Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Perché si esegue
  4. Come si esegue
  5. Preparazione
  6. Controindicazioni e Rischi
  7. Interpretazione dei Risultati

Generalità

La paracentesi addominale è una procedura medico-chirurgica indicata per il prelievo e/o l'evacuazione del liquido accumulatosi nella cavità peritoneale, a causa di determinate condizioni patologiche.

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Questa metodica può essere eseguita sia a scopo diagnostico, ossia per analizzare il campione di fluido raccolto dall'addome, sia per motivi terapeutici. La paracentesi viene applicata, in particolare, ai casi di ascite e consente di ridurre la pressione determinata sugli altri organi dal liquido in eccesso, che, per esempio, può ostacolare la respirazione o provocare dolore.

La procedura si esegue con il paziente sdraiato sulla schiena o su un fianco e viene condotta introducendo, sotto guida ecografica, un ago cannula sottile nella cavità peritoneale. Talvolta, per qualche giorno, può essere lasciato in sede un piccolo tubicino che continua a drenare il liquido dall'addome.

Lo sapevate che…

Una procedura analoga alla paracentesi è la toracentesi. In quest'ultimo caso, però, il liquido si estrae dalla cavità pleurica, cioè il sottile spazio compreso tra la parete toracica e i polmoni.

Cos’è

La paracentesi (detta anche peritoneocentesi) è una procedura che prevede la puntura dell'addome per l'asportazione del liquido ascitico. Questa procedura viene condotta con il paziente sdraiato sulla schiena o su un fianco, mediante l'introduzione di un ago sottile, di solito sotto guida ecografica.

Cos'è la cavità peritoneale?

La cavità peritoneale è il "contenitore" degli organi addominali; questo spazio è racchiuso da una sottile membrana, detta peritoneo. Normalmente, qui si trova solo un sottile velo di liquido. L'accumulo di quest'ultimo in una quantità eccessiva (ascite) può derivare da una patologia a carico degli organi addominali (il liquido filtra, cioè, dai visceri dell'addome coinvolti da una malattia) o dalle modificazioni della pressione dello stesso fluido.

Il liquido prelevato con la paracentesi viene inviato, poi, al laboratorio analisi per stabilire la causa esatta dell'accumulo patologico.

L'ascite può dipendere da un tumore o da malattie di altra natura, come cirrosi epatica, infezioni o cardiopatie.

La paracentesi può essere eseguita anche per alleviare l'eccessiva pressione esercitata dal liquido in eccesso e ridurre così la tensione addominale. Talvolta, nei giorni successivi all'intervento, può essere lasciato in sede un sottile tubicino che continua a drenare il fluido.

Perché si esegue

La paracentesi consiste nell'inserimento di un ago per rimuovere il liquido dall'addome, allo scopo di sottoporlo ad analisi citologica, microbiologica e biochimica. Questi esami consentono di valutare le caratteristiche del liquido estratto (concentrazione delle proteine, numero degli eritrociti, conta dei globuli bianchi ecc.). La procedura può essere attuata anche per il drenaggio verso l'esterno del fluido ascitico, consentendo di ridurne il volume.

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Le finalità principali della paracentesi sono:

  • Diagnostiche: la procedura consente la raccolta per l'analisi del versamento liquido, allo scopo di capirne la natura (es. ipertensione portale, cancro metastatico, infezioni addominali ecc.). La paracentesi consente, inoltre, di accertare la presenza o meno di sangue nella cavità peritoneale, in seguito a trauma chiuso dell'addome, e di riscontrare una peritonite.
  • Terapeutiche: la paracentesi può essere eseguita per ridurre la pressione determinata sugli altri tessuti dal liquido in eccesso, che può alterare il funzionamento di alcuni organi o causare dolore. L'intervento è in grado, inoltre, di dare un temporaneo sollievo ai disagi causati dall'ascite (es. difficoltà respiratorie, oliguria ecc.).

Come si esegue

Prima della paracentesi

La paracentesi viene eseguita previa somministrazione locale di una piccola dose di anestetico (di solito, lidocaina all'1% o cloruro di etile).

La procedura viene eseguita sul paziente seduto o sdraiato sul fianco sinistro, per consentire al liquido di disporsi in maggiore quantità sul lato da pungere. La zona di elezione per l'esecuzione della paracentesi è il quadrante addominale inferiore sinistro.

Successivamente, il medico esegue un'adeguata disinfezione dell'area in cui inserire l'ago, con una soluzione antisettica.

Nel corso di tutta la durata della paracentesi, il paziente deve rimanere immobile, salvo diverse indicazioni da parte del personale sanitario.

Modalità di esecuzione

La paracentesi prevede l'uso di un ago cannula, di vario calibro, montato su siringa e dotato di un tubicino in plastica al suo interno; questo dispositivo viene introdotto con una certa decisione, attraverso la pelle, il grasso ed i muscoli della parete addominale, fino a raggiungere l'area della raccolta ascitica. In genere, quest'operazione viene eseguita con un supporto ecografico, mantenendo l'ago perpendicolare al piano cutaneo. L'ago viene poi rimosso, lasciando in sede il catetere in plastica, che viene connesso ad un altro tubicino che porta ad una sacca di drenaggio.

