Proctorragia e Rettorragia - Sangue dall’Ano e dal Retto

Proctorragia e Rettorragia - Sangue dall’Ano e dal Retto
Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa Sono
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento

Generalità

La proctorragia e la rettorragia sono due segni caratterizzati dall'emissione di sangue dall'ultimo tratto dell'intestino.

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Nel caso della proctorragia, la perdita ematica deriva dal canale anale, mentre nella rettorragia il sangue deriva da sigma o retto.

La fuoriuscita di sangue dall'ano è un sintomo abbastanza frequente che può riscontrarsi in diverse condizioni: malattia emorroidale, ragadi, coliti su base infettiva, polipi del colon retto, lesioni rettali improvvise o traumi da corpi estranei sono solo alcune delle possibili cause. Di solito, il sanguinamento sotto forma di proctorragia o di rettorragia si evidenzia durante la defecazione e/o al termine della stessa, nella tazza del water o direttamente sulla carta igienica.

La proctorragia e la rettorragia non sono un segno clinico da sottovalutare e l'eziologia di tali condizioni dovrebbe essere approfondita in modo appropriato da un medico per stabilire l'iter terapeutico corretto.

Cosa Sono

Sanguinamento Anale e Rettale: definizione e caratteristiche

Il sangue che deriva dal tratto retto-anale è generalmente di colore rosso vivo e privo di coaguli.

Se la perdita ematica è abbondante, si parla di proctorragia, mentre l'ematochezia indica un sanguinamento dal canale anale e dal retto di minore quantità, essendo riferita al tratto finale del tenue o al colon.

La proctorragia può essere indistinguibile da una rettorragia, nella quale il sanguinamento origina da sigma o retto. La presenza di sangue fresco (non digerito) nelle feci permette di escludere, invece, un'altra tipologia di emorragia gastrointestinale – la melena – caratterizzata dall'emissione di feci contenenti sangue digerito, che conferisce alle feci un colore nerastro e un aspetto appiccicoso.

Per saperne di più su ematochezia e melena, puoi consultare gli articoli dedicati:

Rettorragia e proctorragia: differenze con l’ematochezia

Rettorragia e proctorragia indicano una perdita di sangue rosso vivo dall'ano durante, dopo o indipendentemente dalla defecazione. Queste condizioni non sono comunque facilmente distinguibili dall'ematochezia e gli elementi di divergenza risiedono nella quantità di sangue nelle feci, che risulta maggiore nella rettorragia e nella proctorragia, e nella possibile indipendenza di quest'ultima dalla defecazione. Inoltre, la rettorragia può dipendere anche da sanguinamenti che drenano nel retto, ma che non originano da esso.

Cause

Proctorragia e rettorragia indicano un sanguinamento del tratto gastrointestinale inferiore in atto o in corso di risoluzione.

Diverse malattie dell'apparato digerente possono essere complicate da perdite ematiche o vere e proprie emorragie ano-rettali. Nella maggior parte dei casi, il sanguinamento origina dal tratto digestivo inferiore costituito da colon discendente, retto e ano, nonostante possa derivare da un qualsiasi punto del tratto digerente. Di norma, quanto più è scuro il colore del sangue, tanto maggiore è la probabilità che il sanguinamento origini dalle porzioni più alte dell'apparato gastrointestinale, cioè più lontane dall'ano. Rispetto alle modalità di insorgenza, la perdita ematica può essere acuta o cronica, evidente od occulta.

Negli adulti, le cause più comuni di proctorragia e rettorragia sono emorroidi e ragadi:

Proctorragia e Rettorragia: quali sono le possibili cause?

La proctorragia e la rettorragia possono essere determinate da patologie di natura infiammatoria o conseguenti a fenomeni meccanici (lesioni rettali improvvise o traumi da corpi estranei) che coinvolgono l'ultimo tratto enterico.

Quando il sangue è commisto alle feci, significa che ha il tempo di mescolarsi a queste durante parte del tragitto intestinale. Tale sintomo può segnalare, quindi, la presenza di patologie localizzate nel colon sinistro o nel sigma, come diverticoli e malattie infiammatorie croniche dell'intestino (tra cui rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn). Inoltre, la proctorragia e la rettorragia possono essere la spia di neoplasie benigne o maligne localizzate nella parte bassa del colon e del retto (tumore del colon-retto, polipi intestinali ecc.).

La presenza di sangue che bagna la superficie delle feci è espressione, invece, di processi che colpiscono l'ultimo tratto del retto e/o del canale anale. In tal caso, la patologia emorroidaria costituisce il motivo più frequente.

Questa tipologia di sanguinamento può manifestarsi anche in caso di:

Il gocciolamento isolato dalla defecazione o la comparsa di minime quantità di sangue dall'ano successiva alle pratiche di igiene possono risultare da:

Anche i disordini della coagulazione del sangue possono provocare proctorragia, come predisposizione alle perdite ematiche in altri distretti. Da un punto di vista eziologico, la rettorragia può essere dovuta anche a:

  • Malformazioni vascolari del tratto gastrointestinale;
  • Colite ischemica, infarto intestinale;
  • Traumi addominali;
  • Assunzione di certi farmaci (es. trattamento con anticoagulanti);
  • Complicanze di interventi endoscopici o indagini diagnostiche invasive.

Sintomi e Complicazioni

Proctorragia e Rettorragia: come si manifestano?

La perdita di sangue dall'ano può presentarsi come unico sintomo o può essere accompagnato ad altre manifestazioni, come prurito e dolore anale, che aiutano ad orientare la diagnosi. In qualche caso, il sangue può verniciare le feci (cioè compare sulla loro superficie) o può essere commisto alle stesse. Altre volte, può presentarsi come gocciolamento isolato o dopo lavaggio. Questo sintomo può verificarsi, inoltre, in concomitanza ad un aumento della frequenza delle evacuazioni e può associarsi a stipsi, diarrea ed emissione di muco-pus.

Diagnosi

Proctorragia: quando recarsi dal medico?

La proctorragia e la rettorragia derivano sempre di un evento patologico che determina un sanguinamento gastrointestinale e, come tale, devono essere valutate il prima possibile dal medico. La diagnosi differenziale viene posta generalmente con una visita proctologica supportata da un esame endoscopico e/o una colonscopia.

La valutazione del paziente deve essere diretta a:

  • Confermare la presenza del sanguinamento anale e/o rettale;
  • Stimare la quantità e la rapidità del sanguinamento;
  • Identificare la fonte della perdita ematica e le potenziali cause specifiche;
  • Considerare la presenza concomitante di gravi malattie o fattori contribuenti, che potrebbero influire negativamente sulla gestione della proctorragia.

L'anamnesi e la visita con esplorazione rettale sono il primo step da compiere e permettono d'identificare le cause anali di sanguinamento o suggeriscono, per esclusione, di estendere la ricerca in altre sedi. Non appena le condizioni cliniche del paziente lo consentono, viene eseguito un esame endoscopico complementare all'esplorazione rettale (es. esofagogastroduodenoscopia, anoscopia, rettosigmoidoscopia, colonscopia ecc.); ciò permette di prendere visione diretta della sede del sanguinamento e pianificare una corretta strategia terapeutica. Quando la sede della proctorragia e della rettorragia non viene identificata, vengono eseguite metodiche particolari come la scintigrafia o l'angiografia.

L'emissione di piccole quantità di sangue cronica ed occulta può essere evidenziata solo con indagini di laboratorio su un campione di feci (ricerca del sangue occulto nelle feci).

Gli esami del sangue permettono di riscontrare, invece, un'anemizzazione progressiva o acuta. Oltre all'emocromo può essere indicata la determinazione di tempo di protrombina (PT), tempo di tromboplastina parziale (PTT), elettroliti e creatininemia.

Altre indagini che possono essere indicate in caso di sospetta perdita ematica massiva sono l'emogasanalisi e l'elettrocardiogramma (per evidenziare le alterazioni del ritmo cardiaco e l'eventuale affaticamento della pompa cardiaca).

Trattamento

La gestione della proctorragia è strettamente correlata alla causa scatenante e può comprendere: riposo, borsa di ghiaccio sull'addome, somministrazione di farmaci emostatici, astensione dall'introduzione di cibo e, nei casi più gravi, trasfusioni o approcci chirurgici. L'endoscopia permette di pianificare dove intervenire o, se possibile, tamponare temporaneamente il sangue dall'ano.

Nella maggior parte dei pazienti, il decorso è benigno e la perdita ematica va incontro ad un'autolimitazione spontanea. Nella restante percentuale dei casi, invece, l'emorragia appare severa.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici