Osteoporosi: ecco l'esame per studiare la struttura dell’osso

Osteoporosi: ecco l'esame per studiare la struttura dell’osso
Ultima modifica 27.10.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Che cos'è l'osteoporosi
  3. La nuova indagine
  4. Quando e come usarla

Introduzione

L'osteoporosi è una condizione abbastanza diffusa, non solo nelle donne ma anche negli uomini, specialmente dopo una certa età: infatti, è strettamente connessa con i processi di invecchiamento. Fino a oggi, l'esame principe per la diagnosi e la valutazione della progressione della malattia è sempre stata la mineralometria ossea computerizzata (MOC). Ora, invece, le cose potrebbero cambiare: un team di ricercatori italiani, del Dipartimento di ingegneria e architettura dell'Università di Trieste, infati, ha messo a punto un nuovo esame; si tratta del BES TEST® o Bone Elastic Structure Test, un'indagine che si basa sull'utilizzo dei raggi X e che misura la qualità della struttura interna dell'osso

Che cos'è l'osteoporosi

Per osteoporosi si intende una condizione che può portare alla comparsa di fratture da trauma minore o addirittura senza trauma. Questa malattia, infatti, è caratterizzata da un'alterazione della microarchitettura del tessuto osseo e da una riduzione della massa minerale ossea, ossia la quantità di minerali contenuta nello ossa. I minerali, e in particolare il calcio, sono i componenti fondamentali dell'osso: sono, infatti, le sostanze che gli conferiscono robustezza e solidità; per questo, devono essere introdotti a sufficienza tramite l'alimentazione quotidiana. Se lo scheletro contiene pochi sali minerali, specialmente di calcio, diventa fragile e debole, rischiando più facilmente di spezzarsi.

A differenza di quanto pensano in molti, l'osso non è una struttura fissa, bensì una parte viva e vitale dell'organismo. È formato, infatti, da cellule dinamiche, attive e altamente specializzate: gli osteoblasti, che hanno il compito di formare nuovo osso e gli osteoclasti, che sono incaricati di distruggere e riassorbire l'osso invecchiato. In condizioni normali, questo processo, che prende il nome di "rimodellamento", si svolge in cicli che seguono una sequenza prestabilita: prima agiscono gli osteoclasti, che assorbono l'osso vecchio, poi gli osteoclasti, che vanno a riempire la cavità appena formata con nuovo tessuto; l'osteoporosi subentra quando si verificano una serie di cicli durante i quali viene riassorbito più osso di quanto non se ne formi.

Il processo di rimodellamento e il deposito di minerali nelle scheletro non rimangono invariati nell'arco della vita, ma attraversano varie fasi: 

  • fino ai 20 anni circa l'osso cresce in peso e volume, accumulando minerali;
  • poi inizia la fase di consolidamento, che può durare fino ai 25-30 anni. Lo scheletro non cresce più, ma si irrobustisce, raggiungendo il picco di massa ossea, cioè il livello massimo di contenuto di minerali;
  • fra i 30 e i 50 anni circa, non accumula più minerali, ma la distruzione è in equilibrio con la ricostruzione;
  • in seguito, più passano gli anni, più la ricostruzione fatica a tenere il ritmo. L'osso, dunque, si indebolisce sempre più. Alcuni fattori possono peggiorare la situazione, come la menopausa, l'uso di alcuni medicinali, la famigliarità, una dieta scorretta, la sedentarietà, altre malattie. 

La nuova indagine

Tradizionalmente, per la diagnosi dell'osteoporosi si è sempre ricorsi alla MOC, che valuta il quantitativo di calcio contenuto nello scheletro. Il nuovo esame, invece, misura la qualità della struttura interna dell'osso. In che modo? Per prima cosa si esegue una radiografia alla mano attraverso un dispositivo portatile: poi le immagini raccolte vengono analizzate da uno speciale software, che è simile a quello utilizzato per testare la resistenza di parti in acciaio. Questo programma permette di simulare l'applicazione di forze sull'esame radiografico, che può essere considerato una biopsia virtuale dell'architettura ossea. Di conseguenza, determina lo stato dell'architettura dell'osso. Si tratta di un'informazione molto importante perchè l'osteoporosi, oltre ad associarsi a una riduzione della densità ossea e della massa minerale ossea, si accompagna a un'alterazione delle strutture interne che reggono i carichi a cui vengono sottoposte. 

"In un materiale così articolato – ha spiegato Francesca Cosmi, professoressa di Ingegneria presso l'Università degli Studi di Trieste e ideatrice del progetto - il calo della massa ossea non basta da solo a spiegare tutte le fratture osteoporotiche. Da questa premessa è nato in me il desiderio di approfondire il problema della valutazione del rischio, studiando come la complessa struttura trabecolare influenzi la distribuzione delle forze all'interno dell'osso, in modo da migliorare la conoscenza della situazione specifica del paziente".

Il BES TEST® è stato testato su oltre 7mila pazienti dal 2015 a oggi, con ottimi risultati. Può essere considerato complementare agli altri esami utilizzati in questo campo. Ha diversi vantaggi: 

  • identifica anche le persone con precedenti fratture atraumatiche;
  • permette di monitorare l'effetto delle terapie prescritte; 
  • è utilizzabile da qualunque medico;
  • impiega una dose bassissima di raggi X;
  • ha costi e rischi contenuti.

Quando e come usarla

Al momento, dunque, la nuova indagine per l'osteoporosi andrebbe eseguita in abbinamento alla MOC, l'esame principale per la misurazione della densità minerale ossea.  Si tratta di un'indagine che si avvale dell'utilizzo di uno strumento che emette doppi raggi X, assorbiti dall'osso (in genere, l'esame viene fatto sul collo del femore) in misura proporzionale alla densità dei componenti. Un computer rielabora poi i dati, permettendo di conoscere la densità dell'osso e la quantità di minerali presente nella zona analizzata.
Ovviamente, minore è la massa ossea e maggiore è la probabilità di andare incontro a una frattura. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone sono a rischio se hanno una massa minerale ossea inferiore a - 2,5.  L'esame andrebbe ripetuto ogni due anni dopo i 65 anni, per individuare le situazioni a rischio.

 

Per migliorare le cose, può essere utile esporsi al sole.