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Dopo la paracentesi

Al termine della paracentesi, dopo la rimozione dell'ago e/o del catetere di drenaggio, l'area viene coperta con una garza compressiva sterile.

In caso di rimozione di volumi di ascite superiori a 500 ml, viene somministrata per via endovenosa dell'albumina umana, per prevenire che si instauri uno stato di ipotensione (bassa pressione arteriosa).

Dopo il prelievo del liquido dalla cavità peritoneale, quest'ultimo viene inviato al laboratorio analisi, dove viene sottoposto ad esami colturali, citologici e biochimici. Lo scopo di questi accertamenti consiste nel capire la causa che ha determinato questo accumulo, che può dipendere da un tumore oppure da malattie di altra natura (come una cirrosi).

Quanto tempo dura? 

Indicativamente, la paracentesi viene eseguita in 20-30 minuti. Dopo la procedura, il paziente è tenuto in osservazione per circa 2-3 ore.

Preparazione

  • Prima della paracentesi, viene eseguito l'esame obiettivo, talvolta accompagnato da un'ecografia, per confermare la presenza di fluidi in eccesso nella cavità addominale.
  • Nei giorni precedenti l'esame di paracentesi, il medico potrebbe chiedere di interrompere eventuali terapie con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti. Quando si pianifica la procedura, inoltre, è bene segnalare la presenza di allergie.
  • Se esiste la possibilità che sia in corso una gravidanza, il medico valuterà la possibilità di rinviare l'esame (dopo gli accertamenti del caso, cioè con la conferma dell'effettivo concepimento) o può optare per un'altra indagine diagnostica.

Controindicazioni e Rischi

La paracentesi può essere controindicata o risultare di difficile esecuzione in persone che presentano:

  • Disturbi della coagulazione del sangue;
  • Aderenze dovute a precedenti interventi all'addome o cicatrici chirurgiche in corrispondenza dell'area da pungere;
  • Obesità severa;
  • Gravidanza;
  • Grave ipertensione portale.

La procedura non è consigliata, inoltre, in caso di scarsa collaborazione da parte del paziente.

La paracentesi non deve essere assolutamente eseguita in caso di ostruzione intestinale ed infezione della parete addominale.

Complicanze

La paracentesi è una procedura sicura, ma invasiva. Per questo, è possibile che si verifichino, seppur in rari casi, delle complicazioni.

Nella paracentesi, le probabilità che l'ago punga accidentalmente la vescica, l'intestino o un vaso sanguigno sono molto basse; questo rischio è minimizzabile avvalendosi della guida ecografica. Tale evenienza richiederebbe un breve ricovero.

Dopo la procedura, non si può escludere il rischio, seppur molto raro, di complicazioni emorragiche o infettive. Se nei giorni successivi all'esame compare febbre, dolore, o sangue nelle urine o nel liquido di drenaggio, è bene contattare immediatamente il medico.

Paracentesi: è dolorosa?

Prima di introdurre l'ago per l'esecuzione della paracentesi, viene effettuata un'anestesia locale. Pertanto, il paziente sente, generalmente, solo un lieve dolore o un senso di pressione al momento della penetrazione dell'ago e dell'aspirazione del liquido.

In qualche caso, nel corso della paracentesi si possono verificare dei disturbi transitori, come abbondante sudorazione, nausea e svenimenti.

Quando vengono asportate grandi quantità di liquido dall'addome, è possibile avvertire un leggero giramento di testa: in questo caso, per evitare cali di pressione, il medico può decidere di somministrare altri liquidi, tramite una flebo.

Rischi connessi alla paracentesi

I rischi associati alla paracentesi sono minimi, ma si tratta di un esame comunque invasivo.

Se l'ago non viene inserito correttamente possono verificarsi:

La perforazione della parete intestinale nel corso della paracentesi rende necessario un intervento chirurgico per porvi rimedio. Un aumentato rischio di tale evenienza si verifica soprattutto nei pazienti con aderenze addominali.

Interpretazione dei Risultati

L'accumulo di liquido nella cavità addominale è sempre anormale. La paracentesi può essere utilizzata per la diagnosi, per ottenere un campione di fluido peritoneale da esaminare, o come parte del trattamento, con lo scopo di eliminare un eccesso di liquido ascitico.

La paracentesi è utile nella diagnosi di varie patologie.

Queste comprendono:

Il liquido ascitico può essere essudato (edema infiammatorio) o trasudato (edema non infiammatorio). Il riscontro di un contenuto elevato di proteine nel fluido prelevato con la paracentesi indica che l'ascite si è formata in seguito ad un processo infiammatorio, le cui cause vanno approfondite. In presenza di infezioni addominali, come la peritonite batterica, la conta dei globuli bianchi nel liquido ascitico è tipicamente elevata.

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici