Prurito Vaginale Senza Perdite

Prurito Vaginale Senza Perdite
Ultima modifica 03.09.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Cause e Fattori di Rischio
  3. Quando Rivolgersi al Medico
  4. Trattamento e Prevenzione

Generalità

Il prurito vaginale senza perdite è un disturbo intimo femminile che può manifestarsi per varie ragioni.

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In alcuni casi, questo sintomo non dipende da cause patologiche, ma da stili di vita molto stressanti o abitudini errate. Altre volte, però, la comparsa del prurito vaginale senza perdite va interpretata come il segnale alla presenza di un sottostante disturbo di salute, come un'irritazione intima, una malattia dermatologica o di uno stato infiammatorio non infettivo. Considerata l'anatomia dei genitali femminili, non è escluso, poi, che il prurito vaginale senza perdite possa derivare anche da un processo patologico a carico dei genitali esterni (vulva).

Cause e Fattori di Rischio

Le cause del prurito vaginale senza perdite sono diverse e non sempre il loro significato è patologico.  

Nella maggior parte dei casi, questo sintomo è tale da non indurre preoccupazioni, ma è importante non sottovalutarne la presenza, specie se tende a ricorrere. Alcune delle condizioni sottostanti necessitano, infatti, di uno specifico e tempestivo trattamento per ridurre il rischio di possibili complicanze, mentre altri disturbi sono entità minori e/o transitori, rendendo possibile un approccio più semplice per fermare o prevenire il prurito vaginale senza perdite.

La valutazione di tale manifestazione - fondamentale per stabilire la corretta terapia diretta alla risoluzione della causa scatenante - deve essere eseguita dal ginecologo e prevede, di solito, l'anamnesi e l'esame obiettivo.

Cosa Provoca Prurito Vaginale Senza Perdite?

Le principali cause del prurito vaginale senza perdite includono:

Vulvovaginite Non Infettiva

Per vulvovaginite, s'intende la contemporanea infiammazione di vagina (vaginite) e vulva (vulvite). Le cause non infettive di questo processo flogistico rappresentano circa il 30% dei casi e comprendono irritazioni, alterazioni ormonali e micro-traumatismi indotti da abrasioni per un'inadeguata lubrificazione durante i rapporti sessuali, sfregamenti da indumenti troppo aderenti ed uso di assorbenti interni per lunghi periodi di tempo

La vulvovaginite non infettiva può derivare da ipersensibilità o reazioni irritative della mucosa vulvare e vaginale. L'uso eccessivo di detergenti intimi e lavande vaginali aumenta notevolmente il rischio di soffrire del disturbo. Nelle persone suscettibili, l'esposizione a certe sostanze chimiche contenute nei bagnoschiuma e nei saponi può addirittura provocare una reazione allergica. Nella categoria dei potenziali agenti sensibilizzanti, rientrano anche spray igienici o profumi, ammorbidenti, coloranti ed additivi presenti nei detersivi. Occasionalmente, l'irritazione può essere conseguenza dell'uso di lubrificanti o creme vaginali, profilattici in lattice, spermicidi, anelli vaginali anticoncezionali, diaframmi o dispositivi intrauterini. In pazienti incontinenti o allettati, la scarsa igiene può innescare un'infiammazione vulvare cronica causata da irritazione chimica da urine o feci.

La vulvovaginite non infettiva può essere provocata anche da cause fisiche, come abrasioni dovute ad un'inadeguata lubrificazione durante i rapporti sessuali, stimoli meccanici prolungati o sfregamenti da indumenti troppo attillati, soprattutto se costituiti da un materiale sintetico.

Anche il contatto prolungato con un corpo estraneo - rappresentato da profilattico, assorbente interno, residui di carta igienica o granelli di sabbia - può causare una vulvovaginite aspecifica.

Gli squilibri dell'ambiente vulvare e vaginale possono dipendere anche da immunodepressione e malattie sistemiche, come il diabete. Altri fattori di rischio per la vulvovaginite comprendono l'uso prolungato di alcuni farmaci, come gli antibiotici ed i corticosteroidi.

Anche le alterazioni ormonali possono favorire la comparsa della vulvovaginite. Dopo la menopausa, ad esempio, un marcato decremento degli estrogeni causa l'assottigliamento della vagina ed un'aumentata suscettibilità alle infiammazioni (vaginite atrofica). Cambiamenti dell'assetto ormonale possono verificarsi anche in altre occasioni, come dopo il parto o durante l'allattamento. La riduzione degli estrogeni può essere indotta anche da alcuni trattamenti, come l'asportazione chirurgica delle ovaie, l'irradiazione pelvica e la chemioterapia.

In qualche caso, le vulvovaginiti di natura non infettiva possono essere favorite da fattori psicologici (es. vita sessuale insoddisfacente o quadri depressivi).

Irritazioni da depilazione

La lama del rasoio può irritare la pelle che nella zona bikini è particolarmente delicata, predisponendo alla formazione di foruncoletti oppure a spiacevoli infiammazioni cutanee, eruzioni, escoriazioni e piccole ferite. L'irritazione da depilazione intima comporta tipicamente bruciore, fastidio ed arrossamento, soprattutto se la pelle è reattiva o molto sensibile. Infine, se la pelle non è sufficientemente idratata ed esfoliata, i peli che ricrescono potrebbero incarnirsi. Tutte queste evenienze possono produrre intenso prurito intimo senza perdite. Anche la crema depilatoria e l'epilazione può predisporre talvolta a manifestazioni fastidiose e problematiche, come follicoliti (infiammazione dei follicoli piliferi) e peli incarniti.

Sudorazione

Nella regione genitale, la sudorazione può causare prurito all'inguine e alla vulva, soprattutto se le ghiandole apocrine sono particolarmente attive. Questo processo è normale e serve alla regolazione della temperatura corporea. Tuttavia, l'eccessiva sudorazione può causare irritazione e disagio, portando a prurito vaginale senza perdite.

Eczema

Eczema genitale femminile è un termine generico per diversi tipi di condizioni dermatologiche caratterizzate da prurito e arrossamento che possono colpire la vulva e la vagina, che includono:

Pediculosi del Pube

La pediculosi è un'infestazione cutanea provocata dai pidocchi, piccoli insetti che agiscono come parassiti. I pidocchi si nutrono del sangue umano e proliferano tra capelli o peli, sui quali si muovono facilmente grazie agli uncini posti sulle loro zampe. I pidocchi del pube sono trasmessi per via sessuale o la condivisione di asciugamani e biancheria.

Alcuni pazienti presentano escoriazioni, linfoadenopatia regionale e piccole infezioni localizzate. Segni infrequenti, ma caratteristici dell'infestazione è la comparsa di macule grigio bluastre (macule cerulee) sull'addome, sul tronco e sulle cosce. Queste macule sono dovute all'azione del secreto salivare iniettato durante il pasto del parassita. Altro segno a sostegno della pediculosi è la disseminazione di feci emesse dai pidocchi di color ruggine-marrone scuro, simili a masserelle puntiformi, sulla cute o sulla biancheria intima.

Herpes genitale

L'herpes genitale è una malattia infettiva causata dal virus Herpes simplex (HSV). L'infezione provoca vescicole e ulcerazioni dolenti a livello della mucosa o della cute dei genitali e delle aree circostanti.

Generalmente, la comparsa di queste lesioni cutanee è preceduta da una fastidiosa sensazione di bruciore e formicolio nel punto d'ingresso dell'agente infettivo, cioè a livello della mucosa o della cute dei genitali e delle aree circostanti. Le vescicole provocano prurito e disagio; nell'arco di pochi giorni, possono erodersi, riversando il loro contenuto e formando delle ulcere dolorose, che possono confluire. Questo momento coincide con la fase di massima contagiosità.

Può essere asintomatico

In alcuni casi, l'herpes genitale non provoca alcun disturbo evidente; questo fattore è significativo se viene considerata la trasmissione inconsapevole della malattia.

Con l'evolversi della malattia, le ulcere lasciate dalla rottura delle lesioni bollose si seccano. Si formano così delle crosticine che guariscono progressivamente, fino a scomparire, proprio come accade alle lesioni dell'herpes quando compare sulle labbra.

Le lesioni dell'herpes genitale regrediscono generalmente dopo 3-4 settimane. In alcuni casi, però, le vescicole possono comparire ripetutamente con un andamento ciclico (ossia compaiono, dopo 10-15 giorni scompaiono, per poi manifestarsi di nuovo). Rispetto alle lesioni genitali ricorrenti, le vescicole primarie sono in genere più dolorose e diffuse. Le lesioni genitali ricorrenti possono associarsi, invece, a gravi manifestazioni prodromiche e possono interessare anche le natiche, l'inguine o le cosce.

Lichen sclerosus

Il lichen sclerosus è un disturbo che tende a causare prurito e cicatrizzazione nell'area intorno all'ano e ai genitali, ma può colpire anche il torace e le braccia; è più comune nelle donne di età superiore ai 50 anni e nelle ragazze in età prepuberale.

La causa non è nota, ma potrebbe essere una malattia autoimmune e/o correlata ad uno squilibrio ormonale, in particolare a carico degli estrogeni.

Non è sempre sintomatico, ma può dare segno di sé tramite:

  • Intenso prurito della vulva
  • Prurito, dolore o sanguinamento dell'ano, specialmente con movimenti intestinali
  • Dolore durante la penetrazione vaginale
  • Difficoltà e/o dolore con la minzione
  • Eruzioni vescicolari
  • Ecchimosi, lacerazioni e sanguinamento facili
  • Piaghe intorno alla vulva e all'ano

Quando Rivolgersi al Medico

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Quando si manifesta, il prurito vaginale o vulvare senza perdite anomale non deve allarmare. Tuttavia, è sempre opportuno rivolgersi al proprio ginecologo, soprattutto se il prurito vaginale si protrae per più di qualche giorno o qualora gli episodi dovessero ripetersi con una certa frequenza o per un periodo continuativo, per escludere o identificare le eventuali condizioni patologiche che ne sono responsabili. Quello che potrebbe sembrare un problema minore come un'irritazione da rasoio potrebbe in realtà essere qualcosa di più serio, come l'herpes genitale. Senza sottovalutare che l'uso del trattamento sbagliato può irritare ulteriormente la parte e causare ancora più disagio.

La valutazione prevede generalmente la raccolta dei dati anamnestici (storia medica completa della paziente) e la visita ginecologica, durante la quale viene esaminato il tratto inferiore dei genitali femminili.

Trattamento e Prevenzione

Il trattamento del prurito vaginale senza perdite è rivolto alle specifiche cause.

In linea generale, previa indicazione del medico, gli approcci alla risoluzione del problema possono comprendere:

Vulvovaginite non infettiva

  • In caso di fenomeni allergici o irritativi, è necessario evitare l'applicazione di saponi eccessivamente alcalini o ricchi di coloranti e preparati topici non essenziali (come profumi o deodoranti intimi e creme depilatorie) sulla vulva, oltre a sospendere l'uso della sostanza sensibilizzante che ha causato la reazione. Se i sintomi sono moderati o intensi, il medico può prescrivere un trattamento farmacologico a base di antinfiammatori e/o antistaminici orali per ridurre la sensazione pruriginosa.
  • Il ricorso a detergenti intimi non dev'essere effettuato in maniera eccessiva: quest'abitudine potrebbe alterare le naturali difese immunitarie vaginali e la flora microbica saprofita. Se l'infiammazione cronica è dovuta ad allettamento o incontinenza, può essere utile mantenere una migliore igiene vulvare, asciugando attentamente la cute e le mucose dopo la toilette; cambiare frequentemente la biancheria intima ed indossare abiti larghi di cotone permette di ridurre l'umidità locale e la proliferazione di microrganismi patogeni.
  • L'uso di indumenti troppo attillati o non traspiranti, oltre a favorire una vulvovaginite, può prolungare i tempi di guarigione.

Irritazione post depilazione intima

  • Rispettare le condizioni igieniche ottimali per non incorrere in infezioni o altre problematiche. Se la pelle è irritata o sensibilizzata, rimandare l'appuntamento con la depilazione inguine (qualunque sia il metodo prescelto).
  • Preferire i rasoi monouso, in quanto più igienici e sicuri. Ricoprire i lati dell'inguine con una schiuma da barba per ammorbidire la peluria e far scorrere meglio la lama.
  • Quando si utilizza il rasoio per la depilazione inguine, procedere con cautela sulle zone "irregolari". Per evitare il rischio di tagli e microtraumi, non passare la lama del rasoio troppo velocemente sulla pelle: calcolare almeno 15 minuti per la depilazione inguine.
  • Quando si utilizza la crema depilatoria, se la peluria non viene via facilmente, risciacquare con acqua tiepida e tamponare con una salvietta, senza strofinare.
  • Per evitare irritazioni, prima e subito dopo la depilazione inguine, è opportuno non applicare lozioni alcoliche ed evitare di usare il sapone per almeno 12 ore prodotti a base di alcool (es. deodoranti) o altre sostanze irritanti. Attenzione anche a non esporsi al sole. Il primo giorno dopo la depilazione inguine, è consigliabile indossare biancheria intima di cotone per scongiurare rossori e reazioni avverse.
  • La depilazione inguine può provocare degli arrossamenti, che solitamente svaniscono nel giro di poche ore. Per questo, al termine del trattamento, si raccomanda di applicare una crema idratante o un gel dall'azione lenitiva (es. olio di mandorle dolci, burro di cocco, aloe, calendula, camomilla, zinco e biossido di titanio) per accelerare il processo di riparazione della pelle. Il primo giorno dopo la depilazione intima, è consigliabile indossare biancheria di cotone per lasciare traspirare la pelle. Per ridurre il fastidio, andrebbe evitato anche l'abbigliamento troppo aderente e poco confortevole.

Sudorazione

Se la sudorazione è la causa del prurito vaginale senza perdite, dovrebbe scomparire dopo il bagno o la doccia. Inoltre, per prevenire il problema è consigliabile limitare l'utilizzo di assorbenti o salvaslip e, qualora necessario, sostituirli frequentemente. Meglio poi scegliere indumenti intimi che garantiscano la giusta traspirazione e che non irritino la zona genitale. Pertanto, si dovrebbe preferire l'uso di biancheria di puro cotone, meglio se bianca; questo tessuto naturale permette una corretta ossigenazione tissutale e limita il ristagno di umidità. Non usare saponi troppo aggressivi ed evitare il continuo ricorso a salviette intime deodoranti e saponi a pH acido.   

Eczema

In caso di prurito vaginale senza perdite secondario ad un eczema, è importante consultare un medico: il prodotto sbagliato può aumentare l'irritazione e causare ulteriori problemi. Oltre alla corretta terapia, uno stile di vita sano può aiutare ad alleviare i sintomi.

Pediculosi del pube

In caso di pediculosi accertata, è indicato il ricorso tempestivo a prodotti pediculociti. Questi possono essere utilizzati in combinazione all'accurata rimozione meccanica delle lendini, con un pettinino a denti indeformabili e fitti, in grado di trascinare le uova e i pidocchi uccisi lungo il pelo. La scomparsa delle lendini vive (vitali) è importante per prevenire le re-infestazioni. Un metodo semplice per la prevenzione consiste nel lavaggio di lenzuola e capi d'abbigliamento ad una temperatura superiore ai 60°C e nell'immersione in acqua calda di pettini e spazzole.

Herpes genitale

I trattamenti per l'herpes genitale attualmente disponibili non sono in grado di curare l'infezione in modo definitivo. Tuttavia, la terapia a base di farmaci antivirali è essenziale per ridurre le conseguenze della malattia e risulta comunque efficace nel ridurre i sintomi e accorciare i tempi di guarigione. In particolare, i farmaci raccomandati per il trattamento dell'infezione da herpes sono quelli contenenti aciclovir, valaciclovir e famciclovir.

Questi principi attivi ostacolano la moltiplicazione del virus, quindi riducono la durata e rendono meno gravi gli episodi della malattia. Tuttavia, i farmaci antivirali non eradicano totalmente la presenza del virus latente, né modificano l'intensità e la frequenza delle recidive, dopo la conclusione del ciclo terapeutico.

Lichen sclerosus

Il lichen sclerosus può causare cicatrici permanenti e, di solito, peggiora nel tempo se non viene trattato adeguatamente. Non può essere curato, quindi la terapia a lungo termine impostata dal medico mira ad alleviare i sintomi, prurito vaginale senza perdite incluso. Il trattamento standard include corticosteroidi topici o sistemici per ridurre l'infiammazione e antidepressivi triciclici a basso dosaggio per ridurre il dolore.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici