Scoperto un nuovo gruppo sanguigno chiamato Er

Scoperto un nuovo gruppo sanguigno chiamato Er
Ultima modifica 25.10.2022
INDICE
  1. Le classificazioni del sangue
  2. Come si è giunti alla nuova scoperta
  3. Possibili applicazioni cliniche

I gruppi sanguigni fino ad oggi conosciuti sono quattro e tutte le persone o quasi hanno sempre dato per scontato che la conoscenza in merito non potesse ampliarsi. Invece non è così, visto che è stata annunciata poco tempo fa una scoperta importantissima: l'esistenza di un nuovo gruppo sanguigno denominato Er.

A rivelare al mondo questa importante novità medica è stata la rivista Blood, spiegando nel dettaglio i risultati dello studio effettuato dal National Health Service Blood and Transplant (Nhsbt), che hanno portato a tale scoperta.

Le classificazioni del sangue

Le classificazioni più comuni del sangue sono per i gruppi sanguigni notoriamenteidentificati, A, B, 0 e AB e per il fattore Rh, un antigene, ovvero una sostanza che induce una risposta immunitaria da parte dell'organismo, che non tutti hanno. Nei soggetti in cui è presente si parla di Rh positivo, altrimenti di Rh negativo.

Questi non sono però gli unici modi in cui scienza e medicina identificano il sangue, visto che esistono molti modi per raggruppare i globuli rossi, ad esempio in base alle differenze molecolari. In questi casi si osservano le diverse combinazioni di proteine che rivestono la loro superficie o degli zuccheri. Tali caratteristiche sono essenziali per permettere all'organismo di distinguere se stesso da potenziali invasori nocivi e pericolosi ed è per questo che quando si viene in contatto con del sangue con un antigene che il corpo non riconosce, il sistema immunitario inizia a produrre anticorpi e ad attivare meccanismi di difesa.

Come si è giunti alla nuova scoperta

Soffermandosi sui gruppi sanguigni però, ai quattro fino ad ora noti se ne è affiancato un quinto, denominato Er.

Come affermato dagli scienziati del National Health Service Blood and Transplant, le basi di quanto svelato in questi giorni risalgono a circa 40 anni fa. La maggior parte dei principali antigeni del sangue è stata infatti scoperta all'inizio del ventesimo secolo ma di Er si è iniziato a parlare nel 1982.

All'epoca fu identificato sulla superficie dei globuli rossi e da allora iniziarono a susseguirsi diversi studi che portarono negli anni a scoprire che ne esistessero tre versioni alternative: Era, Erb e Er3.

Le basi molecolari e genetiche dell'antigene rimasero però senza chiarimento per molto tempo. A permettere di fare luce su questo aspetto è stato il caso della morte di un neonato dovuta a quella che si presumeva essere una sua incompatibilità con la madre. In rari casi, infatti, durante una gravidanza può succedere che i tessuti del feto vengano riconosciuti come estranei e aggrediti con anticorpi che passano attraverso la placenta, portando alla malattia emolitica nel nascituro.

In quel frangente la donna incinta era stata ricoverata perché il feto aveva problemi nel sangue e nonostante l'intervento tempestivo e il cesario d'urgenza il piccolo aveva subito un'emorragia cerebrale che non gli aveva lasciato scampo.

Il motivo dell'emorragia non era chiaro ma nel sangue della madre erano stati trovati strani anticorpi che hanno portato poi alla scoperta che il suo sangue fosse di un tipo ultra raro, incompatibile con quello del bambino.

Da quell'evento drammatico ha preso il via una ricerca allargatasi a 13 pazienti con campioni di sangue dalle caratteristiche molto rare ed antigeni sospetti che hanno portato gli studiosi all'identificazione di altre due versioni dell'antigene Er. Alle già conosciute Era, Erb e Er3 si sono aggiunte Er4 e Er5.

Sequenziando i codici genetici dei pazienti, gli esperti sono riusciti ad individuare il gene che codifica le proteine della superficie cellulare e certifica come a varianti del gene corrisponda un gruppo sanguigno differente. Si trattava di Piezo1, un gene già associato a diverse malattie conosciute.

Alla luce di queste nuove conoscenze, entro fine anno ci si aspetta da parte dell'International Society of Blood Transfusion la ratifica della definizione del nuovo sistema di classificazione, il 44esimo.

Possibili applicazioni cliniche

Questa scoperta, oltre ad essere particolarmente suggestiva, apre scenari indubbiamente positivi per la medicina, visto che molto probabilmente consentirà di capire meglio alcune reazioni del sangue umano e di curare in modo mirato determinate malattie. Inoltre, permetterà di diagnosticare in modo corretto alcuni problemi come l'incompatibilità tra una donna in gravidanza e il feto che porta in grembo.

Al momento risulta ancora difficile conoscere la frequenza delle varie versioni dell'antigene Er. In base alle conoscenze odierne però alcune indicazioni sono già emerse. Il più raro, ad esempio, pare essere l'Erb, mentre Er5 sembra maggiormente comune nelle popolazioni africane.

Questo dettaglio non è di poco conto ma si tratta di una conoscenza che potrebbe essere molto utile per la cura della malaria.

A livello clinico esistono documentazioni di casi di reazione emolitica post trasfusioni di sangue in persone con anticorpi anti Er3, mentre anticorpi anti-Era e anti-Erb non sembrano rilevanti. Poco si conosce, infine, in merito alle implicazioni cliniche di anticorpi anti Er4 e Er5, anche se sono documentati due casi di emolisi in un neonato e in un feto le cui madri li avevano.