Mononucleosi nei Bambini: sintomi, come si trasmette e cosa fare
Cos’è
Mononucleosi nei Bambini: cos’è?
La mononucleosi è una malattia infettiva, acuta e contagiosa, causata da un virus. Ad esserne colpite possono essere persone di ogni età, ma è più frequente durante la prima infanzia e l'adolescenza.
Nella maggior parte dei casi, l'infezione che ne è all'origine si trasmette tramite la saliva oppure, per via indiretta, attraverso la condivisione di oggetti contaminati; ad esempio, i bambini più piccoli possono infettarsi portando alla bocca giocattoli sulla cui superficie è presente l'agente virale. Durante l'infanzia, la mononucleosi viene spesso superata senza dare sintomi o in maniera paucisintomatica; quando presenti, la malattia si manifesta principalmente con astenia (senso di spossatezza), febbre elevata, ingrossamento dei linfonodi (in special modo, quelli del collo) e faringite che, nel giro di una settimana, diviene molto intensa.
Cause
Quali sono le cause della Mononucleosi nei Bambini?
Nella maggior parte dei casi, il responsabile della mononucleosi nei bambini è il virus di Epstein-Barr (EBV).
Quest'agente virale appartiene alla stessa famiglia degli herpes virus, ovvero la stessa di cui fanno parte i patogeni responsabili di varicella, herpes labiale o genitale e fuoco di Sant'Antonio. Allo stesso modo dei suoi "parenti", una volta contratta l'infezione, il virus della mononucleosi (EBV) rimane per sempre latente nel corpo umano e può ricomparire periodicamente. In alcuni casi, circa il 5-10% la mononucleosi è causata da altri virus, come il citomegalovirus e l'adenovirus, in grado di provocare un quadro clinico simile a quello dell'Epstein Barr virus.
Chi è più a rischio?
La mononucleosi colpisce di preferenza gli adolescenti ed i bambini, ma gli adulti non ne sono per nulla esenti. L'infezione si contrae più facilmente quando il nostro sistema immunitario è indebolito (per esempio, dopo una malattia particolarmente debilitante o durante un periodo di intenso stress).
Come si prende?
L'infezione si trasmette abitualmente attraverso la saliva; meno spesso, la mononucleosi viene contratta in seguito alla condivisione di oggetti (dai bicchieri ai giocattoli) entrati in contatto con un soggetto infetto. La mononucleosi è un'infezione molto diffusa: si stima che quasi il 90% della popolazione è entrata in contatto con il virus Epstein-Barr (EBV) almeno una volta nella vita.
Mononucleosi nei Bambini: come si trasmette?
I bambini possono contrarre la mononucleosi nei bambini con:
- Modalità diretta: la via oro-faringea è la via di trasmissione principale, ossia quella che avviene tramite lo scambio di saliva (per questo, la mononucleosi è meglio conosciuta come "malattia del bacio") o attraverso le goccioline che si disperdono dopo colpi di tosse o starnuti (droplets). Il virus può essere diffuso anche tramite urine e sangue.
- Modalità indiretta: i bambini possono prendere la mononucleosi anche tramite l'utilizzo comune di oggetti contaminati quali posate, bicchieri, piatti e giocattoli.
Mononucleosi nei Bambini: per quanto si può trasmettere?
La contagiosità della mononucleosi può essere prolungata, poiché l'eliminazione faringea del virus persiste fino ad un anno dopo l'infezione. Bisogna considerare, inoltre, che, durante i periodi di riattivazione del virus, gli stessi portatori sani possono diventare fonte di contagio. In ogni caso, se si è già stati infettati una volta, ogni successivo contatto con una persona affetta da mononucleosi sarà privo di conseguenze.
Periodo di incubazione
Mononucleosi nei Bambini: dopo quanto compaiono i primi sintomi?
Il periodo di incubazione dell'infezione nei bambini è pari a circa 10-15 giorni, a differenza del tempo che precede la presentazione dei sintomi in adulti ed adolescenti compreso tra i 30 e i 50 giorni.
Sintomi Mononucleosi nei Bambini
Mononucleosi nei Bambini: come si riconosce?
Se il contagio avviene durante l'infanzia, la mononucleosi è solitamente caratterizzata da sintomi lievi, non specifici o da nessun sintomo.
Quando decorre in modo sintomatico, invece, la mononucleosi si manifesta con:
- Febbre (sotto forma di febbricola o febbre alta e persistente, con ingente sudorazione durante la notte);
- Linfoadenomegalia (cioè i linfonodi sul collo, sotto le ascelle e nel basso ventre/inguine si ingrossano e risultano dolenti);
- Mal di gola con presenza di placche bianco-giallastre sulle tonsille, che spesso s'infiammano e raggiungono notevoli dimensioni, impedendo la normale deglutizione (nei casi più seri, possono verificarsi disidratazione e difficoltà respiratorie, a causa della parziale ostruzione delle alte vie aeree);
- Splenomegalia (aumento delle dimensioni della milza);
- Esantema morbilliforme (simile a quello del morbillo);
- Mal di testa;
- Dolori muscolari e articolari diffusi;
- Inappetenza;
- Astenia (debolezza o senso di spossatezza).
Le manifestazioni della mononucleosi sono dovute sia all'aumentata produzione delle cellule mononucleate (linfociti e monociti) - solitamente presenti in numero ridotto - sia alle sostanze che essi producono per indurre il corpo a reagire all'infezione.
Quanto dura la Mononucleosi nei Bambini?
Dopo la presentazione clinica della mononucleosi, si guarisce, nella maggior parte dei casi, senza complicazioni: le manifestazioni tendono a scomparire nell'arco di due-quattro settimane. L'unico disturbo che tende a persistere, anche per settimane o mesi dall'infezione, è una sensazione di stanchezza generalizzata. Dopo la guarigione, l'infezione rimane allo stato latente.
Diagnosi
Esami per la Mononucleosi nei Bambini: quali sono e a cosa servono?
A livello clinico, l'infezione acuta da mononucleosi nei bambini è sospettata dal pediatra in presenza dalla combinazione dei sintomi: malessere generalizzato, febbre, ingrossamento dei linfonodi, faringite con tonsille ricoperte da una patina biancastra ed aumento delle dimensioni della milza. Questa sintomatologia si presenta, tuttavia, anche nel corso di altre malattie infettive, come la malattia da citomegalovirus e la rosolia, che vanno quindi escluse.
Pertanto, una diagnosi certa si raggiunge soltanto mediante la constatazione della presenza di linfociti caratteristici nel sangue (linfocitosi) associata a test anticorpali e riscontri sierologici (presenza di anticorpi eterofili circolanti e/o anticorpi diretti contro proteine specifiche di EBV).
Per confermare il sospetto di malattia che deriva dall'aumento dei globuli bianchi, sono indicati, quindi, esami ematologici ed immunologici specifici, tra cui:
- Esame emocromocitometrico: in presenza di mononucleosi, alla conta dei globuli bianchi se ne riscontra l'aumento, mentre all'analisi microscopica dello striscio ematico risulta la presenza di caratteristiche cellule mononucleate (da cui il nome della malattia).
- Monotest: test semplice e rapido utilizzato per il supporto alla diagnosi di infezioni da EBV.
- Ricerca degli Anticorpi anti-EBV VCA: valuta la presenza nel siero di anticorpi specifici (Viral Capsid Antigen) per l'EBV sia di classe IgG, sia IgM che compaiono a seguito dell'infezione (in particolare le IgM indicano uno stato di attività del virus); quando le IgM calano e restano solo le IgG significa che l'infezione è totalmente superata.
- Ricerca degli Anticorpi anti-EBV EA: individua gli anticorpi specifici del virus (Early Antigen), riscontrabili nel sangue anche a distanza di mesi (le IgG si possono ritrovare anche a distanza di anni nel sangue a indicare che la mononucleosi è stata contratta in precedenza).
Trattamento
Come si tratta la Mononucleosi nei Bambini?
Nella maggior parte dei casi, la mononucleosi nei bambini si risolve positivamente, senza bisogno di alcun intervento specifico, entro due o tre settimane dall'esordio dei sintomi. Raramente, si possono presentare ricadute croniche negli anni che seguono, anche se alcuni pazienti tendono comunque ad accusare stanchezza e difficoltà di concentrazione per diversi mesi.
Il bambino colpito da mononucleosi dovrebbe, innanzitutto, riposare a letto, bere molti liquidi ed evitare sforzi fisici per almeno 6-8 settimane (ossia nel recupero va considerata anche per qualche settimana dopo la remissione clinica), specie se si è sviluppato un ingrossamento della milza. La rottura di quest'organo per traumi addominali è, infatti, una complicanza rara, ma temibilissima (si tratta di un'emergenza medica e, come tale, va prontamente gestita in ambiente ospedaliero). Pertanto, se durante l'attività, dopo energica palpazione o in seguito ad un incidente, dovessero insorgere dolori diffusi alla parte superiore sinistra dell'addome, è bene richiedere l'intervento immediato dei soccorsi sanitari.
Farmaci per la Mononucleosi nei Bambini
Non esistono farmaci specifici per la mononucleosi nei bambini, ma solo terapie sintomatiche, previo consulto del pediatra, che può indicare l'uso di analgesici (come l'ibuprofene) ed antipiretici, come il paracetamolo (va escluso, invece, l'acido acetilsalicilico che nei bambini e negli adolescenti può causare una grave complicanza, chiamata sindrome di Reye).
Soltanto nei casi più gravi è previsto il ricorso ai farmaci corticosteroidei, ma solo per pochi giorni e sotto lo stretto controllo del pediatra, per gestire rare complicazioni come l'edema delle vie aeree, cioè solo se le tonsille sono molto gonfie e ostacolano la respirazione.
Attenzione! In caso di mononucleosi nei bambini, l'importante è non utilizzare mai gli antibiotici, poiché in caso di malattia virale non servono a nulla e possono causare ulteriori danni al sistema immunitario.
Per approfondire: Mononucleosi: Cos'è la Malattia del Bacio? Come si prende, Sintomi e Cura Potrebbe interessare anche: Tonsillite: cause, sintomi e rimedi