Puntura di Tracina: cosa fare, come curarla e quanto dura il dolore

Puntura di Tracina: cosa fare, come curarla e quanto dura il dolore
Ultima modifica 02.08.2022
INDICE
  1. Come curare la puntura e quanto dura il dolore
  2. Tracina: conoscerla per evitarla
  3. Tracina o pesce ragno: generalità biologiche
  4. Puntura di Medusa: Cosa Fare

La puntura di tracina è tra gli inconvenienti più dolorosi – anche se generalmente poco gravi – che possano verificarsi in mare.

Pur avendo la certezza, o il forte sospetto, di essere stati colpiti dal temibile pesce ragno (nome comune), non sono molti a sapere "realmente" cosa fare, ovvero come curarla.

Prima di tutto è bene sapere che, conoscendo le abitudini dell'animale, potremmo evitare le situazioni più a rischio.

In secondo luogo, in caso di puntura, esistono degli accorgimenti che possono "fare la differenza", soprattutto in termini di riduzione dell'intensità e di durata del dolore.

In questo articolo cercheremo di riassumere le raccomandazioni utili ed efficaci a sgonfiare la zona colpita dalla puntura, confutando peraltro i falsi miti e le inesattezze che da anni gravitano attorno a questi spiacevoli episodi tipici della stagione estiva balneare.

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Come curare la puntura e quanto dura il dolore

Come si manifesta la puntura di tracina?

La puntura di tracina si manifesta in maniera banale. Si avverte un piccolo pizzicore che, anziché scemare dopo pochi secondi, si intensifica in maniera proporzionale alla quantità di tossina trasmessa – quindi, in base al numero di aculei che hanno perforato la pelle e alle dimensioni del pesce.

La sensazione tipica, oltre al dolore sordo ed ingravescente, talvolta caratterizzato da picchi di acuzie, è quella di "sentire pulsare" il tessuto. La sede è sempre caratterizzata da rossore ed evidente gonfiore – che aumenta a vista d'occhio.

Il dolore si irradia spesso dalle estremità fino all'intero arto – poiché, di solito, vengono colpiti i piedi o le mani.

Alcune persone sensibili a questo genere di dolore o suscettibili tendono a svenire. Possono anche comparire febbre, nausea e vomito.

Raramente, l'organismo può reagire in maniera simile ad una crisi allergica (difficoltà respiratorie, alterazioni della frequenza cardiaca ecc.).

Quanto dura il dolore?

Nei casi più fastidiosi – o anche commettendo qualche errore nel trattamento, il dolore della puntura di tracina, il gonfiore e il rossore, pur diminuendo, possono durare oltre un giorno.

Come curare la puntura di tracina?

Il "veleno" della tracina, esattamente come quello dello scorfano, è di natura proteica.

Sappiamo che le proteine, per poter esercitare la propria funzione biologica, devono rimanere perfettamente "integre". Essendo sensibili al calore, alla denaturazione meccanica, all'azione acida e all'aggressione enzimatica, uno qualsiasi di questi fattori potrebbe inattivarle.

Per inattivare il veleno della tracina quindi, sarebbe teoricamente possibile sfruttare questi meccanismi. Ma quale?

L'unico accorgimento che possiamo adottare è l'esposizione al calore. Accusando una puntura di tracina, quindi, la prima cosa da fare è immergere la parte danneggiata nell'acqua molto calda (almeno 40° C, ma senza esagerare).

Se il piede non sanguina e l'acqua calda non è disponibile, può essere buona norma sfruttare il calore della sabbia.

Attenzione! Mai applicare ghiaccio! L'azione venefica delle tossine rimarrà immutata. Sono anche inutili ammoniaca, alcol, urina e aceto.

Nel caso siano rimasti dei frammenti di spine, è buona norma rimuoverli dal tessuto.

Se il soggetto non è dotato di copertura anti-tetanica, meglio provvedere.

Alcuni farmacisti consigliano pomate antinfiammatorie concepite per contrastare le punture da animali.

Riflessione

La puntura di tracina non è assolutamente letale. Tuttavia, vero è che può determinare limitazione funzionale, blackout o panico, tre fattori di rischio molto importanti che aumentano le probabilità di annegamento. Quindi, soprattutto se non si hanno esperienze personali in merito, mai fare il bagno da soli senza la supervisione di un assistente bagnante.

Tracina: conoscerla per evitarla

Le tracine pungono? O siamo noi a pungerci?

Le tracine sono pesci tristemente noti per il loro "ruolo-chiave" nei dolorosi casi di puntura accidentale.

Più o meno gravi, questi episodi si concentrano soprattutto nella stagione balneare marittima e, quasi esclusivamente, sui bassi fondali sabbiosi o ghiaiosi – soprattutto alcune riviere venete, emiliano-romagnole, marchigiane, toscane e laziali.

Lo sapevi che…

Le tracine sono conosciute in tutta la penisola italiana - e non solo - anche per la prelibatezza delle loro carni. Molti intenditori reputano che si tratti del pesce da zuppa, brodetto, "umido" e sugo per i primi piatti, migliore in assoluto.

Come altri pesci, ad esempio gli scorfani e i pesci pietra, le tracine sono dotate di particolari "aculei velenosi" situati sul dorso e sull'opercolo branchiale (dietro le branchie).

Le più pericolose sono quelle sulla schiena del pesce, che sarebbero le tipiche spine di sostegno della pinna dorsale; queste, alimentate da tessuto specializzato nella sintesi di tossine, possono penetrare i tessuti di certi "aggressori", scoraggiandoli.

Ad onore del vero, le tracine non pungono. Sono i potenziali predatori che, nel tentativo di morderle o agguantarle, si "pungono da soli". Le tracine non hanno alcun interesse nel pungere; piuttosto, non riescono ad evitarlo.

Essendo pesci "di fondale", quindi privi di vescica natatoria – come anche sogliole, rane pescatrici, gallinelle ecc. – di fronte al pericolo, le tracine possono fuggire solo per brevi distanze, dopo di che sono obbligate ad insabbiarsi.

Una volta occultate, le tracine erigono le spine in atteggiamento difensivo, attendendo semplicemente che il pericolo passi.

Casistiche frequenti di puntura da tracina

Il fatto stesso di "fare il bagno" determina un aumento del rischio di puntura di tracina. L'unico metodo veramente efficacie per prevenire questo inconveniente ai piedi è indossare sandali o scarpette da scoglio con suola in gomma dura – non dei semplici calzari da apnea subacquea o calzini di spugna.

La circostanza più diffusa tra le punture di tracina è quella che vede colpita la pianta del piede o una delle dita durante il bagno.

Questo perché, nelle basse acque ultra-frequentate dai bagnanti nel periodo estivo, può accadere che una tracina si insabbi tra decine (o centinaia) di "piedi" che – prima o poi – finiranno per calpestarla.

Un altro (più raro) contesto è quello della puntura al palmo alle dita di una mano durante la raccolta di vongole "a tastoni". Chi ama prelevare questo mollusco bivalve sa che, in assenza di visibilità e lontano dalla bassa marea, l'unico modo è quello di "tastare" la sabbia fino a trovarlo.

Un'ulteriore occasione per pungersi alle mani con le tracine è durante una battuta di pesca. Con le canne, durante la pesca in apnea o anche liberandola dalle reti, può accadere che "per una svista" o "per ignoranza" si afferri il pesce senza prestare attenzione ai suoi aculei.

Quando è più frequente incontrare le tracine?

Le tracine riproducono in tarda primavera ed estate, con modeste differenze legate all'anno e alla zona. In questo periodo si avvicinano di più al frangente; purtroppo, si tratta dello stesso momento in cui molti amano fare il bagno al mare.

Essendo pessime nuotatrici, ed anche perché amano cacciare nel fondale "smosso", per effetto del moto ondoso, durante le mareggiate le tracine vengono spinte/si spingono verso la battigia. Dopo diverse ore di mare mosso, o peggio, a posteriori di una burrasca, aumentano sensibilmente i pericoli di incappare in una tracina.

Come tutti i pesci, anche le tracine odiano la confusione. Pertanto, meno è frequentata la spiaggia, più possibilità ci sono di trovarle.

In sintesi, "la condizione peggiore", ovvero quella con le massime probabilità di scontrarci con una tracina, è: nel mese di giugno, con la bassa marea, all'alba (per la poca confusione), facendo lunghe passeggiate nell'acqua bassa.

Tracina o pesce ragno: generalità biologiche

Le tracine sono pesci ossei e di acqua salata.

Quello delle tracine è un Genere biologico (Trachinus) che racchiude ben 8 specie differenti: araneus, armatus, collignoni, cornutus, lineolatus, pellegrini, radiatus e draco.

Per dirla tutta, il Genere Trachinus appartiene alla ben più vasta Famiglia Trachinidae, nella quale possiamo trovare decine di specie molto simili a quelle che, normalmente, vengono identificate anch'esse come tracine.

Le tracine colonizzano il Mar Mediterraneo (draco, radiatus, araneus) e l'Oceano Atlantico (nel quale sono presenti quasi tutte le specie); solo una, invece, abita il Pacifico. Quelle diffuse in Italia occupano soprattutto basse e medie batimetriche, prevalentemente sabbiose o ghiaiose.

Si nutrono di invertebrati, come anellidi, piccoli crostacei e molluschi, e di piccoli pesci. La riproduzione avviene in primavera ed inizio estate.

Vengono pescate (purtroppo) con lo strascico e con le reti da posta. L'interesse dei pescatori amatoriali con le canne è di modesta entità; quasi nullo, invece, quello dei cacciatori in apnea (pesca sub).

Per approfondire: Puntura di Medusa: Cause, Sintomi, Cosa Fare e Cosa Evitare

Puntura di Medusa: Cosa Fare

Quando si nuota o ci si immerge in mare un altro incoveniente può essere la puntura di medusa. Alle nostre latitudini, fortunatamente, il contatto accidentale con questi animali è in grado di procurare problemi di limitata entità: irritazioni, prurito, ponfi, dolore o rossi. Le meduse del Mar Mediterraneo sono, in genere, meno pericolose rispetto a quelle dei mari tropicali e delle coste australiane. In questo podcast vi parliamo di cosa fare in caso di puntura da parte di questo organismo marino.

Ascolta su Spreaker.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer