Ultima modifica 04.03.2020

La proctoscopia è una metodica diagnostica finalizzata all'osservazione endoscopica del canale anale (anoscopia) e di quello rettale (rettoscopia). A tale scopo viene utilizzato uno speciale strumento, noto come rettoscopio o proctoscopio, introdotto previa lubrificazione attraverso l'apertura anale; si tratta sostanzialmente di un tubo metallico dotato di un supporto all'apice e di un eventuale lente di ingrandimento per osservare al meglio la regione esaminata. Uno strumento simile, ma di lunghezza inferiore, viene utilizzato per lo studio del solo canale anale (anoscopia).

Per consentire un'adeguata visualizzazione delle pareti rettali durante la proctoscopia, è bene che queste siano adeguatamente pulite. A tal proposito vengono consegnate al paziente delle precise istruzioni da parte dello stesso centro di endoscopia digestiva; generalmente, il giorno prima dell'esame viene chiesto di praticare un clistere con un litro di acqua tiepida o con un apposito preparato acquistabile in farmacia; la medesima operazione andrà eseguita poche ore prima dell'appuntamento. Non sono invece richieste particolari norme dietetiche, né tanto meno l'utilizzo di lassativi (sconsigliati).

Per agevolare l'esame delle pareti del retto, al paziente viene chiesto di spogliarsi dalla vita in giù ed inginocchiarsi sul lettino, inclinando il tronco in avanti ed incurvando la schiena in modo da agevolare l'esplorazione rettale (posizione genu-pettorale mostrata al centro della figura); in alternativa può essere chiesto di adottare la posizione laterale sinistra (nota come posizione di Sims). Sebbene si tratti di una posizione imbarazzante è importante che venga mantenuta cercando di rimanere immobili. L'inserimento del proctoscopio è preceduto dall'esame visivo dell'apertura anale e dall'esplorazione manuale dell'ano e del retto (il medico inserisce nel canale anale la punta dell'indice destro opportunamente lubrificata). Terminato questo esame, viene quindi introdotto delicatamente il rettoscopio previa accurata lubrificazione. Dopo aver raggiunto la profondità desiderata ed aver tolto l'otturatore, lo strumento viene fatto fuoriuscire lentamente e con delicatezza, effettuando dei movimenti circolari, per avere una visione diretta delle pareti rettali ed anali. Nell'eventualità, all'interno del canale centrale possono essere inseriti altri strumenti, allo scopo di prelevare un piccolo campione tissutale (biopsia) da esaminare successivamente in laboratorio. Spesso viene inoltre insufflata dell'aria per distendere le pareti del retto e renderle più facilmente esplorabili.

 

Rettoscopia - Proctoscopia - Anoscopia

 

L'operazione non è normalmente dolorosa, al più fastidiosa; tuttavia in determinate condizioni l'esame viene eseguito in anestesia locale.

Numerose sono le patologie obiettivabili mediante proctoscopia, che trova indicazione diagnostica in presenza di sanguinamenti rettali, emorroidi, polipi anali o rettali, carcinoma del canale anale o del retto, fistule anali, ferite e traumi di questa regione. La rettoscopia ha anche delle potenziali applicazioni terapeutiche, rivolte soprattutto alla resezione di polipi o tumori e alla cura delle emorroidi (ad esempio per eseguire iniezioni di sostanze sclerosanti o per le operazioni di crioterapia selettiva).

I risultati della proctoscopia sono disponibili all'istante, ma in caso di biopsie il referto viene consegnato dopo alcuni giorni.

Oggi, la procedura tradizionale illustrata nell'articolo sta lentamente andando in pensione a favore della cosiddetta videoproctoscopia digitale, nella quale l'ausilio di una microtelecamera permette di visualizzare immagini ingrandite sull'apposito schermo e registrarle su supporto magnetico, con possibilità di visionarle a diversa velocità e confrontarle con i risultatati dei futuri o precedenti esami rettoscopici.