La perdita di liquidi da una gamba è spesso il segno di un'alterata circolazione venosa complicata da ferite superficiali (ulcere venose). Altre volte può essere il segno di problemi cardiaci, epatici o renali.
Nel corso dell'articolo cercheremo di capire perché il fenomeno si presenta e quali sono le possibili soluzioni.
Per capire: Capillari, Infiammazione, Edema
I capillari sono dei piccolissimi vasi sanguigni che trasportano e cedono ossigeno e nutrienti ai tessuti, caricandosi poi delle sostanze di rifiuto e dell'anidride carbonica prodotte dagli stessi.
Essudato
I capillari cedono ai tessuti solo determinate sostanze - come ossigeno, acqua, glucosio, lipidi ecc. - presenti nel sangue. In particolare, solo le sostanze inferiori a una certa dimensione riescono ad attraversare la parete capillare e a raggiungere i tessuti; gran parte delle proteine, ad esempio, così come le stesse cellule del sangue, non riescono ad attraversare tale parete e rimangono all'interno dei capillari.
In presenza di una ferita è necessario che le proteine e le cellule del sangue (in particolare i globuli bianchi) raggiungano il sito della lesione, per coordinare i processi riparativi e scongiurare eventuali infezioni. Per questo motivo, in presenza di un processo infiammatorio (causato da una ferita o da altri fattori), la permeabilità capillare aumenta; di conseguenza, dai capillari fuoriescono anche maggiori quantità di liquido, che si accumulano nella lesione costituendo il cosiddetto essudato. Questo è il motivo per cui le ferite e gli altri processi infiammatori locali sono spesso accompagnati al gonfiore della zona, detto edema.
L’essudato può contenere molteplici sostanze, fra cui acqua, elettroliti, sostanze nutritive, mediatori di infiammazione, leucociti, enzimi proteolitici (per es. metalloproteinasi di matrice – MMP), fattori di crescita e materiali di rifiuto.
Trasudato
Accanto ai capillari sanguigni troviamo i capillari linfatici. La loro funzione è di riassorbire l'eccesso di liquido fuoriuscito dai capillari sanguigni, evitando che questo si accumuli nei tessuti.
In condizioni normali, i capillari linfatici assorbono solo piccole quantità del liquido fuoriuscito dai capillari sanguigni. Circa il 90% di tale liquido viene infatti riassorbito dagli stessi capillari sanguigni.
Dobbiamo quindi sforzarci di immaginare i capillari come sottili tubicini, che
- nella parte iniziale (estremità arteriosa) cedono liquido (filtrazione)
- nella parte finale (estremità venosa) lo riassorbono (riassorbimento).
Tale meccanismo è permesso dai differenti gradienti di pressione tra il sangue capillare e i liquidi interstiziali. Quando tali pressioni variano rispetto alla normalità si registrano delle anomalie nei processi di filtrazione e riassorbimento.
In particolare, quando la pressione all'estremità venosa aumenta, il riassorbimento perde efficacia, quantità eccessive di liquidi ristagnano negli spazi interstiziali e il tessuto si gonfia.
LESIONI CUTANEE
In presenza di lesioni cutanee la fuoriuscita dei liquidi edematosi è favorita e la perdita di liquidi dalla gamba può risultare significativa.
Cause
Per quanto detto nel capitolo precedente, la perdita di liquido nelle gambe può essere causata da:
- ferite e ulcere cutanee: l'infiammazione associata determina un accumulo di liquidi nella zona di tipo essudato. La presenza di tali liquidi tende a diminuire col processo di guarigione; viceversa, se la ferita non guarisce, a causa del persistere del processo infiammatorio la produzione di essudato può proseguire e diventare eccessiva.
L'eccessivo accumulo di essudato nella ferita ostacola il processo di guarigione. Un altro aspetto importante da considerare è che le quantità di essudato prodotte sono più alte nelle ferite più superficiali ed estese; sono quindi più inclini a produrre elevate quantità di essudato le ulcere venose agli arti inferiori, le ustioni, i siti di prelievo cutaneo e le ulcere infiammatorie. - cattiva circolazione linfatica (stasi linfatica): il mancato riassorbimento dell'eccesso di liquido fuoriuscito dai capillari, determina un accumulo di liquidi nella zona; situazioni di stasi linfatica si registrano nel corso di alcune infestazioni parassitarie e di neoplasie che comprimono i grossi tronchi linfatici, o dopo l'asportazione degli stessi nel corso di interventi chirurgici.
- cattiva circolazione venosa (stasi venosa, insufficienza venosa, vene varicose): se le vene non riescono a trasportare al cuore adeguate quantità di sangue - perché si rimane a lungo in piedi, perché sono meno efficaci a causa dell'invecchiamento, perché si indossano indumenti stretti ecc. - la pressione a livello delle estremità venose dei capillari aumenta; di conseguenza il riassorbimento di liquidi dai tessuti è meno efficace, si crea un edema e la gamba perde liquidi. Tra tutte, è proprio questa la causa più comune di perdite di liquidi dalla gamba.
- problemi renali (insufficienza renale), problemi del fegato (insufficienza epatica) o gravi carenze nutrizionali: se nel sangue sono presenti poche proteine (perché il rene se le lascia sfuggire, perché il fegato non le produce a sufficienza o per gravi deficit dietetici), le quantità di liquidi che fuoriescono dai capillari aumentano. Di conseguenza si crea un edema che, se di dimensioni importanti, può gocciolare. Rispetto alle altre cause, in tali circostante l'edema è generalizzato, quindi tende a comparire in entrambe le gambe e in altre zone del corpo, come l'area addominale, che si presenteranno edematose con o senza gocciolamento.
- problemi cardiaci (insufficienza cardiaca destra o scompenso cardiaco): se il cuore destro non riesce a svuotarsi completamente del sangue venoso, si ha un aumento della pressione venosa; pertanto il riassorbimento risulta poco efficace e si realizza l'edema. Anche in questo caso l'edema è generalizzato e tende quindi a coinvolgere entrambi gli arti inferiori e anche gli organi addominali.
Cosa fare
In presenza di perdite di liquidi dalla gamba è indicata l'applicazione di un bendaggio elastocompressivo, da cambiare frequentemente. Si consiglia l'applicazione da parte di personale esperto.
L'utilizzo di schiume di poliuretano sotto il bendaggio elastocompressivo è indicato soprattutto nelle ulcere croniche, poiché permette di ridurre la frequenza di cambio dei bendaggi e di accelerare la guarigione.
Il trattamento delle cause sottostanti andrà pianificato da un medico dopo un'attenta diagnosi.