Parametri Vitali: Quali Sono? A Cosa Servono?

Parametri Vitali: Quali Sono? A Cosa Servono?
Ultima modifica 09.03.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa sono
  3. Quali sono
  4. A cosa servono
  5. Valori normali
  6. Quando si rilevano

Generalità

I parametri vitali sono segni che esprimono le condizioni generali della persona. I più importanti sono quattro e, interpretati nel loro insieme, sono indicativi della normale o dell'alterata funzionalità dell'organismo.

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Nella pratica clinica, i parametri vitali sono rilevati e/o monitorati per valutare lo stato di salute di base di una persona, fornire indizi su possibili problemi, identificare eventuali bisogni, controllare la risposta ad alcuni interventi medici e mostrare progressi verso il recupero.

Cosa sono

I parametri vitali sono segni (= indicazione dell'esistenza di qualcosa) che esprimono lo stato delle funzioni vitali (= necessari o pertinenti alla vita) del corpo. In particolare, questi forniscono indizi sul funzionamento cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso e metabolico dell'organismo. La rilevazione dei parametri vitali è parte dell'accertamento, primo step dell'esame obiettivo, che consente la raccolta della serie di dati di partenza, utili a stabilire quale sia lo stato di salute del paziente e rispetto ai quali interpretare le successive variazioni.

La loro determinazione fornisce informazioni che consentono di:

  • Stabilire quale sia lo stato di salute e di benessere di un paziente;
  • Identificare la presenza di problemi, anomalie o eventuali bisogni;
  • Monitorare le condizioni del paziente e valutare la risposta ad alcuni interventi terapeutici o di assistenza.

Quali sono

I parametri vitali principali sono quattro, ma, a seconda del contesto clinico e della disciplina medica, possono includere altre misurazioni.

I segni vitali sono registrati con il sistema di codifica LOINC (Logical Observation Identifiers Names and Codes), standardizzato e accettato a livello internazionale, che riporta la descrizione univoca delle osservazioni cliniche e di laboratorio.

Parametri Vitali: quali sono i quattro fondamentali?

I parametri vitali primari sono quattro e, convenzionalmente, ci si riferisce alla misurazione di:

La temperatura corporea fornisce un'indicazione del valore di set point, regolato dall'ipotalamo e mantenuto costante attraverso un equilibrio tra termogenesi (produzione di calore da parte del corpo, come sottoprodotto delle trasformazioni chimiche che avvengono continuamente in tutte le cellule) e termodispersione (cessione di calore da parte del corpo). La termoregolazione influenza, quindi, il metabolismo.

La ragione principale per il controllo della temperatura corporea è evidenziare qualsiasi segno di infezione sistemica o infiammazione in presenza di febbre oppure accertare l'ipertermia. La valutazione di questo parametro vitale serve anche a stabilire un'ipotermia (temperatura inferiore a 35°C).

La normale temperatura di un adulto è compresa in un intervallo di 36,4-37,2°C. I punti del corpo comunemente utilizzati in clinica per la misura della temperatura corporea sono retto, ascella, cavità orale, orecchio e superficie della pelle, considerando che i valori si discostano lievemente. Ad esempio: la temperatura rettale misura circa 0,2-0,5°C in più rispetto a quella sottolinguale, mentre la temperatura ascellare è pari a 36,6°C ± 0,5°C, quindi lievemente più bassa rispetto a quella centrale che si mantiene costantemente intorno ai 37°C con una certa variazione tra gli individui (per questo motivo, la temperatura corporea considerata normale è compresa in un intervallo di 36,4-37,2°C).

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La pressione sanguigna può essere definita come la pressione che esercita il sangue contro le pareti elastiche dei vasi arteriosi. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), negli adulti in condizioni normali, la pressione arteriosa minima e massima non superano rispettivamente i 90 e i 140 mmHg; si parla di ipertensione grave se questi valori superano rispettivamente i 110 e 180 mmHg, mentre l'ipotensione grave viene definita quando si riducono rispettivamente sotto i 60 e i 90 mmHg.

Il polso è il parametro vitale che fornisce informazioni sulla frequenza cardiaca (numero dei battiti per minuto del cuore) e sul suo ritmo. In pratica, si tratta della transitoria dilatazione di un'arteria a causa della variazione della sua pressione interna. Il polso è, quindi, indicatore dell'attività cardiaca per la deformazione che le pareti delle grandi arterie subiscono in concomitanza del ciclo cardiaco: a numero di battiti e qualità delle pulsazioni corrisponde una funzione cardiocircolatoria più o meno efficiente.

La frequenza respiratoria è il numero di atti respiratori al minuto. Il valore normale per un adulto a riposo è compreso tra 12 e 20 respiri al minuto, pertanto una frequenza inferiore a 12 o superiore a 25 è considerata anormale. Tra le condizioni che possono modificare una normale frequenza respiratoria ci sono asma, ansia, polmonite, insufficienza cardiaca congestizia e malattie polmonari.

Altri segni vitali

A seconda del contesto e delle aree cliniche, si possono aggiungere:

  • Dolore: è considerato il quinto parametro vitale e deve essere valutato e documentato ad intervalli regolari; viene misurato con la scala del dolore 0-10, in base a quanto riferito dalla percezione soggettiva del paziente, pertanto l'affidabilità di questo parametro è discussa. Alcuni studi scientifici sostengono, infatti, che la valutazione regolare del dolore non influenzi la gestione clinica del paziente;
  • Peso corporeo, altezza e indice di massa corporea: contrariamente ai tradizionali segni vitali, queste misurazioni non sono utili per valutare la variazione "acuta" dello stato di salute, in principio della velocità con cui cambiano; tuttavia, sono utili per valutare l'impatto di malattie prolungate o problemi di salute cronici;
  • Saturazione di ossigeno: valuta se un paziente è ossigenato al meglio, rilevando la percentuale di emoglobina legata ad ossigeno presente nel sangue (pulsossimetria), attraverso l'utilizzo del saturimetro;
  • Stato di coscienza: si riferisce al livello di coscienza presentato dalla persona in una determinata condizione (cosciente: orientato, confuso, sopito; non cosciente). Il riferimento per rilevare lo stato di coscienza è la Glasgow Coma Scale;
  • Colore della cute: la pelle pallida indica una lieve riduzione dell'apporto di ossigeno tissutale. Questa manifestazione può essere associata a ipotensione arteriosa, alterata perfusione capillare, anemia o insufficienza respiratoria (lieve o cronica). La cianosi (cute bluastra) indica invece uno stato di grave ischemia periferica per insufficiente apporto di ossigeno regionale o generalizzato; le possibili cause comprendono ipotensione, ipotermia e insufficienza respiratoria acuta. Un arrossamento della pelle può suggerire, invece, la presenza di reazioni allergiche locali o generalizzate, ustione, febbre, iperglicemia, colpo di calore o di sole.

A cosa servono

I parametri vitali vengono rilevati nella prima parte dell'esame obiettivo. La loro interpretazione consente la stima dello stato di salute generale, tenendo conto dei dati evidenti (segni clinici) e delle informazioni soggettive, riportate dal paziente (sintomi), con lo scopo di formulare una diagnosi e pianificare un trattamento.

Perché si misurano?

La rilevazione dei parametri vitali serve per:

  • Valutare la salute fisica generale e lo stato di benessere del paziente;
  • Fornire indizi su possibili condizioni patologiche o evidenziare anomalie e problemi;
  • Individuare situazioni potenzialmente a rischio;
  • Pianificare e realizzare interventi medici assistenziali;
  • Monitorare i progressi verso il recupero.

Capire e interpretare i segni vitali nel loro insieme (temperatura corporea, polso, respiro e pressione), collegandoli ad altri dati clinici raccolti, è significativo ai fini diagnostici, soprattutto se l'andamento dei loro valori devia dalla normalità; se considerati in modo isolato, invece, questi segni sono poco utili per valutare le condizioni di salute generali.

Valori normali

Come si misurano

I parametri vitali vengono rilevati con:

Gli intervalli di riferimento per ciascun segno vitale di una persona varia con l'età, il peso, il sesso e la salute generale.

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Frequenza cardiaca (polso)

Il polso come parametro vitale si distingue in: frequenza cardiaca, carattere del polso (debole o forte) e ritmo (regolare o irregolare).

  • Adulti: da 60 a 100 battiti per minuto
  • Bambini (da 1 a 8 anni d'età): da 80 a 100 battiti per minuto
  • Lattanti (da 1 a 12 mesi): da 100 a 120 battiti per minuto
  • Neonati (da 1 a 28 giorni di vita): da 120 a 160 battiti per minuto

Descrizione dopo la rilevazione: frequenza cardiaca regolare o irregolare, polso forte o debole.

Nell'adulto, le pulsazioni devono mantenersi tra 60 e 100 battiti al minuto (bpm). Sotto i 60 bpm si parla di bradicardia, mentre sopra i 100 bpm si parla di tachicardia.

Pressione sanguigna

  • Adulti:
    • Sistolica: da 90 to 140 mmHg
    • Diastolica: da 60 a 90 mmHg
  • Bambini (da 1 a 8 anni d'età): 80-110 mmHg
  • Lattanti (da 1 a 12 mesi): 70-95 mmHg
  • Neonati (da 1 a 28 giorni di vita): >60 mmHg

Temperatura corporea

Normalmente, in un individuo sano la temperatura corporea è compresa tra i 36,4 ed i 37,2°C.

Nel caso questo parametro vitale sia superiore a 37,2-37,5°C si parla di febbre.

Frequenza respiratoria

  • Adulti (stato di salute generale normale): 12-20 atti respiratori per minuto
  • Bambini (da 1 a 8 anni d'età): 15-30 respiri al minuto
  • Lattanti (da 1 a 12 mesi): 25-50 respiri al minuto
  • Neonati (da 1 a 28 giorni di vita): 40-60 respiri al minuto

Descrizione: respiro normale, superficiale, dispnea (respiro affannoso); da segnalare i rumori respiratori (stridore) e le anomalie (apnea, iperventilazione e respiro di Kussmaul). Sotto i 12 atti respiratori al minuto si parla di bradipnea, mentre sopra i 20 si parla di tachipnea.

Quando si rilevano

I parametri vitali sono misurati generalmente:

  • All'ammissione in una struttura sanitaria e secondo gli schemi di routine della stessa;
  • Prima, durante e dopo:
    • Interventi chirurgici;
    • Procedure diagnostiche invasive;
    • Somministrazione di farmaci che influenzano i segni vitali;
  • Quando le condizioni fisiche generali del paziente cambiano (perdita della coscienza, aumento del dolore ecc.) o si presentano sintomi indicativi di malessere (nausea, vomito, vertigini, stanchezza ecc.).

Parametri Vitali nel primo soccorso

I parametri vitali sono parte fondamentale delle procedure di primo soccorso in un ambiente non ospedaliero. Durante il cosiddetto esame primario, il personale sanitario esegue in pochi minuti una valutazione sommaria dei segni vitali (stato neurologico, pervietà delle vie aeree, stato del respiro, mancanza o presenza di battito cardiaco), che rappresenta l'approccio iniziale al paziente a cui prestare soccorso. A questo protocollo seguirà, appena possibile, un accertamento con l'uso di strumenti di misura idonei.

L'esame primario è importante per riconoscere in tempo utile il deterioramento dei segni vitali che può precedere l'arresto cardiaco e/o il ricovero nell'unità di terapia intensiva, quindi evitare il peggioramento delle condizioni generali del paziente e prevenire i possibili esiti avversi.  

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici