Ultima modifica 20.12.2019

Generalità

Il pepsinogeno è la forma inattiva dell'enzima pepsina. Questo precursore viene secreto dalla mucosa gastrica e, per essere reso attivo (come pepsina), dev'essere elaborato dall'acido cloridrico.
Circa l'1% del pepsinogeno è in grado di entrare nel circolo sanguigno e può essere un utile indicatore di patologie gastriche.
PepsinaIn particolare, i suoi valori vengono presi in considerazione allo scopo di:

  • Monitorare lo stato di salute e la funzionalità della mucosa gastrica;
  • Valutare il rischio di gastrite;
  • Stabilire la parte dello stomaco interessata da specifiche condizioni patologiche.

Cos'è

Pepsinogeno e Pepsina: ruolo biologico e digestione proteica

La pepsina è un enzima prodotto e secreto dalle cellule peptiche della mucosa gastrica; appartiene alla famiglia delle proteasi e come tale gioca un ruolo importantissimo nella digestione delle proteine.
La pepsina viene secreta come zimogeno, cioè in una forma inattiva che acquisisce capacità funzionale soltanto dopo una precisa modifica strutturale. È in particolare l'acido cloridrico secreto dalle cellule parietali dello stomaco a trasformare il pepsinogeno, suo precursore, in pepsina, mediante un taglio proteolitico che porta all'allontanamento di una quarantina di aminoacidi. La pepsina attivata, a sua volta, favorisce la formazione di nuova pepsina agendo direttamente sul pepsinogeno.

Importanza dell'acido cloridrico

In condizioni normali (temperatura di circa 37°C, pH pari a 1,5/2), la pepsina può digerire in un'ora quantità proteiche pari a 1000 volte il suo peso. A pH superiori a 3,5 (ipocloridria/acloridria), la pepsina perde buona parte della sua attività proteolitica, fino a denaturarsi irrimediabilmente a valori superiori a 5.


La secrezione degli enzimi peptidici sotto forma di zimogeni ha lo scopo di preservare le cellule deputate alla loro sintesi e secrezione dall'attività digestiva degli stessi.


L'acido cloridrico, oltre ad attivare le prime molecole di pepsina, garantisce le condizioni ottimali al loro operato, non solo mantenendo il pH gastrico a valori francamente acidi, ma anche denaturando le proteine. In pratica, essendo queste avvolte in strutture complesse a mo' di gomitolo, l'acido cloridrico contribuisce a srotolarle, rendendo disponibili i legami peptidici che le costituiscono all'azione enzimatica.

L'attività congiunta di questi fattori digestivi permette anche un'efficace digestione del collagene, che abbonda nel tessuto connettivo di cui è ricca la carne (ce n'è meno nel pesce, che per questo è più digeribile). Anche l'elastasi pancreatica è un enzima molto importante nella digestione delle fibre elastiche che tengono "unita" la carne.

Digestione proteica intestinale

Per azione della pepsina, le proteine alimentari sono ridotte a peptoni, frammenti più piccoli ma con dimensioni ancora eccessive per essere assorbiti. La digestione proteica viene quindi completata nei primi tratti dell'intestino tenue, grazie all'intervento delle proteasi pancreatiche e intestinali. Al primo gruppo appartengono l'elastasi, la tripsina, la chimotripsina e le carbossipeptidasi; al secondo le amminopeptidasi e le dipeptidasi.

Le varie forme di pepsina

Alcune proteasi, inclusa la pepsina, pur portando un nome singolare sono in realtà costituite da una mistura eterogenea di frazioni proteiche differenti, accumunate da simile attività. Per quanto riguarda la pepsina, si differenzia perlomeno un pepsinogeno di gruppo I (PG A) da un pepsinogeno di gruppo II (PG C), da cui originano varie e diverse pepsine. Il primo viene secreto dalle cellule del fondo e del corpo gastrico (parte alta dello stomaco), mentre il secondo è ubiquitario e come tale secreto anche dalle cellule della porzione inferiore (cardiali, antrali e duodenali di Brunner).
Il rilascio di HCl e pepsinogeno è regolato da un ormone, chiamato gastrina, la cui secrezione è stimolata da fattori connessi al consumo di cibo (principalmente dalla dilatazione delle pareti gastriche).

Digestione delle proteine

Perché si Misura

Il pepsinogeno, la pepsina e i loro isoenzimi possono essere dosati in un campione di succo gastrico, siero od urine, o direttamente tramite biopsia della mucosa gastrica; il metodo analitico sierologico è quello più utilizzato. Tali valutazioni si rivelano utili per diagnosticare la malattia ulcerosa, valutarne l'andamento clinico e identificare i soggetti a maggior rischio di complicanze.
La determinazione quantitativa del rapporto tra pepsinogeno I/II nel siero è stata proposta anche per la diagnosi della gastrite atrofica grave (in cui si registrano bassi livelli di pepsinogeno I) e del cancro allo stomaco (spesso caratterizzato da bassi livelli di pepsinogeno I, con riduzione del rapporto tra pepsinogeno I/II; questi elementi rappresentano anche importanti fattori di rischio per la sua comparsa). I due esami fanno parte del cosiddetto gastropanel, tramite cui vengono determinati anche i livelli sierici di gastrina e di anticorpi anti Helicobacter pylori, per ottenere un quadro generale della salute gastrica.


Ruolo nella gastrite

Il sinergismo tra spiccata secrezione acida e peptica (di pepsina) può produrre lesioni più o meno importanti a livello della mucosa gastrica e duodenale, fino a produrre vere e proprie erosioni (definite ulcere peptiche).

I farmaci in grado di ridurre la secrezione acida (inibitori della pompa protonica, antiacidi) bloccano indirettamente anche l'azione lesiva della pepsina, che abbiamo visto essere inattivata - fino alla denaturazione - da pH superiori a 3,5/5.

Valori normali

Valori di riferimento:

  • Pepsinogeno I (PG I): 30 - 160 µg/l;
  • Pepsinogeno II (PG II): 3 - 15 µg/l;
  • PG I/PG II: 3 – 20.

Un risultato normale del test indica che lo stomaco è in buona salute; ciò suggerisce che i disturbi gastrici potrebbero essere funzionali o dipendere da altre cause.
Nota: l'intervallo di riferimento dell'esame può cambiare in funzione di età, sesso e strumentazione in uso nel laboratorio analisi. Per questo motivo, è preferibile consultare i range riportati direttamente sul referto.

Pepsinogeno Alto - Cause

L'aumento del pepsinogeno è un utile indicatore di patologie gastriche come:

Pepsinogeno I

Le concentrazioni nel sangue di pepsinogeno I possono aumentare in presenza di un'infiammazione della mucosa del corpo dello stomaco (gastrite superficiale, non di natura atrofica).

stomaco

Pepsinogeno II

La concentrazione del pepsinogeno II nel sangue aumenta in caso di infiammazione della mucosa dello stomaco (gastrite). Questa può dipendere da fattori, come, ad esempio:

Pepsinogeno Basso - Cause

Pepsinogeno I

I livelli del pepsinogeno I possono diminuire nel sangue in caso di atrofia della mucosa del corpo gastrico (gastrite atrofica) da moderata a grave, secondaria all'infezione da Helicobacter pylori o alla presenza di malattie autoimmuni.

Ratio PG I/PG II

Il rapporto pepsinogeno I/pepsinogeno II è utilizzato, insieme al dosaggio del pepsinogeno I, nella diagnosi di atrofia della mucosa del corpo gastrico (gastrite atrofica del corpo) e del carcinoma dello stomaco.

Come si misura

L'esame del pepsinogeno viene eseguito tramite prelievo venoso.

Preparazione

Prima di eseguire il prelievo di sangue, è necessario evitare di mangiare, bere e fumare almeno 8-10 ore prima della raccolta del campione. Il paziente può continuare ad assumere i farmaci normalmente prescritti dal medico, ad eccezione di quelli che interferiscono con la normale secrezione di fluidi gastrici (tra cui antiacidi ed inibitori di pompa protonica)

Interpretazione dei Risultati

Il dosaggio del pepsinogeno assume rilevanza clinica nello screening delle patologie dello stomaco. In particolare, questo parametro può segnalare la presenza di un'ulcera peptica e contribuisce a individuare un carcinoma gastrico negli stadi precoci.
L'esame permette, inoltre, la valutazione dell'efficacia del trattamento di eradicazione dell'Helicobacter pylori e permette di diagnosticare le recidive dopo l'escissione chirurgica del carcinoma gastrico.

  • Il pepsinogeno I viene prodotto dalle cellule della zona “alta” dello stomaco (corpo-fondo). Esiste una correlazione tra la perdita di queste cellule provocata dall'atrofia gastrica e il livello di pepsinogeno I: bassi valori indicano che la mucosa del corpo è interessata da una gastrite atrofica moderata o severa.
  • Il pepsinogeno II è prodotto dall'intero stomaco e dal duodeno; la sua concentrazione nel sangue aumenta in caso di infiammazione della mucosa gastrica (gastrite).
  • Il rapporto tra PG I e PG II permette di stabilire la zona dello stomaco affetta dalla patologia. Ad esempio, quando la gastrite atrofica del corpo dello stomaco peggiora, i livelli di pepsinogeno I e il rapporto pepsinogeno I e II decrescono.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici