Ultima modifica 01.04.2020

Generalità

La morfina è un alcaloide naturale estratto dall'oppio, ottenuto facendo essiccare il liquido lattiginoso che fuoriesce dalla capsula immatura del Papaver somniferum dopo averla incisa.
MorfinaAppartenente alla classe degli analgesici oppioidi, la morfina viene utilizzata in campo medico per il trattamento del dolore; basti pensare che la somministrazione di soli 10mg (0,01 grammi) di morfina per via parenterale, è in grado di ridurre di almeno l'80% la percezione del dolore. 
La morfina viene utilizzata come presidio terapeutico nel trattamento del dolore di tipo cronico - profondo di intensità medio elevata, come quello neoplastico in fase terminale. A tal proposito è interessante sottolineare come la morfina abolisca il dolore inteso come sofferenza, ma non la sua percezione. Spesso il soggetto rimane consapevole dello stimolo dolorifico, lo percepisce ma non se ne preoccupa, se ne distacca e non ha alcuna difficoltà a tolleralo.
La morfina è disponibile in formulazioni farmaceutiche adatte alla somministrazione orale e parenterale.

Esempi di Specialità medicinali contenenti Morfina

Indicazioni terapeutiche

L'utilizzo della morfina è indicato per il trattamento del dolore da moderato a severo e resistente ad altri antidolorifici.

In particolar modo, la morfina viene impiegata per il trattamento del dolore associato a patologie neoplastiche (tumori) e ad infarto del miocardio, e per il trattamento del dolore post-operatorio.

Avvertenze

L'utilizzo della morfina - soprattutto se per lunghi periodi - può causare tolleranza e dipendenza. Per questo motivo è fondamentale assumere questo farmaco seguendo con attenzione tutte le indicazioni fornite dal medico, sia per quanto riguarda la quantità di morfina da assumere, sia per quanto riguarda la frequenza delle somministrazioni e la durata del trattamento.
Prima di iniziare il trattamento con la morfina, è bene informare il medico se si soffre di ipotiroidismo, poiché - in tal caso - potrebbe essere necessario ridurre la dose di morfina somministrata.
Inoltre, prima di iniziare la terapia a base di morfina, è necessario informare il medico se:

L'assunzione di alcool durante la terapia con morfina deve essere evitata, poiché può verificarsi un aumento degli effetti indesiderati indotti dallo stesso farmaco.
La morfina provoca sedazione e sonnolenza, pertanto può alterare la capacità di guidare veicoli e/o di utilizzare macchinari. Qualora questi effetti indesiderati dovessero manifestarsi, tali attività devono essere evitate.
Infine, per chi svolge attività sportiva, l'utilizzo del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e comunque può determinare positività ai test anti-doping anche quando assunto a scopo terapeutico.

Interazioni

La somministrazione concomitante di morfina e di IMAO (inibitori delle monoammino ossidasi) deve essere evitata, poiché può provocare ipotensione e depressione respiratoria.
L'assunzione contemporanea di morfina e naltrexone non deve essere effettuata, poiché quest'ultimo può contrastare l'azione antidolorifica della morfina.
La co-somministrazione di morfina e dei seguenti farmaci, invece, deve essere fatta con estrema cautela:

In ogni caso, è comunque bene informare il medico qualora si stiano assumendo - o siano stati recentemente assunti - farmaci di qualsiasi tipo, compresi i medicinali senz'obbligo di prescrizione medica e i prodotti erboristici ed omeopatici.

Effetti collaterali

La morfina può causare vari tipi di effetti indesiderati, anche se non tutti i pazienti li manifestano. Il tipo di effetti avversi e l'intensità con cui si manifestano dipendono dalla sensibilità di ciascun individuo nei confronti del farmaco.

Generalità

Il più pericoloso effetto collaterale della morfina è rappresentato dalla sua potente azione depressiva sul centro del respiro, che in caso di intossicazione acuta può portare a coma e a morte per paralisi respiratoria. Per questo motivo la morfina è controindicata per i soggetti asmatici e per chi soffre di enfisema o di altre patologie caratterizzate da ridotta efficienza respiratoria.

Altri effetti indesiderati comprendono nausea, prurito, miosi (pupilla puntiforme) e stipsi (un derivato della morfina, chiamato loperamide, è utilizzato come antidiarroico).

Particolarmente pericolose sono le ripercussioni sulla psiche dell'individuo, vista la capacità della morfina di indurre stati carenziali o di astinenza (quando si interrompe bruscamente l'assunzione insorgono effetti opposti, come diarrea, malessere generale, depressione, aumento della temperatura corporea ed iperidrosi). .

Il bisogno di assumerne morfina in continuazione, a qualsiasi costo e, come vedremo, a dosi sempre maggiori, produce effetti devastanti sulla socialità e sulla salute mentale del tossicodipendente.

L'assunzione cronica di morfina provoca assuefazione e, come tale, si accompagna ad una resistenza ai suoi effetti terapeutici. Per ovviare a questo fenomeno della "tolleranza" e mantenere la medesima azione, è quindi necessario aumentare gradualmente la dose (ecco perché i cerotti a base di un derivato della morfina, il fentanile, destinati ai malati terminali vengono periodicamente sostituiti con altri a maggior rilascio).

Da non sottovalutare, infine, la vera e propria dipendenza fisica dall'alcaloide; quando l'assunzione viene interrotta bruscamente, il paziente lamenta infatti una forte mancanza dello stato euforico da esso prodotto.

Di seguito sono elencati i principali effetti collaterali che possono insorgere nel corso della terapia a base di morfina.

Patologie dei polmoni e dell'apparato respiratorio

Il trattamento con morfina può causare:

  • Depressione respiratoria;
  • Atelectasia parziale (soprattutto nei pazienti con affezioni broncopolmonari preesistenti);
  • Arresto respiratorio.

Patologie del sistema nervoso

La terapia con morfina può favorire l'insorgenza di:

Disturbi psichiatrici

Durante il trattamento con morfina potrebbero manifestarsi:

Patologie cardiovascolari

La terapia a base di morfina può causare:

Patologie gastrointestinali

Il trattamento con morfina può provocare:

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

La terapia con morfina può favorire l'insorgenza di:

Tolleranza e dipendenza

La morfina può causare tolleranza e dipendenza. Pertanto, la mancata assunzione di morfina può scatenare una sindrome d'astinenza che si manifesta con sintomi come:

Altri effetti collaterali

Altri effetti indesiderati che possono insorgere durante il trattamento con morfina sono:

Sovradosaggio

In caso di assunzione di dosi eccessive di morfina possono insorgere gravi depressioni respiratorie e circolatorie e riduzione dello stato di coscienza fino ad arrivare all'arresto respiratorio, al collasso e al coma.
Altri sintomi del sovradosaggio da morfina sono:

In caso d'iperdosaggio da morfina, l'antidoto per eccellenza è costituito dal naloxone che deve essere somministrato per via endovenosa.
Ad ogni modo, qualora si sospetti di aver assunto dosi eccessive di morfina, è necessario informare immediatamente il medico e recarsi nel più vicino ospedale.

Meccanismo d'azione

La morfina è un agonista selettivo dei recettori oppioidi μ. Questi recettori sono localizzati lungo le vie del dolore del nostro organismo e il loro compito è proprio quello di modulare la neurotrasmissione del dolore. Più nel dettaglio, quando tali recettori vengono stimolati, si induce analgesia.
Perciò, la morfina - in quanto agonista selettivo dei suddetti recettori - è in grado di attivarli e di esercitare la sua potente azione antidolorifica.
La capacità della morfina di interagire con i recettori oppioidi di tipo μ, spiega anche  lo stato di euforia che insorge in seguito alla sua assunzione. L'eccitazione è tuttavia transitoria e già dopo pochi minuti subentrano sintomi depressivi e narcotici (il nome morfina deriva proprio da Morfeo, dio greco del sonno e dei sogni).

Modalità d'uso e posologia

La morfina è disponibile per la somministrazione orale (sotto forma di soluzione orale, sciroppo, compresse, capsule rigide o granulato per sospensione orale) e per la somministrazione parenterale (sotto forma di soluzione iniettabile).
La morfina somministrata per via sottocutanea raggiunge l'apice dell'effetto analgesico in un tempo che va dai trenta ai sessanta minuti; tale effetto permane dalle quattro alle sei ore. L'iniezione endovenosa consente invece un più rapido raggiungimento del picco d'azione, peraltro più intenso; la durata complessiva degli effetti è invece simile.
La quantità di morfina da assumere deve essere stabilita dal medico su base individuale, in funzione dell'intensità del dolore che affligge ciascun paziente.
Nei pazienti anziani e debilitati potrebbe rendersi necessaria una riduzione delle dosi di morfina abitualmente impiegate in terapia.

Gravidanza e Allattamento

A causa dei danni che può provocare al neonato (depressione respiratoria e sindrome d'astinenza in caso di somministrazione cronica nella madre), l'utilizzo della morfina da parte di donne in gravidanza non è raccomandato.
Inoltre, la morfina viene escreta nel latte materno, pertanto, anche il suo utilizzo da parte di madri che allattano al seno è generalmente controindicato.
In ogni caso, le donne in gravidanza e le madri che allattano al seno devono sempre chiedere il consiglio del medico prima di assumere un qualsiasi tipo di medicinale.

Controindicazioni

L'utilizzo della morfina è controindicato nei seguenti casi:

  • In pazienti con ipersensibilità nota alla morfina e/o a derivati della stessa morfina (come, ad esempio, la codeina);
  • In pazienti con addome acuto e ileo paralitico;
  • In pazienti affetti da grave insufficienza epatocellulare;
  • In pazienti che soffrono di depressione respiratoria o di affezioni croniche del polmone;
  • In pazienti con attacco di asma bronchiale in corso;
  • In pazienti affetti da scompenso cardiaco secondario;
  • In pazienti con trauma cranico o che soffrono d'ipertensione endocranica;
  • In pazienti che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici alle vie biliari;
  • In pazienti con stati convulsivi o affetti da epilessia non controllata;
  • In pazienti con depressione del sistema nervoso centrale, soprattutto se indotta da farmaci come sedativo-ipnotici, ansiolitici, ecc;
  • In pazienti che assumono - o che hanno assunto di recente - farmaci inibitori delle monoammino ossidasi;
  • In pazienti già in trattamento con naltrexone;
  • In pazienti con alcolismo acuto o con delirium tremens;
  • In gravidanza;
  • Durante l'allattamento.

Morfina ed eroina

Un importante derivato della morfina, ottenuto per acetilazione in posizione 3 e 6, è l'eroina. Pur avendo minore affinità per i recettori oppioidi che ne mediano gli effetti, l'eroina possiede un'attività analgesica circa doppia. Questa apparente contraddizione è legata alla sua maggiore lipofilia, che le consente di attraversare rapidamente la barriera ematoencefalica ed espletare i suoi effetti euforici a livello centrale. Proprio per questi motivi i tossicodipendenti la preferiscono alla morfina. A differenza di quest'ultima, l'eroina non è considerata un farmaco.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista