Rubeo Test - Analisi del Sangue per la Rosolia
Generalità
Il test della rosolia (o Rubeo test) è un esame del sangue che stabilisce se un soggetto ha contratto o meno questa malattia infettiva oppure se è stato vaccinato.
La rosolia è una patologia a eziologia virale, molto pericolosa se trasmessa dalla madre al feto durante la gravidanza; se contratta per la prima volta nel corso della gestazione, può infatti determinare un insieme di alterazioni note come “sindrome da rosolia congenita”, con anomalie della vista e dell'udito, cardiopatie e disturbi neurologici.
Cos'è
Il Rubeo test è un'indagine di laboratorio che consente di rilevare un'infezione in corso o pregressa del virus della rosolia.
Inoltre, l'esame permette di valutare i livelli protettivi di anticorpi contro la malattia che, se contratta per la prima volta in gravidanza, soprattutto nei primi 4 mesi di gestazione, può causare serie malformazioni al feto.
Sindrome da rosolia congenita
La rosolia è un'infezione virale che presenta abitualmente un decorso benigno e comporta manifestazioni lievi.
La febbre e le eruzioni cutanee associate alla malattia si risolvono normalmente nel giro di 2-3 giorni, senza necessità di ricorrere a un trattamento specifico.
Purtroppo, nel caso in cui la rosolia venga contratta nel primo trimestre di gravidanza, può determinare la morte del feto o la comparsa di gravi malformazioni (rosolia congenita).
Una volta contratto dalla madre, il virus può raggiungere la circolazione fetale e moltiplicarsi rapidamente nei tessuti embrionali, provocando danni cromosomici e alterazioni dell'organogenesi.
La trasmissione della rosolia può verificarsi durante tutto il periodo gestazionale; il maggior rischio di passaggio transplacentare si verifica nelle prime 16 settimane di gravidanza.
Possibili conseguenze per il feto
La rosolia congenita può comportare varie conseguenze, che occorrono a seconda dell'epoca gestazionale in cui viene contratta l'infezione. Queste manifestazioni comprendono:
- Alterazioni oculari (cataratta, retinopatia e glaucoma);
- Disfunzioni uditive (sordità neurosensoriale);
- Cardiopatie congenite (persistenza del dotto di Botallo e stenosi dell'arteria polmonare);
- Disturbi neurologici (ritardato sviluppo fisico e psichico);
- Ritardato accrescimento intrauterino;
- Alterazioni ossee (difetti dell'osteogenesi e dell'ossificazione a livello delle metafisi delle ossa lunghe);
- Disturbi ematologici (anemia emolitica oppure porpora trombocitopenica);
- Deficit immunitari, come ipogammaglobulinemia;
- Polmonite interstiziale;
- Epatosplenomegalia.
Il rischio di malformazioni fetali gravi è massimo quando la rosolia viene contratta nel primo trimestre di gravidanza, mentre le infezioni contratte dopo la ventesima settimana raramente provocano malformazioni congenite.
Perché si Misura
Il Rubeo test ricerca nel sangue gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in seguito a un'infezione o a una vaccinazione per la rosolia. Quest'esame permette di individuare, quindi, coloro che non sono mai stati esposti al virus e non risultano immunizzati nei confronti della malattia.
Da ricordare
L'infezione acuta primaria e la vaccinazione anti-rosolia determinano immunità permanente.
Il Rubeo test è indicato soprattutto alle donne in gravidanza o a quelle che la stanno pianificando, per verificare la presenza di una quantità sufficiente di anticorpi anti-rosolia necessari a proteggere dalla malattia.
Durante i primi mesi di gravidanza, nel caso in cui la futura mamma non fosse immunizzata per la rosolia, in caso di contagio si esporrebbe il bimbo a rischi seri, come cecità, sordità e ritardo mentale.
Il test può essere richiesto anche in neonati con difetti congeniti che possano far sospettare un'infezione intrauterina da virus della rosolia.
Rubeo test in gravidanza
Il Rubeo test fa parte degli esami del sangue indispensabili per valutare lo stato di salute della coppia che si prepara ad avere un bambino.
Il Rubeo test è utile, inoltre, per sapere se la donna è a rischio di contrarre la rosolia durante la gestazione. In tale evenienza, l'adozione di alcune misure di sicurezza e controlli medici serrati può ridurre notevolmente il rischio di problemi.
In ogni caso, è consigliabile sottoporsi al test della rosolia anche quando si è sicure di avere già contratto la malattia: se presa in forma leggera, infatti, può non essere sufficiente a produrre immunizzazione.
Se dall'esame del sangue risulta che non si è immuni, è necessario sottoporsi a vaccinazione anti-rosolia prima di intraprendere una gravidanza. Occorre, poi, aspettare almeno 6 mesi prima di cercare di concepire un bambino, previo test di controllo per verificare che l'immunizzazione sia effettivamente avvenuta.
Quando viene indicato?
Il test della rosolia può essere richiesto:
- Quando occorre rilevare un'infezione recente o passata, per verificare lo stato di immunizzazione del paziente;
- Prima o all'inizio di una gravidanza, per verificare la presenza di un'adeguata protezione contro il virus della rosolia;
- Nel corso della gestazione, qualora la donna manifestasse sintomi associati alla rosolia, come febbre, esantema maculo-papuloso e tumefazioni linfoghiandolari, retronucali e retrocervicali;
- In caso di sospetta infezione intrauterina, se il neonato presenta una sviluppo anomalo o alcuni difetti congeniti che potrebbero essere riconducibili alla rosolia.
Cosa viene ricercato?
Esistono due tipi di anticorpi che possono essere ricercati con il test della rosolia:
- Immunoglobuline M (IgM): compaiono per prime nel circolo sanguigno dopo l'esposizione al virus della rosolia. I livelli di questi anticorpi aumentano e raggiungono i livelli massimi dopo circa 7-10 giorni dall'infezione, per poi diminuire progressivamente nelle settimane successive. Nei neonati affetti da rosolia, le IgM possono persistere per diversi mesi fino a un anno.
- Immunoglobuline G (IgG): impiegano più tempo per comparire nel circolo sanguigno rispetto alle IgM ma, una volta prodotte, permangono per il resto della vita e proteggono contro eventuali nuove infezioni.
In sintesi, la presenza di anticorpi IgM in circolo è correlata a un'esposizione recente al virus responsabile della malattia; il riscontro di IgG può invece dipendere da un'infezione recente o passata, o può indicare che il vaccino contro la rosolia ha fornito un'adeguata protezione.
Nota
L'infezione da parte di altri agenti patogeni potrebbe comportare dei risultati falsamente positivi per le IgM. Per questo motivo, allo scopo di confermare il risultato delle IgM, il medico può richiedere l'analisi delle IgG, così da avere un valore basale da confrontare con ulteriori test eseguiti nei giorni successivi.
L'incremento dei livelli di IgG in prelievi successivi conferma l'infezione in corso.
Valori normali
Normalmente, il risultato del Rubeo test è negativo per le IgM (significa che la rosolia non è in corso e non è stata contratta recentemente).
Se le IgG sono presenti, invece, vuol che c'è immunità nei confronti dell'infezione e non si corrono rischi. Lo stato di immunizzazione può essere conferito dalla vaccinazione anti-rosolia o da un pregresso contatto con il virus responsabile della malattia.
Qualora le IgG fossero assenti, significa che il paziente non è immune nei confronti della rosolia. In tal caso, la donna che decide di intraprendere una gravidanza può sottoporsi a vaccinazione o, se già in attesa di un bambino, deve essere monitorata.
Rubeo Test Positivo - Cause
- Se il Rubeo test risulta positivo, significa che il paziente è vaccinato contro la rosolia o immune per pregressa malattia e non corre il rischio di contrarre l'infezione; in tale evenienza, non occorre ripetere l'esame.
- Qualora l'esito fosse positivo, ma è probabile che il paziente abbia contratto recentemente l'infezione, la situazione verrà valutata caso per caso dal medico. La rosolia può essere confermata sottoponendo più volte il soggetto a prelievo (durante la presunta fase acuta e nel corso della convalescenza) ed effettuando il test delle IgG. L'aumento di quest'ultima classe di immunoglobuline conferma, infatti, la presenza di un'infezione pregressa.
Rubeo Test Negativo - Cause
Se il Rubeo test risulta negativo, cioè non ci sono anticorpi (IgG e IgM negativi), l'esame va ripetuto almeno tre volte nell'arco della gestazione (ogni tre mesi), in quanto la futura mamma potrebbe essere suscettibile al contagio. Quando si verifica una sieroconversione in gravidanza, cioè compaiono anticorpi specifici di tipo IgM in una donna precedentemente negativa, si devono fare altri esami per escludere il passaggio del virus al feto.
Da ricordare
Le donne che intendano intraprendere una gravidanza, non vaccinate o non immuni in seguito alla malattia, dovrebbero sottoporsi, prima del concepimento, alla ricerca degli anticorpi anti-rosolia ed eventualmente alla vaccinazione.
Come si misura
Il Rubeo test viene eseguito su un campione di sangue venoso prelevato dal braccio o, nei neonati, dal cordone ombelicale o dalla puntura del tallone.
Preparazione
Il Rubeo test non richiede alcuna particolare preparazione.
Interpretazione dei Risultati
- IgG negative, IgM negative: il paziente non è mai venuto in contatto con il virus della rosolia e non è stato vaccinato (quindi non è protetto nei confronti di questo virus).
- IgG positive, IgM negative: il soggetto è stato vaccinato oppure si è verificata un'esposizione all'agente virale in passato (infezione pregressa); c'è immunità nei confronti della rosolia e non si corrono rischi.
- IgG negative, IgM positive: infezione in fase iniziale; la donna in gravidanza dev'essere monitorata, in quanto recettiva (eventuale vaccinazione con controllo dell'efficacia della stessa).
- IgG positive, IgM positive: infezione acuta o comunque recente.
Neonati
Ricerca delle IgG specifiche
Nel neonato, la presenza di IgG, ma non di IgM indica che le immunoglobuline di classe G della madre sono passate al feto in utero. In tal caso, è consigliabile il dosaggio delle IgG ogni mese per i primi 6 mesi di vita; in caso di persistenza di elevati titoli è possibile che l'infezione sia stata contratta in utero dal feto.
La scomparsa delle IgG specifiche nel secondo semestre di vita esclude, invece, l'infezione congenita.
Ricerca delle IgM specifiche
La presenza di IgM indica che il bambino è stato infettato durante la gravidanza: se questi anticorpi risultano positivi entro il primo mese di vita è possibile la diagnosi di un'infezione congenita; se negativi, è consigliabile la ripetizione del test.
IgM |
IgG |
Interpretazione |
|
Adulto/Bambino |
Positivo |
Positivo o negativo |
Infezione recente |
Adulto/Bambino |
Positivo |
Immunità (da vaccino o pregressa infezione) |
|
Neonato |
Positivo |
Infezione congenita |
|
Neonato |
Positivo |
Immunità materna (dura sei mesi circa) |