Prostatite Cronica
Premessa
Oltre alla prostatite acuta di origine batterica, esistono anche altre forme di prostatite; in particolare, si ricordano:
- la prostatite cronica di origine batterica,
- la prostatite cronica di origine non-batterica
- la prostatite asintomatica.
Si ricorda ai lettori che la più recente classificazione delle prostatiti distingue la prostatite cronica non-batterica in due sottotipi patologici: la sindrome dolorosa pelvica cronica infiammatoria (prostatite di tipo IIIA) e la sindrome dolorosa pelvica cronica non infiammatoria (prostatite di tipo IIIB).
Prostatite Cronica Batterica
La prostatite cronica di origine batterica - nota anche come prostatite di tipo II o prostatite cronica batterica - è l'infiammazione della prostata a comparsa graduale, indotta da un'infezione locale a carattere tipicamente persistente.
Rispetto alla forma acuta, la prostatite cronica batterica è una condizione medica più lieve, ma di durata assai più lunga (almeno 3 mesi).
Epidemiologia
La prostatite cronica batterica rientra nell'elenco delle prostatiti croniche, gruppo a cui appartiene anche la forma cronica non-batterica con i suoi due sottotipi.
Secondo un interessante studio statistico, ben 20 uomini su 100 svilupperebbero, almeno una volta nella vita, una prostatite cronica; tuttavia, sempre secondo il medesimo studio, soltanto il 10% di questi soggetti soffrirebbe di una forma a eziologia batterica.
Pertanto, rispetto alle altre forme di prostatite cronica, quella a origine batterica è una condizione decisamente meno comune.
Cause
La prostatite cronica batterica può essere:
- la conseguenza di una prostatite acuta batterica non trattata in modo adeguato,
- il risultato di ricorrenti infezioni delle vie urinarie (uretrite, cistite ecc.)
- la complicanza di un'infezione a livello testicolare (epididimite).
È doveroso precisare che gli episodi di prostatite cronica batterica derivanti dalla cronicizzazione un'infezione acuta sessualmente trasmissibile sono abbastanza rari. In altre parole, la prostatite acuta batterica dovuta a clamidia, gonorrea ecc. cronicizza soltanto in rare circostanze; di contro, è assai più diffusa la cronicizzazione delle prostatiti acute batteriche dovute a infezioni delle vie urinarie.
Fattori di rischio
Aumentano il rischio di ammalarsi di prostatite cronica batterica:
- L'utilizzo del catetere vescicale (cateterismo vescicale);
- La presenza di un'infezione delle vie urinarie;
- La presenza di stenosi uretrale;
- La presenza di un'infezione a livello testicolare;
- L'ipertrofia prostatica benigna (o prostata ingrossata);
- La presenza di fattori di rischio di un'infezione delle vie urinarie (es: scarsa assunzione di liquidi ecc.);
- Una storia di prostatite;
- Trascuratezza nel trattamento di una prostatite acuta batterica;
- I traumi all'apparato urinario;
- La presenza di infezioni sistemiche.
Sintomi e complicazioni
I sintomi e i segni della prostatite cronica batterica assomigliano ai sintomi e ai segni della forma acuta batterica; di diverso rispetto a essa, hanno che compaiono gradualmente (nella prostatite acuta insorgono invece in modo improvviso e brusco), sono in generale meno severi (per esempio, non si associano a febbre molto alta) e, infine, vanno e vengono (ossia alternano periodi in cui sembrano scomparsi a periodi in cui sono particolarmente evidenti).
Entrando nello specifico, il quadro sintomatologico tipico della prostatite cronica batterica include:
- Dolore alla base del pene, all'area pelvica, attorno all'ano, allo scroto, alla bassa schiena (zona lombare) e/o all'inguine;
- Problemi urinari, quali
- Sensazione di impellente bisogno di urinare,
- Nicturia (bisogno di urinare alla notte),
- Disuria (minzione difficoltosa, non per forza accompagnata da dolore),
- Ematuria (emissione di sangue con l'urina),
- Stranguria (minzione intermittente o lenta, e dolorosa),
- Emissione di urine maleodoranti,
- Flusso urinario ridotto e
- Difficoltà a svuotare completamente la vescica.
- Eiaculazione dolorosa;
- Dolore durante la defecazione e malessere provocato dai movimenti intestinali;
- Emospermia (sangue nello sperma);
- Febbricola, ossia febbre che non supera i 38°C.
Complicazioni
In assenza di trattamenti adeguati, da una prostatite cronica batterica possono scaturire diverse complicanze, tra cui:
- L'incapacità di urinare;
- La formazione di un ascesso prostatico (un ascesso è una raccolta circoscritta di pus). Si tratta di una complicazione molto rara;
- Batteriemia o, nei casi particolarmente sfortunati, sepsi.
Non esistono evidenze scientifiche certe a supporto della tesi secondo cui la prostatite cronica di origine batterica favorirebbe lo sviluppo di una qualche neoplasia a carico della prostata.
Quando rivolgersi al medico?
Un uomo dovrebbe rivolgersi al proprio medico curante, e richiedere una visita di controllo, se è vittima di:
- Episodi di febbre associati a insoliti dolori in sede pelvica, inguinale, scrotale ecc.
- Episodi di eiaculazione dolorosa;
- Problemi urinari (può essere uno solo o possono essere più d'uno di quelli citati in precedenza).
Diagnosi
Di norma, l'iter diagnostico per l'individuazione della prostatite cronica batterica e delle sue precise cause comincia da un accurato esame obiettivo, accompagnato da un'attenta anamnesi; quindi, prosegue con la cosiddetta esplorazione rettale digitale (ERD) e la palpazione dei linfonodi inguinali; infine, termina con: esami del sangue, esami delle urine, analisi di laboratorio su un campione di liquido prostatico ottenuto dopo il massaggio della prostata, spermiocoltura, tampone uretrale finalizzato alla ricerca di infezioni sessualmente trasmissibili, esame urodinamico, cistoscopia ed ecografia dell'apparato urinario.
Indagini diagnostiche così approfondite trovano spiegazione anche nell'esigenza, da parte del medico curante, di escludere le condizioni dai sintomi simili (in primis le prostatiti croniche non batteriche).
Esplorazione rettale digitale (ERD)
Durante l'esplorazione rettale digitale, il cui solo pensiero terrorizza molti pazienti, il medico (in genere, un urologo) esamina manualmente lo stato di salute della prostata, inserendo con delicatezza nel retto un dito opportunamente lubrificato e protetto da un guanto. Dal momento che la prostata risiede appena davanti al retto, il medico che sta eseguendo l'esame può così apprezzare al tatto la superficie superiore della ghiandola prostatica. Se tale superficie risulta allargata, tenera e dolorosa, è molto probabile che la prostata sia infiammata o, comunque, non sia in perfetta salute.
Terapia
Similmente al trattamento della forma acuta, anche la cura della prostatite cronica batterica consiste in una terapia antibiotica ad hoc.
Tale cura è assai ostica, per almeno due motivi:
- La scarsa sensibilità della prostata ai farmaci antibiotici. Come i lettori ricorderanno, questa caratteristica della ghiandola prostatica rappresenta un ostacolo anche al trattamento delle prostatiti acute batteriche.
Tra gli antibiotici che meglio riescono a diffondersi e a concentrarsi a livello prostatico (quindi particolarmente indicati alla circostanza clinica in questione), si segnalano i chinoloni (ofloxacina, ciprofloxacina e norfloxacina); tutti gli altri antibiotici risultano poco adatti; - La recidività che caratterizza le infiammazioni croniche della prostata, in particolare quelle a origine batterica.
Per ridurre al minimo il rischio di recidiva, è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni mediche sulla durata della terapia antibiotica e sulla modalità d'assunzione dei farmaci.
Qual è la durata precisa della terapia antibiotica?
La durata della terapia antibiotica per una prostatite cronica batterica varia da paziente a paziente: infatti, in alcuni casi, sono sufficienti 6-8 settimane di terapia; in altri casi, servono 12 settimane (3 mesi) di assunzioni; in altri casi ancora, occorrono 6 mesi, se non di più, di cure.
In genere, quando la terapia antibiotica si protrae dai 5-6 mesi in su, le assunzioni si svolgono nell'arco di 2-3 settimane per ogni mese di trattamento.
Come alleviare la sintomatologia
Per alleviare alcuni sintomi, tipici della prostatite cronica batterica, in particolare il dolore, i medici consigliano di:
- Fare bagni caldi;
- Bere molta acqua (2 litri al giorno);
- Evitare il consumo di alcol; ridurre o, meglio ancora, evitare il consumo di caffè; evitare i succhi d'arancia e di agrumi più generale; evitare la consumazione di cibi caldi e soprattutto piccanti;
- Assumere farmaci antidolorifici e antinfiammatori, quali paracetamolo o ibuprofene (è un FANS);
- Evitare l'utilizzo della bicicletta;
- Ricorrere a decongestionanti fitoterapici (decotti e infusi a base di gramigna, equiseto, radice di prezzemolo, foglie di carciofo, salvia, betulla, uva ursina o tarassaco).
Cura della complicanze
La formazione di un ascesso prostatico rende necessario un piccolo intervento chirurgico, per drenare il pus.
La batteriemia e la sepsi richiedono una cura antibiotica ulteriore, da aggiungersi a quella contro i patogeni responsabili della prostatite cronica e da eseguirsi in ambito ospedaliero, sotto la stretta osservazione di un medico. Batteriemia e sepsi, infatti, rappresentano due emergenze mediche e come tali richiedono l'intervento immediato di personale specializzato esperto in materia.
Infine, l'incapacità di urinare costringe i pazienti a ricorrere all'uso del catetere vescicale, per svuotare la vescica.
Prognosi
Secondo diverse indagini mediche, la prognosi in caso di prostatite cronica batterica ha maggiori probabilità di essere favorevole, quando diagnosi e terapia sono tempestive.
Prevenzione
Per la prevenzione della prostatite cronica batterica, è importante:
- assumere acqua in quantità adeguate alle esigenze dell'organismo,
- provvedere con attenzione all'igiene intima,
- evitare le attività che possono determinare traumi perineali,
- curare tempestivamente le infezioni alle vie urinarie.
Prostatite cronica di origine non-batterica
La prostatite cronica di origine non-batterica - altrimenti nota come sindrome dolorosa pelvica cronica o prostatite di tipo III - è l'infiammazione della prostata a comparsa graduale e dal carattere persistente, che non è associata alla presenza di un'infezione batterica (non-batterica significa proprio assenza di infezione batterica in corso).
Conosciuta e classificata negli anni '60 come prostatodinia (“prostat-” sta per “prostata" e “-odinia” per “dolore”), la prostatite cronica di origine non-batterica è il tipo di prostatite più diffuso nella popolazione maschile.
Per il momento, le precise cause della prostatite di tipo III sono poco chiare; tuttavia, le teorie in proposito non mancano:
- Secondo alcuni esperti, a causare la prostatite cronica di origine non-batterica sarebbe un problema alle terminazioni nervose (nervi) della prostata;
- Secondo altri ricercatori, la prostatite cronica di tipo III avrebbe una natura autoimmune. In altre parole, dipenderebbe da un malfunzionamento del sistema immunitario, il quale riconosce come estranea la ghiandola prostatica e la aggredisce;
- Secondo altri medici ancora, a provocare la sindrome dolorosa pelvica cronica sarebbero particolari circostanze, quali i traumi in corrispondenza della prostata, l'eccesso di stress, il quotidiano sollevamento di carichi pesanti e la pratica intensiva di sport ad alto impatto (es: corsa, salto in alto, pallavolo, pallacanestro ecc,).
Essendo sconosciute le cause scatenanti, qualsiasi possibile conclusione sui fattori di rischio risulta impossibile.
Fatta eccezione per la febbre (che è sempre assente), i sintomi e i segni della prostatite cronica non-batterica sono sovrapponibili ai sintomi e ai segni delle prostatiti di origine batterica; pertanto, chi soffre di sindrome dolorosa pelvica cronica lamenta problemi urinari, dolore all'area pelvica, all'inguine, allo scroto, eiaculazione dolorosa ecc.
Curiosità
In alcuni individui, la prostatite cronica di origine non-batterica è responsabile di un certo grado di disfunzione erettile e calo del desiderio sessuale.
Esattamente come per le prostatiti batteriche, anche per la prostatite cronica di origine non-batterica mancano prove scientifiche che dimostrino un suo collegamento con le neoplasie della prostata.
In genere, per diagnosticare la prostatite cronica non-batterica, i medici si servono degli stessi esami e test di laboratorio, a cui ricorrerebbero in presenza di una sospetta prostatite batterica. Del resto, l'unico modo per sapere se un'infiammazione della prostata ha un'origine batterica o non-batterica è ricercare la presenza di batteri nel sangue, nelle urine e nel liquido prostatico.
L'assenza di batteri in questi liquidi organici, combinata alla sintomatologia tipica di un'infiammazione della ghiandola prostatica, depone a favore della prostatite cronica di origine non-batterica.
Attualmente, non esistono trattamenti specifici per la prostatite cronica di tipo III, ma solo trattamenti e rimedi sintomatici (sintomatici significa che agiscono sui sintomi, alleviandoli).
Tra questi trattamenti e rimedi sintomatici, rientrano:
- La somministrazione di farmaci alfa-bloccanti. Gli alfa-bloccanti dovrebbero alleviare la sintomatologia, rilasciando la muscolatura liscia della prostata e della vescica;
- La somministrazione di antidolorifici, come per esempio il paracetamolo o i FANS;
- La somministrazione di lassativi. Diversi studi clinici hanno dimostrato che l'impiego di lassativi, in diversi pazienti con prostatite cronica di origine non-batterica, ha portato a un miglioramento del quadro sintomatologico.
In realtà - è doveroso precisarlo - da anni vi è in atto un dibattito relativo all'uso degli antibiotici per la cura di alcune particolari forme di prostatite cronica di origine non-batterica: per alcuni medici, la terapia antibiotica avrebbe significato, per altri sarebbe invece inutile, se non, addirittura, potenzialmente dannosa.
Come molte condizioni croniche che causano un dolore persistente, difficile da curare in maniera specifica e tendente a ripresentarsi di tanto in tanto, la prostatite cronica di origine non-batterica è spesso responsabile di episodi di depressione e ansia. Secondo i medici, possibili soluzioni alla depressione e all'ansia da dolore cronico-persistente sono: i gruppi di supporto per persone con disturbi analoghi e l'impiego di antidepressivi naturali.
Formulare una prognosi in caso di prostatite cronica di origine non-batterica è molto difficile, in quanto tale condizione si comporta in modo diverso da paziente a paziente: in alcuni uomini, il quadro sintomatologico migliora sensibilmente nell'arco di circa 6 mesi di terapia; in altri uomini, il miglioramento della sintomatologia è moderato e non avviene prima di un anno di cure; in altri uomini ancora, sintomi e segni scompaiono per qualche tempo, salvo poi ricomparire, talvolta anche in modo evidente.
- Uso del cuscino ogniqualvolta ci si siede per lunghi periodi di tempo
- Bagni caldi
- Evitare cibi piccanti, caffè e sostanze alcoliche
- Agopuntura
- Esercizi di rilassamento
- Bere succo di mirtillo
- Massoterapia
- Fitoterapia
Sindrome dolorosa pelvica cronica infiammatoria
Prende il nome di sindrome dolorosa pelvica cronica infiammatoria la prostatite cronica non-batterica, per effetto della quale nel liquido prostatico, nello sperma e nell'urina, sono presenti grandi quantità di globuli bianchi; la presenza di ingenti quantità di globuli bianchi indica uno stato infiammatorio in corso.
Gli episodi di sindrome dolorosa pelvica cronica infiammatoria rappresentano quei casi di prostatite cronica non-batterica, per i quali alcuni medici indicano l'assunzione di antibiotici.
Sindrome dolorosa pelvica cronica non infiammatoria
Assume il nome di sindrome dolorosa pelvica cronica non-infiammatoria la prostatite cronica non-batterica, in conseguenza della quale nel liquido prostatico, nello sperma e nell'urina sono presenti tracce di globuli bianchi; la presenza esigua di globuli bianchi denota una blanda infiammazione in corso.
Prostatite asintomatica
La prostatite asintomatica, o prostatite di tipo IV o prostatite asintomatica infiammatoria, è l'infiammazione della prostata che, negli uomini interessati, non produce alcun sintomo (il termine asintomatica significa proprio questo).
La prostatite asintomatica rientra a pieno diritto tra le infiammazioni della prostata, in quanto dall'esame dello sperma e del liquido prostatico emerge la presenza di globuli bianchi, segno distintivo di un processo infiammatorio in corso.
I medici non hanno ancora compreso i motivi per cui la condizione in questione sia asintomatica.
In genere, la prostatite asintomatica non richiede alcun tipo di trattamento.