Probiotici e flora batterica della bocca
Ultima modifica 31.07.2024
INDICE
  1. Relazione tra microbiota e salute: considerazioni utili
  2. Cos’è il cavo orale e funzioni
  3. Potenziali meccanismi benefici dei probiotici nel cavo orale
  4. Effetti osservati sull’assunzione di probiotici per la salute orale
  5. Sicurezza dell’uso di integratori probiotici per il cavo orale
  6. Conclusioni

In questo articolo parleremo della relazione tra probiotici e salute del cavo orale.

Seconda solo al colon, anche la bocca ospita una numerosa popolazione di microorganismi. Alcuni di questi hanno effetti benefici, altri sono considerati patogeni, altri ancora possono vestire i pani di uno o dell'altro in base alle circostanze.

Di seguito entreremo più nel dettaglio, cercando di capire se l'assunzione di probiotici può essere considerato un valido accorgimento per migliorare lo stato di salute della bocca.

Iniziamo però con un breve ma importante paragrafo sulla relazione tra microbiota ospitato e tessuto ospitante.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2021/01/19/probiotici-salute-cavo-orale-orig.jpeg Shutterstock

Relazione tra microbiota e salute: considerazioni utili

Nell'immaginario comune, la presenza di questi elementi è considerata un elemento potenzialmente nocivo per la salute. In realtà non è sempre così; dipende infatti dal tipo di microorganismo e dal suo "comportamento".

In realtà, esiste un legame piuttosto importante tra microbiota fisiologico e salute dell'organismo sul quale prospera; questo perché rappresenta la prima "barriera difensiva" contro il diffondersi degli agenti patogeni.

I microorganismi fisiologici popolano tutte le superfici corporee. Capelli e pelipellenasoocchiorecchie, bocca, esofagounghiebronchipolmoni e colon ospitano una fitta popolazione di microorganismi.

Esiste una relazione di mutua collaborazione tra i microorganismi ospitati e il tessuto ospitante. Certi batteri e lieviti sono liberi di:

  • nutrirsi liberando molecole per noi utili;
  • moltiplicarsi ma solo entro certi limiti (quindi autoregolandosi);

impedendo così la proliferazione di ulteriori specie e ceppi più aggressivi.

Anche la differenziazione tra fisiologico e patologico è spesso difficile da stabilire; talvolta questa distinzione varia addirittura in base alle condizioni generali.

Ciò che di solito è normale, quindi positivo, in alcune situazioni può diventare anomalo e potenzialmente negativo; dopo tutto, si sa, i compromessi non sono sempre facili da mantenere.

Nel caso una delle due parti non offra il giusto contributo o abbassi la guardia, l'equilibrio può risultarne compromesso a svantaggio di entrambi – nel lungo termine.

Cos’è il cavo orale e funzioni

La bocca, conosciuta anche come cavo orale, cavità buccale o cavum oris in latino, in anatomia animale è l'apertura attraverso la quale diverse specie: assumono il cibo, iniziano la digestione, comunicano, ventilano, disperdono il calore, combattono.

Nota: in biologia, il cavo orale è uno dei caratteri distintivi di un sistema digestivo "completo".

La bocca costituisce l'estremità superiore del canale alimentare o tubo digerente ed è composta da due regioni, il vestibolo e la cavità orale vera e propria.

Il cavo orale è delimitato all'esterno dalle labbra e all'interno dalla faringe; nei vertebrati superiori, contiene lingua e denti.

La mucosa orale è l'epitelio che riveste l'interno della bocca; svolge diverse funzioni, come quella assorbente e secretoria, ed è popolata da un vasto ma fisiologico microbiota.

Il ruolo della flora batterica buccale è soprattutto quello di evitare la proliferazione di batteri e funghi che potrebbero aggredire la mucosa o discendere (dalla faringe alla laringe ed oltre).

Tuttavia, l'eccessiva presenza di residui alimentari può – soprattutto in presenza di pH sfavorevole – facilitare l'aggressione del microbiota ai denti, generando tartaro, placca e carie.

Potenziali meccanismi benefici dei probiotici nel cavo orale

L'integrazione con probiotici è associata prevalentemente alla salute intestinale; questo perché, storicamente, l'interesse clinico si è concentrato maggiormente sulla prevenzione ed il trattamento di infezioni e malattie di questa porzione del digerente.

Nell'ultimo decennio è aumentato significativamente l'uso di probiotici per migliorare la salute del cavo orale. Questo perché l'attività metabolica di certi batteri, in particolare lattobacilli e bifidobatteri, può esercitare comprovati benefici per la bocca.

I meccanismi d'azione dei probiotici assunti per via orale sono fondamentalmente tre:

L'impatto dei probiotici sul cavo orale potrebbe essere analogo a quello descritto per l'intestino.

I modi in cui i probiotici potrebbero influire sulla salute orale sono:

  1. Competizione per i siti di adesione;
  2. Aggregazione;
  3. Competizione per substrato nutritivo e fattori di crescita;
  4. Produzione di composti antimicrobici come certi acidi;
  5. Migliorare la risposta immunitaria e.g. e migliorare la produzione di IgA e defesine;
  6. Inibizione della sintesi di citochine pro-infiammatorie;
  7. Riduzione della produzione di MMP.

Inoltre:

  • I punti 1 e 2 inibiscono l'adesione e migliorano la clearance;
  • Tutti i punti partecipano ad inibire la crescita dei patogeni e altri effetti legati all'ecologia della placca dentaria*;
  • I punti 5, 6 e 7 influenzano la risposta immunitaria locale e sistemica.

Teoria ecologica della placca

La teoria ecologica della placca è un'ipotesi secondo la quale la superficie mucosa buccale sarebbe rivestita da un biofilm di batteri sia commensali (fisiologici) che patogeni. In condizioni di equilibrio non si genera malattia; diversamente accade se il compromesso viene a mancare.

Peraltro:

  • I tre effetti appena citati costituiscono un effetto completo di antagonismo verso i patogeni;
  • Questo antagonismo, associato anche all'influenza della risposta immunitaria locale e sistemica come fattore indipendente, è responsabile della riduzione dell'infiammazione e distruzione tessutale.

Finora, la colonizzazione orale da parte di batteri probiotici è stata spesso considerata essenziale per esercitare effetti localizzati.

Tuttavia, non è possibile escludere la presenza di effetti sistemici, nonostante i livelli totali di IgA nella saliva non sembrino influenzati dall'uso di probiotici.

È interessante notare che l'uso di alcuni ceppi probiotici da parte di donne in allattamento sembra influenzare la composizione del latte materno.

Per quanto riguarda i microbi orali commensali, diversi aspetti supportano l'idea esistano diversi ceppi batterici potenzialmente utili nella prevenzione o nel trattamento delle malattie orali.

La teoria della placca ecologica suggerisce che la selezione ambientale può modificare l'equilibrio tra salute orale e insorgenza di malattie.

I batteri stessi sono in grado di influenzare l'ambiente circostante, con interazioni sia sinergiche che antagonistiche tra i gruppi.

È comunque ben noto che il microbiota fisiologico protegga il cavo orale dalle infezioni.

Tuttavia, così come si riconoscono diverse specie batteriche associate a malattie del cavo orale, si osservano anche specie associate allo stato di perfetta salute.

Rimane discutibile l'efficacia dei batteri somministrati oralmente di influenzare il microbiota orale, che nel complesso è relativamente stabile, in particolare negli adulti.

Si deve anche tenere presente che tutti i meccanismi descritti in questo paragrafo si basano su risultati in vitro e che l'evidenza clinica è stabilita su brevi studi clinici pilota.

Effetti osservati sull’assunzione di probiotici per la salute orale

Carie e microbi associati

Diversi studi suggeriscono che il consumo di prodotti contenenti lattobacilli o bifidobatteri probiotici potrebbe ridurre il numero di Streptococcus mutans nella saliva.

La tendenza verso una diminuzione del numero di streptococchi nella saliva sembra essere indipendente dal prodotto o dal ceppo utilizzato; tuttavia, tale effetto non è stato osservato in tutti gli studi.

Le discrepanze tra i risultati non possono essere spiegate solo dall'uso di diversi ceppi probiotici, poiché sono stati ottenuti anche risultati diversi utilizzando gli stessi ceppi.

Nella maggior parte di questi studi sono stati misurati anche i livelli di lattobacilli salivari. Con tre prodotti è stato osservato un aumento del numero di Lactobacillus salivari.

Sfortunatamente, per quanto riguarda la carie dentale, i gruppi sono stati relativamente piccoli e gli studi piuttosto brevi.

Inoltre, è importante rendersi conto che il livello salivare dei microbi associati alla carie non è direttamente correlato alla carie dentale stessa. Il microbiota della saliva somiglia a quello della lingua più che a quello della placca. Pertanto, non è possibile fare alcuna dichiarazione conclusiva sugli effetti dei batteri probiotici sulla carie dentale.

Malattie parodontali

I primi studi sull'uso dei probiotici per migliorare la salute orale riguardavano il trattamento dell'infiammazione parodontale.

Sono stati trattati localmente con un ceppo di L. acidophilus dei pazienti affetti da varie malattie parodontali, gengiviti, parodontiti e gengiviti gravidiche. È stato segnalato un miglioramento significativo in quasi tutti i casi.

Recentemente è aumentato anche l'interesse per l'uso dei probiotici nel trattamento della malattia parodontale. I ceppi probiotici utilizzati in questi studi includono L. reuteriL. brevis (CD2), L. casei ShirotaL. salivarius WB21 e Bacillus subtilisL. reuteri e L. brevis hanno migliorato la salute gengivale, misurata dalla riduzione del sanguinamento gengivale.

L'uso di gomme da masticare probiotiche contenenti L. reuteri ATCC 55730 e ATCC PTA 5289 ha anche ridotto i livelli di citochine pro-infiammatorie in GCF, e l'uso di L. brevis ha ridotto l'attività della MMP (collagenasi) e altri marcatori infiammatori nella saliva.

Con L. casei Shirota e Bacillus subtilis non è stata osservata alcuna differenza nel sanguinamento gengivale o nell'indice di placca misurato per i gruppi test e di controllo, ma l'uso di L. casei Shirota ha ridotto le attività dell'elastasi PMN e dell'MMP-3 in GCF e l'infiammazione gengivale è risultata inferiore nel gruppo che consumava il prodotto probiotico, come misurato dall'attività dell'MPO dopo un periodo di quattro giorni di gengivite.

  1. B. subtilis sembrava ridurre il numero di patogeni parodontali. È stato dimostrato che l'uso di compresse contenenti L. salivarius WB21 riduce la profondità della tasca gengivale, in particolare nei gruppi ad alto rischio come i fumatori, e influisce anche sul numero di parodontopatogeni nella placca.

Anche in questo caso, sebbene siano stati osservati risultati incoraggianti, la durata della maggior parte degli studi è stata piuttosto breve. Inoltre, in alcuni le differenze osservate erano piuttosto modeste, sebbene statisticamente significative.

Candida orale

Solo due studi hanno indagato gli effetti dei batteri probiotici sull'infezione orale da Candida negli esseri umani.

Un gruppo test di anziani che ha consumato un formaggio contenente i ceppi di L. rhamnosus GG e LC705 e Propionibacterium freudenreichii ssp. shermanii JS per 16 settimane, ha riscontrato una riduzione della densità del lievito patogeno. Tuttavia, non sono stati osservati cambiamenti nelle lesioni della mucosa.

In uno studio più breve e con soggetti più giovani, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra gli effetti del probiotico e quelli del formaggio di controllo sulla Candida salivare.

Alitosi

L'alitosi non è una malattia ma un disagio, sebbene alcune patologie orali, inclusa la parodontite, possano essere la causa dominante; tuttavia, in circa il 90% dei casi, l'origine è da ricercare nella cavità orale e pertanto vengono commercializzati probiotici per il trattamento dell'alitosi associata alla bocca e all'intestino.

Nonostante ciò, solo pochi studi clinici hanno riscontrato efficacia. I ceppi studiati includono E. coli Nisle 1917, S. salivarius K12, tre isolati di Weissella confusa e una miscela batterica lattica, non specificata dagli autori di quel lavoro.

Sicurezza dell’uso di integratori probiotici per il cavo orale

Solo alcuni ceppi probiotici di Lactobacillus e Streptococcus sembrano in grado di colonizzare il cavo orale di alcune persone durante l'uso.

Tuttavia, sia le prove in vitro che in vivo indicano differenze sostanziali tra vari ceppi probiotici, tra i prodotti e anche tra gli individui.

  1. L. rhamnosus GG e due diversi ceppi di L. reuteri colonizzano efficaciemente la cavità orale del 48-100% dei volontari.
  2. L. salivarius K12, utilizzato per il trattamento dell'alitosi, colonizza solo temporaneamente il cavo orale per un breve periodo dopo l'uso.

Il consumo di una miscela di sette diversi ceppi di Lactobacillus ha aumentato il numero di conteggi di Lactobacillus salivari, sebbene non sia stata determinata l'identità dei ceppi nella saliva.

Sembra possibile che i batteri probiotici possano colonizzare la cavità orale solo quando usati in prodotti a contatto con la bocca. In effetti, Maukonen et all. non hanno rilevato alcun batterio probiotico somministrato in capsule nei campioni di saliva. Sorprendentemente però, il consumo di capsule contenenti una miscela di sette diversi ceppi di Lactobacillus ha aumentato il numero di conteggi di Lactobacillus salivari.

  1. L. reuteri ATCC 55730 (= L. reuteri SD2112) non sembra influenzare il numero totale di lattobacilli salivari, diversamente da L. rhamnosus GG.

I potenziali effetti avversi dei batteri probiotici nel cavo orale non sono stati oggetto di una ricerca molto approfondita - forse perché la colonizzazione a lungo termine da parte di batteri probiotici è improbabile, sebbene possibile.

Tuttavia, i probiotici rimangono ampiamente utilizzati; pertanto, quando si considera la salute dentale, non si può trascurare l'acidogenicità dei lattobacilli e dei bifidobatteri. Ad esempio, un ceppo di L. salivarius è stato dimostrato essere in grado di indurre la carie negli animali, e un altro di creare un modello di biofilm più cariogeno.

Conclusioni

È importante sottolineare che ciascuno dei benefici per la salute suggeriti dovrebbe essere studiato individualmente per ogni ceppo batterico. Pertanto, un batterio presente nel cavo orale non è necessariamente da considerare un probiotico.

Inoltre, è possibile che le stesse specie non siano ottimali a tutti gli scopi di salute orale; ad esempio, si potrebbero distinguere le proprietà terapeutiche rispetto alla salute dentale e gengivale.

I batteri probiotici sembrano influenzare sia il microbiota orale che le risposte immunitarie. D'altra parte, è difficile prevedere fino a che punto i batteri negli alimenti o negli integratori alimentari possano influenzare il microbiota orale, che sembra relativamente stabile.

Sono documentati diversi effetti terapeutici dei batteri probiotici e non c'è motivo di limitarne l'uso; tuttavia, il loro impiego nella salute dentale non è ancora ben giustificabile.

Bibliografia

  • Probiotics and Oral Health - Anna Haukioja – Eur J Dent. 2010 Jul; 4(3): 348–355.

Autore

Dott. Riccardo Borgacci

Dott. Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer