dove l'educazione fisica è curriculare ma limitata a due ore settimanali, a cui sono stati stanziati dei fondi per l'apertura delle scuole il pomeriggio per fare varie attività, tra cui anche lo sport. Infine, nella legge finanziaria del 2007, sono state introdotti degli sgravi fiscali per costi legati alla pratica sportiva per i giovani dai 5 ai 18 anni che praticano con regolarità attività sportiva. La detrazione fiscale, fino a 210 euro l'anno, sostiene ed incoraggia le famiglie che scelgono di far praticare in maniera continuativa uno sport ai propri figli. Per informazioni più dettagliate in merito visitare la seguente pagina: http://www.pogas.it/cms-upload/fisco-e-sport-per-sito.pdf
CONCLUSIONI
Dieta e sport sono strettamente legati e rivestono dunque una notevole importanza per ovviare ad una serie di problematiche legate all'obesità infantile. Una corretta educazione alimentare, abbinata alla pratica sportiva, è fondamentale perché non solo aiuta a ridurre le quantità caloriche ingerite quotidianamente, mantenendo al tempo stesso inalterato l'equilibrio nell'apporto dei tre macronutrienti (grassi, carboidrati e proteine), ma anche perché l'esercizio fisico aumenta il metabolismo e permette di bruciare i grassi in eccesso. L'esercizio fisico praticato in modo programmato e con continuità, oltre alla perdita dell'eccesso di peso, apporta degli adattamenti fisiologici, nel tempo, che sono molto importanti nella terapia dell'obesità.
Si tratta, quindi, di intervenire su più livelli, in quanto, non basta educare i ragazzi alla corretta alimentazione, ma è necessario contare sulla collaborazione della scuola a fornire indicazioni e strategie di comportamento (tra le quali, per esempio: eliminare tutti i distributori di merendine e snack, oppure sostituirle con alimenti più salutari) e sulla disponibilità della famiglia a variare abitudini alimentari e stile di vita. Per questo motivo, i messaggi di informazione ed educazione devono essere rivolti verso due target:
1) le mamme con bambini 0-14 anni, perché tendono a trasmettere ai figli il loro personale rapporto con il cibo e, in qualità di responsabile acquisti, a condizionare le scelte alimentari della famiglia (target primario)
2) i bambinistessi e gli adolescenti, perché, influenzati dalla pubblicità e dominati dalle suggestioni del gruppo dei coetanei, tendono a seguire un'alimentazione disordinata (target secondario)
Ci sono altri protagonisti che dovrebbero intervenire, essere coinvolti e formati (per esempio: sarebbe necessaria una riforma del percorso di laurea in Scienze Motorie) perché possa essere fatto un lavoro di cooperazione interdisciplinare che è fondamentale se si vuole realmente ridurre l'incidenza di malattie legate a fattori di rischio modificabili (sedentarismo, sovrappeso ed obesità, fumo di sigaretta, eccsso di assunzione di alcool ecc.); purtroppo ci sono molti interessi di mezzo (per esempio: case farmaceutiche nella vendita di farmaci, l'industria alimentare nel consumo dei prodotti ecc.) ed è forse per questo il motivo per cui tutto va così a rilento!? Sicuramente la promozione della qualità della vita è un'operazione culturale complessa e ambiziosa da realizzare ma credo che un cambiamento nel tempo potrà avvenire solo se la consapevolezza individuale sarà integrata dalla consapevolezza collettiva degli enti che rappresentano i singoli (Istituzioni Pubbliche, Sanitarie, Mass Media e informazione, Associazioni dei consumatori). In quanto insegnanti, istruttori, allenatori, educatori, animatori, sportivi ecc., abbiamo una responsabilità nei confronti della società, avendo scelto questo percorso in noi dovrebbe essere forte e determinato il valore di dare un servizio continuo alle persone in termini di attività motoria come prevenzione sociale. E' fondamentale un cambiamento di mentalità, dobbiamo incominciare a ragionare in termini di collaborazione e lavoro d'èquipe. Invece, ogni "attore" sociale sembra voler pensare solo a sé stesso e a proteggere il proprio sapere. Soggetti di natura diversa si trovano ad interagire sul fenomeno, tutti comunque concorrono ad affrontare lo stesso problema: quello della gestione della salute e delle spese necessarie a mantenerla.

La mission che ci accomuna è dunque l'attività motoria come prevenzione sociale, questo proposito ci rende una squadra unica e forte che lotta verso lo stesso obiettivo, differente sarà il risultato se tutti continuano a lottare per conto proprio !!.