
"E se capitasse proprio a me?, "Non sarò in grado di gestirlo", "Non dovrei pensarlo", "Ma se avessi ragione?","Se continuo a pensarlo, allora è vero"
Alcune volte, nella nostra mente si affollano dei pensieri che interrompono improvvisamente la nostra serenità. Si tratta di preoccupazioni per qualcosa che non costituisce un reale pericolo per le nostre vite e queste idee si trasformano presto in pensieri ossessivi, alimentando un circolo vizioso di paura, ansia anticipatoria e ruminazione mentale.
Cos’è la Paper tiger paranoia?
La paper tiger paranoia, "paranoia della tigre di carta", è una teoria sviluppata dallo psicologo Rick Hanson e indica una modalità di pensiero che ci porta a sovrastimare le minacce percepite e sottostimare le nostre opportunità e risorse nel fronteggiarle.
È come se vedessimo di fronte a noi una "tigre" e, allora, reagiamo con ansia, preoccupazione, rabbia. Il risultato della nostra preoccupazione dà luogo a una serie di pregiudizi negativi, ossessioni ed emozioni spiacevoli; questo processo, oltre a bloccarci e farci sentire inadeguati, ci distoglie dal fatto che, in realtà, quella tigre è fatta solo di carta.
Perché “pensiamo negativo”?
Come si sviluppa la paper tiger paranoia?
Secondo lo psicologo Rick Hanson, il nostro cervello è programmato per orientarsi verso gli stimoli negativi al fine di proteggerci e "prepararci al peggio". La paura è un'emozione indispensabile per l'evoluzione della nostra specie ed è proprio grazie all'attenzione verso il pericolo e verso gli eventi minacciosi che l'essere umano è sopravvissuto fino ad oggi. Nel tentativo di difenderci e permetterci di sopravvivere, la nostra mente tende, quindi, a orientare l'attenzione verso notizie e stimoli potenzialmente minacciosi; questo meccanismo alcune volte ci tutela, ma molte altre ci rende poco lucidi. Nella paper tiger paranoia tendiamo a sovrastimare il pericolo, a discapito delle nostre capacità, elaborando pensieri su problemi che non si sono ancora manifestati e che probabilmente non si verificheranno mai, focalizzandoci su preoccupazioni e dubbi innescati da previsioni catastrofiche, credenze distorte sul mondo e su noi stessi e, in generale, da idee negative di diversa tipologia. La paura di affrontare quella "tigre" ci fa entrare in un loop di pensieri che ci spinge a voler esercitare maggior controllo sulla situazione potenzialmente minacciosa.
L’effetto “orso bianco”
Quando nella mente troviamo un pensiero che ci spaventa, la nostra prima reazione è quella di cercare di cancellare quel pensiero, in modo da evitare emozioni spiacevoli. "Succederà qualcosa di brutto" sarà presto seguito da "Non posso e non devo pensare a questa possibilità". Solo che, più cerchiamo di sopprimere un pensiero spaventoso, più quello stesso pensiero si potenzierà e occuperà ulteriormente il nostro spazio mentale. Lo psicologo Wegner ha chiamato questo meccanismo "effetto orso bianco": se ci viene
imposto di non pensare a un orso bianco, lo stesso pensiero ci verrà in mente molto più spesso. Allo stesso modo, quando proviamo a "scacciare via" alcune idee perché potenzialmente spaventose, una parte della nostra mente eviterà i pensieri proibiti, ma un'altra, tenderà a controllarli per assicurarsi che non si ripresentino: questo ci condurrà, però, a pensarci ancora di più.
Come nascono i pensieri ossessivi
La voglia di eliminare certi pensieri spaventosi, oltre a non cancellarli, li renderà molto frequenti, se non ossessivi. E, quanto più pensiamo a una cosa, tanto più quel pensiero insolito smetterà di sembrarci, poi, così tanto assurdo. Anzi, a ogni sua ripetizione, ci convinceremo sempre più che la nostra idea possa meritare attenzione, perché "se ci penso spesso, allora sarà vero". In questo modo le nostre convinzioni negative si potenzieranno ulteriormente.
Pertanto, anche un pensiero neutro, interpretato erroneamente come pericoloso e proibito, può diventare ossessivo, spaventoso e ansiogeno. E, quindi, anche una tigre di carta ci potrà sembrare una minaccia della quale preoccuparsi.
Ascolta su Spreaker.Come affrontare la paper tiger paranoia?
Sono solo pensieri
Sperimentiamo spesso pensieri spiacevoli e involontari. La nostra mente crea idee di ogni tipo per abituarci ad allenare la creatività e prepararci a risolvere i problemi. Ma questo non significa che tutto ciò che pensiamo sia vero o meritevole di attenzione.
Quando sentiamo che le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri diventano ricorrenti al punto tale da monopolizzare gran parte delle energie mentali, invece di provare a controllarli e cadere nel circolo vizioso delle ruminazioni e dei pensieri ossessivi, proviamo, invece, ad osservarli e accoglierli come dei fenomeni transitori. In quei momenti, è importante fare distinzione tra ciò che pensiamo e ciò che invece è reale e presente.
Non siamo i nostri pensieri
Non tutto quello che pensiamo deve essere necessariamente vero. Per questa ragione, possiamo accogliere e osservare con serenità tutto quello che ci passa per la mente, anche i pensieri che ci sembrano più spaventosi, consapevoli del fatto che il loro valore è relativo. Non siamo i nostri pensieri, né essi corrispondono a verità assoluta. Per affrontare la paper tiger paranoia è importante accettare di non potere avere un controllo assoluto sulla vita, dentro e fuori la nostra mente. Non siamo in grado di prevedere o anticipare tutti gli eventi che potrebbero accaderci, così come non siamo in grado di trovare una spiegazione a tutto ciò che ci capita o che pensiamo. La ricerca del controllo e della verità non deve essere più un nostro problema. Investire tempo ed energie nel tentativo vano di controllare il mondo attorno a noi e valutare se ciò che pensiamo sia vero oppure falso, ci renderà schiavi di infiniti loop e ruminazioni e ci distoglierà da ciò che, invece, è in nostro potere fare. "Succederà qualcosa di brutto" potrebbe essere un pensiero vero oppure falso; provare a scoprirlo non ci proteggerà dalle sue eventuali conseguenze. Accettare di non poter controllare la realtà, ci farà capire che non è utile continuare a pensarci.
Scegliere a cosa dare attenzione
Se non è della verità che dobbiamo preoccuparci, verso cosa è utile orientare i nostri pensieri?
Imparare a osservare i nostri pensieri come qualcosa di diverso da noi, ci permetterà di scegliere di focalizzarci solo su quelli che possono aiutarci a vivere meglio. Quindi, più che cercare di intuire se i nostri pensieri corrispondano o meno a verità, è importante capire se un pensiero può esserci utile oppure no.
Supporre che un collega stia tramando alle nostre spalle, pensare di avere una malattia incurabile, credere che il partner ci stia tradendo, sono pensieri che riguardano situazioni al di fuori del nostro controllo: investire energie per scoprire se queste supposizioni siano vere oppure no, oltre a non darci alcun controllo della situazione, ci farà arenare ulteriormente, spostando l'attenzione sulla ricerca della verità assoluta, piuttosto che sulle risorse che disponiamo per, eventualmente, fronteggiare il pericolo.
Per affrontare la paper tiger paranoia è necessario imparare a osservare i nostri pensieri, prenderne atto e scegliere a quali di essi vogliamo dedicare attenzione. Distaccarci da ciò che pensiamo ci farà guardare le nostre idee con maggiore lucidità e spirito critico. Non siamo responsabili dei nostri pensieri, ma possiamo decidere su quali scegliere di focalizzarci.