Ultima modifica 28.02.2020

I parassiti intestinali si dividono in protozoi e metazoi, cioè in organismi unicellulari e pluricellulari. Come tali, i parassiti protozoi hanno dimensioni particolarmente ridotte (generalmente nell'ordine di pochi μm), mentre i metazoi presentano strutture complesse, differenziamento tissutale e dimensioni decisamente superiori (da pochi mm ad alcuni metri). I metazoi che interessano la medicina umana, gli elminti (o vermi intestinali), sono distinti in vermi cilindrici - i nematodi - ed in vermi piatti, i platelminti. Questi ultimi si dividono ulteriormente in cestodi (di forma nastriforme e segmentata) e trematodi (forma non segmentata).

I parassiti intestinali più comuni al mondo sono Giardia lamblia, Dientamoeba fragilis, Entamoeba histolytica, Cryptosporidium sp., Isospora bell e Balantidium coli tra i protozoi, Enterobius vermicularis, Ascaris lumbricoides (ascaridiasi), Trichuris trichiura, Ancylostoma duodenale, Necator americanus, Strongyloides stercoralis, Schistosoma spp. e Taenia spp. (Taenia saginata - dei bovini - e Taenia solium - dei maiali - Verme solitario -) tra i metazoi.

Modalità d'infestazione

I parassiti intestinali possono penetrare nell'organismo attraverso l'ingestione di cibi crudi, poco cotti (soprattutto le carni) o non adeguatamente lavati (verdure concimate con feci umane o acque nere).

Verme intestinale TeniaTaenia spp. (verme solitario): cestode che può raggiungere una lunghezza di 3-10 metri

A volte, comunque, anche la stessa acqua diviene un veicolo di trasmissione. Spesso, soprattutto nel bambino, l'infestazione deriva dall'aver portato ingenuamente alla bocca mani non adeguatamente pulite o aver nuotato in acque contaminate. Altre volte ancora, le larve penetrano direttamente nella cute che prende contatto con il terreno (generalmente le mani od i piedi).

I parassiti intestinali colpiscono elettivamente i bambini (per le minori difese immunitarie e l'attitudine a giocare con il terreno senza poi lavarsi le mani), i soggetti immuno-compromessi (come i malati di AIDS) e gli abitanti di Paesi in via di sviluppo (per le precarie condizioni igieniche).

Sintomi

I sintomi provocati dai parassiti intestinali dipendono dal tipo di esemplare infestante, dalle difese immunitarie dell'ospite, dallo stadio di sviluppo del parassita, dalla sua localizzazione e dalla carica infestante. I sintomi più comuni si registrano a livello gastro-intestinale, con dolori addominali, prurito anale, nausea, vomito, coliti, emorragie rettali e costipazione o diarrea fino alla dissenteria. Possono inoltre comparire anemie e deficit di vitamina B12 o di altri micronutrienti, ittero, eritemi o ulcere cutanee, tosse, miositi e problemi a livello uro-genitale, con malessere generale, febbre, brividi, debolezza, mal di testa e sudorazione notturna. Non sempre i parassiti intestinali arrecano un danno considerevole all'organismo che li ospita e generalmente non ne determinano la morte; questo evento, infatti, si tramuterebbe in un grande danno per il parassita stesso. I sintomi, pertanto, sono spesso di grado lieve o moderato ma protratti nel tempo. Tutti quelli elencati, inoltre, non sono esclusivi delle parassitosi intestinali, bensì comuni a numerosissime patologie, alcune delle quali ben più frequenti. L'infestazione è più probabile quando i suddetti sintomi compaiono al ritorno da un viaggio in Paesi tropicali in via di sviluppo, quando si vive in condizioni di scarsa igiene, quando si vive o si ha vissuto a stretto con soggetti dimostratisi parassitati (scuole, famiglie, comunità) o quando il bambino lamenta un forte prurito anale con lesioni da grattamento (l'ossiuriasi arriva a colpire fino ad oltre il 50% della popolazione in età pediatrica). A volte, per quanto riguarda gli elminti, gli stessi vermi o loro parti possono essere spontaneamente eliminati o riscontrati direttamente nelle feci. Non a caso la diagnosi si basa proprio sull'esame macroscopico e microscopico degli escrementi, da ripetere su almeno tre campioni, meglio se a giorni alterni o comunque nell'arco di 7-10 giorni.

Potenziale terapeutico

Secondo una recente ipotesi, l'iperattività del sistema immunitario tipica di alcune malattie infiammatorie intestinali, potrebbe essere causata dall'assenza di un reale nemico da combattere. Non a caso, l'incidenza di queste malattie è andata crescendo in maniera proporzionale al calo delle infezioni di vermi parassiti, così come le forme allergiche sono andate aumentando in parallelo al miglioramenteo delle, spesso eccessive, condizioni igieniche. Vista in quest'ottica una terapia con uova di determinati parassiti potrebbe essere d'aiuto nella risoluzione di queste malattie.


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