Secchezza oculare e miopia: quando è colpa del COVID?

Secchezza oculare e miopia: quando è colpa del COVID?
Ultima modifica 30.09.2024
INDICE
  1. Irritazione e congiuntivite da virus
  2. Mascherina e disturbi alla vista
  3. COVID-19 e peggioramento della miopia

Bruciore, rossori, lacrimazione eccessiva, occhi stanchi e affaticati e difficoltà nel mettere a fuoco oggetti lontani. Questi sono i sintomi oculari che alcune persone hanno sperimentato dopo aver contratto la COVID-19. Anche chi non è entrato direttamente in contatto con il virus, però, ha avvertito irritazione e disturbi alla vista per via dell'uso prolungato di mascherine e di dispositivi elettronici per didattica a distanza (ormai oggi poco se non per nulla praticata) e smartworking (tutt'oggi praticato e adottato come metodica lavorativa da molte aziende, in alternanza al lavoro in presenza).

Può interessarti anche: COVID settembre 2024: variante XEC, sintomi, cosa fare se si ha il COVID oggi?

Irritazione e congiuntivite da virus

Nel corso della pandemia, il sintomo oculare più significativo sperimentato da chi è risultato positivo alla COVID-19 è stata l'irrtiazione degli occhi stando ad una ricerca pubblicata su BMJ Open Ophthalmolog. Nonostante la COVID-19 sia principalmente una patologia a carico del sistema respiratorio, che ha fra i sintomi più comuni tosse e febbre, alcune ricerche hanno dimostrato che in alcuni soggetti positivi potevano insorgere anche manifestazioni oculari, come secrezione congiuntivale, sfregamento degli occhi e congestione congiuntivale.
Attualmente, invece, i sintomi oculari non sembrano essere diffusi con le nuove varianti prevalenti, quali JN.1, KP.3, KP.3.1.1 e XEC.

Mascherina e disturbi alla vista

Anche la mascherina usata per prevenire la diffusione del virus può causare dei disturbi alla vista. In particolar modo, se non la si posiziona adeguatamente sul viso, si rischia che il flusso d'aria espirato vada a contatto diretto con gli occhi causandone la disidratazione. Ciò provoca secchezza e aumenta l'attrito quando si apre e si chiude la palpebra.

COVID-19 e peggioramento della miopia

La pandemia ha cambiato notevolmente le abitudini quotidiane di milioni di persone, tra queste l'esposizione prolungata e costante a schermi di devices elettronici. Lo smartworking e l'impossibilità di svolgere attività sportive e ludiche all'aperto si sono notevolmente ampliati. Tutto ciò ha avuto degli effetti anche sulla salute degli occhi, provocando un generale peggioramento della vista da lontano.

Il cristallino, una lente naturale che serve a mettere a fuoco gli oggetti che ci troviamo davanti, sia da lontano sia da vicino, la cui salute è fondamentale per la vista, si muove grazie al corpo ciliare, un muscolo elastico, la cui elasticità va diminuendo con il passare degli anni.

Trascorrere tante ore a guardare oggetti da una distanza ravvicinata, come è accaduto durante le prime fasi della pandemia e come ancora accade per chi lavora ancora in smartworking, porta il cristallino a dimenticare la sua forma iniziale e a impiegare un tempo maggiore per tornare al suo stato di riposo abituale. Per questo motivo, se si passano molte ore a guardare il computer o il cellulare, si può fare più fatica a ricominciare a guardare da lontano, non tanto a causa di una miopia vera e propria, ma perché il cristallino non riesce a tornare immediatamente alla sua forma iniziale. 

Quando l'occhio si abitua a guardare sempre da vicino, è portato a focalizzarsi su questa tendenza, andando incontro alla miopia. 

La pandemia ha causato anche un aumento degli effetti psicologici delle videochat

Per ridurre il pericolo di contagio, dopo essere entrati in contatto con oggetti e superfici igienizzare le mani senza commettere errori