Mycoplasma pneumoniae: Cos’è? Contagio, Sintomi Polmonite e Cura

Mycoplasma pneumoniae: Cos’è? Contagio, Sintomi Polmonite e Cura
Ultima modifica 28.11.2023
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Prevenzione

Generalità

Il Mycoplasma pneumoniae è un batterio responsabile di patologie che interessano soprattutto l'apparato respiratorio.

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Le manifestazioni che derivano dall'esposizione a questo patogeno sono di entità variabile e vanno dalle lievi infezioni delle vie aeree superiori (raffreddore, faringite ecc.) fino alle forme più severe di polmonite.

Il Mycoplasma pneumoniae assume rilevanza clinica soprattutto per essere il principale responsabile della polmonite atipica primaria. Questa malattia colpisce prevalentemente i bambini ed i giovani adulti, in una fascia d'età compresa tra i 5 ed i 35 anni. La polmonite atipica primaria è spesso asintomatica, ma, quando le difese immunitarie sono ridotte, l'infezione può condurre a complicanze ematologiche e neurologiche molto gravi.

Cos’è

Mycoplasma pneumoniae: cos'è?

Il Mycoplasma pneumoniae è un batterio appartenente alla famiglia dei Mycoplasmataceae, in grado di colonizzare le vie respiratorie e di produrre malattie di varia entità.

In particolare, questo microrganismo è noto per essere il più comune agente eziologico della polmonite atipica primaria.

Lo sapevate che…

  • Nell'uomo, il Mycoplasma pneumoniae causa comunemente infezioni respiratorie, ma spesso non viene identificato quale agente eziologico, poiché provoca sintomi da lievi a moderati, non specifici ed autolimitanti. Per questo motivo, l'implicazione di questo batterio è sottostimata, in modo analogo al raffreddore di origine virale.
  • Allo stato attuale, la polmonite atipica primaria rappresenta la forma morbosa di maggiore gravità prodotta dal Mycoplasma pneumoniae.

Mycoplasma pneumoniae: caratteristiche biologiche

Il Mycoplasma pneumoniae presenta caratteristiche molto particolari.

  • Assenza della parete cellulare

Innanzitutto, questi micoplasmi si distinguono da altri batteri per la mancanza della parete cellulare (cioè sono privi di peptidoglicano). La membrana del Mycoplasma pneumoniae è trilaminare, lipoproteica e ricca di steroli che le conferiscono una consistenza rigida. Se non avesse questa composizione, la cellula batterica sarebbe fluida, inadatta a mantenere un volume costante e sensibile agli shock osmotici.

Essendo privo di questa struttura, il Mycoplasma pneumoniae non risulta sensibile agli antibiotici beta-lattamici (questi farmaci inibiscono, appunto, la sintesi della parete cellulare), ma tipicamente è vulnerabile a macrolidi e tetracicline.

Inoltre, l'assenza della parete non rende possibile l'identificazione mediante la colorazione di Gram (test relativamente veloce utilizzato per rilevare la presenza e classificare grossolanamente i batteri).

  • Polimorfismo strutturale

Il Mycoplasma pneumoniae è un agente infettivo dotato di un notevole polimorfismo strutturale, quindi è in grado di assumere forme anche molto diverse. Anche per tale motivo, questa tipologia di micoplasmi è stata raggruppata nella classe Mollicutes (dal latino "mollis cutis" che significa "pelle molle").

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Il Mycoplasma pneumoniae è uno dei più piccoli batteri (diametro di 0,2-0,3 µm) capaci di vita autonoma. Il genoma è di dimensioni estremamente ridotte - da 0,58 a 2,20 megabasi (Mb) - se paragonato, ad esempio, a quello di E. coli (4,64 Mb).

Il Mycoplasma pneumoniae ha limitate capacità metaboliche e biosintetiche. Si tratta, infatti, di un batterio aerobio obbligato. La riproduzione avviene per fissione binaria: il Mycoplasma pneumoniae si moltiplica sulla superficie degli epiteli mucosi e mostra una scarsa tendenza a oltrepassarli.

Occorre segnalare che il Mycoplasma pneumoniae è un patogeno extra-cellulare e la sua sopravvivenza dipende dall'aderenza all'epitelio respiratorio. Questa "fissazione" alle membrane ciliari risulta principalmente dall'adesione interattiva e dalle proteine accessorie: il rapporto che il Mycoplasma pneumoniae instaura con le cellule dell'ospite è definito parassitismo pericellulare.

Cause e Fattori di Rischio

Mycoplasma pneumoniae: quando risulta patogeno?

Il Mycoplasma pneumoniae è ampiamente distribuito nell'ambiente e riesce a colonizzare diverse specie animali e vegetali.

Nell'uomo, questo batterio si localizza soprattutto nel tratto respiratorio, dove, in condizioni normali, è innocuo o provoca infezioni asintomatiche. Tuttavia, nei pazienti immunodepressi, il Mycoplasma pneumoniae può assumere un carattere "aggressivo" e comportarsi come patogeno, sfruttando la situazione a proprio vantaggio per moltiplicarsi in modo smisurato, fino a causare malattie anche gravi.

Nel dettaglio, il Mycoplasma pneumoniae:

  • Aderisce agli epiteli ciliati delle mucose tramite una particolare proteina, detta citoadesina P1;
  • Provoca ciliostasi, quindi blocca il movimento delle ciglia e dei microvilli delle cellule epiteliali delle vie aeree, facilitando la colonizzazione batterica;
  • Può portare alla desquamazione dell'epitelio e, conseguentemente, a tosse persistente, irritazione e formazione di essudato.

L'adesina P1 è una proteina immunodominante, nei confronti della quale il sistema immunitario genera un'imponente risposta specifica. Recenti studi scientifici hanno evidenziato che la produzione di citochine e l'attivazione dei linfociti possono minimizzare l'infezione da Mycoplasma pneumoniae attraverso il potenziamento dei meccanismi di difesa dell'ospite o, al contrario, esacerbare la malattia inducendo lo sviluppo di lesioni immuno-mediate a livello polmonare.

Polmonite atipica primaria da Mycoplasma pneumoniae

Il Mycoplasma pneumoniae è il più comune agente eziologico della polmonite atipica primaria (nota anche come polmonite da micoplasma). Questa patologia colpisce principalmente i bambini nella tarda infanzia e negli adulti, in una fascia di età compresa tra i 5 ed i 35 anni, anche se le infezioni negli anziani non sono infrequenti.

Nei giovani, questa è la forma di polmonite più frequente dopo quella provocata dallo Streptococcus pneumoniae.

Altre malattie causate da Mycoplasma pneumoniae

Il Mycoplasma pneumoniae è responsabile di altre affezioni, di minore gravità, dell'apparato respiratorio, come:

Il Mycoplasma pneumoniae è implicato in un ampio spettro di manifestazioni al di fuori del tratto respiratorio inferiore e superiore.

Queste comprendono:

Modalità di trasmissione

Le infezioni da Mycoplasma pneumoniae si propagano per contagio interumano, di solito tramite aerosol. Il patogeno tende ad associarsi a cellule desquamate dell'epitelio respiratorio, quindi la trasmissione può verificarsi attraverso l'inalazione di goccioline relativamente grandi di saliva in sospensione, quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Si ritiene che il Mycoplasma pneumoniae sia responsabile del 40% delle polmoniti acquisite in comunità.

Inoltre, questo micoplasma può causare epidemie, in quanto può diffondere rapidamente in ambienti affollati e promiscui, come scuole, reparti ospedalieri e caserme militari.

Il periodo d'incubazione delle infezioni da Mycoplasma pneumoniae può variare da una a tre settimane.

Chi è più a rischio?

Nelle persone sane, il sistema immunitario è generalmente in grado di contrastare la proliferazione del Mycoplasma pneumoniae, prima che diventi un'infezione.

Le malattie tendono a svilupparsi, invece, nelle persone immunodepresse o affette da una pregressa pneumopatia. Altre categorie più vulnerabili sono i bambini di età inferiore ai 5 anni e gli anziani. Una volta superata l'infezione, l'immunità nei confronti del Mycoplasma pneumoniae è transitoria, quindi l'infezione può essere nuovamente contratta.

Sintomi e Complicazioni

I sintomi di un'infezione da Mycoplasma pneumoniae dipendono dalla sede colpita (apparato respiratorio o altro distretto del corpo), dall'età e dalle condizioni di salute generali del paziente. Nella maggior parte dei casi, la sintomatologia è lieve o moderata e, spesso, autolimitante. Altre volte, l'infezione da Mycoplasma pneumoniae può causare febbre, faringo-tonsillite, cefalea e dolori muscolari; quando l'infezione coinvolge le vie aeree inferiori può causare polmonite e, raramente, può diffondere ad altri distretti dell'organismo.

Come si manifesta la polmonite atipica da Mycoplasma pneumoniae?

L'infezione da Mycoplasma pneumoniae si sviluppa senza sintomi evidenti per le prime settimane (da 1 a 3) dopo il contagio e, successivamente, causa manifestazioni non specifiche, come bronchite o rinite.

Il segno più comune dell'infezione respiratoria da Mycoplasma pneumoniae è la tosse dapprima secca, poi grassa, con emissione di espettorato di colorito bianco-giallastro.

Altri sintomi esordiscono bruscamente e comprendono:

  • Febbre lieve;
  • Brividi;
  • Malessere generale;
  • Mancanza di respiro, soprattutto dopo uno sforzo;
  • Mal di testa;
  • Inappetenza.

La polmonite da Mycoplasma pneumoniae ha, in genere, un decorso favorevole: i sintomi tendono a risolversi entro una settimana (ad eccezione della tosse che può persistere per molto tempo), mentre i segni radiologici possono scomparire dopo un mese dall'inizio della malattia.

Possibili complicanze

La complicanza principale della polmonite atipica da Mycoplasma pneumoniae è rappresentata dall'anemia emolitica autoimmune.

Altre conseguenze meno comuni dell'infezione comprendono:

Diagnosi

La diagnosi di un'infezione da Mycoplasma pneumoniae è stabilita tramite:

  • Ricerca diretta del micoplasma;
  • Dimostrazione dell'aumento nel siero del tasso degli anticorpi specifici contro l'agente infettivo di almeno 4 volte rispetto al valore presente all'inizio della malattia.

L'isolamento dell'agente infettivo può essere effettuato su molteplici campioni biologici (come escreato, lavaggio bronchiale o tampone faringeo) raccolti dai tre ai sette giorni dopo la comparsa dei primi sintomi. La rilevazione del Mycoplasma pneumoniae viene effettuata tramite l'esame colturale, quindi la crescita del microrganismo in un appropriato mezzo di coltura o la ricerca del materiale genetico.

Per evidenziare la risposta anticorpale, invece, sono utili esami sierologici come ELISA e test di fissazione del complemento.

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Nel corso delle polmoniti da Mycoplasma pneumoniae, la conta dei globuli e l'esame della formula leucocitaria risultano normali (nota: al contrario, nelle polmoniti batteriche si riscontra tipicamente un aumento dei granulociti neutrofili).

Durante l'esame obiettivo, il medico può riscontrare la presenza di rantoli respiratori. La radiografia del torace spesso rivela la presenza di un infiltrato polmonare denso, di frequente limitato ad un lobo polmonare.

Trattamento e Prevenzione

Il trattamento delle infezioni da Mycoplasma pneumoniae è basata sulla terapia antibiotica specifica. Per gestire l'infiammazione, può essere indicato anche l'uso di corticosteroidi (prednisolone o metilprednisolone), talvolta in combinazione con la somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa.

Mycoplasma pneumoniae: antibiotici

La terapia delle infezioni da Mycoplasma pneumoniae prevede l'impiego di alcuni antibiotici, come i macrolidi e le tetracicline. Inefficace risulta, invece, la penicillina che svolge la sua azione inibendo la sintesi di alcuni costituenti fondamentali della parete rigida batterica di cui, come accennato, il Mycoplasma pneumoniae è privo.

Infezione da Mycoplasma pneumoniae: può essere evitata?

La prevenzione delle epidemie da Mycoplasma pneumoniae è possibile tramite l'adozione di alcuni accorgimenti, quali:

  • Accurata detersione delle mani;
  • Copertura del naso e della bocca, in caso di colpi di tosse o starnuti;
  • Limitazione del contatto con persone malate.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici